Colin Crouch[ 744] - il riassunto è fatto benissimo - Identità perdute PDF

Title Colin Crouch[ 744] - il riassunto è fatto benissimo - Identità perdute
Course Sociologia Generale 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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il riassunto è fatto benissimo...


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Sociologia generale-parte speciale

Colin Crouch, Identità perdute Di cosa si tratta?   



Brevi e circoscritte analisi storiche del fenomeno della Globalizzazione e di altri ad esso legati. Successi e fallimenti, aspetti negativi, perdite e guadagni della Globalizzazione (economia, politica, società, cultura). Critica alla risposta contemporanea delle politiche nazionaliste e xenofobe di destra e a quelle neoliberiste del passato nei confronti del fenomeno, soprattutto sul piano commerciale-economico e culturale. Propone di impegnarsi nella costruzione di legami per la creazione di una società comune, attorno a quello che già è un mercato comune e nella creazione di un sistema sovranazionale di regolamenti e controllo comune per la gestione finanziaria e del mercato globale. Con il suo punto di vista critico, ma senza dubbio ottimista, auspica la nascita di un “senso di appartenenza sovranazionale”.

Tesi e conclusioni dell’autore  



È necessaria cooperazione internazionale e regolamentazioni chiare e condivise per il mercato globale che vadano oltre la sfera dello Stato-Nazione. L’economia di mercato è un gioco a somma positiva ma crea problemi. Tali problemi devono essere affrontati da politiche specifiche non da un rifiuto complessivo del modello di libero scambio e della globalizzazione. Critica all’idea di sovranità nazionale Molti Stati-Nazione temono la Globalizzazione e le Organizzazioni Transnazionali (la vicenda ‘Brexit’ ne è un chiaro esempio), perché temono di perdere autonomia politica e potere gestionale delle proprie economie e commerci. Ma di fatto i trattati di ogni genere implicano compromessi di autonomia decisionale e considerare tali strumenti solo come una lesione alla sovranità nazionale significa rinunciare all’uso di un prezioso strumento politico in nome di un concetto di sovranità derivante da concetti militari dei secoli passati.

Alexa Maria Venturi

Riflessione sulla globalizzazione in quanto fenomeno commerciale ed economico e prospettiva futura: Se non ci fosse stata alcune Globalizzazione la maggior parte del mondo sarebbe oggi di gran lunga più povera e le relazioni tra le Nazioni sarebbero più ostili. La globalizzazione ha le sue vittime: regioni del mondo che sono state estromesse e si sono ritrovate ad affrontare enormi problemi economici, politici e sociali. Anche nei paesi ricchi vi sono stati degli sconfitti: città e regioni che non hanno preso parte ai guadagni complessivi. I principali vincitori sono state le persone e i paesi ricchi con un conseguente ulteriore aumento delle disuguaglianze. E la Globalizzazione ha pure avuto un impatto importante sul veloce declino delle condizioni ambientali. Ad oggi, considerando la Globalizzazione un processo ineluttabile, sarebbe costruttivo fare in modo che, in alcuni settori politici, l’idea di sovranità economica nazionale ceda il passo ad una concezione di sovranità plurali riunite per perseguire una migliore regolamentazione transnazionale dell’economia globalizzata. 





