Commento Nude e Crudi di Sandra Puccini PDF

Title Commento Nude e Crudi di Sandra Puccini
Author Gabriele Papalino
Course Antropologia Culturale
Institution Università degli Studi della Tuscia
Pages 3
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Summary

Riassunto dell'intero volume....


Description

“Nude e Crudi: Femminile e Maschile nell’Italia di oggi” (2009, Donzelli Editore – Roma) di Alessandra Puccini A cura di Gabriele Papalino - (SCICOM-3623)

Se fossi costretto a scegliere due parole per riassumere questo testo, così, in una battuta credo le più appropriate siano: “tette e culi”, come scritto dalla stessa Autrice a pagina 85. Personalmente, ritengo che l’analisi condotta possa lasciare un ampio spazio a commenti e/o scambio di opinioni. Certamente, tratta di temi che necessitano di grande rispetto e delicatezza dato il fatto che buona parte si basa su: omosessualità, multiculturalismo e sessualità (soprattutto tra i giovani!). Per spiegarvi il mio punto di vista: Faccio parte anch’io, solamente per quanto concerne i dati anagrafici, di quella che mi piace definire: “Generazione ‘90” e devo dire che leggendo questo libro vi ho ritrovato molto della mia infanzia. Forse perché il connubio tra il fatto di provenire da una duplice realtà paesana e il periodo in cui la Lira permetteva agli Italiani di far circolare moneta, mi ha permesso di vedere più volte le mie cugine tenere in mano sia una Barbie che un Cicciobello; ed oggi, quando le vedo (o meglio, quando guardo il loro profilo di Facebook o anche sentendo i loro discorsi) noto proprio che colei che ha trascorso la sua infanzia al fianco ad una “mini-modella super-figa”, ragiona, si veste e si comporta proprio come essa; l’altra, che ogni volta che mi invitava a pranzo mi costringeva a sentire TUTTA la canzoncina della buonanotte (inventata totalmente da lei!) per far addormentare il suo bambolotto, già mi dice che con il suo fidanzato stanno cercando una casa nella quale andare a convivere, scelgono i piatti che assolutamente non potranno mancare al pranzo di nozze, fantasticano sui luoghi da visitare in luna di miele, ecc.. Ed hanno pressappoco la stessa età! Sono d’accordo sul fatto che la cultura d’oltreoceano abbia radicalmente modificato i modi di pensare, di essere e di condurre uno stile di vita molto più “swag” – nel senso che “from London to Ciconia” è un attimo: capello perfetto e fisico scolpitissimo per lui, push-up e leggins per lei. Ma magari ci si fermasse solo a questo! Ciò che, anche grazie all’esperienza erasmus, ho avuto modo di notare, è che tant-I e tant-E, per moda, arrivano anche a “giocare” con cose più serie: “diete ad hoc” alimentazione “Bio” (che quanto “Bio” sarà… Chi è che lo sa?!), spesse volte ritrovandosi di corsa all’ospedale perché si ingeriscono pochi carboidrati o troppi zuccheri di quanti tollerati dal nostro organismo. Ma perché lo si fa? Perché oggi fa “pandan”, è “chic”, è “new”: tutti mangiano cotoletta&patatine, invece la ragazza salutare che alle 06:30 fa colazione con il muesli e l’avena tira di più (poi però la porti a cena e non sta più a dieta!) ma per farsi accettare si è disposti anche a questo. Poi, oltre al fatto che nel 2017 prendiamo per oro colato tutto ciò che la “scatola parlante” ci riporta, un aspetto toccato poco ma molto presente nel femminile e maschile dell’Italia (ma non solo) di oggi è l’alcolismo (unica fonte: pagina 20).

