Corso di Agiografia II PDF

Title Corso di Agiografia II
Author Veronica Sonzogni
Course Agiografia II
Institution Università degli Studi di Trento
Pages 43
File Size 609.2 KB
File Type PDF
Total Downloads 55
Total Views 154

Summary

Download Corso di Agiografia II PDF


Description

Corso di Agiografia II 18/02/2020 Parte introduttiva al corso: 

 



Studio: testi agiografici, vite dei santi, scrittura sui santi, ogni testo che tratta in diversa misura della santità è considerato testo agiografico. Scambio di informazioni con la storia dell’arte e della cultura, nel periodo medievale in particolare, era per gli scrittori e lettori un punto di riferimento del quale non si poteva fare a meno. Parte introduttiva generale: articolo di Claudio Leonardi intitolato “Agiografia” che si trova in un volume “Agiografie medievali” (pag. 31-72) Parte monografica: Testo della “Navigatio” curato della Rossana Guglielmetti (2014) e scritto da un irlandese: monaco che affronta un viaggio pericoloso alla ricerca del paradiso. Pagine da fare, parte introduttiva (pag.13-78, pag.102-132) e tutto il testo della Navigatio parte in italiano e il commento al testo  pag.2-111 testo della Navigatio, commento (pag.112-184) Esame: prova scritta, domande aperte, 5/6 domande.

Lezione 19/02/2020 Presentazione della materia, etimologia. Agiografia: tale dottrina ha per oggetto di studio i testi sui santi, le manifestazioni della Santità, tutte quelle espressioni del culto riservate al santo. Generalmente si tratta di testi di carattere narrativo (l’intento dell’autore è quello di narrare la storia di quel determinato santo, non sempre partendo dalla nascita di quest’ultimo, non sempre si tratta di un racconto biografico, certo esistono anche testi che raccontano integralmente la vita del santo dalla nascita alla morte e oltre, altri testi si concentrano invece sulla morte del santo e sugli antefatti  es. un martire dei primi secoli, questi cristiani vengono venerati in quanto subirono una persecuzione per la loro fede e vennero messi a morte per il loro credo. Martire: testimone della fede, tale letteratura raramente narra per integrale la vita del santo, ma la parte i cui esso è chiamato a manifestare la propria fede dinanzi al mondo pagano, il martire non abiura quando è sottoposto a degli interrogatori e per questo è condannato a morte. L’agiografo si interessa a ciò e non della sua infanzia, descrive come e perché è morto basandosi su tracce documentali. La letteratura martiriale non è biografica, a parte tale categoria, abbiamo vari tipi di santi allora l’interesse agiografico è distribuito sull’intero arco della sua vita (letteratura agiografica molte volte è biografica, racconta il “bios”). Definizioni di Agiografia:

1



Agiografia: dal greco “hagios” santo e “graphìa” scrittura: scrittura santa, sui santi.



Altra definizione tratta da un piccolo libro scritto da Sophia Boesch Gajano e intitolato “La santità”: si definisce agiografia  tutti quegli scritti relativi ai santi e al loro culto, l’agiografia è una scienza avente come oggetto i culti e la santità e la loro storia.

Storia del termine: 

deriva dal latino, uno dei primi autori che usa tale termine è San Girolamo, grande autore di testi importanti e conosciuto come il traduttore della Bibbia, muore nel 420 d.C., usa tale termine in riferimento ad alcuni libri della bibbia. All’inizio quando compare non ha lo stesso significato che abbiamo oggi, termine impiegato sino all’XI secolo (per indicare i testi biblici).



Isodoro di Siviglia (sec. VII) vescovo e scrittore noto per opere enciclopediche, nella sua raccolta “Etimologie”, impiega il termine per indicare delle persone, ossia gli “hagiographi”, scrittori dei testi sacri della Bibbia.



Monaco Goscelino di Saint-Bertain (morte nel 1099): usa il termine per indicare “l’Agiographia Sanctorum”  AGIOGRAFIA DEI SANTI, LIBRO DEI SANTI (?).



Uguccione da Pisa (morte 1210), era un grammatico e scrive un’opera intitolata “Agiographia” in cui da la seguente definizione “Agiographia id est scriptura sanctorum” “Agiografia cioè la scrittura dei santi (sui santi)”: utilizza il termine come lo intendiamo noi.



Nel XVIII sec: per “Hagiographus”, non si intende l’autore dei testi agiografici ma lo studioso dei santi e delle loro vite.