Riflessione sulla natura artificiale dello Stato-Nazione: Sul piano politico e culturale gli Stati hanno avuto un grande successo nel costruire le Nazioni ma esse rimangono entità appunto costruite e non realtà essenziali, originarie ed immutabili. Oggi nel ‘mondo globalizzato’ caratterizzato da mobilità di ogni tipo, soprattutto culturale, qualsiasi definizione rigorosa o limitazione dovuta all’appartenenza nazionale perde la sua forza. I popoli e le nazioni esistenti non sono il prodotto della natura, non sono dati assoluti ma il risultato di miscugli e mescolanze. Critica al nazionalismo moderno e contemporaneo: Molti leader dei nuovi movimenti conservatori sostengono di parlare a nome degli emarginati e gli oppressi, ma di fatto il conservatorismo non offre sicurezza attraverso la redistribuzione della ricchezza ma mediante l’affermazione di valori tradizionali, vecchie certezze e la gestione del potere da parte di leader carismatici. Il Nazionalismo è stato, in un primo momento, parte delle lotte per la liberazione da un dominio che basava la propria autorità sulla ‘santità della tradizione’ e sul ‘diritto divino’ per poi unirsi al Razionalismo dell’Illuminismo con una logica universalista. Ciò fu poi razionalizzato o tradito dai movimenti nazionalisti europei di fine XIX e inizio XX secolo trovando il suo centro di gravità nella destra romantica. La partecipazione democratica richiede un equilibrio tra ragione ed emozione: quando l’ambito emotivo è messo troppo da parte la politica diventa un esercizio asciutto e tecnocratico, accessibile a pochi e dominato dai tecnocratici. Quando le emozioni, soprattutto negative, dominano senza alcuna opposizione, la politica diventa pericolosa, dominata da chi sa manipolare sentimenti potenti. Accanto alle questioni economiche sollevate dalla globalizzazione, stiamo entrando in un nuovo conflitto tra visioni differenti del mondo. Per molte persone ci sono stati troppi cambiamenti: globalizzazione, immigrazione, trasformazioni nelle relazioni di genere, una nuova tolleranza sessuale, bambini che non rispondono all’autorità, grandi città, nuovi settori economici. Certe opinioni non sono condivise solo da chi è svantaggiato e vive in aree in declino. In gran parte dei paesi ricchi la maggioranza dei sostenitori dei movimenti xenofobi è composta da persone piuttosto ricche, non più giovani, che abitano nei piccoli centri. Questi gruppi disparati sono

Alexa Maria Venturi





uniti dal non sentirsi a proprio agio in un mondo disordinato e in rapida trasformazione. In contrapposizione a questi gruppi c’è una popolazione generalmente più giovane, più sicura di sé, più incline a vedere gli orizzonti aperti e il multiculturalismo come un’opportunità e non come una minaccia. In una lotta tra sentimenti, quelli di paura, rabbia e odio, una volta destati, possono essere molto più forti dell’accoglienza. L’opposizione di sinistra all’Internazionalismo: La Sinistra è storicamente internazionalista. Il movimento di protesta No Global è nato negli anni Novanta e aveva nel mirino principalmente il Neoliberismo globale e non il commercio mondiale in sé, e soprattutto non era Nazionalista o Xenofobo. Il movimento ha raggiunto poi il picco dopo la crisi finanziaria del 2008 e in particolare dopo il duro trattamento riservato dall’UE alla Grecia, con l’emergere di una sinistra più Nazionalista che fa uso di due principali argomentazioni: 1. Per affrontare il Capitalismo si richiede un forte intervento statale nell’economia, il solo livello in cui è concentrato un potere sovrano tale da fare ciò è lo Stato-nazione, lo Stato va dunque liberato da qualsiasi ostacolo gli impedisca di svolgere questo ruolo. Crouch: Il risultato sarebbe un’autoarchia economica in cui il commercio di un paese sarebbe limitato principalmente al suo interno, con tutti i rischi connessi ai bassi livelli di competitività e innovazione. 2. Lo stato sociale è sempre stato un progetto nazionale con il riconoscimento di obblighi reciproci tra le persone che ritengono di condividere caratteristiche sufficienti per costruire una comunità nazionale che è l’idea alla base del Welfare state  Goodhart= l’immigrazione indebolisce lo Stato sociale inserendo in un paese persone provenienti da altre culture con le quali la gente del posto non sente un’identità condivisa né l’impegno per un sostegno reciproco. I welfare state sono più forti quando danno espressione alla solidarietà tra le persone e non sanciscono meri diritti burocratici. La solidarietà è un legame emotivo e lo Stato-nazione è la sola entità capace di difendere un ricco welfare. Crouch: Si tratta di tesi autorevoli ma resta vero che un mondo in cui la politica democratica rimane intrappolata a livello nazionale è un mondo in cui l’ordine neoliberista, al di là della portata della democrazia, continuerà a dominare il piano economico sovranazionale e questo limita fortemente le possibilità operative della politica nazionale in qualsiasi ambito legato all’economia. Sussidiarietà, sovranità condivisa e Democrazia transnazionale: La sussidiarietà potrebbe rivelarsi concetto chiave nella progettazione delle politiche dell’UE e rivelarsi una possibilità per risolvere o migliorare le disuguaglianze geografiche prodotte dalla Globalizzazione e dal post-industrialismo, anche all’interno degli stessi Paesi. Essa propone che i livelli più alti di autorità dovrebbero intervenire solo quando i livelli locali necessitano del loro sostegno per l’attuazione delle varie politiche, ad esempio, nella regolamentazione dei mercati transnazionali. Gli approcci locali nelle politiche economiche e sociali non devono essere però di tipo protezionistico ma devono consentire a quante più aree possibili di trovare la loro strada verso un futuro economico sostenibile con l’aiuto delle autorità nazionali ed Alexa Maria Venturi





