Carlo Galli - Riassunto - Sovranit PDF

Title Carlo Galli - Riassunto - Sovranit
Course Storia delle dottrine politiche
Institution Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
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Summary

CARLO GALLI - SOVRANITA’CAPITOLO 1- DEFINIZIONEDefinizione di sovranità La sovranità fa parte della definizione dello Stato, e va considerata insieme al popolo e al territorio. È un potere politico, che presenta delle caratteristiche: è somma (non riconosce un altro potere accanto a sé o di sé), è p...


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CARLO GALLI - SOVRAN SOVRANIT IT ITA A’ CAPIT CAPITOLO OLO 1- DEFINIZIONE Definizione di sovr sovranità anità La sovranità fa parte della definizione dello Stato, e va considerata insieme al popolo e al territorio. È un potere politico, che presenta delle caratteristiche: è somma (non riconosce un altro potere accanto a sé o di sé), è perpetua, è autonoma essendo legge di se stessa. Al suo interno, è possibile mescolare volontà e ragione, violenza e ordine, pace e guerra etc. (vi è presente molta contraddizione). Potremmo definire ancora la sovranità quel potere attraverso cui è possibile per un corpo politico rappresentarsi, per esistere. Il concetto di AUCTORITAS può essere sostituito quindi da sovranità, in quanto la prima (auctoritas) fa crescere un corpo politico, mentre la seconda (sovranità) è il potere grazie al quale un dato corpo politico può esistere. Complessità della sovr sovranità anità Sbagliamo quando intendiamo la sovranità come un potere, un concetto che è autosufficiente. Al contrario, è caratterizzata da una forte complessità. Possiamo considerarla come il vertice del comando che pone la legge, come il perimetro dell’ordinamento giuridico e allo stesso tempo come quel potere che delinea delle azioni sociali. La sovranità possiede la volontà di inclusione, la volontà di delineare un ordine giuridico ben definito, ma allo stesso tempo presenta la volontà d’esclusione e d’espulsione dei nemici. Nella sovranità coesiste la volontà di creare ordine e disordine insieme. È presente energia anomica (dal greco alfa privativo + nomos- senza legge letteralmente) più energia ed orientamento a produrre ordine, nomos (legge). Da qui, è possibile fare delle considerazioni: 1. Tesi di Hobbes secondo cui la sovranità, può essere considerata l’anima dello stato. Vuole rimarcare l’ambivalenza che intercorre fra sovranità e vita (es: senza anima non vi è un corpo e viceversa). 2. Sono le prevalenze ed i contesti politici che caratterizzano la sovranità. Questa, non riesce a togliere anima politica al popolo, che ha sempre bisogno di nuovo disordine e successivo ordine per esistere. La sovranità quindi va considerata, come un potere che organizza intorno a sé la sfera pubblica (il sociale), di dare al sociale un’identità politica. 3. Va considerato, anche il rapporto tra sovranità e individuo. Il potere da noi preso in considerazione, va da sempre contro le Chiese, cerca di liberare l’individuo, il soggetto dal clero e dalle volontà ecclesiastiche. Si parlerà di laicizzazione della vita politica, ossia il tentativo da parte della sovranità di togliere potere politico attivo alla Chiesa. L’individuo è prodotto in questo modo come un privato, e vediamo come la sovranità attraverso quello che noi chiamiamo Stato di diritto, cerca di rendere la vita sociale degli individui prevedibile, organizzandola secondo uno specifico ordinamento giuridico al fine di salvaguardare la proprietà privata. L’individuo, privato, sarà anche uguale, ma non sarà soltanto qualcuno che porta obbedienza in quanto si svilupperà tale figura, prenderà visibilità di sé, dei suoi diritti e della propria libertà contro il sovrano, che supera l’obbedienza stessa della legge, del nomos e dell’ordine creato. Sconnessioni La sovranità non è una forza ben ordinata, è caratterizzata da una forte sconnessione fra punto, figura e sfera. Figura di tale sconnessione è il