Niccolò Tommaseo: autore dizionario lingua italiana, descrive l’agiografia come una raccolta di testi che parlano delle vite dei santi, anche se in maniera molto generica.

Contenuti: dipendono dal tipo di santo di cui si parla, contenuti che vanno valutati con una particolare attenzione che non può essere la stessa di quando si studia la bios di un personaggio contemporaneo. La letteratura agiografica: ci pone di fronte ad un insieme di elementi eterogenei, si tratta di un racconto che può contenere sia elementi storici che elementi fantasiosi, tale unione di storia e leggenda è una caratteristica della letteratura agiografica che viene definita come per questo come un genere misto. Come leggere un testo agiografico, è da ritenersi veritiero? Durante la seconda metà del XVI secolo, alcuni studiosi si pongono il problema della storicità dei testi agiografici, il primo gruppo in assoluto è costituito dal Bollandisti, termine che sta ad indicare questo gruppo, il cui capostipite è Jean Bolland, sono dei monaci gesuiti che avevano un particolare interesse per la letteratura agiografica, cercano nelle biblioteche gli scritti agiografici e pubblicano i testi relativi ai santi da loro reperiti nelle biblioteche europee. La Riforma luterana pone molte critiche alla chiesa cristiana, tra cui una relativa ai culti dei santi, è impossibile prendere essi come punti di riferimento, se questi sono umani e anch’essi soggetti al peccato, non possono essere santi e perfetti. Lutero si rende conto che molte storie dei santi sono poco credibili, Lutero salva solo i martiri. Reazione della chiesa di Roma: bollandisti la cui seda è ad Anversa, ora si trova a Bruxelles, reagiscono alle critiche di Lutero: necessario passare al vaglio la letteratura agiografica, distinzione 2

tra storicità e leggenda, una volta effettuata tale studio, dare nuovamente valore al culto dei santi partendo dalla letteratura agiografica. Il loro lavoro sarà molto importante, primi anni del 1600, opera importante in molti volumi “Acta sanctorum”, “Gli atti dei santi”, testi agiografici relativi alla vita dei santi. Le ricerche dei bollandisti analizzano le vite dei santi da quelli più antichi al 1500. Esistono testi agiografici con alto tasso storico e altri con alti elementi leggendari, santi ritenuti tali anche se dopo anni si è rivalutata la sua santità (Es. di San Simonino). Gli studiosi moderni si pongono anche altri interrogativi, storicità di un personaggio ce lo poniamo noi oggi, durante il Medioevo no, manifestazioni di dubbio rare, quello che interessava era il messaggio che l’agiografo voleva comunicare, rapportarsi alla santità, indicazioni sul comportamento da tenere, virtù da imitare per i fedeli, il santo era un modello di comportamento, altra grande funzione della santità è colui che protegge dalla malattia, dai pericoli e dai nemici, tutto ciò faceva si che si prestasse molta attenzione a tali figure e il successivo possesso di una loro agiografia, in particolare legato al territorio di una regione. Il testo agiografico: rispondeva a varie funzioni, in particolare era rivolto alla comunità cristiana, anche se non direttamente, in quanto la lingua in cui esse erano scritte era il latino, che non tutti sapevano, eccetto un certo tipo di lettori come monaci, chierici o laici che studiavano il latino e perciò potevano leggerli, generalmente le agiografie e i conseguenti modelli di santità raggiungevano la popolazione attraverso la predicazione. “Die natalis”: giorno della morte, e giorno in cui si pone la festa liturgica. Il santo doveva rispondere a tre funzioni:   

Protettiva Imitativa D’ammirazione

Funzione protettiva: invocazione del santo, per guarire una malattia, per salvarci da un pericolo. Funzione dell’imitazione: l’agiografo quando scrive si riferisce ad un pubblico limitato, celebra attraverso la scrittura del testo un determinato santo, che è tale perché compie miracoli e possiede delle virtù che si manifestano nel corso della sua vita, e tali possono essere suggerite al lettore, perché un buon cristiano è capace di assumerle come modello del proprio comportamento, emularlo nelle virtù quotidiane (es. virtù obbedienza all’abate nei monasteri dove i monaci devono seguire l’esempio del santo). L’agiografo non poteva mettere come imitabile il miracolo, ma esso fa impressione nell’animo di chi ascolta, e spinge alla devozione del santo: ammirazione dei miracoli. L’ammirazione si lega alla presenza del santo ed è esercitata anche in sua assenza, ciò ha riflessi anche sulla letteratura agiografica, santo può compiere un miracolo sia in vita che dopo la morte, miracoli relativi a parti del santo, resti del santo in grado di operare miracoli come era capace di fare in vita, oggetti o parti del corpo. Vengono composti dei testi dedicati ai miracoli avvenuti dopo la morte del santo in virtù delle sue reliquie.

