Commento libro Amanti e regine PDF

Title Commento libro Amanti e regine
Author Alice Mazzocca
Course Storia moderna
Institution Università degli Studi di Catania
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Commento libro a scelta B. Craveri, Amanti e regine. Il potere delle donne, Adelphi, 2008 L’Europa maschilista che va in scena tra il XVI e il XVIII secolo esclude le donne da tutte le attività sociali poiché considerate deboli intellettualmente, moralmente e psichicamente. Non molto tempo prima però, fino al XIV secolo, queste godevano di una certa libertà, in assenza del capofamiglia ne facevano le veci e avevano la facoltà di ereditare titoli e feudi, governando loro stesse sulle proprie terre. Anche all’interno della borghesia e nei ceti inferiori avevano avuto in passato una maggiore libertà d’azione, a cominciare dal diritto di praticare legalmente i mestieri più vari, di esercitare la carità e l’assistenza ai poveri. Tutto ciò venne meno con l’avvento del Rinascimento e con ciò la trasformazione del concetto di famiglia che veniva visto ora come le basi su cui poggiava lo Stato moderno. Basi che dovevano essere solide ed equilibrate, che non potevano essere minate dall’irrazionalità e l’incostanza che derivavano per il pensiero dell’epoca, dalla natura femminile. La donna infatti era come un angelo e un diavolo, che poteva indurre all’elevazione spirituale o alla perdizione e per poter contenere e per contenere le conseguenze delle sue azioni era considerato più prudente cancellare il suo status giuridico limitandola ad essere figlia, moglie e madre. Tutto ciò non intaccava però, per quanto limitatamente, la sua dignità come moglie sul piano materiale. All’interno del grande rinnovamento spirituale promosso dalla Controriforma, la Chiesa cattolica fu indotta ad affrontare il problema dell’educazione delle donne, elaborando una pedagogia ispirata al culto mariano con un unico obiettivo: neutralizzare la componente oscura e demoniaca della natura femminile e, prendendo a modello le virtù incarnate dalla Vergine Maria, preparare le fanciulle destinate a vivere nel mondo a realizzare felicemente la loro vocazione di mogli e di madri cristiane. In Francia non c’era distinzione di classe che potesse godere di diritti, infatti all’interno della monarchia, in virtù di un antichissimo divieto che risaliva al tempo dei Franchi, a differenza di quanto avveniva in altri paesi europei, le donne erano escluse dalla successione al trono e negli anni successivi, diversi eruditi al fine di rendere irreversibile questo decreto decisero che la figura monarchica coincidesse con quella sacerdotale. Eppure, nello stesso periodo, in Inghilterra si successero due sorelle, prima Maria Tudor e poi Elisabetta e poco distante da loro, Maria Stuarda indossa la corona scozzese. C’è però riflettere sul fatto che, per quanto le figure di spicco che prenderà in analisi Craveri abbiano lasciato un segno nella storia, ciò è avvenuto per via di una motivazione legata inevitabilmente ad un uomo, ad esempio la morte dei mariti, la minore età dei figli o i tradimenti che subivano o le rendevano protagoniste. All’interno del libro non può non spiccare la famiglia Medici grazie alla presenza di Caterina e Maria. La prima si trasferì in Francia, appena adolescente, per andare in sposa ad Enrico secondogenito di Francesco I. Quest’ultimo, con Clemente VII zio della ragazza nonché Papa, avevano interessi affinché questo matrimonio si realizzasse e consumasse, tanto che dopo la prima notte di nozze i due si recarono presso il talamo nuziale per accettarsi che i due sposi “si erano dimostrati gagliardi” al fine di dare reciprocamente garanzie circa gli impegni presi. Purtroppo però solo un anno dopo tutti gli sforzi si dimostrarono vani poiché Clemente VII venne a mancare, rendendo il destino della giovane donna apparentemente ancora più ostico di quanto non fosse stata la sua infanzia che la rese orfana in tenera età e la fece convivere con una famiglia piena di intrighi, passioni e interessi. La donna, a dispetto di quanto si pensasse, riuscì ben presto ad entrare nelle grazie di tutta la famiglia reale e ad ottenere anche il consenso del popolo. Sappiamo che era innamorata e devota al marito, che però non ricambiava tale devozione poiché totalmente affascinato da un’altra donna Diane de Poitiers, nota per la sua bellezza e scaltrezza che riuscì ad ottenere dall’uomo anche il titolo che di Duchessa. Alla morte di Enrico però la regina pretese che tutti i beni e i privilegi che il marito diede all’amante fossero restituiti e non riconobbe nemmeno il figlio che i due ebbero dalla relazione extraconiugale....


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