Capitolo 7 robert deliege PDF

Title Capitolo 7 robert deliege
Author Cla nave
Course Antropologia culturale
Institution Sapienza - Università di Roma
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Summary

L’ANTROPOLOGIA DINAMICA: AL DI LA DEL FUNZIONALISMO. CAPITOLO 7.L’antropologia classica ignorava la storia e il cambiamento sociale. Anche l’osservazione partecipante aveva portato la disciplina ad una percezione statica della realtà sociale. Il cambiamento riguardava quasi unicamente la contaminazi...


Description

L’ANTROPOLOGIA DINAMICA: AL DI LA DEL FUNZIONALISMO. CAPITOLO 7. L’antropologia classica ignorava la storia e il cambiamento sociale. Anche l’osservazione partecipante aveva portato la disciplina ad una percezione statica della realtà sociale. Il cambiamento riguardava quasi unicamente la contaminazione della cultura locale dai contatti con la cultura europea. Un cambiamento si ebbe con la scuola di Manchester e il gruppo di Max Gluckman e con i francesi G.Balandier e R.Bastide. GLUCKMAN E LA SCUOLA DI MANCHESTER G. Scrisse “sistemi africani di parentela e matrimonio”. Confronta le relazioni di parentela tra i Lozi dello Zambia e gli Zulu del Nathal, dà fondamento alla teoria della discendenza. o

Parte da sistemi di parentela e matrimonio per mostrare come la presenza o l’assenza di gruppi di discendenza strutturati determini tutte le altre istituzioni. I Lozi non hanno lignaggi (discendenti) strutturati Gli Zulu sono divisi in clan esogami (è una regola matrimoniale per cui il coniuge deve essere scelto al di fuori di una cerchia matrimoniale) fortemente strutturati.

In questa società il bambino appartiene al lignaggio paterno dal quale trae ogni diritto. I parenti materni e paterni sono distinti sia nel linguaggio che nell’atteggiamento e le relazioni con i parenti per alleanza sono caratterizzate da evitazione e restrizione per la sposa che deve osservare regole di evitazione rigide nei confronti della famiglia del marito:  Non è autorizzata (se non da una cerimonia) a mangiare carne o latte destinati alla famiglia dello sposo  Deve coprirsi di fronte ai parenti anziani. La società zulu è fatta quindi di gruppi strutturati e differenziati. I Lozi hanno:     

Un’organizzazione debole Possono vivere dove vogliono. L’assenza di discendenza fa si che la divisione tra gruppi sia meno marcata Il matrimonio è meno istituzionalizzato La relazione uomo/donna è egualitaria e ci sono frequenti divorzi.

Gli zulu:   

La cerimonia matrimoniale è istituzionalizzata Non vi sono divorzi La proprietà è del marito e le mogli hanno minor indipendenza. Q

VICTOR TURNER Inizia la sua carriera nei anni 50 con ricerche sui Ndembu dello Zambia, scrive “Scisma e continuità nella società africana”. Ha l’idea che una società deve conservare una certa continuità per esistere, ma rivolge attenzione anche al conflitto e alle contraddizioni. La società ndembu è caratterizzata da mobilità, gli uomini circolano da un luogo all’altro. E’ una società segnata da individualismo dovuto alla pratica della caccia che richiede poca collaborazione, sono le donne ad apportare stabilità alla struttura sociale.

La discendenza è matrilineare e la residenza patrilocale, ma dopo un divorzio le donne con bambini tornano a vivere dal fratello. Figli e madre hanno un legame molto forte, questi dopo la pubertà vanno a vivere dallo zio e che sia o no per divorzio la madre li segue. La fragilità dei legami si ripercuote su altri livelli della vita sociale dei ndembu (moglie e marito, due lignaggi, zio e nipote). Con “social drama” Turner definisce i conflitti che sorgono regolarmente nella società, i drammi sociali seguono la stessa sequenza: 1. 2. 3. 4.

