Capitolo 7 - Personalità Psicopatica PDF

Title Capitolo 7 - Personalità Psicopatica
Course Psicologia dinamica
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
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La personalità psicopatica antisociale...


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CAPITOLO 7 – LA PERSONALITÀ PSICOPATICA (ANTISOCIALE) La psicopatia è caratterizzata, secondo Bursten, dalla tendenza ad avere potere sugli altri, manipolarli coscientemente. Secondo Kernberg esiste una gamma di condizioni narcisistiche (di disturbi del Sé), in cui la psicopatia si colloca sul versante più estremo. È stato ampiamente dimostrato che gli psicopatici estremi non sono trattabili clinicamente, ma è possibile ottenere risultati terapeutici con molti individui dalle tendenze antisociali. Il continuum psicopatico tende pesantemente nella direzione borderline-psicotica, dato che concettualmente la diagnosi si riferisce a un fallimento di base dell’attaccamento umano e al ricorso a difese molto primitive. Pulsione, affettività e temperamento nella psicopatia I bambini differiscono fin dalla nascita nel temperamento. Tra le aree in cui i neonati hanno dimostrato una variabilità innata vi sono il livello di attività, l'aggressività, la reattività, la capacità di essere consolati e altri fattori che possono influenzare lo sviluppo in una direzione psicopatica. In uno studio longitudinale ben costruito è stato rilevato come i soggetti che presentano una variazione nell'espressione del gene che modula la norepinefrina e i relativi neurotrasmettitori sviluppino schemi comportamentali violenti e antisociali con probabilità molto più elevata se hanno subito maltrattamenti, abusi e trascuratezza nell'infanzia. Gli individui psicopatici mostrano una scarsa regolazione emotiva, una soglia del piacere molto alta rispetto agli altri (per sentirsi vivo, il soggetto ha bisogno di provare emozioni molto intense), incapacità di articolare le emozioni. Tali individui agiscono invece di parlare; sembrano percepire l'attivazione fisiologica ma non sono in grado di riconoscere lo specifico stato affettivo che a essa si connette; e quando invece provano un sentimento, è probabile che sia una rabbia cieca o un'euforia maniacale. Processi difensivi e processi adattivi nella psicopatia. Controllo onnipotente: è l'operazione difensiva primaria nelle persone psicopatiche. La famosa mancanza di coscienza morale dello psicopatico mostra non soltanto un Super-io difettoso ma anche la mancanza di attaccamenti primari verso altre persone. Per l'individuo fortemente antisociale il valore degli altri si riduce alla loro utilità nel permettergli di dimostrare il suo potere. È importante distinguere tra la manipolazione psicopatica e quella che viene spesso definita manipolazione nei pazienti isterici e borderline. La prima è un tentativo deliberato e consapevole di usare gli altri; la seconda fa sentire gli altri usati, mentre il paziente è relativamente inconsapevole di uno specifico intento manipolativo. Identificazione proiettiva: può riflettere non soltanto un arresto evolutivo e l'uso massiccio di difese primitive, ma anche le conseguenze della loro inadeguatezza nell'esprimersi e immaturità emotiva. La loro incapacità o la loro riluttanza nell'esprimere verbalmente emozioni (se non per manipolare gli altri) fa sì che l'unico modo che hanno per far comprendere agli altri cosa provano, consiste nell'evocare in loro quel sentimento. Dissociazione: dove le difese dissociative degli psicopatici sono generalmente riconosciute, ma difficili da valutare nelle situazioni specifiche. I fenomeni dissociativi vanno dai casi banali in cui si minimizza il proprio ruolo rispetto a qualche sbaglio grossolano, fino all'amnesia totale di un crimine violento. Il disconoscimento della responsabilità personale, che potrebbe essere di tipo dissociativo, è un indice diagnostico cruciale di psicopatia; un uomo che dopo aver picchiato violentemente la propria donna spiega di aver avuto con lei un "leggero diverbio" e sospetta "di aver perso la calma", ho il truffatore

