Biltà di donna Cavalcanti PDF

Title Biltà di donna Cavalcanti
Author Gianvito Mari
Course Letteratura italiana 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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LDTT ITALIANA...


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VOLUME 1 Le origini e il Duecento

Lezione profilo 8 • Lo Stilnovo Guido Cavalcanti, Biltà di donna e di saccente core

Guido Cavalcanti Biltà di donna e di saccente core Opera: Rime Punti chiave:

Metro: sonetto La lode della donna Il riferimento al plazer L’abilità tecnica del poeta

L

a bellezza dell’amata è descritta come qualcosa di infinitamente superiore a tutte le cose belle e gradevoli: i nobili cavalieri riccamente armati, le navi belle e voloci, il canto degli uccelli, la serenità dell’alba,

Schema metrico: sonetto rimato ABAB ABAB CDE CDE. 1. Biltà... core: il sonetto si apre con un chiasmo: la disposizione del verso è infatti costruita secondo lo schema soggettospecificazione-congiunzione-specificazione-soggetto. Biltà è un gallicismo e significa “bellezza”; l’espressione di saccente core significa letteralmente “cuore di sapiente” e, di conseguenza, “cuore saggio”. 2. genti: nobili. È un provenzalismo. 3-4. cantar... correnti: il canto degli uccelli e i discorsi sull’amore; belle navi molto veloci sul mare. Cantar e parlar sono infiniti sostantivati come scender del v.6; questo tipo di uso è piuttosto frequente nei sonetti di Folgóre di San Gimignano, come, d’altra parte, l’elenco di cose piacevoli, tecnicamente ricollegabile al genere del plazer. La costruzione del v. 4 è parallela a quella del precedente v. 2. 5. aria... albore: il cielo sereno quando appare l’alba. Aria indica il cielo; albore è un provenzalismo. 6. e bianca... venti: e la neve bianca che scende senza vento. 7. rivera... fiore: un fiume d’acqua e un prato pieno di ogni sorta di fiore. È interessante notare la costruzione parallela dei due emistichi. Rivera è qui un francesismo e significa “fiume”; non forma quindi alcuna dittologia sinonimica con prato , come invece accade in altri testi in cui rivera è provenzalismo e vuol dire “pianura”. 8. oro... ornamenti: oro, argento e lapislazzuli come ornamenti. L’elenco delle cose piacevoli si sofferma qui sulla preziosità degli abiti portati dagli uomini e dalle donne a corte. Azzurro indica per sined-

la candida neve, gli ameni ruscelletti e i fiori colorati non possono reggere il confronto con la bellezza della donna. Addirittura, nessun’altra donna, per quanto bella e saggia, può stare alla pari con l’amata.

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Biltà di donna e di saccente core e cavalieri armati che sien genti; cantar d’augelli e ragionar d’amore; adorni legni ’n mar forte correnti;

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aria serena quand’ apar l’albore e bianca neve scender senza venti; rivera d’acqua e prato d’ogni fiore; oro, argento, azzurro ’n ornamenti:

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ciò passa la beltate e la valenza de la mia donna e ’l su’ gentil coraggio, sì che rasembra vile a chi ciò guarda;

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e tanto più d’ogn’altr’ha canoscenza, quanto lo ciel de la terra è maggio. A simil di natura ben non tarda. G. Cavalcanti, Rime, a cura di D. De Robertis, Einaudi, Torino 1986.

doche i lapislazzuli che, come altre pietre, venivano cuciti sugli abiti per renderli più belli. 9-11. ciò... guarda: la bellezza e il valore della mia signora e il suo cuore nobile superano tutte queste cose ( ciò ), al punto che (queste ultime) sembrano di poco valore a chi le guarda. Le meraviglie elencate nelle quartine si rivelano al v. 9 come complemento oggetto ( ciò) della frase che ha come predicato verbale passa e come soggetto la beltate , la valenza e il gentil coraggio della donna. Il legame tra le prime due qualità con la terza è sottolineato dall’ enjambement tra i v. 9 e 10. Il soggetto di rasembra vile è ciò. 12-13. e tanto... maggio: ed ha saggezza più di ogni altra donna, tanto quanto il cielo è più grande (maggio ) della terra. L’ altr’ qui evocato indica “ogni altra donna”; non è infatti insolito che l’amata sia

G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Motta letteratura it Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori

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raffigurata come migliore di tutte le sue compagne per qualche aspetto particolare. Canoscenza significa “saggezza” e corrisponde al saccente del v.1. Leggermente diverso è il significato che viene dato alla parola nell’episodio dell’incontro con Ulisse nella Commedia (Inferno XXVI vv. 119-120): fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza. In questo secondo caso il termine indica infatti la conoscenza che deriva dall’apprendimento; si tratta quindi di un significato più preciso. 14. A simil... tarda: a una tale creatura, non manca nessuna virtù. Ben è soggetto della frase, il cui predicato verbale è non tarda , che significa “non tarda a venire” e quindi “non manca”. A simil di natura è una perifrasi per “a una tale creatura”, con riferimento a quanto detto della donna nei versi precedenti.

