Carlo Magno - Riassunto PDF

Title Carlo Magno - Riassunto
Course Storia medievale
Institution Università degli Studi di Milano
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Carlo Magno - Un padre dell’Europa – Alessandro Barbero: è uno storico, scrittore e docente italiano, specializzato in storia militare e storia del Medioevo. Si laurea in Lettere nel 1981 con una tesi in storia medievale presso l'Università di Torino, relatore Giovanni Tabacco. Perfeziona i suoi studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa per tre anni. Nel 1984 vince il concorso per un posto di ricercatore in storia medievale all'Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Nel 1996 vinse il premio Strega con il libro Bella vita e guerre altrui di Mr. Payle, gentiluomo. Dal 1998 è professore associato, e dal 2004 ordinario di Storia medievale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro". Sulla storia medievale, nel 1994 scrive con Chiara Frugoni un Dizionario del Medioevo; nel 2000 pubblica la biografia Carlo Magno. Un padre dell'Europa. Scrive anche saggi storici incentrati sulla sua regione, il Piemonte: una storia del Piemonte, un libro sulla storia di Vercelli e uno sulla Fortezza di Fenestrelle. Nel 1996 vince il Premio Strega con il libro Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo. Dal 2007 collabora a una rubrica di usi e costumi storici nella trasmissione televisiva Rai Superquark. Partecipa dal 2007 al Festival della Mente di Sarzana con cicli di tre lezioni. Nel 2010 esce il saggio Lepanto. La battaglia dei tre imperi, sul celebre episodio del 1571. Nel 2011 pubblica il romanzo storico Gli occhi di Venezia, scritto nel corso del 2009 ma pubblicato due anni dopo per non interferire con il precedente saggio; questo romanzo vince il "Premio Alessandro Manzoni - Città di Lecco". È membro del comitato direttivo del Premio Strega, da cui si dimette nel marzo 2013. Nel 2012, in collaborazione con Piero Angela, pubblica Dietro le quinte della storia, riprendendo la formula delle conversazioni didattiche televisive con il giornalista conduttore di Superquark. Dal 2013 introduce i documentari storici della trasmissione a.C.d.C., in onda su Rai Storia. Sempre dal 2013 fa parte del comitato scientifico della trasmissione di Rai Storia in onda anche su Rai 3 Il tempo e la storia, condotta dapprima da Massimo Bernardini e, dal 2016 al 2017, da Michela Ponzani. Nel 2016 pubblica il saggio Costantino il vincitore, che propone un'indagine sulle fonti e sulla figura di questo Imperatore romano. LA MEMORIA DEI FRANCHI (I) 1.L’insediamento franco in Gallia Carlo diviene imperatore nel 800, ma dal 768 è re dei Franchi. Fra i popoli germanici che avevano attraversato il Reno i Franchi avevano occupato un ruolo di spicco. Non erano un popolo, ma una confederazione di tribù del bacino renano: Bructerii, Cattuarii, Camavi che parlavano lo stesso dialetto germanico e praticavano culti religiosi comuni. Franchi significava “i coraggiosi”, e poi significò “i liberi”. Si erano impadroniti della Gallia, la provincia più prospera e popolosa dell’impero, avevano sconfitto i Visigoti, i Burgundi avevano riconosciuto la superiorità dei Franchi, ai Galloromani (romani di stirpe celtica o italica che parlavano il latino) fu permesso di restare purché riconoscessero la supremazia del re franco. I Franchi non erano più di 200.000 e si erano insediati lungo il Reno, la Mosa e la Mosella. A Sud della Loira non s’erano mai visti e i Galloromani di Provenza e di Aquitania continuavano a vivere come in passato. 2. La monarchia franca a) I regni merovingi Regno franco era costituito da una pluralità di regni. Le diverse tribù si erano assoggettata all’energico Clodoveo, convertendosi con lui al Cristianesimo verso la fine del V secolo, unità non durò a lungo. L’abitudine di suddividere l’eredità del re fra i figli maschi determinò la formazione di

