Cambi per esame - Riassunto Manuale di storia della pedagogia PDF

Title Cambi per esame - Riassunto Manuale di storia della pedagogia
Course Pedagogia Generale - B
Institution Università degli Studi di Pavia
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Riassunto parte relativa al FIT insegnanti...


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MANUALE DI STORIA DELLA PEDAGOGIA di Franco Cambi

PARTE PRIMA – IL MONDO ANTICO

I.CARATTERI DELL’EDUCAZIONE ANTICA Il mondo antico nella ricerca storica contemporanea  La ricerca storica contemporanea ha demolito gli stereotipi di antico e moderno. Antico era sinonimo di bellezza, proporzione e quasi perfezione.  Questo mito è stato centrale fino all’epoca neoclassica (700 e 800) ma rimase anche nello stile di filosofi come Marx, Hegel e Shopenhauer.  Oggi l’idea di assoluta bellezza del mondo antico, greco in particolare, lascia spazio anche a tragedia, forza e violenza, non più cosi distaccata dal quotidiano.  Vengono considerati non solo i temi delle teorie filosofiche ma anche delle tecniche e del lavoro proprio dell’homo sapiens.  Jean-Pierre Vernant attraverso una serie di testi sulla psicostoria (scienza k attraverso la psicanalisi dei personaggi storici ne delinea le caratteristiche) ha studiato le mentalità antiche delineandone le molteplici componenti, per es.: il modello del miracolo greco cioè il suo porsi superiore rispetto alle altre culture mediterranee.  Anche la storia dell’educazione antica si è definita in modo più problematico. Il Mediterraneo-crocevia

 Non più solo Grecia e Roma ma un pluralismo di popolazioni unificate dal Mediterraneo attraverso gli scambi di merci e culture.  Favorisce un’emancipazione del pensiero  La filosofia greca mostra meglio questo passaggio da mito a logos che implica: sia la separazione e il rifiuto sia la continuità e la permanenza dei caratteri del mito nel discorso razionale.  La Grecia aveva assorbito molto dal mondo Orientale

 Frattura rispetto all’Oriente e al suo modello di pensiero: L’oriente rimarrà bloccato ad un modello di pensiero antico l’Occidente avvierà un processo di crescita e di sviluppo.

Dalla “paideia” al costume educativo

 Anche dal punto di vista educativo il Mediterraneo e in particolare la Grecia sono stati il fulcro della tradizione occidentale e in particolare di alcuni elementi. Istituzione scuola 1. 2. 3.

accoglie figli di classi dirigenti e medie. basata principalmente sulla cultura retorico-letteraria. regole molto rigide.

Figura del pedagogo 1. in Grecia accompagna, controlla e sprona bambino. 2. si trasforma in una figura spiritualizzata 3. obiettivi che vanno al di là di quelli del semplice maestro-insegnante. Paideia 1. modello educativo in vigore nell’Atene classica. 2. Prevedeva che l’istruzione dei giovani si articolasse secondo due rami paralleli: a. la paideia fisica, comprendente la cura del corpo e il suo rafforzamento, e b. la paideia psichica, volta a garantire una socializzazione armonica dell’individuo nella polis, ossia all’interiorizzazione di quei valori universali che costituivano l’ethos del popolo.  Questi 3 elementi descrivono come si è delineata la storia della pedagogia/educazione.  Fino a pochi decenni fa però del mondo antico venivano studiati solo i modelli ideali e filosofici lasciando in ombra i comportamenti educativi delle società antiche.  Si può dire che si è passati dalla pedagogia al costume educativo.  Questo ci ha permesso di avere una pluralità di modelli legati alle teorie ma anke alle prassi.

Modelli di formazione in una società statica

 L’educazione del mondo antico è un’educazione per classi.  Il modello Grecia è di esempio per la netta divisione che c’era tra eccellenti (dominanti) e popolo (dominati).  Con Platone ci fu l’introduzione di un dualismo educativo che prevedeva un modello razionale-filosofico per la classe dominante ed uno inferiore e meno eccellente per il popolo.

