Buttitta - Continuità delle forme e mutamento dei sensi PDF

Title Buttitta - Continuità delle forme e mutamento dei sensi
Author Maria Claudia Messina
Course Storia delle tradizioni popolari
Institution Università degli Studi di Palermo
Pages 19
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Summary

CONTINUITA' DELLE FORME E MUTAMENTO DEI SENSIPREMESSALe feste religiose di tradizione sono state investite seppur con tempi e modalità diversi da luogo a luogo, da dinamiche di ricodificazione. A fronte di questo processo certe feste continuano a presentare caratteri simbolici che sembrano rinviare ...


Description

CONTINUITA' DELLE FORME E MUTAMENTO DEI SENSI PREMESSA Le feste religiose di tradizione sono state investite seppur con tempi e modalità diversi da luogo a luogo, da dinamiche di ricodificazione. A fronte di questo processo certe feste continuano a presentare caratteri simbolici che sembrano rinviare ad un remoto passato agro-pastorale. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE Importanza studio calendari cerimoniali per comprensione delle forme religiose: pratica religiosa è continuum vissuto → il calendario è un supporto, così come le feste fisse al suo interno. Propp rileva come riti di capodanno, carnevale e pasqua, primavera e raccolto sono riconducibili a fase storico sociale iniziale dell'agricoltura. Non si può separare il ritorno eterno dei lavori e le feste della religione : gli dei sono partecipanti quanto gli uomini. Riti e miti, liturgia e teologia sono inseparabili. Comparazione è positiva per la comprensione dei fatti culturali: Cirese → comparazione è indispensabile perchè permette di cogliere uniformità in base a confronto tra eventi diversi. Greimas → mitologia comparata è importante perchè permette confronto e porta in evidenza affinità di pensiero religioso aiutando a costruire modelli di carattere generale. Comparati dunque sistemi di credenze, perchè comparazione tra singoli elementi può risultare fuorviante per somiglianze dovute al caso. Brelich → manifestazioni religiose : hanno struttura propria, dunque rispondono a condizioni storicamente valide a una grande varietà di epoche, luoghi, civiltà e per questo si è potuto costituire in fasi remote della storia. Quando agricoltura e pastorizia diventano mezzi principali di sussistenza le feste vennero riferite alle operazioni relative governate dal ciclo della natura, periodicità stagionali considerate come sottoposte a controllo sovrannaturale. 1 ORDO TEMPORIS – PRINCIPI ORGANIZZATIVI DEI CALENDARI CERIMONIALI Le rappresentazioni di tempo e spazio declinate nella storia dell'homo religiosus si manifestano nelle attività rituali delle feste religiose, sia a livello calendariale che gli specifici itinera festivi e i relativi contenuti simbolici.Le feste → celebrazioni periodiche dei fondamenti dell'esistenza delle comunità che regolano lo svolgimento del vivere civile e delle attività. FESTE DI CAPODANNO Culture agricole e pastorali → si manifesta rapporto tra scadenze calendariali, attività produttive e dimensione religiosa. Processi di generazione e accrescimento di piante e animali avvertito come dovuto ad intervento di potenze extra umane che manifestano così il loro potere → eventi pertanto celebrati annualmente presso le civiltà agrarie, come feste di ringraziamento/auspicio in fase di chiusura o apertura di un ciclo, di un passaggio da uno stato ad un altro. Il rituale festivo calendariale presenta come fatti costitutivi del suo iter tradizionale atti rituali di rifondazione sacrale nel tempo e nello spazio e presenta momenti offertori agli dei, offerte corporali, alimentari, patrimoniali. Quello che oggi persiste di questo sistema emerge nelle feste religiose tradizionali, soprattutto quelle che si possono riferire a cicli stagionali e scadenze del calendario agricolo pastorale. Nelle società antiche e tradizionali sono i ritmi produttivi e riproduttivi che rappresentano la fine e l'inizio di segmenti temporali diversi organizzando i ritmi della vita civile e religiosa istituzionalizzati nei calendari cerimoiali. Durante il Neolitico si costituisce realmente un ordo che si organizza in relazione alla successione delle fasi vegetative, che strutturerà il calendrio festivo delle grandi civiltà del Bronzo.