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Lezione profilo 8 • Lo Stilnovo Guido Cavalcanti, Biltà di donna e di saccente core

VOLUME 1 Le origini e il Duecento

IN PRIMO PIANO I temi e le scelte stilistiche

ANALISI DEL TESTO Il superamento del plazer Il poeta apre il componimento con un elenco di cose piacevoli che occupa per intero le due quartine, mostrando di voler riprodurre il genere provenzale del plazer: in ambito italiano non si può non rinviare a un componimento famoso, Guido i’ vorrei che tu e Lippo ed io, che Dante invia proprio a Cavalcanti. Tuttavia, il plazer s’interrompe bruscamente al v. 8, perché con le terzine irrompe un nuovo genere poetico: quello della lode dell’amata. La bellezza, il valore e il nobile cuore di costei fanno impallidire tutte le piacevolezze elencate nei versi precedenti: come lo stesso Cavalcanti scrive in un altro sonetto (Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira, al v. 9), la bellezza della donna è tale che quasi non la si può descrivere (non si poria contar la sua piagenza). Rispetto al resto della produzione cavalcantiana, nella quale prevale il senso del dolore, a volte angoscioso, provocato da amore, qui l’atmosfera è decisamente più leggera, spensierata: la bellezza della donna, infatti, non è qui foriera di lutto, come in altri sonetti, quali per esempio Tu m’hai sì piena di dolor la mente o Voi che per li occhi mi passaste ’l core.

di sapienza espresso nell’incipit del componimento è da ricollegare alla canoscenza del v. 12. In particolare, questa caratteristica non si limita a superare la virtù del saccente core, ma è segno distintivo dell’amata in mezzo alle altre donne, trattandosi di una sapienza tanto superiore alla loro, quanto il cielo è più grande della terra. Il paragone non è ripreso a caso: si tratta infatti di un tema ricorrente nell’Antico Testamento, molto spesso proprio riguardo alla sapienza divina. Inoltre, la biltà che apre il sonetto ritorna nella beltade del primo verso delle terzine. Dietro una apparente semplicità, il sonetto presenta dunque un fitto gioco di rimandi, e mostra la straordinaria perizia tecnica di Cavalcanti; si consideri, in particolare, il fatto che il verbo e i soggetti compaiono solo ai vv. 9-10: i soggetti sono la beltate, la valenza e il gentil coraggio dell’amata, il verbo è quel passa del v. 9 che apre le terzine. Un verso che ha fatto storia Degno di nota è il v. 6, e bianca neve scender senza venti. Esso introduce un elemento nuovo nel tradizionale elenco del plazer, e la sua semplice eleganza rimarrà impressa nella memoria e nei versi dei maggiori poeti italiani del Medioevo. Se ne trova infatti riflesso in Dante, che nell’Inferno scrive: come di neve in alpe sanza vento (XIV, 30), e in Petrarca, che nei Trionfi, descrivendo l’incarnato della donna, dice: pallida no, ma più che neve bianca, / che senza venti in un bel colle fiocchi (Il trionfo della morte, I, vv. 166-167).

Una semplicità solo apparente Sul piano compositivo, dunque, il sonetto è diviso nettamente in due parti, giacché sul plazer delle quartine s’innesta il tema della lode della donna che caratterizza le terzine, con una brusca virata di genere poetico. Vi sono tuttavia anche elementi di continuità tra le due parti del sonetto. Per esempio, il concetto

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SPAZIO

COMPETENZE Comprensione e analisi 1. Svolgi la parafrasi del sonetto. 2. Lungo entrambe le quartine del sonetto è presente un’elencazione. Di che tipo è? A che genere letterario si ricollega? 3. Osserva la disposizione delle parole al v.1: come sono disposte? Quale figura retorica compongono? 4. Da che cosa viene superata la bellezza delle cose elencate nelle quartine? 5. A che cosa viene paragonata la canoscenza della donna? Approfondimenti 6. Rifletti sulle modalità di lode della donna nello Stilnovo: quali sono le caratteristiche ricorrenti che le vengono attribuite? (circa 25-30 righe)

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