Le origini e la differenza

 Oggi possiamo collocare con precisione nella Grecia classica il campo conoscitivo: a. dei modelli valoriali dell’Occidente b. della formazione di alcune prassi sociali che ancora oggi perdurano. c. ci sono anche diverse alternative storicamente sconfitte o non maturate  L’Antichità, soprattutto greca, è: a. un magazzino di modelli originari della formazione ma è anche b. una galleria di differenze che ancora oggi ci parlano e possono essere confrontate con le nuove idee di educazione e pedagogia.  Tutti i modelli del passato vanno ripensati oggi: a. per sconfiggere la connotazione troppo univoca e vincolante dell’Occidente b. per aprire varchi verso di esse.

II.L’EDUCAZIONE IN GRECIA

4. I grandi modelli teorici Socrate (470 – 399 a.C.)

 Attraverso il dialogo smonta le coscienze e le spinge ad universalizzare e radicalizzare il pensiero  In contrasto con la politica e la religione della polis che lo condannerà a morte per aver corrotto i giovani e le coscienze.  Paideia intensa come ricerca che porta al farsi maestri di se stessi maturando continuamente.  Il soggetto quindi attua il principio del “conosci te stesso” per arrivare ad una sua realizzazione.  Socrate attua una pedagogia della coscienza individuale guidata dalla filosofia.

Platone (427 – 347 a.c.)  La paideia di Platone è di 2 tipi: a. una più socratiana cioè legata alla formazione dell’anima individuale b. una invece più politica, legata quindi ai ruoli sociali dei soggetti.  In generale la paideia di Platone rimarrà sempre l’esempio di un modello caratterizzato da forti implicazioni utopiche.

Isocrate (436 – 338 a.C.)  La sua paideia è basata sulla parola che secondo lui crea cultura ponendo l’individuo in posizione di autonomia.

Aristotele (384 – 322 a.C.)  Lo scopo finale del processo di formazione è quello di realizzare le virtù razionali.  Il suo modello di Stato non è utopistico ma è quello che secondo lui è il migliore il quel tempo.  Il suo Stato non è egualitario e quindi distingue il popolo dai nobili.  A 7 anni si inizia la scuola con solo 4 materie k lui valuta come quelle preparative alla filosofia.  La sua paideia è solo la correzione empirica di quella di Platone.

Senofonte (435 – 354 a.c.)  Il modello di educazione deve essere quello spartano che prevede le donne ai lavori domestici e gli uomini educati semplicemente alla guerra e a discipline pratiche.  Nei suoi scritti non viene nemmeno menzionata la paideia intesa come formazione umana.

PARTE TERZA – L’ETA’ MODERNA

I.CARATTERI DELL’EDUCAZIONE MODERNA

La Modernità come rivoluzione pedagogica

 Alla fine del 400 l’Europa si laicizza economicamente, politicamente e ideologicamente  La rottura della Modernità si presenta come una rivoluzione in molti ambiti: a. geografico: attraverso i viaggi-scoperta e la colonizzazione delle nuove terre. b. economica: chiude con il modello feudale per attivare un’economia di scambio fondata sulla capitalizzazione. Nasce il sistema capitalistico. c. politica: ruota intorno alla nascita dello stato moderno controllato dal sovrano ma anche la concezione del potere muta: nonostante ci sia ancora il Re, l’esercizio effettivo del potere si distribuisce capillarmente nella società. d. sociale: promuove la formazione e l’affermazione della borghesia k promuove il nuovo processo economico e i nuovi rapporti di potere. 5e. ideologico-culturale: duplice trasformazione e cioè di laicizzazione (emancipando la mentalità dalla visione religiosa del mondo e della vita umana) e di razionalizzazione (i saperi si organizzano attraverso l’uso libero della ragione). Sarà poi l’Illuminismo a caratterizzare in modo organico ed esplicito questo nuovo modello di mentalità e di cultura. 6-

f. educazione e pedagogia: riattivano suggestioni teoriche dell’antichità e della sua paideia vista come una libera formazione umana. Si segue il modello dell’Homo faber e del soggetto come individuo. i. Mutano i fini dell’educazione dato che si rivolge ad un individuo attivo nella società, mondanizzato e nutrito di fede laica. ii. Mutano anche i mezzi educativi, tutta la società si anima di luoghi formativi che agiscono in funzione del controllo e della conformazione sociale: la scuola occupa un posto sempre più centrale. iii. Mutano anche le teorie pedagogiche e vengono connotandosi in senso storico ed empirico modellando fini e mezzi dell’educazione al tempo storico e alle condizioni naturali dell’uomo. Con la Modernità nasce la pedagogia come scienza.