potere costituente, il principio che fa emergere la sovranità. In quest’atto si trova la contraddizione nomos-anomia (brutto cazzone non ti scrivo di nuovo la differenza l’hai capito, altrimenti sei ritardato fratello). Sovranità, quindi, non è un comando ordinato e autosufficiente, ma attivata dal potere costituente che è parte della sua definizione. La rivoluzione è la forma politica che più spesso presenta il potere costituente, rivoluzione che è nemica della sovranità ma anche il suo stesso motore. La rivoluzione del popolo rompe lo spazio pubblico, crea una nuova sovranità rompendo quella precedente. La sovranità in quanto formata dal potere costituente, e spinta dalla rivoluzione, è presente ed allo stesso tempo

assente in sé stessa. Permette tale potere (la sovranità), di capire che quanto l’incompletezza regni nel sociale, quanto l’imprevedibilità sia intrinseca alla vita stessa. La sovranità è lontana dalla definizione di potere quale armonia, l’equilibrio e l’ordine che essa stessa vuole raggiungere devono essere costituiti da una piccola percentuale di disordine, controllabile. Reali Realismo smo La sovranità, non deve essere considerata, come l’onnipotenza di un singolo soggetto politico. Può essere considerata come pretesa che una data misura politica sia presente all’interno di quel soggetto. Sovranità può essere anche presentata con la definizione di realismo, come capacità per un corpo politico di organizzarsi e di stabilire come stare al mondo. È creazione della distinzione fra interno ed esterno, ossia la volontà di delimitare uno spazio giuridico all’interno del quale un dato soggetto ha validità e potere giuridico. È facoltà di decidere su pace e guerra, su alleanze e inimicizie: sono funzioni che la sovranità possiede, in quanto al suo interno un soggetto politico può affermare il proprio Io, che lo differenzia dagli altri, conferisce a lui stesso un’identità. Può avere parole nella collettività, ma non presenta mai la pretesa di avere l’ultima parola quando dialoga con altri soggetti politici. CAPIT CAPITOLO OLO 2 - ST STORIA ORIA La dinamica storica della sovranità consiste nel fatto che tale potere (la sovranità), diventa un potere impersonale di tutti, diventa la forma politica di una società. La sovranità, si è soliti farla nascere dai trattati di Vestfalia nel 1648, grazie ai quali si concluse la guerra dei Trent’anni. La sovranità diventa in quel momento, così, il nomos della terra. Ma si sbaglia, quando si afferma ciò, in quanto la sovranità non nasce di certo in quel momento, ma è l’esito di un processo molto più lento. Trasformazioni, risalenti al tardo medioevo, affermano il potere regio in contrapposizione ai 2 poteri della società dell’epoca ossia: quello imperiale e quello papale. Ma vi è anche una trasformazione dell’idea dell’ordine stesso, di una rottura dell’equilibrio intellettuale. La società medievale, che è in preda ad un processo dinamico, e cambiato anche il suo modo di pensare, può far fronte a tale situazione tramite la sovranità, che si pone come obiettivi di produrre ordine. La sovranità viene presentata come innovativa, si trasforma, ed in questo processo sono fondamentali sia il popolo che il sovrano. Dinamismi Primo ambito, da considerare per quanto riguardo lo sviluppo della sovranità, è quello della guerra. Principe, per affrontarla, centralizza il potere nel proprio territorio, organizza un esercito disciplinato e molto meno feudale. L’aristocrazia cessa di essere uno dei poteri centrali, ed il principe può cercare di fare alleanze con i ceti borghesi per inserirli all’interno dell’esercito. Avviene, così, un ciclo di costruzione di un nuovo ordine, un insieme di amministrazioni che si prestano a trasformarsi in idea ed in istituzioni: sta per nascere quello che chiamiamo stato sovrano moderno con una politica centrata sulla gloria, sull’utile in quanto la giustizia del sovrano si adegua alle circostanze, il suo diviene un agire creativo. La politica cessa di essere