ORDO TEMPORIS Nel vicino Oriente dal XII millennio a.C. Trasformazioni dei regimi esistenziali → da caccia e racolta a coltivazione ed allevamento. La rivoluzione neolitica impone all'uomo nuovi codici simbolici e nuove rappresentazioni mentali. Domesticazione, controllo, gestione delle risorse vegetali e animali richiedevano adeguata cnoscenza dei cicli vegetali e stagionali e pianificazione di compiti ed attività da svolgere nel corso dell'anno. Le trasformazioni sistemi di produzione comportano trasformazione concezioni del mondo e della vita. Sedentarizzazione porta nuovi impegni relazionali tra uomini e uomini/mondo circostante, formazione nuove categorie sociali e definizione ruoli nuovi, nuovi status, nuovi sistemi etici. Affermarsi concezione sovranità come mediatrice tra umano e divina , elites aristocratiche e sacerdotali, con potere legittimato da culto e rito , con partecipazione e gestione delle cerimonie annuali di passaggio. Soprattutto antiche monarchie vicino oriente → regalità istituzione essenziale, garanzia di corretto funzionamento dell'universo, istituzione senza la quale la vita stessa non avrebbe potuto concepirsi.il re-sacerdote è garante dell'ordine in natura e del cosmo e deve vegliare sul suo popolo. Indebolimento re = rischio crollo struttura sociale. Ecco il perchè di cerimonie in mesopotamia per esempio l'Akitu per ristabilire il ciclo vitale della natura e così anche per rinverdire la regalità. Il re ha funzione di vicario divino, ruolo di mediazione si esplica attraverso atti rituali nei quali il re agisce come esponente della comunità intera. CALENDARI CERIMONIALI Calendari sono prodotti culturali che esprimono esigenze e rispondono a istanze di tipo politico, sociale, religioso connesse e possono contenere più cerimonie che presentano elementi riferibili a rinnovamento, rifondazione e ricostituzione di qualcosa. CALENDARI CERIMONIALI ANTICHI Suddivisione antica Grecia di anno in due stagioni, estate e inverno → ma con lo studio dei riti si possono individuare 3 stagioni legate soprattutto a lavoro e terra. Tesmoforie per Demetra durante la semina, Antesterie per Dioniso e defunti durante fioritura primaverile e vino nuovo a febbraiomarzo, Targhelie a primavera inoltrata con offerte primiziali ad Apollo e Artemide e purificazioni rituali → intorno a questi poli si distribuiscono altre feste. Brelich → calendario cerimoniale dei Greci intorno a ricorrenze periodiche della società agraria: mietitura,semmina,vendemmia e altri eventi climatici salienti con incidenza economica. Attica → stagione invernale sotto segno di Dioniso e Demetra ricca di festività campestri : mentre attività uomo in riposo individuo entra in contatto con il soprannaturale. Correlazione rituale nelle Tesmoforie tra divinità agraio telluriche, fecondità femmnile e cerealicoltura. Festa riservata a donne in grado di procreare legittimamente in regola con ordine sociale e cosmico. Nelle Tesmoforie: donne soggiornano in capanne rustiche in memoria dell'usanza seguita in antichità. Processione fiaccole, scherzi e battute, primo giorno era di lutto quindi con digiuno e festa notturna con canti e danze. Poi recupero resti maialini prima gettati in fosse poi mescolati a semina. Scopo ottenere fecondità uomini e fertilità dei campi. Anno celtico in Irlanda e Gallia → due stagioni, calda e fredda, suddivise in altri periodi. Principali celebrazioni: Imbolc, febbraio, Beltaine, a maggio, Lughnasad tra luglio e agosto che celebra divinità femminili natura. Samuin a novembre durante semina. Le celebrazioni festive autunnali erano per rinnovare augurio prosperità terra. Nel Vicino Oriente → Egitto: semina e raccolto estivo → avvenimenti principali dell'anno. Mietitura: Festa ad Horus/Min; Semina: festa Khoiak, ricapitolazione vicende di Osiride. Rapporto tra culto defunti e ciclo grano in due livelli: uno generale di relazione tra cicli umani e della terra, l'altro particolare per analogia tra vicenda seme e del defunto. In Mesopotamia feste principali forse associate a germoglio e immagazzinamento del raccolto. Anatolia: anno bipartito in buona e cattiva stagione. Celebrazioni principali in primavera e