Stato moderno, controllo sociale, progetto educativo

Il mondo moderno è guidato: a. dall’idea di libertà b. dal conformare l’individuo secondo modelli sociali di comportamento. Prevale la dimensione dell’istituzionalizzazione e del controllo sociale esercitato attraverso istituzioni ad hoc e che guarda alla creazione di tipologie sociali differenziate. Il centro motore di questo complesso progetto di pedagogizzazione della società, è lo Stato che è in aperto contrasto con l’esercizio di altri poteri. La modernità: a. esercita la microfisica del potere rendendo i soggetti docili e guidati dalle finalità del potere. b. viene svolto dalle istituzioni educative quali ospedali, manicomi ma soprattutto prigioni e scuole e anche l’esercito. La Modernità nasce come una progettualità pedagogica che si dispone ambiguamente nella dimensione della liberazione e in quella del dominio.

Istituzionalizzazione educativa e scuola moderna

Due istituzioni educative in particolare subiscono una profonda ridefinizione e riorganizzazione nella modernità: 1. La famiglia come nucleo di affetti e animata dal sentimento dell’infanzia che fa del bambino il centro-motore della vita familiare. In tal modo si crea uno spazio sociale per il bambino nella famiglia e un sapere dell’infanzia. La famiglia separa il bambino dalla società ma diventa anche il suo luogo educativo e attorno a questo ruolo si ridescrive come istituzione. 2. La scuola istruisce, forma, si articola intorno alla didattica e alla disciplina. non più senza gradualità e in cui si insegnano le stesse cose per tutti, non più caratterizzata dalla promiscuità delle diverse età. Attraverso l’istituzione del collegio si avvierà un processo di riorganizzazione disciplinare della scuola attraverso l’elaborazione di metodi che fissavano un programma capillare di studio e di comportamento il quale aveva al centro la disciplina.

Una nuova cultura per l’istruzione

 La Modernità inizia con un rilancio della paideia classica come era venuta configurandosi nella tradizione antica.  Matematica e scienze, politica e religione universale, ovvero tolleranza, comprensione e dialogo che entreranno a far parte del curriculum formativo ideale.  Le scienze devono trovare spazio nella scuola e non più come scienze deduttive e filosofiche ma come empiriche e sperimentali.  Anche la tecnica trova posto in questo nuovo programma e metodo nuovo di studio.  Il mutamento avviene anche negli scopi dell’educazione poiché essa non verte più sulla formazione del buon cristiano ma su quella del buon cittadino, consapevole dei suoi diritti e doveri come soggetto sociale.

 In rapporto a queste finalità civili anche la scuola muta, facendosi pubblica e statale.

Avventure del sapere pedagogico

La teoria pedagogica si organizza in forme nuove legandosi più strettamente all’empiria, al tempo storico, ai bisogni della società e alle ideologie che la percorrono. Due quindi sono gli effetti della rivoluzione pedagogica della modernità: 1- il pluralismo dei paradigmi. 2- tendenziale declino del modello metafisico, effetti in continua conflittualità. La pedagogia non traccia più ideali di uomo, di cultura e di società. Questo modello trascura l’uomo per come è e quindi resta deontologico-astratto. Pertanto tende ad essere sostituito da altri 2 paradigmi e cioè quello 1- sociale: pone al centro la connessione tra la pedagogia e gli obiettivi politici e culturali della società. Aggrega sempre più nettamente il pensiero pedagogico erodendo terreno al modello metafisico di teoria. 2- scientifico: fare pedagogia significa anche adeguare questo sapere al modello della scientificità, del controllo empirico e del rigore logico e sperimentale dando alla pedagogia un lineamento razional-empirico.