3

Santità: discorsi sul genere: Prevalenza del genere maschile: nei martiri però troviamo anche delle donne, che sono morte testimoniando la loro fede, anche presenti nell’agiografia monastica, monache. Agiografia vescovile: solo uomini. Tali personaggi hanno delle qualifiche (martire, monaco, vescovo), esistono anche santi laici, senza carica ecclesiastica, si trovano all’inizio nel gruppo dei martiri, poi avranno sopravvento i monaci, i vescovi e dal XII secolo in poi si ritrovano santi personificati da laici. La figura del santo risponde a vari esempi e viene proposta in relazione ad un contesto storico, sociale e ambientale. Dal punto di vista dell’agiografo: molto spesso tali testi sono redatti su committenza, figure molto diverse e conosciute a livello storico, hanno un spessore culturale forte (es. San Girolamo), anche se la maggior parte dei testi agiografici che ci sono giunti sono anonimi, non si conoscono i nomi, nomi perduti durante la trasmissione dei tesi, magari in origine c’era, anche se più frequentemente è da considerare l’ipotesi che l’autore non volle esplicitare la sua identità, perché è tale la volontà di rappresentare la vita del santo che l’autore tende a sparire, i riferimenti all’autore nei testi agiografici sono rari, se ci sono contenute nel prologo, parte nella quale l’autore dice qualcosa su sé e perché lo ha scritto e il luogo dove esso fa riferimento al committente. LETTERATURA AGIOGRAFICA: ANONIMA Anche se spesso siamo in grado di capire da che ambiente viene il testo e fare anche delle datazioni. Esisteva un prologo ma non un epilogo. Al di là dal tipo di santo, dal racconto deve emergere il die natalis, in alcuni casi viene aggiunto il giorno della traslazione, sepoltura del santo in un dato luogo che magari non coincideva con quello della morte. Nei testi relativi ai martiri, indicazioni del giorno del martirio, con riferimento cronologico agli imperatori o consoli dell’epoca. Leonardi nel suo saggio parte da una tipologia specifica i “Testi apocrifi” Lezione 20/02/2020 Vangeli Apocrifi Dal greco nascosto: una serie di testi che non fanno parte delle Sacre scritture, perché non considerati ortodossi dalla chiesa (appartenenti alla giusta fede), credenze che non sono considerate perfettamente in linea con la fede cristiana. Vangeli: Canonici: Marco, Luca, Giovanni e Matteo. Apocrifi: primi secoli della chiesa, greco e altre lingue e hanno avuto una grandissima diffusione, anche se non riconosciuti dalla chiesa. Narrazioni che trattavano nuovi episodi della vita di Gesù, non trattati nei vangeli canonici o si tratta dell’amplificazione di episodi narrati nei vangeli Canonici. Hanno avuto molta diffusione, 1405 Innocenzo I li condanna, però essa non impedisce la loro circolazione. Scritti che riguardano sia antico che nuovo testamento (vangeli e atti degli apostoli). 4

Esempi vari: tre sezioni:   

Dell’infanzia di Gesù, di Maria (Giacomo, Tommaso, Matteo) Della passione: (Pietro, Nicodemo), narrano con particolare attenzione l’episodio della passione di Gesù. Atti apocrifi degli apostoli: racconto della vita degli apostoli della vita degli apostoli dopo la morte di Gesù.

Protovangelo di Giacomo: 150 d.C. scritto in greco ed è molto interessante per le notizie che da su Maria, nascita di Maria, presentazione al tempio, scelta di Giuseppe come suo sposo, info sui genitori di Maria-Anna e Goacchino. Vangelo dello Pseudo-Tommaso: presenza del bue e dell’asino sono menzionati in questo vangelo, si parla anche dei miracoli che fa Gesù tra i 5 e 12 anni. Vangelo dello Pseudo-Matteo. Scritto in latino, tra VIII e IX secolo, rielabora gli scritti precedenti sulla vita di Gesù e Maria. Vangelo di Nicodemo: II secolo, scritto in greco, descrive con particolare attenzione la passione di Gesù. Atti di Paolo e Tecla: racconto in greco verso la fine del II secolo, storia dell’apostolo San Paolo e di questa donna Tecla, non citata nei vangeli canonici, lei viene colpita dalla presentazione di Paolo, ne rimane appassionata e decide di seguirlo come sua apostola, rifiuta dei pretendenti e per questo viene sottoposta a dei supplizi ma si salva, raggiunge l’età di 90 anni. In questo racconto entrano in gioco vari fattori, come un’impronta di leggenda, tema della difesa della verginità, molto presente nella letteratura martiriale. Leonardi non considera “Agiografia” tali scritti, anche se ci vede un abbozzo di tale materia. Nascita vera e propria della materia “Agiografia”: con i testi relativi ai martiri: Agiografia martiriale, termine che deriva dal greco “testimone”, testimone della fede di fronte al potere pagano. Due gruppi di testi: 



