Commento Invernale - APPUNTI PDF

Title Commento Invernale - APPUNTI
Course Lingue e culture per il turismo
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

APPUNTI...


Description

INVERNALE “…cri…i…i…i…icch”… l’incrinatura il ghiaccio rabescò, stridula e viva. “A riva!” Ognuno guadagnò la riva disertando la crosta malsicura. “A riva! A riva!…” un soffio di paura disperse la brigata fuggitiva “Resta!” Ella chiuse il mio braccio conserto, le sue dita intrecciò, vivi legami, alle mie dita. “Resta, se tu m’ami!” E sullo specchio subdolo e deserto soli restammo, in largo volo aperto, ebbri d’immensità, sordi ai richiami. Fatto lieve così come uno spetro, senza passato più, senza ricordo, m’abbandonai con lei nel folle accordo, di larghe rote disegnando il vetro. Dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più tetro… dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più sordo… Rabbrividii così, come chi ascolti lo stridulo sogghigno della Morte, e mi chinai, con le pupille assorte, e trasparire vidi i nostri volti già risupini lividi sepolti… Dall’orlo il ghiaccio fece cricch, più forte… Oh! Come, come, a quelle dita avvinto, rimpiansi il mondo e la mia dolce vita! O voce imperiosa dell’istinto! O voluttà di vivere infinita! Le dita liberai da quelle dita, e guadagnai la riva, ansante, vinto… Ella sola restò, sorda al suo nome, rotando a lungo nel suo regno solo. Le piacque, al fine, ritoccare il suolo;

e ridendo approdò, sfatta le chiome, e bella ardita palpitante come la procellaria che raccoglie il volo. Noncurante l’affanno e le riprese dello stuolo gaietto femminile, mi cercò, mi raggiunse tra le file degli amici con ridere cortese: “Signor mio caro, grazie!” E mi protese la mano breve, sibilando: – Vile!

L’argomento della poesia è prosastico, c’è questo incidente di percorso durante una pattinata sul ghiaccio presso il Parco del Valentino. Rispetto all’argomento prosastico cozza il tono drammatico con cui Gozzano descrive tutta la situazione. Ad un certo punto sembra che il poeta e la giovane sfidino la morte e la loro imprudenza assume quasi dei connotati pseudo-eroici. Quella dei due protagonisti sembra essere una grande impresa, in questo si riconosce un tono magniloquente che cozza con la piccolezza del gesto e riconosciamo anche il sorriso autoironico che è cifra stilistica tipica di Gozzano. Un altro aspetto da sottolineare è che tutto il testo è intessuto con continui richiami a modelli altissimi della letteratura (che si ritrovano nella Divina Commedia). Nel ghiaccio si trovano i traditori al fondo dell’inferno. L’inferno è una sorta di imbuto con i gironi… al fondo dell’inferno vi sono i traditori ed il più profondamente ubicato fra i tutti è Lucifero, angelo che ha tradito Dio. Lucifero maciulla i tre traditori per eccellenza, Bruto e Cassio, che avevano ammazzato Giulio Cesare e Giuda che ha tradito Cristo. Sopra lucifero stanno in un’immensa palude ghiacciata tutti i traditori. Nel passo in cui Gozzano dice che gli sembrava di vedere il suo corpo e quello della sua compagna sotto il ghiaccio, quasi come fossero già morti, quest’eco dantesca è assai chiara: introduce questo cozzare fra aulico e prosastico perché in realtà è inimmaginabile che i due protagonisti muoiano e nel loro caso non è stato commesso alcun peccato mortale del tradimento. D’altra parte questo riferimento serve per introdurre la nota discordante fra la piccolezza dell’atto in sé e l’elevatezza del modello letterario. A Dante fanno richiamo anche le onomatopee che descrivono il rompersi del ghiaccio, le crepe che si formano vengono definite “arabeschi”, quindi come dei disegni orientaleggianti, elemento prezioso ed anche estetizzante, perché viene descritto con attenzione alla bellezza su questi disegni sul ghiaccio. Un altro elemento di disparità fra realtà piccola degli eventi e la reazione spropositata sta anche nell’atteggiamento della donna, che continua a pattinare da sola e alla fine

della poesia si dirige verso il poeta fingendo di porgergli la mano e gli lancia con disprezzo un insulto, cioè gli dice che egli è stato un vile, un vigliacco perché l’ha lasciata da sola. Qui il gesto inizialmente è piccolo, ma poi c’è una sproporzione in cui sta l’autoironia di Gozzano. D’altra parte il personaggio stesso dell’io poetico, questo ragazzo, si comporta in maniera da mostrare una certa inettitudine, perché il ragazzo dapprima rimane con la sua compagna, poi si spaventa a morte vedendo il suo riflesso sotto il ghiaccio (facendo riferimento ai traditori danteschi) e a questo punto si ritira verso i suoi compagni. Dunque mentre la ragazza mostra una vitalità prorompente e coraggio, il protagonista manca di slancio vitale, come tanti protagonisti delle poesie di Gozzano, il Crepuscolarismo sta in questa rassegnazione, in questo non voler mai forzare i propri limiti, ma accettarli con un sorriso sempre garbato. Effettivamente il personaggio crepuscolare non può che essere più lontano rispetto al mito del superuomo dannunziano...


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