diversi regni, di volta in volta riuniti o separati. “Regno dell’est” > fra la Mosella e il Reno si chiamò Austrasia (o Austria). “Regno nuovo” > regni di Parigi, d’Orleans, di Soissons il cui confine meridionale era la Loira si chiamò Neustria. A sud-est, fra Rodano e Alpi il regno dei Burgundi (Borgogna) si sottomise al re di Neustria. Più a sud la Provenza era controllata da un funzionario romano (patrizio) e rispondeva ai vari re franchi. A sud-ovest c’era l’Aquitania, i Franchi erano quasi assenti, inoltre c’era anche una minoranza basca, territorio controllato da un duca. I più energici sovrani furono i Merovingi, dal nome dell’antenato Meroveo. Riunificarono i regni e poi li dividevano alla morte. Questi re avevano una natura più sacerdotale che guerriera. Il segno era una capigliatura fluente > “reges criniti”. b) I maestri di palazzo Il potere effettivo passò in mano a personaggi che sapevano guidare i Franchi alla vittoria in guerra > maggiordomi o maestri di palazzo. In origine c’era un maggiordomo per ogni regno, ma nel 688 il potentissimo Pipino, che occupava l’ufficio in Austrasia, riuscì a imporre la sua autorità anche in Neustria. Pipino d’Heristal era figlio di una figlia di Pipino (latifondista d’Austrasia) e il figlio di Arnolfo (prima latifondista e poi vescovo di Metz venerato come un santo) divenne maggiordomo unico del “regnum Francorum”. Alla sua morte nel 714 l’ufficio passò al figlio Carlo, detto poi Martello (piccolo Marte), che eredita un potere non solido, ma che rafforza con battaglie come quella contro i Musulmani nel 732 a Poitiers (era solo una colonna araba, ma questa vittoria fu propagandata come grandiosa). La cacciata dei Pagani dalla Gallia gli valse una gloria imperitura. Alla sua morte nel 741 trasmise ai figli Pipino (il Breve) e Carlomanno la piena autorità su un regno solido. C’era anche un re Merovingio: Childerico III, ma era un fantoccio. Carlomanno si ritirò in monastero e Pipino rimase solo e rivendicò formalmente il titolo di re dei Franchi. 3. La nascita di Carlo Magno La moglie di Pipino, Bertrada partorì un figlio maschio e venne chiamato come il nonno appena morto, ossia Carlo (cioè mascolinità, virilità). La data è dubbia, forse il 2 aprile 742, questo fa sì che Carlo morì quasi a 70 anni, molto per quel tempo. 4. Memoria e propaganda a) Le origini troiane contemporanei di Carlo credevano che i Franchi discendessero dai Troiani (origine che a noi appare mitica). Tutto ciò fu frutto della propaganda > l’origine troiana aveva il significato di confronto e di competizione con Roma. I Franchi ritenevano di discendere da Francione (altro principe troiano), e quindi parenti dei Romani e per questo legittimamente governavano la Gallia. Quest’idea venne instillata in Carlo Magno fin da piccolo. Paradossalmente tra Franchi e Romani ci fu una profonda integrazione. b) Il popolo eletto Rapporto privilegiato con la Chiesa di Roma. Alleanza iniziata con la conversione di Clodoveo (forse nel 496). Gli altri popoli germanici infatti si erano convertiti secondo usanza greca o ariana (quindi difficoltà ad integrarsi con i Romani). Potere dei Franchi era legittimo perché voluto da Dio. In una

