Contesti educativi per il sociale PDF

Title Contesti educativi per il sociale
Author Nunzia Russo
Course Pedagogia generale
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Pages 20
File Size 253.5 KB
File Type PDF
Total Downloads 39
Total Views 141

Summary

Riassunto del libro Contesti educativi per il sociale ...


Description

INTRODUZIONE Attenzione ai ruoli e alle funzioni svolte dai professionisti impegnati nell'educazione Come riferimento principale EDUCATORE SOCIALE Finalità proporre una serie di approcci e strategie contestualizzate finalizzata al benessere della comunità mettendo in evidenza intercasualità dinamica tra programmazione/conduzione/valutazione dell'azione educativa PRIMA PARTE /PROGETTUALITA' E RESPONSABILITA' EDUCATIVE CAPITOLO 1 EDUCAZIONE TRA EMERGENZA E UTOPIA Nel Report di Lisbona 2000 UE ha messo in evidenza urgenza di investire risorse su tandem CONOSCENZA/FORMAZIONE in quanto sta aumentando il divario tra colti/incolti, rischiando di rendere cronici e incurabili sia l'analfabetismo (sud del mondo) che il neo-analfabetismo ( di ritorno Nord del mondo). La conoscenza va considerata da ogni stato come • capitale socio-economico poiché affidabilità e competitività di un paese dipendendono dalla sua conoscenza diffusa . Quindi scolarizzazione di massa ( democratizzazione istituzionale quindi diritti scuola per tutti/ modernizzazione culturale diritto di tutti alla conservazione e qualità di conoscenza lungo arco di vita) • capitale umano in quanto conoscenza concorre alla costruzione di persona equipaggiata di valori civili e morali quindi palestra di democrazia sociale e officina di coesione sociale Quindi conoscenza come bene immateriale necessario sia per il sistema economico , sia per la modello di vita sociale ( coesione sociale), sia per modello esistenziale (soggetto persona contro all'avvento del soggetto massa) Quindi formazione in tandem con conoscenza occupano pennone più alto nel processo di sviluppo società, formazione intesa sia come longitudinale (lifelong education) sia trasversale ( sistema formativo integrato interconnesione tra tutti i luoghi della formazione scolastica ed extrascolastica), una sorte di croce che in sede europea è stata chiamata DIAMANTE (risorsa umana ed educativa oltre che economca e sociale di ogni paese) costituita da: formazione scolastica formazione universitaria formazione extra-scolastica formazione permanente Due ideali educativi di fondo: 1. formazione democratica/per tutti lungo l'arco di tutta la vita 2. che garantisca cultura ossia un'elevata qualità sia come alfabetizzazione primaria sia come alfabetizzazione secondaria (esogena ed endogena, forma mentis, formare “teste ben fatte” consentire una personalizzazione del consumo unico modo per salvarsi dall'omologazione nel soggetto-massa della globalizzazione culturale pilotata dal consumismo) Le frontiere avanzate della pedagogia europea sul piano epistemologico considerano il soggetto/persona equipaggiato di ATTI DI SCELTA, ossia dotato di libertà esistenziale e autonomia intellettuale, con reciproca integrazione tra esperienze soggettive e oggettiva (da Bertin 1968). Immagine di un uomo /donna copernicana, in cui la pedagogia è saldamente ancorata a due ideee dell'educazione: • idea di CULTURA che possa esplorare ma anche sfidare andare oltre e contro • idea di VALORE umanità costruisce le proprie opzioni morali e ideali DENTRO ALLA STORIA A partire da queste due ineludibili idee la persona si autentica con la propria autonomia di pensiero, vivendo le sue contraddizioni : PERSONA/VALORE dalla cifre MULTIDIMENSIONALI con interazione e trasversalità delle dimensioni affettiva, corporea, cognitiva, etico sociale, assiologica. Nell'attuale società capitalistica rischia la scomparsa simbolico e culturale delle prime età della vita