centralizzata sulla religione. Oltre il primo ambito (o dinamismo) politico-militare, è importante considerare anche quello politico-istituzionale, che ha origine dalla contrapposizione tra re e popolo. Tale confronto, ha portato esiti diversi nei vari paesi all’interno dei quali tale confronto si è consumato: la politica ha spostato però generalmente e come effetto comune il proprio baricentro da funzione amministrativa e di governo a funzione legislativa. Tale spostamento, ha portato con sé un dinamismo: da un lato l’aspetto istituzionale e democratico della sovranità (concentrazione nel Parlamento con una giuridificazione dell’assetto politico vigente mentre dall’altro un’interpretazione del popolo meno istituzionale, più immediata, come se la popolazione fosse titolare della sovranità in modo diretto. Sono da considerare anche, i dinamismi (ambiti) religiosi, ossia la Riforma e il suo rafforzare il potere dei principi. I movimenti riformati (luteranesimo- penso si dica così non ne sono sicuro frerò- calvinismo etc), hanno sovranità come proprio nemico e per combatterla la delegittimano, ma questo dinamismo religioso non fa altro invece che rafforzano la

sovranità (complessità di tale dinamismo). Le prime rivoluzioni moderne, nei vari paesi europei, contro poteri costituiti (UK, Francia, Olanda), creano prime guerre civili religiose che hanno come obiettivo di neutralizzare la sovranità. Ma questa, risponde attraverso le sue azioni basate sulla laicizzazione per neutralizzare tale conflitto religioso, andando a creare i presupposti per paci interne e caratterizzando la popolazione da una forte soggettività, andando ad incarnare l’esito ultimo della coscienza protestante. Un’altra conseguenza del dinamismo religioso è la legittimazione di una resistenza basata sulla scelta di persone “i giusti” collocandoli in un patto diretto con Dio, che è più potente del patto che lega il popolo al sovrano. Questi “giusti”, vogliono autogovernarsi, non sentono il bisogno di essere autodisciplinati, in quanto essi stessi sono soggetti politici e mantengono dentro di sé la propria politicità senza doverla cedere per forza il sovrano. Con il sovrano, stipulano un patto da considerare da pari a pari. Altro dinamismo, da considerare, è quello economico-sociale che ha in parte un rapporto con l’individualismo, in quanto è presente anche nella sfera amministrativa e governativa esercitata dalla sovranità stessa. Questo dinamismo, economico-sociale, si sviluppa tuttavia attraverso numerose forme: dal commercio coloniale alla produzione e capitalismo industriale. I fattori economici diventano merci, il lavoro, la moneta, anche la terra stessa costituiscono fattori importanti per quanto riguardo il rafforzamento del corpo sociale. Il potere economico attrae il sovrano che fa in modo di inserirlo all’interno di una sua politica di potenza. Ma se sfugge di mano al monarca, allora decide di farne a meno in quanto teme che possa essere inadatto per le politiche di sviluppo. Il potere politico, in ogni caso è da considerare fondamentale, per rafforzare il meccanismo della sovranità e per la sua costruzione. Ovviamente tale dinamismo conobbe vari periodi (positivi e negativi). All’inizio, si sviluppò molto in quanto la sovranità intervenne direttamente in prima persona, costruendo fabbriche e facendo girare molto l’economia favorendo interessi dello stato e mantenendo netta divisione tra stato e società. Ma successivamente, dopo la metà del ‘800, stato e società iniziarono ad avvicinarsi e la sovranità non poté più fare finta di ignorare la potenza dell’economia ed è così che iniziò a svilupparsi lo Stato economico, dove la sovranità d’ora in avrebbe organizzato reti d’interventi per la società (sia d’aiuti per il popolo, sia per sostenere il capitale e indirizzare le maggiori attività economiche. Stati e rivoluzioni La storia moderna ci ha dimostrato, come è possibile approfondire la sovranità, attraverso le rivoluzioni, guerre di liberazione. Le tre