apparentemente pentito che dichiara di " aver sbagliato", mostrano entrambe la caratteristica minimizzazione dello psicopatico. Quando una persona psicopatica sostiene di essere stata emotivamente dissociata o anamnestica durante una certa esperienza è difficile stabilire se ha vissuto veramente un'esperienza dissociativa o se le sue parole sono soltanto una strategia manipolatoria per Fuggire dalle responsabilità. Acting out: può essere considerato come l’elemento che definisce la psicopatia. Le persone antisociali non soltanto hanno uno stimolo interno ad agire quando sono eccitate o turbate, ma non hanno alcuna esperienza dell'aumento di autostima che deriva dal controllo degli impulsi. I modelli relazionali nella psicopatia L’infanzia del soggetto antisociale è caratterizzata da caos e insicurezza, assenza di una figura genitoriale coerente e amorevole (madre depressa, debole, alcolizzata ecc.), dunque il Sé non si sviluppa in modo naturale, e l’individuo tenderà per tutta la vita di confermare la sua onnipotenza. Questa può essere dovuta anche al fatto che i genitori, durante l’infanzia, hanno ripetutamente fatto credere al bambino che la vita non deve porre limiti (es. reagiscono con rabbia quando la maestra cerca di porre limiti al figlio). Lo psicopatico non riconosce le normali emozioni, non usa il linguaggio per esprimere sentimenti, la sua relazione precoce con la madre è caratterizzata da un fallimento dell’attaccamento; prevale un attaccamento disorganizzata/disorientato, in cui l’oggetto d’attaccamento può essere fonte di rabbia e terrore, e generare comportamenti contraddittori nel bambino. Come ogni altro tipo di carattere, anche la psicopatia può essere "ereditata", in quanto il bambino imita le soluzioni difensive dei genitori. Quando l'origine principale della psicopatia caratteriologica è il modello offerto dai genitori e il rinforzo del comportamento manipolativo, e probabilmente migliore rispetto al caso in cui la condizione psicopatica ha le sue radici in contesti evolutivi caotici e trascuranti. Il Sé psicopatico Uno degli aspetti costituzionali della predisposizione alla psicopatia è un grado di aggressività nel bambino che rende difficile, in determinate circostanze, calmarlo, confortarlo o fornirgli un rispecchiamento. Un bambino aggressivo, con personalità di questo tipo, è più difficile da calmare, è irritabile, esigente, iperattivo. Se gli oggetti esterni falliscono, egli può investire soltanto sul proprio Sé e sul proprio potere. Più l’ambiente in cui vive il bambino è caotico e le figure genitoriali sono incoerenti e inadeguate, più è probabile che egli non si ponga dei limiti e non comprenda le conseguenze delle proprie azioni impulsive. Un altro aspetto dell'esperienza di sé nei pazienti psicopatici che merita attenzione è l'invidia primitiva, il desiderio di distruggere ciò che più si desidera. Transfert e controtransfert con pazienti psicopatici e implicazioni terapeutiche Il transfert di questi pazienti è caratterizzato dall’idea che il clinico voglia usarli per scopi egoistici, non comprende l’interesse del clinico verso di lui (non avendo avuto esperienze di amore ed empatia). Egli cercherà di manipolare e ingannare il terapeuta. A livello controtransferale, il clinico può agire con stupore o può resistere all’idea che un soggetto rifiuti il suo aiuto. È importante che egli valuti, prima di tutto, se il paziente è trattabile o no, e si comporti con:  

Incorruttibilità: se il terapeuta di discosta da ciò che è stato stabilito dal contratto, ciò può essere interpretato dal paziente antisociale come una debolezza; Atteggiamento rigoroso ed esigente;

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Onestà assoluta: il clinico deve parlare con chiarezza, rispettare minacce e promesse fatte, riconoscere le emozioni negative che prova verso il paziente, comunque senza svelarsi; Atteggiamento di forza indipendente, quasi indifferenza.

La diagnosi differenziale Di solito non è difficile cogliere gli aspetti antisociali in un cliente la cui personalità abbia una componente psicopatica. Le psicologie che possono venire facilmente fraintese come essenzialmente antisociali sono: le condizioni paranoidi, dissociative e narcisistiche. Personalità psicopatica e personalità paranoide: sono entrambi fortemente interessati alle questioni di potere, ma da diverse prospettive. A differenza degli psicopatici, le persone con una struttura di carattere essenzialmente paranoide provano profondi sensi di colpa, la cui analisi è cruciale per liberarle dalla sofferenza. Quindi, in una persona che abbia aspetti paranoidi e psicopatici, è fondamentale stabilire quali siano le tendenze predominanti. Personalità psicopatica e personalità dissociativa: è fondamentale che l’intervistatore valuti se un paziente è fondamentalmente una persona psicopatica che utilizza alcune difese dissociative, o se ci si trova di fronte a una personalità dissociativa con una o più personalità antisociali o persecutorie. La prognosi per il primo tipo di paziente è riservata, mentre le persone essenzialmente dissociative, se diagnosticate in modo accurato, rispondono favorevolmente alla terapia. Tale valutazione può risultare estremamente difficile, anche quando sia compiuta da un esperto. La persona in cui prevale la componente dissociativa e quella in cui prevale la componente psicopatica hanno un’identica profonda sfiducia negli altri ed entrambe, ma per ragioni diverse, dissimuleranno, saranno superficialmente compiacenti e saboteranno il terapeuta. Personalità psicopatica e personalità narcisistica: alcuni credono che esista una relazione molto stretta tra le condizioni psicopatiche e narcisistiche; esiste un continuum che parte da forme di narcisismo meno grave, passa attraverso il narcisismo maligno e arriva alla psicopatia. Entrambi i tipi di carattere riflettono un mondo interno soggettivamente vuoto e una dipendenza dagli eventi esterni per l’autostima. Altri ritengono che la personalità antisociale e quella narcisistica siano sufficientemente diverse da meritare ciascuna un proprio quadro di riferimento disposto lungo un continuum. Personalità psicopatica e dipendenza da sostanze: le persone che soffrono di un disturbo da uso di sostanze sono notoriamente manipolative e sfruttatrici, come se la sostanza che crea dipendenza diventasse più importante delle relazioni umane e della propria integrità personale. Nonostante alcune persone tossicodipendenti possano essere caratterologicamente antisociali, la loro organizzazione di personalità non può essere dedotta in modo certo fino a quando l’intervistatore non abbia ottenuto informazioni affidabili sul comportamento precedente alla dipendenza....


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