gettate anzitempo nel consumismoe nella cultura mercantile. Siamo in un mondo oggettivizzante che nega sempre più ossigento alla singolarità, per tendere all'asservitismo esistenziale ed alla manipolazione del soggetto-massa. Da qui la notevole attualità storico-culturale della Pedagogia europea che aspira alla riabilitazione dell'originalità della singolarità e della solitudine del proprio sentiero esistenziale. LOTTARE CONTRO IL DISIMPEGNO E IL CONFORMISMO INTELETTUALE. Quindi pedagogia europea dà interpretazione multidimensionale ed ecosistemica alla vita personale, tali teorie si identificano con un progetto formativo “integrale”che riannodi le pluralità. Le teorie dell'educazione si pongono quindi come orizzonti ideali di progettazione, paradigmi ermeneutici orientati verso il futuro. Dispositivo euristico, dinamico trasfigurativo quindi critico/utopico. Critiche più comuni a tali teorie mancanza di riflessione epistemologica: hanno al centro persona occidentale “mascio bianco sazio-ricco” necessaria una rifondazione andare verso l'inedita MULTICULTURALITA', verso la diversità e la complessità, arrivando a delle ibridazioni espistemologiche contaminazione culturali, forme di metissagè Obiettivo divenire PEDAGOGIA IBRIDA E MULTIETNICA quindi antropologica /universale. La sua meta dovrebeb essere educare ad una PAIDEIA che perseguisca ideale di coscienza individuale e coscienza collettiva entrambre orientate al futuro CAPITOLO 2 PROFESSIONI EDUCATIVE PER IL SOCIALE Professioni per il sociale in senso generale lavorare con e per l'uomo/ attraverso e nel gruppo. Gruppo inteso sia come luogo/soggetto/metodo per la costruzione identità, appartenenza e competenze. Lavorare nel sociale significa lavorare in contesti già caratterizzati da dinamiche intra/inter istituzionali (lungo un continuum di formalizzazione). Aspetti fondamentali progetti educativi nel sociale COMUNICAZIONE Concezione relazionale e sistemica cambiamento, dove la comunicazione scandisce i confini tra io e mondo, cambiamenti avvengono sempre attraverso e con la comunicazione. Professionista sociale deve: • progettare micro/microcontesti di relazioni riparative,curative, rafforzative ( empowerment) • rafforzare l'appartenza e la cittadinanza attiva • negoziare progetto e contratto educativo condiviso sia con equipè che con utente SET-SETTING Set-setting insieme della dimensioni sia statiche (set) che dinamiche (setting) che sono la base della cornice, campo fisico e mentale co-costruito insieme tra educatori e utenti • organizzazione servizio (ambienti, spazi, metodi, tempi,ruoli) • progetto educativo (obiettivi, destinatari,attività svolte...) • regole d'interazione (universali o meno) e contratto comunicativo del contesto (contesto psico-sociale condiviso) • cultura organizzativa (mission e governance organizzazione, formazione operatori, gestione potere...) Utilizzo metafora del fiume, dove una struttura residenziale è il letto del fiume, gli argini sono il set-setting, e gli utenti gli affluenti. Educatori ha il compito di monitorare e dove necessario rafforzare e modificare gli argini a seconda dell'afflusso nel letto del fiume. Nel fiume gli affluenti si incontrano/scontrano in una nuova realtà che non ha mai lo scopo di confondersi poiché ognuno deve sfociare a delta/ ossia permettere sempre la separazione. Il set-SETTING va sempre pensato a monte dell'equipè per poi essere co-costruito nelle scorrerre ossia nel quotidiano, tenendo conto delle peculiarità. PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE/RETE La progettazione e la realizzazione di un percorso educativo si basa sempre su fissare obiettivi

