Confronto Ponyo - La sirenetta PDF

Title Confronto Ponyo - La sirenetta
Author Daniele Macchia
Course Letteratura Italiana
Institution Libera Università di Bolzano
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Summary

Confronto fra la fiaba di Andersen: "La Sirenetta" e il lungometraggio di Miyazaki: "Ponyo sulla scogliera"...


Description

“La Sirenetta” e “Ponyo sulla scogliera”: due storie a confronto. Introduzione Nel 2008 esce nelle sale cinematografiche giapponesi il tanto atteso film d’animazione Ponyo sulla scogliera diretto da Hayao Miyazaki, regista, sceneggiatore e fumettista di fama internazionale. La storia narra le avventure di Ponyo, una pesciolina rossa che vive nelle profondità dell’oceano, e Sosuke, un bambino di 5 anni che vive in una casa in cima a una scogliera. Una mattina Ponyo, scappando dal padre Fujimoto, resta incastrata in un vasetto di marmellata ma viene portata in salvo dal piccolo Sosuke, che le promette di prendersi cura di lei. Ponyo desidera diventare umana, e, dopo aver superato numerose peripezie, grazie al forte legame di amicizia creatosi con Sosuke, riuscirà nel finale a realizzare il suo sogno. Guardando il film per la prima volta, viene quasi naturale metterlo a confronto con la fiaba della sirenetta, anch’essa abitante dell’oceano e con il desiderio di diventare un essere umano. Le somiglianze sono tante, ma sono presenti anche molteplici differenze che analizzeremo nei paragrafi successivi. Il film ha partecipato alla 65° mostra del cinema di Venezia, ottenendo consensi positivi da tutti i critici e ha vinto il premio come miglior film d’animazione ai Japan Academy Awards.

Due epoche storiche a confronto Cominciamo analizzando le differenze più evidenti. Ponyo sulla scogliera è un film d’animazione prodotto dallo Studio Ghibli nel 2008, scritto e diretto da Hayao Miyazaki, all’epoca sessantasettenne. Per l’autore, già conosciuto in tutto il mondo, si tratta del decimo lungometraggio. Il film ha una durata di 100 minuti e tutti i disegni, oltre 170.000, sono stati realizzati a matita, alcuni dallo stesso regista. Miyazaki nasce nel 1941 a Tokio, cresce quindi nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale vive una vita agiata, fonte di disagio nei confronti delle vittime del conflitto. Il periodo storico in cui cresce influenza le sue produzioni, in particolare nella scelta dei temi che affronta: fra questi il pacifismo, il contatto uomonatura, l’uguaglianza, la difesa del sistema ecologico, il rispetto di sé, degli altri e del mondo naturale. La forma privilegiata dall’autore per raccontare storie è quella del manga, poi trasportato sul grande schermo come anime. È quindi molto importante, oltre che alla storia in sé, anche l’elemento visivo. La Sirenetta è una fiaba scritta da Hans Christian Andersen nel 1837, all’età di 32 anni. L’autore è ancora nel momento iniziale della sua produzione artistica, che andrà avanti fino al 1875, data della sua morte. Andersen nasce nel 1805 a Odense, in condizioni di discreta miseria. Il padre prende parte alle campagne militari napoleoniche e muore nel 1816 lasciando il giovane Andersen a sé stesso. Questi eventi contribuiscono allo sviluppo della personalità dell’autore, il quale verso la fine degli anni 20, dopo aver concluso gli studi, comincia la sua attività artistica.