europee. La sussidiarietà intesa come collaborazione tra le autorità a diversi livelli ha pure una dimensione culturale che aiuterebbe a sviluppare un senso di solidarietà nei confronti dell’umanità intera. Ad oggi l’unico Parlamento transnazionale è quello dell’EU. La sua debolezza è in relazione ai governi nazionali che affrontano la potenziale sfida alla loro stessa legittimità democratica limitando il potere del parlamento europeo. Nelle mani dei singoli governi è stata lasciata troppa discrezionalità che ha consentito, per esempio, tramite la deregolamentazione finanziaria, alle banche di finanziare i crescenti debiti dei governi portando alla crisi (Italia, Grecia, ecc.). In questo caso i principali deficit non sono stati tanto dell’UE quanto dei singoli governi e delle politiche nazionali irresponsabili (Grecia e Italia). Sulla base della riflessione sopra riportata, secondo alcuni, la Brexit offrirebbe l’opportunità al Regno Unito di diventare la ‘Singapore dell’Atlantico’, il che significherebbe, bassa tutela dei diritti sindacali, welfare state rudimentale e democrazia imperfetta, in favore di un commercio deregolamentato e sfrenato. In questo senso l’UE rappresenta nient’altro che una garanzia nel perseguimento di più giusti e alti standard di sicurezza e giustizia per i vari Stati. Essendo l’UE il più grande blocco commerciale del mondo ed essendo un mercato appetibile per tutti gli altri Stati avrebbe la potenzialità, mantenendo e alzando ulteriormente i propri standard interni, di guidare il mondo verso una Globalizzazione più civile e controllata. L’obbiettivo sarebbe quello di rafforzare la democrazia dell’UE in modo che possa essere potenzialmente utilizzata per ottenere più democrazia nella regolamentazione globale. Tramite queste strategie la politica interna potrà affrontare le questioni globali attraverso la cooperazione e la condivisione della sovranità senza cadere nel Capitalismo. Il Protezionismo duro e puro è un gioco a somma zero ma questa logica non è valida per le politiche interventiste che aiutano a lanciare nuovi settori o a migliorare l’efficienza di quelli esistenti in una Nazione. Di fatti, è stato dimostrato, che la Globalizzazione ha ottenuto risultati migliori quando si è distaccata dall’ortodossia neoliberista e i Governi hanno svolto un ruolo centrale nel sostenere le nuove industrie e lo sviluppo di importanti opere infrastrutturali attraverso la spesa pubblica (paesi del sud est asiatico). Sulla base di ciò, sarebbe necessaria una governance globale per una Globalizzazione intelligente con autorità transnazionali che verifichino gli obbiettivi degli interventi statali di sostegno. Il Trilemma di Rodrik= possiamo scegliere solo tra Democrazia, sovranità nazionale e iper-globalizzazione (neoliberista e deregolamentata). È possibile soltanto la coesistenza di due di questi elementi. Una Democrazia separata dallo Stato-Nazione, che è l’unica forma capace di fare i conti con l’economia globale, implicherebbe una democrazia globale che non è possibile raggiungere. Solo uno Stato-Nazione non democratico sarebbe compatibile con l’iper-globalizzazione. Quindi pare che la Democrazia possa essere preservata solo limitando le ambizioni politiche allo Stato-nazione e servendocene per fuggire dalla Globalizzazione. Soluzione alternativa al dilemma di Rodrik= Crouch: La Globalizzazione non deve necessariamente essere ‘iper’, può essere regolamentata attraverso le agenzie

Alexa Maria Venturi

internazionali e l’estensione della democrazia all’interno delle associazioni economiche mondiali. Lo Stato-nazione continuerebbe a svolgere le sue funzioni in maniera diretta nelle aree di autonomia. Gli Stati nazionali dovrebbero unire le loro sovranità per estenderne la portata.