Sembrerebbe che mi contraddico con ciò che ho appena scritto sopra, ed infatti è così! Ma perché non tutti decidono di seguire la moda del Wellness, dell’Healty Food & Healty Life dato il fatto che nessuno ci impone un’unica moda da seguire. Quello dell’alcolismo è, però, un fattore molto presente sulle TV che influenza molto anche i più piccoli: eh sì, perché già dai cartoni animati ( “I Simpson”, “Futurama”, “I Griffin”, ecc…) vediamo Homer, Bender e Peter che si concedono spesso e volentieri una birra (talvolta eccedendo pure!) ed essendo programmi che vanno in onda in primo pomeriggio, non credo sia un aspetto educativo per i bambini. Riagganciandomi a “aspetto educativo”, la seconda parte del libro tratta di un argomento che ritengo sia opportuno trattare con i bambini della fascia di età di 8-9 anni per le bambine e 10-11 anni per i maschietti, certo non nel modo in cui è trattato nel libro ma brevi cenni sulla sessualità in età pre-matura posso aiutare l’individuo a maturare e crescere secondo coscienza. Poi certo, dipende anche molto dalla predisposizione della persona ma se tra genitori ed apparato scolastico si riuscisse a produrre un buon grado di informazione, ritengo possa essere un metodo efficace per prevenire futuri problemi e/o complicazioni. La mia infanzia, per esempio, ne è testimonianza: ricordo che la scuola organizzò diverse sedute con sessuologi e dottori esperti della materia; noi bambini, disposti a cerchio intorno al dottore esponevamo i nostri dubbi nella speranza di ricevere risposte esaustive. Vedendo le generazioni successive alla mia, posso dedurre palesemente che non è stata elargita lo stesso tipo di educazione. Questo, comunque, è un altro discorso. Nel libro “Nude e Crudi” viene ripetuto più volte il concetto di donna-oggetto (prima volta, pagina 82, se non vado errato), il fatto che certe pratiche sessuali “fuori dalla norma” fino a 40-50 anni fa non venivano praticate perché considerate eresie, in un’epoca fortemente segnata dal carattere religioso. Con quale coraggio, oggi, si cerca di spiegare queste cose alle nuove generazione? Alla Generazione Del Nuovo Millennio?! Non ci si riesce. E sapete perché? Perché con internet, già a 12 anni, sui telefonini cominciano ad essere presenti i primi video pornografici magari anche dell’amichetta o l’amichetto con cui fino a 3 ore fa si stava in aula ma, di certo, di cui il bambino consumatore/spettatore non sa nemmeno l’ombra di ciò che sta guardando. A quest’età, oggi, sembra che i ruoli si siano invertiti: si consuma il primo atto sessuale giovanissimi ma ci si fidanza ufficialmente/sposa tardi – questa è la tesi sostenuta nell’opera. Fino a trenta anni fa questa cosa era impensabile. Perché siamo cambiati così tanto ed in così poco tempo? Probabilmente perché ci siamo tramutati in una società dei consumi in cui anche l’atto sessuale è da consumare, e presto! Vorrei porre, inoltre, l’attenzione anche sul paragrafo “2. Rispecchiamenti” (pagina 8) dove si da ragione al fatto che sembra proprio che in molti ambiti (se non tutti) della vita sociale ciò che piace agli altri, ce lo facciamo andar bene anche a noi; anche se, magari, inizialmente quella scelta non ci sembrava la più giusta da compiere. Nel 2017, ma già da un po’ oramai, c’è poca personalità individuale a fronte di un’affermata personalità pubblica. Tutto ciò è rafforzato dall’avvento delle nuove tecnologie (informatiche, naturalmente): internet e gli smartphone. Con quest’ultimi oggetti ed una banalissima connessione alla rete tutti siamo autori e protagonisti della nostra storia: tant’è che prima snapchat, poi instagram, facebook ed addirittura, anche se per pochi giorni, whatsapp ci hanno dotato di questo “utile strumento” con il quale condividere con il mondo le nostre esperienze, le nostre giornate, le nostre emozioni. Il problema è quando arriviamo ad utilizzare le “reazione ai post” come strumento per valutare se ciò che abbiamo pubblicato piace o meno; se non piace perché, per quale motivo; insomma se

controlliamo, cioè, le reazioni ai post costantemente come se fossimo degli assetati di like e cercassimo compiacimento da parte dei nostri simili. «In un quindicennio la qualità della nostra vita si è degradata […] - e senza che ce ne rendessimo subito conto – queste immagini hanno finito col modificare la visione del mondo.» (Prologo – XVI) Per quanto riguarda la femminilizzazione dell’uomo e la mascolinità della donna e, connesso ad esso, il relativo annullamento di differenze culturali, che dire?! Ci siamo proprio! Non solo compaiono riviste per uomo che toccano (oltre al sesso, calcio e motori) tipici argomenti femminili: gossip, salute, ecc.. Ma non sottovalutiamo gli uomini che cominciano ad effettuare trattamenti estetici, massaggi terapeutici e chi più ne ha, più ne metta! «Consumismo […] esibizionismo egocentrico […] a segnare questo nuovo secolo […] senza memoria […].» (Pagina 75) Altre tre frasi che mi hanno colpito particolarmente sono state: «Femmine e maschi sono sempre più distanti dai loro genitori. […] Forse anche perché la società sembra essere incapace d offrire alle giovani generazioni alternative accattivanti […].» (Pagine 56-57) «Cultura da mass media [...] nutrita poco dalla scuola […] e molto dalla televisione.» (Pagina 54) «Le statistiche rivelano che l’obesità è in aumento tra i giovani e che gli anziani sono la parte più numerosa della popolazione.» (Pagina 72) Per concludere, ecco delineate le caratteristiche della Neo-Generazione Italiana: Standardizzati, ignoranti, senza futuro, grassi e vecchi. Mentre a noi della “non-più-nuova”, ci è rimasto da apprendere dalle generazioni più antiche delle nostre mentre osserviamo, basiti, la crescita delle recenti. N.B. Credo sia molto importante sottolineare che gli stereotipi disegnati lungo questo commento sono generalizzanti e con ciò non sto condannando l’emergere di nuovi cervelli in grado di sollevare l’Italia fino a ri-portarla «ai tempi d’oro». Anzi: magari! Grazie....


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