lettera del 756 papa Stefano II definisce i Franchi come “popolo chiamato da Dio”. I Franchi si considerano superiori ai Romani in quanto quest’ultimi avevano perseguitato i cristiani. c) La memoria familiare antenato di Carlo Magno era Arnolfo, vescovo santo di Metz e per questo la sua stirpe era una stirpe eletta. Pipino decise di farsi acclamare re. 5. I Pipinidi al potere a) Il colpo di Stato di Pipino Pipino si appoggiò al papa per compiere il suo volere. Scrisse dapprima a papa Zaccaria che gli rispose dicendo che il titolo di re dovesse portarlo chi esercitava effettivamente l’autorità. Nel novembre 751 Pipino si fece acclamare re dall’assemblea dei magnati del regno e ungere con l’olio santo dai vescovi delle Gallie (ultimo Merovingio fu rinchiuso in monastero). Papa Stefano II, minacciato dai Longobardi, si fece promettere che il re dei Franchi sarebbe sceso in Italia e lui andò in Gallia e nel 754 ripeté la funzione dell’unzione regia. La nuova dinastia dei Pipinidi assumeva quindi una grande legittimità. Venne stipulato un patto di “amicitia” fra Roma e i Franchi. b) La regalità sacra L’unzione con olio consacrato era un rito dell’Antico Testamento. Essa conferiva al re un carattere quasi sacerdotale. “L’unto del Singnore” aveva autorità anche sulla Chiesa. Papa Paolo I definì Pipino come il nuovo Davide. LA GUERRA CONTRO I LONGOBARDI (II) 1. Una spedizione difficile Nel settembre 768 Pipino moriva a Parigi e i due figli Carlo e Carlomanno si spartirono il regno. Carlo ebbe la parte esterna: dalle coste atlantiche d’Aquitania risaliva oltre la Loira, parte della Naustria e la maggior parte d’Austrasia, risaliva la costa fino alla Frisia, poi a sud-est fino alla Turingia. A Carlomanno toccò il blocco più interno. Due re, ma il regno era uno solo. Situazione instabile, ma la madre faceva da pacificatrice tra i due. Nel 771 Carlomanno morì e Carlo ne approfittò. Si fece acclamare unico re dei Franchi, ma i figli e la moglie di Carlomanno, insieme ai nobili a lui fedeli si ribellarono e dovettero scappare in Italia. Carlo Magno nell’estate 772 partì alla conquista della Sassonia. 2. Franchi e Longobardi: un’ostilità antica Rapporti Franchi – Longobardi erano stati spesso cattivi. Sotto Pipino II avevano avuti degli screzi, ma alla fine i Longobardi erano divenuti clienti importanti. Carlo voleva mantenere buoni rapporti con Desiderio. Carlo avrebbe dovuto sposare una figlia di Desiderio (che Manzoni chiamò Ermengarda). Ma tra il 771 e il 772 ci furono tre eventi: Desiderio incoraggiò la cognata di Carlo a rivendicare per il figlio una parte del regno; Carlo ripudiò la moglie e papa Adriano I scrisse a Carlo dicendogli che Roma era minacciata dai Longobardi. Carlo cercò un accordo che fallì. Carlo allora iniziò a pianificare una campagna in Italia.

3. La guerra del 773-74 a) Piani di guerra Il problema più grande era il passaggio delle Alpi. La via Francigena e quella del Gran San Bernardo erano difese da un sistema di chiuse. Carlo radunò il suo esercito a Ginevra. Decise di organizzare due spedizioni separate: una attraverso il Gran San Bernardo, al comando di suo zio, e l’altra attraverso il Moncenisio (via Francigena) sotto il suo comando. Manovra a tenaglia. b) L’invasione La traversata delle Alpi fu un’impresa epica. Fulminea disfatta inferta da Carlo al nemico che lo attendeva sul fondovalle. Carlo aggirò le difese longobarde che furono costrette a ritirarsi a Pavia (Desiderio) e Adelchi e la madre finirono a Verona. Il re franco assediò Pavia per più di un anno fino al giungo 774 quando Desiderio si arrese senza condizioni. Adelchi riparò a Costantinopoli. Carlo si insediò nel palazzo reale, decise di mantenere le strutture di governo esistenti e l’autonomia. Si intitolò “rex Longobardorum”. 4. Le conseguenze della conquista franca a) La nascita dello Stato Pontificio Ci furono dei negoziati tra Carlo e il papa. Carlo riconobbe al papa l’autorità sull’antico ducato di Roma accresciuto della Sabina, e sui territori già bizantini dell’Esarcato e della Pentapoli > “repubblica di San Pietro”. b) La rivolta del 776 Molti duchi longobardi si erano sottomessi. C’era una spaccatura tra i magnati italici, ma Carlo li mantenne a capo delle province. Il duca del Friuli (Rotgaudo) cercò di organizzare una sollevazione. Nell’autunno 775 papa Adriano I inviò a Carlo una lettera dicendogli che Rotgaudo si era incontrato con il duca di Benevento Arechi. Il re franco reagì > si presentò in Friuli tra febbraio e marzo 776, sconfisse i tre duchi ribelli (Friuli, di Treviso e di Vicenza). 5. Dal “regnum Langobardorum” al regno italico a) Le leggi del 776 La rivolta del 776 spaventò Carlo che rispose con leggi. Il re stabilì che chi era stato costretto a vendere sé o un suo famigliare per la fame, rientrava in possesso dei suoi beni se si fosse dimostrato che il venditore agiva spinto dalla fame. Verificava un tribunale. Inoltre portò al governo delle province italiche funzionari Franchi a lui fedeli. b) Il governo del regno Nel 781 il figlio secondogenito Carlomanno fu battezzato a Roma dal papa con il nuovo nome di Pipino e consacrato re dei Longobardi. Egli si insediò a Pavia. Pipino comandò il suo esercito contro