generali, approccio teorico metodologico e conseguente assetto organizzativo obiettivi richiesti e propostiset-setting,obiettivi di formazione del personalemetodologia e strumenti che verranno attivati e utilizzati: 1. definire a monte un sistema di ipotesi ( approccio teorico e metodologico di fondo) chiare ed esplicite=finalità generali, concezioni teoriche di base 2. garantire un set-setting ( ossia assetto organizzativo spazio-temporale-relazionale dell'intervento) coerente alle ipotesi 3. tenere presente e monitorare le dinamiche tra il vertice teorico/ setting del gruppo /setting dell'istituzione Intervento educativo è sempre il nodo di una rete, quindi necessario operare in rete con tutti i servizi educativi formali e non formali e con le risorse disponibili sul territorio= progettualità condivisa e buona comunicazione con tutti. Educatore sociale è sempre un operatore che lavora sul campo quindi deve conoscere a fondo il contesto, valutando sia le risorse che i vincoli: • bisogni destinatari • richieste committente • risorse a disposizione • vincoli • modalità che si intende utilizzare come presenza nel territorio Ottica della ricerca-azione ( costruzione co-condivisa di senso e apertura al cambiamento in base agli errori), la migliore quando vi è cooperazione tra servizi. Finalizzata a riconoscere e valorizzare le buone prassi, fare leva sulla conoscenza situata (Suchman) sui versanti complementari di perspective making e perspective taking. GRUPPO Palestra per comunicare e imparare a gestire i conflitti e contenere aggressività. Chi ha la responsabilità di un gruppo deve svolgere ruolo di co-attore, co-pensatore, facilitatore, mantenere equilibro tra individuo e gruppo, attenzione agli stili di conduzione ( non troppo accentratori né troppo lassisti) Bisogna sempre pensare in termini di gruppo pur valorizzando risorse individuali, in particolare di fronte a fenomeni anti-gruppo, funzionamento disorto gruppo sempre problema di tutto il gruppo mai di un singolo. Fenomeni che minacciano integrità del gruppo, va compresa l'origine, aiutare il gruppo a gestire aggressività. Fondamentale per sviluppo positivo. Per farlo necessario superamento senso di fallimento e farsi delle domande che spingano a “mettere in parola” le emozioni i vissuti e i comportamenti negativi. L'educatore deve contenerli e restituirli al gruppo, rimettere in circolo le energie bloccate. SUPERVISIONE Offrire posto sicuro dove poter parlare delle difficoltà e dei blocchi comunicativi. Processo di supervisione va visto da due punti di vista: 1. didattico analizzare se operato coerente con progetto 2. dell'analisi della relazione, ossia riflessione su implicazioni personali gestione della relazione e risonanze emotive. Supervisore come facilitatore e co-pensatore mai valutativo o interpretativo. Meglio se avviene in un setting di gruppo, dove il gruppo si riconosca come sistema e dove però sia garantita omogeneità componenti e riservatezza. Obiettivo osservazione del proprio comportamento per creare risposte costruttive CAPITOLO 3 EDUCATORE SOCIALE: PROFILO PROFESSIONALE E DIMENSIONI OPERATIVE CONTRIBUTI TEORICI ALLA BASE DELLE DIMENSIONI ATTUALI Dalla seconda metà del novecento pedagogia ha avviato una riflessione teorica per porsi come scienza autonoma ( nel senso di sapere riflessivo sull'educazione, per conoscere e trasformare). Necessaria per il suo oggetto porsi come scienza di confine con molte altre scienze, che ha obiettivo operare una sintesi dei molteplici contributi provenienti non solo dalla pedagogia ma dalla