Due parti entrano in conflitto e si produce una frattura La crisi si aggrava e la frattura si rafforza Si attivano meccanismi di conciliazione Il conflitto sfocia in una soluzione o porta a una scissione

Turner non considera i conflitti come disfunzioni, disse che in ogni gruppo esistono contraddizioni tra la norma e le pulsioni dei singoli, il rito è il mezzo per preservare l’unità del gruppo. IL SIMBOLISMO DEI COLORI -> Lo studioso incominciò ad interessarsi del simbolismo. Egli esaminò le relazioni tra il corpo e le classificazioni dei colori. Secondo Turner, è a partire dal corpo che gli uomini incominciano a classificare le cose. La prima forma di classificazione dei colori consiste nel rappresentare le forze vitali in un contrasto rituale, in modo da dare all’uomo l’impressione di controllare tali forze e riguardano il corpo. Gli Ndembu riconoscono 3 colori di base:   

Bianco: colore dominante e coerente Rosso: rosso è quello ambivalente, fecondo e pericoloso Nero: compagno silenzioso. Associato alla morte, alla sterilità e all’impurità

I tre colori servono come classificazioni. Sono dei sistemi di opposizione complessi e ambigui. Non vi è uno specifico colore associato al sesso. Per gli Ndembu la morte non coincide con la fine dell’attività, l’individuo resta attivo come spirito. Vi sono opposizioni di colori dove il bianco\nero sembra un’antitesi: in essa è racchiusa l’opposizione tra il bene e il male , la vita e la morte. Turner ritiene che questi colori siano legati all’esperienza fondamentale della vita e del corpo. I tre colori rappresentano dunque, per un verso, l’esperienza fondamentale primordiale dell’uomo, esperienza primaria che assume anche una dimensione sociale. Turner scrisse “il processo rituale” -> sostiene che, gli antropologi dimenticano sia che il sociale non va confuso con il socio strutturale, ma anche che è necessario prendere in considerazione altre modalità di dar forma alle relazioni sociali. Una società è sia struttura sociale ma anche una comunitaria. La riflessione sul rituale Ndembu rappresenta il punto di partenza dell’analisi di Turner. Riprende Gennep sui “riti di passaggio” (3 stadi): 1. Riti di separazione 2. Riti di transizione o luminare, in cui l’individuo è in uno stadio di transizione 3. Rito di aggregazione, in cui l’individuo è ammesso alla nuova condizione. E’ il periodo luminare che interessa a Turner -> l’individuo è sulla soglia, al confine privo di status, è insieme agli altri in uno stato egualitario. Quindi i 2 modelli si contrappongono e si alternano:

1. Il sistema sociale strutturato: che è gerarchico e separa gli essere umani tra loro 2. Communitas: caratterizzata da una comunità non strutturata, indifferenziata, il legame senza cui non potrebbe esistere alcuna società. È il legame umano essenziale. Nella luminarietà l’inferiore raggiunge il livello più alto e colui a cui spetta l’autorità suprema è relegato al rango di schiavo. Anche i capi devono far esperienza della communitas, non si può essere grandi senza riconoscere l’importanza dei piccoli, la luminarietà umilia chi aspira ad uno status elevato, infatti nel corso del rito di intronizzazione il re indossa solo un pezzo di stoffa e ha un atteggiamento umile, mentre un sacerdote appartenente a una tribù inferiore pratica dei tagli sul suo braccio e lo insulta, rimproverandolo per il suo egoismo e MESCHINITA’. La degradazione ha una funzione profilattica dove il capo deve dimostrare di saper rimanere padrone di se stesso e conservare il sangue freddo. Il capo deve sottomettersi all’autorità della comunità. La struttura implica posizioni e status stabili nel tempo, la communitas sorge laddove non vi è struttura, nella spontaneità dell’essere insieme. MELVILLE HERSKOVITS E IL CONCETTO DI ACCULTURAZIONE Herskovits rifiuò l’etnocentrismo, considerando il cambiamento una parte necessaria degli insiemi culturali, anche delle culture più conservatrici. Di solito i vettori delle trasformazioni sono i giovani, che vedono negli anziani un freno al loro dinamismo. Il cambiamento culturale può essere provocato da fattori: o o

Interni: quali processi di scoperta e di invenzione. L’invenzione consiste nell’idea – azione, nella creazione di nuovi materiali, scoperta come innovazioni. Esterni: come prestito e diffusione cioè la trasmissione di tratti culturali particolari da un ambiente all’altro, ma questi non si soffermano a considerare le conseguenze provocate dai prestiti sulla costituzione stessa delle culture.