autunno → presenza re fondamentale. Ittiti dunque con le loro feste volevano ricomporre sistema rappresentazione unitaria delle isotopie del loro mondo. Festa Purulli: capodanno; celebrata in presenza del sovrano in tutte le principali città dle regno. In Iran → anno segnato da due celebrazioni : Nauroz primavera (come legittimazione anche dello statuto regale e rinnovamento natura come Akitu Babilonese) e Mithrakan in autunno. Calendario israelita: Pasqua (primavera, raccolta orzo), Pentecoste e festa dei Tabernacoli (autunno, vendemmia). Presso ciascuna società alcune date vengono ad assumere valore di inizio e fine ciclo dell'anno. In Sicilia articolazione del calendario cerimoniale connessa al ciclo del grano : Ognissanti/ commemorazione dei defunti, San Giuseppe-Settimana santa, San Giovanni Battista-San Calogero. Tra fine ottobre e inizi novembre semina, tra marzo e aprile crescita pianta, a giugno mietitura. Feste patronali da giugno a settembre: società celebra se stessa e la sua appartenenza all'unicità del culto. LA FESTA DI SAN GIUSEPPE NELLA STORIA DELLA CHIESA La festa di S. Giuseppe fu fissata nel medioevo come da celebrare il 19 marzo, cioè sei giorni prima della festa dell’Annunciazione. Si ebbe diffusione del culto nel XV secolo grazie a ordine francescano che fissa festa il 19 marzo, sua importanza accrescuia da Pio IX che estende il patrocinio di San Giuseppe a tutta la chiesa e nel 1870 lo proclama patrono della Chiesa universale. CULTO E FESTE DI SAN GIUSEPPE IN SICILIA S. Giuseppe è uno dei santi che gode in Sicilia di maggiore venerazione. Le celebrazioni in suo onore non cadono solo in prossimità del 19 marzo, ma anche nei mesi di aprile, di maggio (1 maggio) e nei mesi estivi. Oltre alla processione del fercolo, altre elementi che ne caratterizzano la celebrazione sono le offerte di frumento, le tavole, le sacre rappresentazioni e i falò; simbolismo di ascendenza pre cristiana di tipo agrario ctono. Si configura come cerimonia di passaggio stagionale e sancisce passaggio da inverno a primavera. IL BASTONE FIORITO DI SAN GIUSEPPE Iconografia: Uno dei segni più diffusi dell’iconografia di S. Giuseppe è il bastone fiorito. Questo deriva dalla tradizione apocrifa e da una rielaborazione medievale di quanto narrato nel protovangelo di Giacomo. La fioritura del bastone si è tradotta nell'immaginario folklorico in un segno della potenza generatrice, consentendo al santo e alla sua celebrazione di assumere su di sé funzioni e significati che prima erano detenuti da altre entità divine precristiane. IL FUOCO La fest del patriarca è l'ultima festa invernale e la prima festa primaverile. Cerimonia di passaggio, come si denota dall'utilizzo del fuoco nelle vampe che sembrano rinviare a rituali purificatori ed apotropaici. Vampa: ultimo fuoco d'inverno. Tra i fuochi più noti → le vampe di Palermo, che Pitrè in Spettacoli e Feste segnala come presenza diffusa la sera della vigilia in città e nei dintorni, infatti si ritrovano anche in diversi paesi della provincia spesso accompagnati dalle tavolate, dalla distribuzione di pani e sfinci e le processioni. •



A Gratteri: i luminari sono accesi la sera della vigilia mentre si tiene una processione di un simulacro della sacra famiglia. I falò vengono accesi nel momento del passaggio del fercolo. Alla fine della cerimonia, sulle braci che rimangono viene arrostita della carne, che sarà consumata comunitariamente insieme alla sfinci. A Grisì: le celebrazioni si aprono con una messa mattutina nel corso della quale vengono benedetti dei pani particolari. Al termine della funzione il parroco si reca a benedire gli altari