gli Avari nel 796 e nelle spedizioni punitive contro il ducato di Benevento e nella guerra contro i Bizantini conclusa con la presa di Venezia nel 810. Ma in quest’anno Pipino morì. Il nome regno dei Longobardi lasciò il posto a regno d’Italia (per gli storici regno italico). 6. Fra storia e fantasia a) Le leggende del re di ferro e del mangiatore d’ossa Uggieri e Desiderio fanno una descrizione leggendaria di Carlo e del suo esercito. Adelchi banchetto mangiatore d’ossa. b) Manzoni e l’”Adelchi” La vicenda dell’“Adelchi” è abbastanza fedele con qualche licenza (morte del protagonista, nome di Ermengarda). LE GUERRE CONTRO I PAGANI (III) Carlo divenne l’unico re cristiano d’Occidente. Intorno a lui c’erano i nemici di Dio: Sassoni, Danesi, Slavi, Arabi e Avari. Le guerre d’aggressione si presentavano allora con una legittimazione religiosa. 1. La guerra contro i Sassoni a) Le atrocità d’una guerra di religione La guerra accompagnò quasi ogni anno della vita di Carlo. La più dura fu quella contro i Sassoni. Iniziò nel 772 con la distruzione del santuario di Irminsul, ogni estate i sassoni resistevano. Motivazioni religiose si intrecciavano con quelle politiche. Guerra atroce: i sassoni sacrificavano i prigionieri e i Franchi ammazzavano chiunque rifiutasse il battesimo forzato. I capi sassoni chiesero la pace, ma ogni volta che il controllo calava riprendevano gli scontri. Il capo unitario era Witichindo, nel 782 un gruppo di franchi fu sterminato e Carlo rispose con una crudeltà mai vista: fece decapitare in un giorno 4500 sassoni a Varden. Carlo si vedeva come un re di Israele (difendere Dio) > guerra spietata, introdusse la pena capitale per chiunque offenda la religione cristiana e i suoi sacerdoti. Politica del terrore sembrò pagare, nel 785 Witi ricevette il battesimo. Ma nel 793 ci fu un'altra ribellione. Nel 797 nella grande assemblea ad Aquisgrana si decise di usare anche una politica più moderata. A Paderborn si insediò un vescovo sassone e l’aristocrazia sassone si integrò sempre di più. Il fronte della Germania a nord si chiuse, ma si aprì un altro ad Oriente. b) Strategia della guerra sassone I sassoni attuavano una tattica di guerriglia. Carlo operava via terra (al contrario dei Romani che navigavano i grandi fiumi). Buraburg venne fortificata e divenne la base d’operazione, sorse anche il monastero di Corvey e venne edificata anche la città di Paderborn. I sassoni costruivano fortificazioni e i franchi le distruggevano. La sottomissione avvenne attraverso un lento estendersi di una rete di basi fortificate. Campagna del 784 > Carlo marciò lungo la Lippe fino alla Weser, il figlio di Carlo marciò attraverso la Turingia fra la Saale e l’Elba. Nel 785 la cavalleria franca poteva devastare tutta la regione > i sassoni si arresero e vennero deportati in Francia per il battesimo. La

stessa strategia venne introdotta contro gli Slavi. Nel 789 il capo degli slavi si arrese, il figlio di Carlo creò diverse fortificazione e grazie all’Ordine Teutonico i coloni tedeschi furono difesi. c) Le battaglie campali Nel 782 presso il massiccio Suntel ci fu una battaglia che costò molto caro ai franchi. I capi militari crearono le condizioni di una mossa a tenaglia, ma forse per ottenere la gloria facilmente 3 generali attaccarono per primi, la cavalleria fu attirata dai fanti sassoni in un luogo inadatto e per loro fu la fine. 2. Le guerre contro gli Arabi a) La campagna del 778 Carlo si difese dagli Arabi di Spagna. 778 ci fu un tentativo di conquista di Saragozza che però non cadde, al ritorno la parte finale della colonna fu massacrata da tribù basche nelle gole pirenaiche, morì anche il famoso Rolando (Roncisvalle). b) Le campagne di Ludovico il Pio Costituzione di un regno autonomo di Aquitania di cui fu consacrato re nel 781 il figlio Ludovico, nello stesso momento anche l’altro figlio Pipino fu consacrato re di Italia. Popolazione cristiane della penisola iberica chiesero aiuto ai franchi. Nel 793 gli arabi si spinsero sotto Carcassonne. Nel 797, dopo la morte dell’emiro di Cordova, il fratello chiese aiuto a Carlo per spodestare il nipote, Ludovico passo i Pirenei e aiutò il fratello dell’emiro morto. Nel 801 Ludovico conquistò Barcellona, i territori franchi si allargarono finché nel 810 l’emiro chiese e ottenne un negoziato di pace, venivano riconosciuti territori sottoposti all’influenza franca tutti i territori a Nord del fiume Ebro. Si creò la Marca Hispanica. 3. Le guerre contro gli Avari a) I cavalieri delle steppe Avari erano un popolo nomade delle steppe, razziatori discendenti degli Unni. Guidati da un khagan (titolo turco), si erano insediati nelle pianure danubiane, incorporando altri popoli. Erano un insieme di popolazioni che rispondevano agli ordini del khagan. Selvaggi animaleschi e avidi di saccheggio, ma con cui era possibile intrattenere rapporti pacifici. b) La caduta di Tassilone I Bavari vivevano fra Baviera e Austria e il loro duca Tassilone aveva giurato fedeltà a Pipino e poi a Carlo. Nel 787 disobbedì a Carlo che gli mosse guerra e allora si sottomise, ma fu accusato dai suoi vassalli di essersi accordato con gli Avari per muovere guerra a Carlo. Quest’ultimo colse l’occasione, fece rinchiudere in monastero Tassilone, e nel 791 attaccò. c) 791: la guerra in paese avaro