psicologia sociologia filosofia biologia antropologia... Si è quindi venuto a delineare un modello di problematicismo pedagogico, dove educazione è definita nella sua complessità, pluralità, progettualità contestualizzata, dove è sempre azione critica che mira ad un miglioramento ed è sempre in situazione (Bertin cita come evoluzione prospettive scientifiche diversi autori tra cui Dewey, Rogers, Vygotskij,Bandura, Piaget, levy-strauss...). Una serie di posizioni di natura multidisciplinare che ha prodotti 3 importantissimi contributi: 1. il superamento sia dell'innatismo che del comportamentismo, riconoscendo soggetto attivo che interaegisce con l'ambiente nella co-costruzione delle sue conoscenze 2. inestricabile ricorsività tra dimensione cognitiva affettiva comportamentale sia a livello intra che inter-soggettivo 3. ruolo del sociale (umano e artefatto) nello sviluppo individuale Tali aspetti hanno portato ad una revisioni delle dialettiche classiche dell'educazione DIFFICOLTA' DI DEFINIZIONE PROFESSIONE Difficoltà a dare una definizione univoca al profilo a causa delle sue stesse origini. Figura nata subito con forte accezione filantropica/beneficienza/vocazioni individuali. Poi collocato dimensione socio-assistenziale forte connotazione sicurezza sociale ( es vigilatrici d'infanzia). Solo recentemente ha acquisito complessità di progetto sociale, è stato istituzionalizzato come professione educativa. Tale riconoscimento di funzione è stato possibile solo con avvento distinzione tra educativo in sé e pedagogia come sapere riflessivo sull'educazione, teoria e prassi della modificabilità umana, che ha obiettivo di garantire diritti di cittadinanza (responsabilità sociale) e promuovere opportune pratiche di incultarazione e acculturazione (progettazione educativa sia nel senso di conoscere che di trasformare). In ogni prospettiva pedagogica è insita un'implicazione ideologica progettuale. Quindi va ricondotta sia ad una responsabilità sociale e individuale. CURRICULUM FORMATIVO Curriculum formativo educatore sociale? In italia storia controversa, proliferare di profili anche contrastanti, sia a livello nazionale che regionale, tale varietà ha portato ad uno status professionale ed economico non valorizzanti il lavoro svolto. Nel 2004 (UE STATO ISFOL) si definisce come vera e propria necessità il riordino delle professioni, la programmazione di percorsi di formazione continua integrata condivisa e basata su unità di competenze, istituzione osservatori regionali sulle professioni sociali. Nato distinguo tra educatore professionale ed educatore sociale, primo operatore socio-sanitario, secondo figura pedagogica/ sapere tecnici vs sapere generali, con nella seconda necessaria ricorsività ed integrazione tra saperi generali ( forma mentis) con insegnamenti laboratoriali e tirocini (teoria e prassi). Il curriculum formativo dell'educatore sociale dovr metaconsentire a sua volta di educare/formare il soggetto/persona nella sua multidimensionalità. Qualsiasi riflessione su tale curriculum deve rifarsi a: EDUCAZIONE PER TUTTA LA VITA ATTRAVERSO LA RETE DI SERVIZI E AL SISTEMA INFORMATIVO INTEGRATO, entrando nel dettaglio: • ricollocare ricerca e pratica educativa in base ad un educazione lungo tutto l'arco della vita (sviluppo come cambiamento continuo e allungamento cicli di vita) • ripensamento modelli esistenziali di vita • funzione di scambio dell'educazione tra società e soggettività,in particolare nella trasmissione inter-generazionale e nel rapporto tra soggetti e artefatti sociale • costruzione di nuove opportunità per rimuovere le nuove esclusioni sociali (analfabetismo..) • passare da una logica di politica economica alla promozione di migliorie sociali, con sempre maggior rilevanza al capitale umano e del riequilibro uomo-tecnica • tenere conto della pluralità dei contesti spazio-temporale-relazionale dell'educazione e della formazione e rendere ambienti e spazi qualitativamente validi integrando saperi informali e formali Quindi educatore sociale si occupa di educazione e di formazione in diverse età luoghi e servizi con interventi di varie forme- prevenzione educazione recupero- in base alle diverse condizioni e ai diversi significati. Possiamo perciò parlare di continuità e discontinuità trasversale: la rprima nel