più importanti rivoluzioni, quelle più influenti che devono essere citate sono: quella francese, quella inglese e quella russa, che hanno sostituito un’incapace sovranità. In Francia, l’accumularsi delle tensioni e delle contraddizioni ha portato alla rivoluzione politica del 1789, che ha rafforzato la sovranità stessa introducendo la sovranità della nazione, ossia un corpo politico unitario, collettivo. Sono così cessate, le differenze cetuali ed inoltre il corpo politico unitario come idea è arrivato dal potere costituente per formare la costituzione, ossia una forma politica precisa e delineata. Costituzione, un contratto che la nazione stipula con sé stessa, per rappresentare al meglio ed istituzionalizzare la propria sovranità. In Inghilterra, invece, il tutto fu deciso dalla rivoluzione di Crownell e poi da quella “gloriosa”, del 1688-1689. Si trovò un nuovo equilibrio tra monarchia e parlamento, leggermente a favore di quest’ultimo. Gradualmente, si assiste ad un indebolimento dal punto di vista politico della “majestas”, e si assiste ad uno spostamento della scena politica che si pone come obiettivo ultimo di raggiungere utili economici individuali e collettivi. Questi sono legittimati nel parlamento, che rappresenta la futura società moderna. Analizzando altri paesi, possiamo soffermarci sulla Spagna e sulla Germania: la prima, dove l’espansione della monarchia incontra maggiori resistenze: nonostante le alleanze con la chiesa, la penisola iberica non fu così dinamica da scacciare l’assolutismo del potere regio che portò avanti numerose rivolte con le proprie fazioni per difendere gli ordini tradizionali. La Spagna conobbe e vide crescere il prestigio del monarca e la sua affermazione sugli ordini feudali, religiosi e militari ma riuscì a vedere la fine dello Stato e la formazione all’interno della società di una piramide burocratica e fiscale. Infine, in Germania, la sovranità e le sue forme moderne tardano ad arrivare per una serie di fattori: divisione territori dopo il trattato di Vestfalia, per l’eredità del Sacro Romano Impero, sia

per una società sviluppata da un punto di vista cetuale. La società moderna e la sua sovranità si stanzieranno ma senza che la Germania sviluppi conflitti e senza che presenti un proprio dinamismo come invece la Francia e L’Inghilterra, che hanno sconfitto l’assolutismo all’interno della propria nazione. CAPIT CAPITOLO OLO 3- FILOSOF FILOSOFIA IA La filosofia moderna si è basata molto sullo studio della sovranità. È stato possibile attribuirle, varie legittimazioni: dalla sovranità per grazia di Dio, da quella liberale fino a quella democratica, quindi analizzata secondo vari punti di vista. La filosofia, inoltre indica la sovranità come un potere legittimo di tutti, e non come il potere del singolo. Gli inizi Nello studio della sovranità, è opportuno citare Lutero e Machiavelli. Con entrambi, il ruolo del singolo acquista maggiore importanza, la definizione dell’io si potenzia. Per Lutero il singolo, è considerato un “giusto” animato da una libertà interiore, che va a sconvolgere la coscienza dell’uomo europeo. Il singolo di Machiavelli è il principe, capace di un’alta concentrazione di potere, possiede una grande volontà di potenza. In entrambi (Lutero e Machiavelli), il comando politico è esaltato al massimo, ma anche ripulito da qualsiasi pregiudizio (sul libro stava scritto demistificato però pensavo non sapessi cosa stesse a significare, mi auguro di sì per te fratello). In Lutero, il potere politico è uno strumento utilizzato contro i peccatori da parte della collera divina, mentre per Machiavelli, il potere riveste un ruolo centrale all’interno della vita associata, e come la necessità in sé porti all’ordine politico. Un'altra importante figura è quella di Bodin, che vuole creare una pace ed un ordine interno (invenzione della sovranità). Egli, nella sua opera “I sei libri dello Stato”, cerca di orientare di nuovo il pensiero giuridico verso l’ordine che deve essere