I cavalieri avari erano pesantemente corazzati, avevano lunghe lance e grazie alle staffe potevano lanciare frecce dal cavallo. Nel 791 a Ratisbona Carlo convocò un esercito numerosissimo. Lo divise in due colonne che avrebbero costeggiato le due sponde del Danubio, mentre l’esercito di Pipino arrivava dal Friuli alle spalle. Piano rischioso (chiamati pure i sacerdoti). Gli Avari rifiutavano lo scontro e facevano terra bruciata. Questo causò problemi di riserve a Carlo. d) Il collasso del khanato avaro Successo sotto le aspettative. Nel 793 il progetto di creare un canale tra Reno e Danubio (Fossa Karolina) fallì. Nel frattempo il khanato avaro crollò da solo, molti capi vollero sottomettersi. Pipino e i suoi generali invasero il paese e saccheggiarono la capitale (tra cui immensi tesori pagati da Bisanzio). Con l’oro degli Avari Carlo fece numerosi regali, anche al papa. e) La fine degli Avari Il khanato si era sottomesso e nel 796 iniziò l’evangelizzazione di quelle terre che si organizzare come il resto dei possedimenti di Carlo. Nel 799 gli Avari però insorsero e Carlo li represse brutalmente e nel 802 la situazione fu risolta > sterminio. Il khanato crollò e cos’ crollo anche il popolo avaro (che non era un vero popolo, ma una confederazione). LA RINASCITA DELL’IMPERO (IV) 1. L’alleanza fra il papato ei Franchi a) Il re franco, protettore della Cristianità latina Carlo governava ormai la quasi totalità dei Cristiani di rito Latino (Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, Austria, Istria, Boemia, Slovenia, Ungheria fino al Danubio, Spagna fino all’Ebro, centro-nord Itali, Germania fino all’Elba). Volontà di diventare imperatore. Problema rimaneva Bisanzio. b) Il conflitto fra il papato e Bisanzio Disaffezione del papato all’imperatore d’Oriente. Le diverse interpretazioni del cristianesimo tendevano a divergere sempre di più. In Oriente scoppiò lo scontro tra iconoclasti e iconoduli. Il papa si irritò molto e si schierò con gli iconoduli. Inoltre il potere bizantino in Italia era allo sfascio, il papa decise di affidarsi alla nascente potenza franca. Papa Adriano I abolì il ritratto del basileus sulle monete. Creò lo stato pontificio (donazione di Costantino). c) Le contraddizioni di Leone III Con Leone III si ebbe un appiattimento delle posizioni papali con le posizioni franche. Nel 797 Irene prese il potere e Leone decise che era il movimento di forzare la mano. 2. Le ambizioni imperiali della corte franca a) Il conflitto fra Carlo Magno e Bisanzio

Carlo si era promesso di mantenere buoni rapporti con Bisanzio. Irene chiese la mano di una figlia di Carlo per suo figlio, ma il re franco nel 787 rifiutò di farla andare. Irene appoggiò il duca di Benevento e Adelchi. Irene ripristinò l’iconodulia con il concilio di Nicea, ma Carlo respinse le conclusioni del concilio e ordinò la creazione dei “Libri Carolini” e poi il concilio di Francoforte nel 794. Il messaggio era forte: il re dei ...


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