II.TRA 400 E 500: IL RINNOVAMENTO PEDAGOGICO

La rivoluzione umanistica

 Ad originare la civiltà rinascimentale sono le grandi trasformazioni politiche, sociali e culturali.  A fare le spese della nuova situazione è soprattutto la vecchia aristocrazia feudale mentre la piccola borghesia e perfino il popolo minuto beneficiano di riflesso di una condizione di accresciuto benessere.

 Per tutto il 400 la vita economica e culturale europea è dominata dalla borghesia ma alla fine del secolo inizia una fase di lento declino causato da ragioni economiche e politiche. La Riforma e l’educazione

 Il movimento di Riforma religiosa e culturale, avviato da Lutero assume un importante significato educativo.  Si può dire che col protestantesimo si affermano in pedagogia il principio del diritto-dovere e quello dell’obbligo e della gratuità dell’istruzione, non essendo più il soggetto condizionato da un rapporto mediato da qualsivoglia autorità.  Il modello di cultura è quello umanistico fondato sulla priorità delle lingue e sulla centralità dell’educazione grammaticale. Martin Lutero: (1483-1546)  La sua concezione pedagogica si basa su un fondamentale richiamo alla validità universale dell’istruzione affinché ogni uomo possa svolgere i propri doveri sociali.  L’istruzione è dunque un obbligo per tutti i cittadini e un dovere per gli amministratori della città.  Il dovere per le autorità municipali di istituire e mantenere a proprie spese le istituzioni scolastiche deriva dalla convinzione che queste si configurano come vere e proprie risorse per l’intera comunità.  L’ignoranza va combattuta in tutte le comunità riformate e l’educazione deve poggiare sullo studio delle lingue antiche e nazionali.  La scuola è organizzata in 4 settori: delle lingue, delle opere letterarie, delle scienze e delle arti e della giurisprudenza e della medicina.  Dopo la scuola il ragazzo a casa deve lavorare cosi studi e scuola andranno di pari passo.  Al centro della vita scolastica c’è il maestro che sostituisce la famiglia e deve possedere in giusto equilibrio amore e severità senza dare spazio a punizioni eccessive.  Grazie alla stretta collaborazione tra la nuova Chiesa riformata e le autorità civili si arriva a fondare alcune scuole secondarie finanziate e controllate dallo Stato.

Filippo Melantone:  attua una decisa convergenza tra Umanesimo e luteranesimo e fornendo un modello di formazione ad esclusivo beneficio dei rappresentanti della nuova religione.  Il suo obiettivo educativo sostiene l’importanza dell’istruzione e la validità della cultura antica.  L’ignoranza è la più grande avversaria della fede e per questo va combattuta attraverso una radicale riforma delle scuole.  Fonda nel 1526 una scuola a Norimberga. Il fine della scuola è quello di promuovere la pietà evangelica e attuare un piano di riordino della situazione religiosa del ducato.  Il corso di studio viene diviso in 3 cicli: il primo per i principianti e finalizzato all’apprendimento dei primi rudimenti del latino, il secondo per lo studio della grammatica e il terzo per la dialettica e la retorica, e a questo, per gli alunni migliori, si aggiunge il greco, l’ebraico, la matematica e le arti.  Melantone attribuisce alle autorità civili il compito di istituire e finanziare le scuole e di nominare insegnanti dotati di buona cultura classica. Giovanni Calvino:  Sostiene la necessità della frequenza scolastica per ogni rappresentante della nuova Chiesa e indica nelle lingue e nelle scienze secolari gli strumenti fondamentali della formazione. Desiderio Erasmo da Rotterdam  la sua esperienza di viaggiatore lo porta ad affermare la centralità dell’educazione e la necessità di una lingua universale.  La sua concezione delle lingue classiche come lingue vive lo porta a valorizzare l’approfondimento delle lingue antiche attraverso la lettura e la conversazione.  Lo studio di esse deve avvenire fuori dai formalismi di un approccio esclusivamente grammaticale e attraverso in diretto contatto con i testi. Il latino va assunto dentro e fuori la scuola come lingua parlata, ma accanto alle lingue vanno introdotte nel curricolo formativo la storia e le scienze.  Per quanto riguarda la finalità dell’educazione, il tratto distintivo dell’uomo è secondo lui la ragione; coltivarla è essenziale e questo compito spetta all’educazione. Per questo egli consiglia di partire nell’intervento educativo fin dal terzo anno e non dal settimo.  La natura è uno dei 3 fattori dell’educazione insieme al metodo e alla pratica.