Contenuto Cap 1 – Economia TRE ONDATE GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA 1 IMPERIALISMO EUROPEO    

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Controllata dagli Imperi dell’Europa Occidentale (GB, FR, Belgio, Portogallo), Fine diciannovesimo Secolo = estensione commercio mondiale, Di stampo imperiale= carattere militare oltre che commerciale  ‘corsa all’Africa’ = una delle cause della Prima Guerra Mondiale, Aumento produzione industriale= crescita generale scambi commerciali tra le Nazioni con assenza di regime regolatorio, a parte quelli imposti dai paesi dominanti (es: rapporti commerciali squilibrati tra Giappone/USA, GB/Cina), Nei secoli precedenti commercio internazionale limitato ai prodotti esotici e costosi  ora beni acquistabili da semplici lavoratori, Anni a cavallo tra le due Guerre= ripiegamento del commercio internazionale, avanzata del Protezionismo, il fallimento della Lega delle Nazioni nel creare un’ampia collaborazione internazionale, ascesa di Nazionalismi militarizzati e violenti (Germania, Italia, Giappone)  Matrici del secondo conflitto mondiale.

2 RIDUZIONE TARIFFE GUIDATA DEGLI USA E INTEGRAZIONE EUROPEA 





Fine Seconda Guerra Mondiale Politici di quasi tutti gli schieramenti del mondo Occidentale iniziarono a costruire un’architettura di istituzioni internazionali = il commercio internazionale ricevette nuovo impulso NON PIU BASATO SUGLI IMPERI COLONIALI (predominio USA), 1944 Nuovo sistema di regole delle relazioni economiche internazionali durante la Guerra Fredda la divisione di buona parte del mondo in blocchi ne limitò l’estensione il blocco dominato dall’Unione Sovietica e la Cina rimasero fuori dal mercato internazionale mentre nel blocco USA le barriere commerciali furono gradualmente ammorbidite tramite l’Accordo Generale sulle Tariffe e il Commercio  cittadini dei paesi occidentali non erano intimoriti dalla governance internazionale del commercio e non la percepivano come una minaccia alla sovranità nazionale perché erano i loro interessi ad influenzare l’intero processo e il controllo nazionale sulla circolazione dei capitali e del lavoro rimase sostanzialmente immutato, 1957 Comunità Economica Europea=integrazione economica transnazionale compì ulteriori passi avanti  singoli paesi lasciati liberi di sviluppare i propri welfare state e stato sociale considerato strumento per ridare legittimazione ai governi che erano stati fascisti o sconfitti e occupati, Alexa Maria Venturi

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Il simbolo chiave della sovranità nazionale, il potere di intraprendere una guerra compromesso in maniera sostanziale dall’arrivo delle armi nucleari, potenze europee abbandonarono le loro futili guerre per impedire l’indipendenza delle colonie. L’aumento dell’immigrazione in molte aree occidentali generò episodi di violenza, discriminazione e rifiuto sociale degli immigrati le organizzazioni razziste e xenofobe furono marginalizzate e i governi e la società civile svilupparono gradualmente strategie d’accoglienza per gli immigrati necessari come forza lavoro in un’economia in espansione.