Questo è proprio dell’acculturazione -> designa i fenomeni che risultano dal contatto diretto e continuo tra individui di culture diverse con cambiamenti nei tipi culturali originali di uno o entrambi i gruppi. Le culture hanno la capacità di assorbire tratti culturali, senza perdere la loro specificità. L’acculturazione non porta alla scomparsa di una cultura. ROGER BASTIDE Fu il primo francese ad avviare studi sull’acculturazione, a proposito dell’impatto del colonialismo sulle società native. Alla fine degli anni 30 si recò in Brasile dove conduce ricerche innovative riguardanti l’incontro tra società africane e europee sul continente americano. Dapprima interessato ai fenomeni religiosi, poi alle malattie mentali. A proposito dell’acculturazione vide che si tratta di trasformazioni di natura culturale che risultano dal contatto tra gruppi. (inculturazione o endoculturazione: trasmissione di una cultura all’interno di una stessa società ad esempio tra generazioni). La resistenza al cambiamento può essere definita come un sistema di difesa culturale contro le influenze provenienti dall’esterno che minacciano l’equilibrio della società e la sicurezza affettiva dei suoi membri. Bastide è ricordato perché sollevò un interesse per le trasformazioni contemporanee del mondo. Opera maggiore di Bastide fu “le religioni africane in Brasile” -> si interessò a popolazioni che non hanno nulla di “puro”, ai lavoratori coinvolti nella vita moderna e urbana.

Importante nel testo il riferimento alla storia della deportazione degli schiavi verso il brasile: Bastide ritiene che non sia possibile comprendere la realtà contemporanea senza far riferimento a questa storia. la schiavitù distrugge la comunità africana: l’africano è trasportato in una società che non è la sua, in una condizione di subordinazione totale, che distrugge:   

Vita familiare Organizzazione politica Struttura del villaggio

Gli schiavi vengono smistati tra le piantagioni secondo salute e forza fisica, separati dalle famiglie, e dai clan. Questa mescolanza rende impossibile ogni riproduzione dell’organizzazione sociale e della cultura originali. La chiesa cattolica in quei tempi, non solo accettava la schiavitù dei neri, ma voleva anche convertirli, si prendeva il corpo, ma si dava loro un’anima. Tuttavia i gesuiti non sradicarono completamente la cultura dei neri: tratti culturali originali, si sono fusi e adattati al cattolicesimo, fino a giungere al sincretismo cattolico africano -> un BRICOLAGE religioso e culturale. Nelle città gli schiavi hanno potuto elaborare meccanismi di resistenza culturale, raggruppandosi in confraternite religiose. Altro mezzo di resistenza fu quella biologica: dalle relazioni sessuali tra uomini bianchi e donne nere nascevano bambini mulatti, destinati a occupare una posizione più importante nella società. 1774 i mulatti potevano accedere a tutte le funzioni, una piccola borghesia di “ baroni cioccolato”. L’antropologia di Bastide si rifiuta di considerare il contatto culturale come un pericolo, come se non facesse altro che distruggere la purezza delle società. GEORGE BALANDIER Per George il conflitto è essenziale nella società. La sua antropologia si fonda su una constatazione: il mondo contemporaneo evolve tanto che nessuna società può essere considerata isolata e sicura nella propria continuità. Respinge l’opposizione tra tradizione e modernità, tra “noi” e “loro” tipico dell’etnologia. In “Sociologie des Brazzavilles Noires”, si occupa della città Africana -> la raccolta dei dati è condotta in squadra con un approccio quantitativo, tipico della sociologia. Lo studio sui conflitti si basa sulla consultazione dei registri dei tribunali e su articoli di giornale. Uno dei temi principali dell’antropologia di George risiede nell’idea secondo la quale il sistema sociale è un insieme di differenze costitutive di relazioni, le quali sono portatrici di tensioni. La stratificazione sociale è presente in ogni società.La società impone un ordine che risulta da gerarchie complesse. La stratificazione è uno strumento di coesione sociale, grazie all’instaurazione di gerarchie d’ordine. Essa si definisce però anche attraverso le fratture che produce tra individui e gruppi sociali ineguali: tutti i sistemi sociali generano una tensione permanente tra forze di coesione e forze di rottura. Nacque L’antropologia politica -> con la colonizzazione le forme tradizionali di potere, subiscono la pressione dello stato moderno. Per George le società precoloniali non ignorano il potere, esso è in relazione con ciò che sta fuori dalla società e permette di organizzarla contro forze che possono essere ostili minacciose. Rifiuta la dicotomia di società basate sulla parentela e società politiche. Rifiuta di considerare la politica legata alla nascita dello stato, la politica esiste quando c’è gerarchizzazione è disuguaglianza tra gruppi, e le prime forme di disuguaglianza provengono dalle relazioni di parentela. MESSIANISMO -> movimenti messianici diffusi nel periodo coloniale. Si allontanano dalle chiese ufficiali, a capo vi è una

figura profetica e carismatica. Sul piano culturale appaiono come reazione ai valori stranieri che non vengono rifiutati in quanto tali, ma reinterpretati da una personalità nativa....


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