Le forme privilegiate dall’autore per raccontare storie sono il teatro, la prosa, i romanzi, le fiabe e le poesie. Non mancano però anche autobiografie, scritti satirici, articoli e lettere. Le prime differenze sono dunque ad un livello macro: gli artisti vivono in epoche storiche differenti, in luoghi del mondo opposti e di conseguenza, molte tematiche affrontate da un autore, non persistono nemmeno nell’epoca dell’altro. Nell’opera di Miyazaki, per esempio, è presente una forte critica all’inquinamento degli oceani da parte dell’uomo in tutto il racconto, all’inizio, quando Ponyo resta incastrata in un vasetto di marmellata, e successivamente, con la figura di Fujimoto, di cui parleremo meglio in un paragrafo successivo. L’appartenenza ad epoche spaziotemporalmente differenti influisce anche sul mezzo di trasmissione e sul target. La storia di Andersen è espressa originariamente in forma scritta, una fiaba rivolta a un target vario, in un’epoca in cui la letteratura per l’infanzia è ancora ai suoi primi passi. L’istruzione infatti non è accessibile a tutti, l’analfabetismo dilagante, e l’audience è di conseguenza relativamente bassa. Nonostante ciò, la storia della sirenetta è riuscita ad ottenere negli anni un enorme successo ed è stata successivamente riadattata a un target più ristretto ma, grazie all’alfabetizzazione, anche più numeroso: quello dell’infanzia. È quindi entrata a far parte dei racconti tradizionali occidentali, subendo però una drastica modifica della trama, e quindi del possibile messaggio che l’autore voleva trasmettere nella versione originale; ricordo quasi con sgomento il momento in cui scoprii che il cartone Disney con cui ero cresciuto raccontava in realtà una versione soft di una fiaba molto più tetra e senza lieto fine. La storia di Miyazaki invece, ha avuto la possibilità di essere subito trasmessa sul maxischermo; questo ha permesso di raggiungere un’audience enormemente più vasta in un tempo estremamente minore (La Sirenetta, per raggiungere l’audience che Ponyo sulla scogliera ha raggiunto in un mese, ha impiegato diversi anni), oltre che, grazie alla globalizzazione, più internazionale e diversa. Il target principale resta comunque l’infanzia, forse addirittura una fascia più ristretta rispetto a quella de La Sirenetta visto che i protagonisti Ponyo e Sosuke hanno 10 anni in meno rispetto a quest’ultima. Nonostante ciò, Miyazaki non trascura nemmeno la fascia adulta, alla quale vorrebbe far sperimentare un ormai perduto contatto con il mondo e con la natura, inserisce quindi dei temi (per esempio quello dell’inquinamento, o del rapporto genitore-figli) che possano catturare l’attenzione dei più grandi. Altri elementi invece, nonostante la già citata distanza spazio-temporale, influenzano la vita di entrambi. Prendiamo come esempio la guerra: per Andersen, l’arruolarsi del padre con l’esercito di Napoleone, determina la fine di un periodo relativamente tranquillo e l’inizio di un periodo di grande solitudine e indipendenza. Miyazaki invece, anche se non direttamente coinvolto nella Seconda Guerra Mondiale, vive con le conseguenze enormi che il conflitto ha portato al suo paese. Entrambi gli autori, anche se in maniera differente, sono quindi influenzati da conflitti sui quali non hanno alcun potere, e fanno sentire la propria voce in maniera velata con la scrittura da una parte e con l’animazione dall’altra. Un ultimo elemento comune fra epoche differenti, almeno per quanto concerne il possibile impatto sulla stesura de La Sirenetta e Ponyo sulla scogliera, è il mare: entrambi gli autori infatti hanno vissuto in città che si affacciano su queste enormi distese d’acqua.