ripristinato. La giustizia, in modo graduale, diventa qualcosa propria del monarca, determinata dal suo agire. Non è più qualcosa di naturale, già dato. Il monarca, così, tende a difendere il bene pubblico, questa nuova entità. Potere del re rispetto agli antichi privilegi è sciolto. Tuttavia, la sovranità di Bodin, presenta dei limiti: nelle leggi di Dio e della natura, sia all’interno delle strutture del regno (famiglie, proprietà privata). La sovr sovranità anità come par paradigma: adigma: Hobbes A differenza di Bodin, che presenta la sovranità come un sommo potere, alla quale quel determinato corpo politico deve la sua obbedienza, con Hobbes cambia tale visione circa la figura della sovranità. La sovranità viene presentata come qualcosa di oggettivo, creato dall’uomo per uscire dallo stato di natura: quindi la politica in sé perde il suo aspetto naturale, perde la sua immaterialità, presentandosi come oggetto materiale creato dai soggetti per i propri scopi: sfuggire ad una morte violenta a causa di guerre di religione, e per vivere bene civicamente. La sovranità diviene un’istituzione attraverso la quale, la società assume un corpo con cui riesce a diventare sovrana di sé stessa. Gli uomini grazie al sovrano, possono essere rappresentati come cittadini adesso, in quanto con il potere stesso della sovranità è possibile creare un perimetro a scopo protettivo, ordinato dal nomos. Il Leviatano, nell’immaginario collettivo è un mostro biblico, ma per Hobbes è un gigante il cui corpo è formato dagli stessi uomini che obbedendo al sovrano, obbediscono a loro stessi, (si può parlare si servitù volontaria). Un altro aspetto da considerare della sovranità è quello per Hobbes del teologico-politico, in cui afferma come la nuova storia politica è caratterizzata dalla secolarizzazione. Viene descritto il processo di laicizzazione, dove la religione viene vista da Hobbes come ignoranza, ma in realtà da considerare quasi come un’origine dalla quale la sovranità stessa è generata. Hobbes, crede che il sovrano non sia un Dio in terra, ma che di Dio sia il luogotenente. Politica e religione, vanno di pari passo. Per Hobbes, il nomos della sovranità sta nella sua anomia, è un freno che sottrae al caos il mondo, ma tale freno è da considerarsi sfrenato, in quanto la figura biblica del Leviatano, non solo è mortale ma mette a morte tutti i cittadini che sono pericolosi per lo stato.

Sovr Sovranità anità e libertà Hobbes, dà alla sovranità una forma assoluta, vita civile fuori dalla sovranità non può esistere. Sovranità è l’istituzione sulla quale si fonda il viver collettivo. Altri autori come Maistre che sono considerati i nemici principali della modernità rappresentano la sovranità come la servitù del popolo, le opere del boia e le dittature. Così, vediamo, come Locke cerca di trovare al singolo individuo un proprio spazio, in quanto non debba temere il sovrano, e fare in modo (se fosse necessario) che il corpo politico possa ribellarsi allo stesso potere legislativo. Rosseau, afferma che l’uomo è trasformato in cittadino attraverso il patto sociale che crea la sovranità che egli stesso vuole conservare. Il patto sociale rappresenta l’alienazione del singolo al corpo politico precedentemente creato dal patto al fine di liberare il singolo dalle ingiustizie. Nel corpo politico, l’uomo non trova solo totale assenza di conflitti, ma riesce a trovare anche una personale libertà. Spinoza, filosofo olandese, descrive un imperium, che ricopra il compito di creare un’energia vitale necessaria per la collettività, per gruppi di persone libere e uguali. Per gli uomini, non è necessario alienare la propria libertà naturale. Il diritto naturale, continua ad esistere all’interno dell’imperium, al fine di potenziare la vita collettiva ed individuali dei soggetti che lo compongono. A differenza di Hobbes, Spinoza, descrive Dio come generatore di una politica democratica autonoma ma non sovrana....


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