 All’insegnante spetta il compito di individuare le diversità individuali dei soggetti e in rapporto ad esse seguire le modalità di insegnamento più opportuno.  Per concludere, il grande umanista olandese elabora il sistema didattico più compiuto dell’Umanesimo europeo in relazione allo studio dei classici ed affronta secondo prospettive nuove i problemi più generali della pedagogia indicando soluzioni in profonda sintonia con le elaborazioni successive all’età moderna.

La pedagogia della Controriforma e le nuove istituzioni educative

 Il Concilio di Trento favorisce la nascita e lo sviluppo degli ordini religiosi al duplice scopo di frenare l’avanzata dell’eresia protestante e diffondere la religione cattolica nei paesi del nuovo mondo.  Ma queste ideologie riformatrici finiscono presto per essere sopraffatte e si torna allo spirito del Medioevo e alla filosofia di Aristotele ripristinando la dipendenza dello Stato dalla Chiesa. Questo procedimento di provvedimenti prende il nome di Controriforma.  Questo movimento fa sì che la Chiesa, resasi conto della sua funzione educativa, dia vita a congregazioni religiose finalizzate alla formazione di ecclesiastici e giovani rampolli della classe dirigente.  Anche in questo sta la differenza tra Riforma e Controriforma in quanto  la prima privilegia la classe borghese e il popolo  la seconda ripropone un modello unito a quello politico e sociale espresso dalla classe dirigente.  Per rendere quest’opera di formazione più incisiva vengono organizzate una serie di norme rigorose che agiscono sulle coscienze e i comportamenti, soprattutto dei giovani, ordinandoli all’obbedienza e alla sottomissione.  Abitudine e obbedienza vengono indicate come il mezzo e il fine dell’educazione.

III: Il 600 E LA RIVOLUZIONE PEDAGOGICA BORGHESE

Comenio e l’educazione universale

Con il ‘600 si afferma un modello di pedagogia esplicitamente epistemologico e socialmente impegnato. Jan Amos Comenio e dai suoi collaboratori elaborano un’idea di educazione universale nutrita di forti ideali filosofici e politico-religiosi, ideali di giustizia e pacificazione universale. I suoi collaboratori si interessano prevalentemente di problemi didattici e di una riorganizzazione del sapere in chiave pansofica (insegnare tutto a tutti interamente in letino). Wolfang Ratke  elabora un ideale pansofico che è una coerente formazione umana e cristiana.  Si oppone allo studio mnemonico e dice che ogni conoscenza deve essere raggiunta attraverso l’induzione e l’esperimento metodo fondamentale e naturale di apprendimento.  Tutti i giovani devono essere istruiti. Johann Heinrich Alsted  elabora un ideale pansofico e un problema del metodo a forte ispirazione religiosa  Dio è fondamento di ogni sapere mentre chi realizza il processo di apprendimento sono il maestro e i libri.  A livello di organizzazione scolastica distingue le scuole elementari da quelle superiori e poi l’università.  La scuola superiore deve essere cittadina e solo per maschi. Divisa in 3 anni di sintassi, retorica e logica, 3 di grammatica e 3 di filosofia  l’università consiste in 4 bienni per la specializzazione. Johan Valentin Andreae  è legato ai Rosacroce e infatti fonda una loggia chiamata Croce Rosa  ideali filosofico-religosi che la ispirano sono l’alchimia, il misticismo e la riforma sociale  si oppone alle tecniche mnemoniche e pedantesche.  Sollecita ad usare nelle scuole i migliori autori. Comenio

 lo stretto legame tra i probl...


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