Trama e analisi dei personaggi principali La fiaba di Andersen racconta la storia della più giovane e bella delle figlie del Re del Mare. La piccola sirenetta desidera molto vedere il mondo degli umani e all’età di 15 anni, come da tradizione, le viene concessa un’escursione sulla superficie dell’oceano. Di notte, scorge in lontananza una caravella, sulla quale intravede un principe bellissimo; a causa di una tempesta però, viene scaraventato in mare, ma viene portato in salvo dalla sirenetta, che si innamora di lui. Dopo averlo adagiato su una spiaggia è costretta ad allontanarsi perché la sua coda di pesce le impedisce i movimenti sulla terra ferma. Il principe verrà ricoverato da una passante, che si scoprirà poi essere la figlia di un re di un paese vicino. Intanto la sirenetta, tornata nelle profondità dell’oceano, comincia ad essere triste e malinconica. La nonna le rivela la possibilità di parlare con una strega, che le avrebbe permesso di vivere sulla terra ferma. La strega trasforma così la sirenetta in una ragazza, ma con delle conseguenze: in cambio delle gambe, prende la voce della principessa del mare, e la avvisa che non potrà più diventare una sirena, i suoi piedi saranno doloranti e sanguineranno ad ogni passo, e, se il principe di cui si è innamorata amerà un’altra donna, lei morirà. La sirenetta decide comunque di accettare e si dirige verso la spiaggia dove rincontra il principe che la riporta al castello, ma la ama come se fosse una sorella o un’amica, e alla fine, decide di sposare la principessa del paese vicino. La sirenetta non può vivere senza amore. Prima di entrare in mare, dove ormai avrebbe perso la vita, incontra le sorelle, che le dicono di aver fatto un patto con la strega per salvarle la vita: se lei avesse ucciso il principe, avrebbe potuto ottenere nuovamente la sua coda e ritornare a casa. La sirenetta però non accetta, e, grazie alla compassione delle figlie del vento, viene portata in cielo, da dove veglierà e proteggerà la giovane coppia, testimone della felicità che non aveva potuto avere. Il film di Miyazaki racconta la storia di Brunilde, una pesciolina rossa che vive insieme alle sorelle e al padre, un mago/scienziato un tempo umano, nelle profondità dell’oceano. Un giorno Brunilde, allontanatasi dalla sua famiglia, si ritrova incastrata in un barattolo di vetro sulla riva di un piccolo paese, dove viene salvata da Sosuke, un bambino di 5 anni. Sosuke, rompendo il barattolo con una pietra, si ferisce, ma la pesciolina, leccandolo, lo fa guarire all’istante. Il bambino le promette di proteggerla e la battezza con il nome Ponyo. Il padre Fujimoto però, con l’aiuto degli spiriti delle onde, riesce a recuperarla. Brunilde litiga con il padre, e gli dice di volersi chiamare Ponyo e di voler diventare una bambina. Usando la sua magia, e grazie alle gocce di sangue umano che aveva ingerito, inizia a trasformarsi in un essere umano, ma il padre blocca la sua metamorfosi ed esce a chiamare la madre di Ponyo, la Dea della Misericordia. Ponyo, aiutata dalle sorelle minori riesce a scappare e assumere una forma umana, ma l’enorme quantità di magia utilizzata crea una squilibrio nel mondo, causando tsunami e ricoprendo le città di acqua. Arrivata sulla terraferma incontra nuovamente Sosuke, che, felicissimo di vederla, la ospita a casa sua. La madre di Sosuke, Risa, si allontana per dare aiuto alla casa di riposo in cui lavora. I bambini, una volta svegli, si accorgono che la maggior parte della terra intorno alla casa è stata ricoperta dall’oceano, decidono quindi di andare a cercare Risa, su una barca giocattolo trasformata da Ponyo in un’imbarcazione che riesce a trasportarli. Intanto Granmamare, la madre di Ponyo, parla con Fujimoto, e gli rivela che, se Sosuke riuscirà a superare un test, Ponyo potrà vivere per sempre come un essere umano (perdendo la sua magia), e l’ordine del mondo sarà ripristinato. Dopo svariate peripezie, i due bambini riescono a trovare Risa insieme agli abitanti della casa di cura, Fujimoto, e Granmamare. Quest’ultima chiede a Sosuke se è in grado di amare Ponyo, sia nella forma di pesce che nella sua forma umana. Sosuke risponde che ama