senso di aderenza al reale- integrando in rete una formazione multidimensionale, la seconda nel senso di peculiarità e specificità di contenuti, metodologie, ruoli e risorse a seconda delle istituzioni e dei contesti. COMPLESSITA' RELAZIONE EDUCATIVA I contributi teorici hanno quindi evidenziato come la relazione educativa sia duale che di gruppo intereagisca e sia influenzata da una serie di variabili intra e inter-istituzionali tra cui le principali sono riferibili: 1. macrosistema (coordinate legislative, prospettive pedagogiche dell'organizzazione) e microsistema (specifica situazione operativa) 2. differenti sistemi a cui afferisce il soggetto (in termini ecosistemici contesti e gruppi di appartenenza)) 3. diversi gruppi e figure professionali presenti nell'istituzione 4. variabili individuali biologiche psicologiche e socio-culturali il rapporto tra soggetti e artefatti /oggetti della cultura e dell'educazione Quindi il gruppo educativo va inteso come sistema storicizzato e dinamico con differenti fattori di influenzamento interdipendenti, che creano unicità e irripetibilità di ogni gruppo, in particolare sono molto forti le interazioni con le caratteristiche e le competenze possedute da ogni membro, l'autopercezione sia degli educatori che degli educanti ( che influenza agentività), le rappresentazioni sociali di ognuno ( in particolare stereotipi e pregiudizi che possono dare forma a veri e propri status, pensiamo all'effetto pigmalione=profezia auto-avverante) La relazione educativa è una relazione assimetrica, in cui l'educatore è responsabile della relazione educativa per committtenza, competenza e maturità esistenziale. L'educatore ha un mandato da portare avanti e lo deve fare con uno stile democratico, funzionale ed equilibrato. Il set-setting garantisce il corretto funzionamento della relazione. Quindi l'educatore deve accettare sia la natura assimetrica della relazione sia la sua temporaneità: è una relazione il cui lo scopo è la separazione, l'autonomia perciò è fondamentale il giusto distanziamento emotivo-affettivo. Diversi autori, tra cui viene citato Bettlheim, ravvisano la possibilità di un successo educativo correlato ad una motivazione fondata sul risolvere problematiche personali di tipo psicologico, quando queste sono state superata si rischia l'abbandono della professione. Nel selezionare gli educatori quindi lui cercava di preferire quelli che manifestavano un Io forte in grado di rapportarsi in maniera equilibrata e coerente con la realtà, inoltre dava molta attenzione alla supervisione. Strutturazione relazione educativa non è solo il mezzo per perseguire il fine ma anche un fine procedurale, quindi deve rifarsi ad una teoria del valore, ad un preciso codice deontologico, si differenzia dalla psicoterapia o dalla riabilitazione in quanto focalizza l'attenzione sulla relazione e sul recupero attivo della comprensione da parte del soggetto. Il rapporto interepersonale resta sempre il perno sul quale si muove la motivazione e la volizione (mentre e attraverso la relazione). Per questo educazione strettamente legata al feedback, alle rappresentazioni sociali e all'autopercezione. Il libro cita Gardner parlando di MEDIUM (inteso come artefatto con cui si comunica) che è sia mezzo per apprendere che fine procedurale. Si viene educati tramite la relazione, l'affettività la relazione e la socializzazione che sono di supporto all'intelligenza. Una dimensione di ascolto empatico che rispetta e gestisce i pregiudizi e che consente all'individuo di esprimersi senza incorrere in rischi di essere invischiati (giusta distanza appunto). Si stimola l'educando a problematizzare la realtà e quindi si stimola continuamente il cognitivo. Quello che avviene all'interno della relazione educativa diviene apprendimento di una “cassetta degli attrezzi” con applicabilità nelle abilità per la vita. Obiettivi centrali che quindi differenziano l'educazione dall'assistenzialismo sono quindi • accogliere e valorizzare il pensiero del soggetto • renderlo autonomo nel cambiamento A tale fine sono fondamentali i feedback, al fine di stimolare la ristrutturazione socio-cognitiva, la modificazione positiva degli atteggiamenti. In quanto ben-mal-essere significati connotati culturalmente, quindi porre l'accento sull'educare per formar-SI e per TRA-sformarsi del soggetto-

persona lungo tutta la vita in un dato contesto storico-culturale , utilizzando le proprie risorse in termini di AGENTIVITA' RESILIENZA COPING CAPITOLO 4 COMUNICARE IL SOCIALE (Sintesi convegno annuale organizzato politiche sociali/università provincia bolzano dal titolo prevenzione del lavoro sociale- tema comunicare il sociale ) Prevenire il disagio significa attivarsi come cittadino. La comunicazione sociale ha una grande valenza per promozione cittadinanza attiva e senso di comunità (BAUMAN). Va quindi considerato in binomio con la cultura della prevenzione= CULTURA DELLA PREVENZIONE+COMUNICAZIONE SOCIALE Il concetto di cultura ha avuto un ampliamento si è allargata alla cultura di massa/popolare, non è più considerata sussidiaria ma forza motrice sociale al fine di uscire dalla ghettizzazione delle emergenze sociali (sfide odierne del welfare sociale: anziani, disagio psichico, immigrazione, calo nascite, dipendenze, disagio famigliare, nuove povertà, precariato)per creare percorsi di integrazione. L'UE stimola appunto iniziative culturali innovative che facilitino acce...


Similar Free PDFs