3. DEREGOLAMENTAZIONE NEOLIBERISTA 







Anni 80 accordi per ridurre tariffe e barriere del commercio internazionale spinta verso una deregolamentazione nazionale e internazionale con idee neoliberiste diventate egemoni sotto la leadership di GB e USA, NEOLIBERISMO= l’istituzione più importante del governo è il mercato, il ruolo della legge è di sostenere i diritti di proprietà privata e rispetto degli obblighi commerciali per il corretto funzionamento del mercato, è indifferente se non ostile all’idea di Nazione, i mercati devono essere liberi e sovrani e i regimi di regolamentazione sono considerati forma di protezionismo. Produzione di massa nell’acciaio, cantieristica e varie industrie metallurgiche ed elettroniche in Europa e USA smisero di essere competitive di fronte ad una concorrenza di produzione a costi inferiori molte aree dei paesi ricchi videro un aumento di disoccupazione, pochi settori rimasero attivi dopo la Globalizzazione concentrati su prodotti specializzati ad alto lavoro dando impiego a pochi, crescita dell’occupazione nel settore dei servizi e in ambito pubblico (settore meno esposto a competizione internazionale), Avvio deregolamentazione dei movimenti finanziari, rimozione garanzie che consentivano controllo nazionale dei movimenti di capitale= più difficile per i governi perseguire politiche in conflitto con gli interessi dei grandi capitali.

4 IL MERCATO EUROPEO UNICO, COLLASSO DEL COMUNISMO, ASCESA DELL’ESTREMO ORIENTE 



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1995 Organizzazione Mondiale del Commercio= scambio di beni tra paesi membri senza alte barriere tariffarie nel rispetto di certe regole riguardanti l’impegno a non intraprendere misure protezionistiche o offrire sussidi statali alle imprese= incentivo per i governi a limitare l’intervento statale nell’economia, Mercato Europeo Unico= standard comune per commercio senza barriere per una serie di merci, servizi, flussi finanziari e circolazione dei lavoratori con un tribunale sovranazionale (Corte di Giustizia), Collasso dell’Impero Sovietico= Russia e altre nazioni dell’Europa centrale e orientale aderiscono al mercato, La Cina, pur mantenendo formalmente un’economia da stato socialista, entra nell’economia di mercato.

Alexa Maria Venturi

Usa e GB avevano iniziato la deregolamentazione del sistema finanziario globale incoraggiando pratiche finanziare irresponsabili che nel 2008 hanno condotto gran parte del mondo a una grave crisi finanziaria.  Attività ad alto valore aggiunto e servizi difficili da importare (salute, istruzione, ristoranti, negozi al dettaglio) nei paesi ricchi, nei pasi poveri (Cina, India, ecc.) prevaleva attività manufatturiere e d’estrazione con aumento delle entrate nazionali e sviluppo di un’ampia classe media. Crisi finanziaria (incosciente deregolamentazione del settore finanziario), aumento delle migrazioni (lavoratori delle multinazionali), migrazione massiccia dall’Europa centrale e orientale, con economie protezionistiche di stampo socialista, ai paesi più ricchi dell’Europa occidentale. UTILI E PERDITE DELLA GLOBALIZZAZIONE + CINA E ALTRI PAESI IN VIA DI SVILUPPO (es: INDIA) = aumento ricchezza complessiva e calo della povertà, aumento aspettativa di vita alla nascita, aumento scolarizzazione, impatto importante sulla produzione mondiale di acciaio (maggior parte della produzione di acciaio è comunque rivolta al mercato interno), - CINA= aumento importazioni dal resto del mondo, distribuzione diseguale della ricchezza, forte inquinamento atmosferico, calo del tasso complessivo d’occupazione +PAESI AVANZATI= aumento della produttività, crescita del tasso di occupazione delle donne, continuo incremento nei tassi di scolarizzazione, tasso complessivo di occupazione in UE aumentato nonostante le due crisi finanziarie 2008/2010. - PAESI AVANZATI= calo dell’occupazione nel settore dell’acciaio (dovuta più all’aumento della produttività delle industrie automatizzate che alla globalizzazione e al primato cinese), calo dei tassi di occupazione complessivi dall’inizio degli anni Novanta (soprattutto per gli uomini), condizioni di lavoro precarie, lavori temporanei e contratti poco sicuri, alto numero di giovani disoccupati o non impiegati nello studio e nella formazione, alto tasso di stress fisico e mentale legato al lavoro ne...


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