tutte le versioni di Ponyo. La madre della pesciolina le domanda allora se è disposta a rinunciare ai suoi poteri per restare umana. Ponyo è d’accordo, e viene riportata sulla terra da Sosuke che baciandola, completa il processo di trasformazione e ristabilisce l’ordine della natura. Come si può osservare da un rapido confronto delle trame, le storie presentano diverse analogie, ma anche molte differenze. Partiamo con un’analisi delle due protagoniste. Da una parte abbiamo la sirenetta, una ragazza in piena adolescenza, senza poteri magici, ultimogenita di sei sorelle. Dall’altra abbiamo Ponyo, una bambina di appena cinque anni che sa fare magie, ed è primogenita di una famiglia estremamente numerosa. La differenza fra le due non sta solo nell’età, ma anche nel fatto che una è una sirena, mentre l’altra è per metà umana, e per metà pesciolina rossa; inoltre, nella storia di Andersen, non verrà mai rivelato il nome della principessa, mentre in quella di Miyazaki è possibile scegliere fra ben due nomi: Brunilde o, come preferito dalla protagonista, Ponyo. Troviamo invece una similitudine nel lignaggio delle due abitanti del mare: una, è la figlia del Dio del Mare, mentre l’altra della Regina dell’Oceano, entrambi personaggi divini e altolocati. Nonostante ciò, vivono una vita completamente differente: la prima cresce a corte come principessa, la seconda, vive una vita normalissima, in un sottomarino con il padre e le innumerevoli sorelle. È interessante la scelta dei personaggi da parte di entrambi gli autori; sia Andersen (Pollicina, la principessa sul pisello, la piccola fiammiferaia etc.) che Miyazaki (Nausicaa, Totoro, La città incantata etc.) prediligono ritrarre il sesso femminile nelle loro opere, e lo fanno sia con la scelta dei personaggi principali, che con quella dei secondari. In entrambe le storie infatti non solo le protagoniste sono femmine, ma anche molti altri personaggi fondamentali: nessuna delle due ha fratelli maschi, nonostante la fratria particolarmente numerosa (o quanto meno questi non vengono menzionati nella storia) e anche i personaggi che possiedono il potere decisionale riguardo alla sorte delle protagoniste sono donne: da un lato la strega che fa perdere la coda alla sirenetta, e dall’altro la madre di Ponyo, che le permette di trasformarsi in umana. Prendiamo in considerazione altre coppie di personaggi che possono essere messi a confronto. Sosuke è un bambino di età prescolare, ma nonostante ciò è in grado di prendersi un impegno gravoso e difficile, ossia quello di proteggere la figlia della regina dell’oceano, riuscendo a portarlo a termine senza gradi difficoltà. Il piccolo è una persona gentile e disponibile, e farebbe di tutto per salvare la sua amica. Il principe de La Sirenetta, che festeggia il suo sedicesimo compleanno, non viene descritto in maniera approfondita se non per la sua bellezza fisica ed eleganza, ma si può dedurre sia anch’esso una persona cortese e affidabile: porta infatti una sconosciuta muta trovata sulla spiaggia a corte, dandole un posto in cui vivere, si confida con lei e la tratta come se fosse di famiglia, anche se è in realtà innamorato di un’altra ragazza, quella che l’ha ritrovato sulla spiaggia dopo la tempesta. La principale differenza con Sosuke sta quindi nell’età, ma anche nel rapporto e nel sentimento che i due provano nei confronti delle protagoniste: Sosuke è innamorato di Ponyo, o quanto meno ha un rapporto di amicizia molto profondo con lei visto che comunque si tratta di bambini di 5 anni; il principe invece vuole bene alla sirenetta,