allestiti all'interno delle case dei fedeli che ritengono di aver ricevuto una grazia dal santo o intendono ottenerla. La sera si svolge la processione. Dinanzi alle case dove sono allestiti gli altari la processione fa una piccola sosta e il padrone di casa offre dolci e bevande ai portatori della vara. Quando giunge alla piazza dove è stata allestita la vampa un componente del comitato organizzatore accende il fuoco. A Misilmeri: il santo è festeggiato dalla processione della vara e con l'accensione di vampati. Alla vigilia della festa vengono preparati dei pani che vengono benedetti e poi distribuiti ai bisognosi. A Scicli: la festa prevede una cavalcata. I cavalli, rivestiti di un manto di fiori, e i cavalieri attraversano il paese illuminato da falò (pagghiara). Il corteo processionale è aperto da tre personaggi che impersonano Gesù, Giuseppe e Maria. A tratti si ferma per una sosta ristoratrice e, infine, ritorna alla chiesa del santo da dove, il giorno dopo, parte la processione ufficiale, a cui parteciperanno di nuovo la sacra famiglia e alcune cavalcature. Al termine della processione si svolge un'asta di prodotti donati dai fedeli. Il rito presentava in passato caratteri orgiastici e carnascialeschi. San Giuseppe prima grande festa dell'anno, annunziata da processione di Virgineddi. Sant'Anna di Caltabellotta: processione simulacro san Michele la sera della vigilia, tavolate, accensione fuoco luminaria. Il 19 processione San Giuseppe e fuochi d'artificio.

L'ALLORO • A Villabate: viene recato in processione u vastuni, un'asta di abete di circa 2 m, rivestita di fronde di alloro e decorata con nastri, pani, fiori, frutta e un'immagine del santo. • A Sant'Angelo Muxaro: durante i festeggiamenti viene offerto in dono u cannistru. La sua fase di preparazione inizia di solito il mercoledì. È costituito da quattro assi di legno e ferro incastrati su una piccola vara, la struttura viene poi rivestita di fronde di agrumi e asparagi selvatici. Infine, vengono posti, all'esterno dei quattro assi, aranci e limoni, mentre sulla vara, offerte alimentari. • A Ribera: Tradizionale "Entrata dell’alloro", sfilata di uomini a cavallo per le vie del paese, la domenica precedente. Fa seguito la "Straula", alta torre ricoperta con rami d'alloro e forme di pane benedetto . Continuità significato originario feste di San Giuseppe come riti di fertilità. PANE L’elemento costante delle tavole di S. Giuseppe è il pane (plasticamente lavorato). Le tavolate vengono preparate da chi ha fatto voto al santo. Accanto a queste vengono anche allestiti gli altari. I personaggi che prendono parte alla “mensa” (generalmente tre che impersonano la sacra famiglia), mangiano quanto vogliono e alla fine viene dato loro un pane ognuno. La roba che resta viene poi distribuita a parenti e amici. Ad Alimena: il santo è celebrato con una cena e con la processione del simulacro. La cena ha luogo, generalmente, la mattina dei 19, ma anche nel corso della settimana precedente. La tavola accoglie svariati cibi e nel luogo dove viene imbandita deve essere allestito anche un altare per il santo. Il santo viene ulteriormente celebrato la prima domenica di maggio con la processione del fercolo. A Leonforte: il 19 marzo, poco prima di mezzogiorno, la sacra famiglia si riunisce presso l’artaru. Il bambino che raffigura Gesù sale su una sedia posta in modo da dominare l’altare e, alzate tre dita, recita per tre volte consecutive u dittu, benedicendo i presenti e segnandosi la croce sul petto. Si procede con la lavanda dei piedi. La padrona di casa lava il piede destro di Gesù con del vino, lo asciuga con un panno bianco e lo bacia. Al bambino, poi, si avvicinano “Maria”, “Giuseppe” e gli altri commensali e si chinano anche loro a baciargli il piede. A ciascuno di loro viene consegnato un fagotto contenente una cuddura (pane a ciambella), una lattuga, un finocchio e dolciumi. Segue il