ma la vede più come una sorella che come una possibile sposa, a causa anche del fatto che, avendo perso la voce, non può parlargli e rivelargli di averlo salvato lei dalla tempesta. Questo è un po’ quello che traspare dalle due storie, in particolare, per quanto riguarda il film di Miyazaki, il bacio finale sembra chiarire la volontà dell’autore di vedere in un futuro prossimo i due protagonisti come una coppia, avrebbe altrimenti potuto utilizzare un qualsiasi altro espediente per concludere la trasformazione di Ponyo. Nella sirenetta invece, il principe sposerebbe la protagonista come seconda scelta, e solo nel caso in cui non incontrasse più la donna di cui è veramente innamorato. Un altro elemento comune fra i due racconti è l’assenza di una vera e propria figura antagonistica. Nella fiaba di Andersen, il personaggio che più vi si avvicina è quello della strega, che non è però veramente cattiva: nonostante viva in un posto oscuro, difficilmente raggiungibile e abbia una aspetto poco gradevole, offre favori a chiunque sia disposto a pagarla con qualcosa a cui tiene particolarmente; tutte le persone che scendono a patti con lei non sono obbligate a fare nulla, e sono coscienti di quello che stanno facendo. E pensandoci bene, scambiare la propria voce con la possibilità di ottenere un’anima e quindi una vita eterna, non è nemmeno un prezzo così terribile. In aggiunta, permette alla sirenetta di tornare sui suoi passi, certo con un sacrificio impossibile, ma non dimentichiamoci che stiamo comunque parlando di una strega. In Ponyo sulla scogliera, la parte dello pseudo-antagonista è svolta da Fujimoto, che, se analizziamo più approfonditamente, non è altro che un padre particolarmente apprensivo. Il personaggio infatti non si dimostra cattivo ma anzi, alla fine stringe pure la mano a Sosuke e gli affida la cura della figlia. Certamente ha delle maniere un po’ brusche, in particolare quando torna a catturare Ponyo e prova a impedire la sua metamorfosi, ma cerca di farlo per il suo bene. Il suo scopo infatti è quello di proteggere Ponyo e le sue sorelline dagli umani, che hanno distrutto il mare. Miyazaki, attraverso la figura di Fujimoto, critica continuamente i danni ambientali causati dall’uomo al mare e ai suoi abitanti, e lo trasforma quasi in un paladino un po’ estremista della pulizia degli oceani. Come la strega de La Sirenetta, anche lui ha dei poteri, è uno stregone, e sembra che una volta fosse umano e adesso si sia trasformato in un ibrido che sott’acqua deve vivere in una bolla, e sulla superficie deve bagnarsi i piedi per non disidratarsi. Anche la madre di Ponyo, regina dell’oceano, può essere avvicinata alla figura della strega: è lei infatti che rende possibile la trasformazione di Ponyo, e, come la strega, chiede in cambio qualcosa di molto caro alla pesciolina: la sua magia. Arriviamo infine a un ultimo elemento comune: quello delle sorelle. Come dicevamo prima, in entrambe le storie sono tutte di sesso femminile e sono aiutanti delle protagoniste: quelle della sirenetta vendono addirittura le proprie lunghe chiome alla strega per avere una possibilità di salvarle la vita, quelle di Ponyo invece, la aiutano in svariate situazioni a sfuggire dal padre. Le tematiche affrontate Nell’ultimo paragrafo di questa analisi, metterò a confronto alcune delle tematiche affrontate dagli autori. Fra quelle comuni troviamo quella della tempesta, nella fiaba de La Sirenetta limitata al momento dell’incontro fra i due protagonisti, in Ponyo presente un po’ durante tutto il corso del film, ma principalmente nella parte iniziale quando scappa dal padre Fujimoto.

Troviamo poi il tema della magia: nella storia La Sirenetta, è racchiusa nella figura della strega che la utilizza per garantire favori, ovviamente in cambio di qualcosa, ai personaggi. In Ponyo sulla scogliera invece è molto più estesa: la figura magica per eccellenza è la madre di Ponyo, che ha il potere di governare il mare e ristabilire lo status quo alla fine della storia. È in grado di fare magie anche Fujimoto, che all’inizio della storia sembra stia creando pesci, e successivamente scopriamo che è in grado di comunicare con il mare, facendosi aiutare dalle onde per catturare Ponyo. Inoltre, come la strega, sembra possedere diverse pozioni magiche. Infine, anche la protagonista è in grado di compiere piccole magie: riesce a curare la ferita di Sosuke, a trasformarsi in un pesce e a ingrandire l’imbarcazione con la quale andranno alla ricerca di Risa. Per fare magie quando è in forma umana è necessario però che regredisca a uno stadio intermedio di pesce/umano. Passiamo ora al tema del sacrificio. In entrambe le storie le protagoniste devono sacrificare qualcosa di importante per poter realizzare il proprio desiderio, quello di diventare umane. La sirenetta rinuncia alla voce e accetta un futuro di dolore pur di poter ottenere un paio di gambe. Il sacrificio di Ponyo invece, passa anche attraverso la figura di Sosuke: non è infatti abbastanza la rinuncia alla magia della protagonista, ma, per realizzare il suo desiderio, è anche necessario che l’animo di Sosuke non tentenni; e se il bambino non sarà deciso ad accettare Ponyo in ogni sua forma, così come se il principe non amerà la Sirenetta ma un’altra ragazza, entrambe sono destinate a morire e a diventare schiuma di mare. Analizziamo infine il tema dell’amore. Nella fiaba di Andersen sono presenti diversi tipi di amore: quello della sirenetta verso il principe, un amore a 360 gradi, così forte che la protagonista è pronta a sacrificare la propria vita per lui; quello del principe verso la sirenetta, che è invece più simile ad una grande amicizia, senza secondi fini e quello delle sorelle, che sacrificano le proprie chiome per aiutare l’ultimogenita. L’amore non corrisposto è purtroppo la causa principale di un finale negativo che lascia il lettore contemporaneo, abituato ai lieti fini totali, un pochino sorpreso. Viene anche toccato il tema della speranza, con la possib...


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