pasto. Quanto rimane viene distribuito tra parenti e vicinato. La sera ha luogo la processione del simulacro di S. Giuseppe. A Santa Croce Camerina: si celebra la domenica più vicina al 19 marzo. In questo giorno i tre componenti della sacra famiglia, insieme alle famiglie offerenti si recano in chiesa per la benedizione. Dopo tornano verso casa, dove avrà luogo la celebrazione. Il sacerdote benedice anche la tavola imbandita e dopo viene servito il pasto. Quando i santi assaggiano da ciascun piatto, questi si ritirano portando con loro il cibo avanzato. Pane circolare: cucciddatu. LINEE DI ANALISI SIMBOLICA: IL FUOCO Oltre a rischiarare le cerimonie notturne e riscaldare i convenuti ai fuochi sono state attribuite diverse funzioni simboliche. Accensione del fuoco annunzia irrompere della festa, qualificandone la diversità rispetto all'ordinario, segna l'aprirsi di un tempo nuovo. L'accensione del falò viene vista come un rito di passaggio, come cerimonia diretta a rifondare il ciclo dell’anno e la vita di comunità e individui. Infatti per essere efficace il fuoco deve essere rinnovato ciclicamente affinchè riacquisti la purezza originaria e rigeneri la sua potenza. Lo scopo di queste cerimonie era quello di marcare un passaggio e rifondare il tempo e lo spazio attraverso la rappresentazione del processo di morte e rinascita. Dal fuoco che finisce di consumare il tempo trascorso, rinascerà il fuoco di vita della comunità. Processo di morte e rinascita del fuoco → uso di bruciare fantocci (feste carnevalesche, ma anche contesti giuseppini Sicilia e Puglia). A questi riti può essere ricondotta cerimonia celebrata ogni anno Isola di Lemno in onore di Efeso e grande Dea lemnia. Da Filostrato sappiamo che fuochi spenti per 9 giorni, il fuoco per riaccendere focolai veniva condotto da nave proveniente da Delo che restava a largo fino a fine termine prescritto → pratica diretta purificazione e promozione nuovo ciclo. Spegnimento: rinvia al caos/morte, accensione: ricomporsi del cosmos e ripresa della vita. LINEE DI ANALISI SIMBOLICA: IL PANE Il pane è stato per secoli elemento costitutivo delle mense contadine. È sempre presente nei pasti rituali comunitari e caratterizzati da feste religiose ed è simbolo della comunità vivente e il veicolo della comunicazione sociale. Proprio per questo significato simbolico, invitati alle mense di S. Giuseppe i poveri: i poveri rappresentano il poco da mangiare e il pane è simbolo di abbondanza, quindi la primavera che fa sbocciare tutto. La connessione tra bambini, poveri, morti e consumi alimentari tipici della festa di San Giuseppe, si rende ncora più esplicita nella celebrazione della Commemorazione dei Defunti che coincide con la semina del frumento. Tra le forme assunte dai pani rituali, quelle spiraliformi importanti per relazione con mondo ctonio → Ad Augusta si preparava cucchia, a Noto e Siracusa con farina e miele si preparavano i pasti ri meli, in doppia spirale pani di Modica e canicattini bagni detti uocci i Santa Lucia, a Reitano cuccìa + pani a forma di occhio, ucchidda. Mirabella: cuddura. Nei pani a doppia spirale → unione di elementi gemellari, stilizzazione della copula, con significato sia di coppia che organo sessuale femminile → divnità femminili, fecondità della risorgenza individuale e cosmica. Anche lastre tombali di Castelluccio → motivo spiraliforme. Relazione tra cuddura e lastre tombali: pane a doppia spirale è diaframma che separa come lastra tombale i vivi dai morti ma è anche il luogo o oggetto che riunisce gli uni agli altri simbolicamente. Infatti ideollogia San Giuseppe → circuito permanente di trasferimento di cibo tra sottosuolo e superficie. LINEE DI ANALISI SIMBOLICA: L'ALLORO Un elemento ricorrente nell'allestimento degli altari è la presenza dell'alloro o di altre piante sempreverdi.Il suo uso in ambito cristiano, la sua ricodificazione cristiana lascia trapelare un originario senso di epifania ciclicamente necessaria atta a garantire la renovatio temporis. Rilevante il suo uso processuale nell'antica Grecia. Nella letteratura è stata attribuita alla corona laurea,

suprema ricompensa a cittadini romani/trionfatori, valore simbolico catartico edinamico dell'alloro sempreverde. I suoi rami incorniciano la tavola e l’immagine del Santo e si dispongono come decoro dell’insieme. In alcuni casi segnalano sulla soglia della casa la presenza di un altare, in altri assumono un ruolo più rilevante in quanto sono elementi fondamentali di macchine processuali. La Straula di Ribera così come i rami di Troina e Cerami, rinviano alle dafneforie, le processioni in onore di Apollo che si tenevano a Delfi: a un tronco di ulivo ornato con rami di alloro erano appesi nastri e sfere rappresentanti sole, luna e stelle. IL CAPODANNO PRIMAVERILE DI ROMA ARCAICA Anche l’antico calendario romano presenta delle relazioni tra feste e momenti del ciclo agrario e pastorale; non è un caso che l’inizio dell’anno si ha a marzo, in corrispondenz...


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