5

Atti dei martiri “Acta martyrum”: studioso che si occupò molto di questi testi, Bastiansen “Introduzione a Atti e passioni dei martiri”, pag. 9 dell’intro, troviamo la definizione degli atti dei martiri: “resoconto di processi e di esecuzioni, inflitti a uno o più cristiani in ragione della loro fede in Cristo”. Processi svolti in tribunali dove il cristiano veniva sottoposto ad un interrogatorio, fine con una sentenza che terminava con la condanna a morte del martire. Il tribunale permetteva la consultazione del verbale del processo, scrittura di un testo che doveva servire per ricordare e celebrare quel o quei cristiani che erano morti in nome della loro fede. Così la memoria del martire rimaneva viva nel tempo, giorno del dies natalis, si rinnova la morte del martire. In questo genere di testi non si può trovare il racconto della vita del martire, non si sa niente della vita precedente al martirio, importanza sul martirio, la morte e sui fatti precedenti ad esso, no letteratura biografica in senso stretto. Le passioni: trattano anch’esse di martiri e eventi legati alla passione: “L’impiego del termine passio s’impone là dove l’elemento narrativo è preponderante”, deriva dal latino “patior” “soffrire, sofferenza”, sofferenza sopportata dal martire con grande forza, supplizi che venivano inflitti a queste persone, descrizione presente con dialoghi, tra martire e persecutore, dove quest’ultimo cerca di convincere il martire ad abiurare e convertirsi alla

fede pagana. Elementi prodigiosi: il cristiano riesce ad avere la meglio sul torturatore, anche se poi alla fine viene messo a morte. Esempio di atti dei martiri: Letteratura con notevole diffusione, II-III sec, esistono dei testi con maggiore attendibilità per quanto riguarda il valore storico, sono una quindicina di atti di martiri che sono stati così considerati dagli studiosi moderni: resoconto ufficiale dell’interrogatorio al quale i martiri venivano sottoposti: es. I resoconti: atti dei martiri scillitani: maritiri di una comunità in Tunisia “Scillium”, messi a morte a Cartagine nel II secolo d.C., di essi si ha il resoconto del processo tra il magistrato e i cristiani. Eventi importanti per il cristianesimo: 

Editto di Costantino: libertà e tollerabilità religiosa.



Editto di Tessalonica, imperatore Teodosio, il quale dichiara la religione cristiana, religione di Stato.

Ciò porta ad una notevole riduzione di casi di martirio e una notevole conversione di massa, tali cambiamenti si riflettono nell’agiografia, che non avranno come soggetti principali i martiri, anche se esso rimarrà il santo per eccellenza, che si avvicina di più al modello di martire principale, ossia Gesù, gli scrittori di testi martiriali inoltre tendono ad evidenziare il nesso tra martire e Cristo. Atti di Perpetua e Felicita: due donne protagoniste: si tratta di un testo che risale agli inizi del III secolo, testo che oggi si considera anonimo, attribuito a Tertuliano, consiste nel racconto della prigionia e del martirio di un gruppo di cristiani che erano in attesa del battesimo, tra cui Perpetua e Felicita, 203 d.C., nell’arena di Cartagine dove queste martire sono date in pasto alle fiere, questo martirio viene raccontato all’interno di questa agiografia, che ha una particolarità, quella di raccogliere la testimonianza autobiografica di una delle due donne, l’autore si sarebbe servito dal diario lasciato da Perpetua, la cui prese nota di ciò che subì in carcere e delle sue visioni, che le anticipavano la gloria celeste: testo che si può considerare in parte autobiografico. Perpetua madre di un bambino, che le venne portato in carcere per allattarlo, Felicita invece era incinta e fu protagonista di un episodio: nel quale è ben percepibile il nesso Cristo-Martire: (cap.15) martiri erano pubblici ed erano come degli spettacoli per i pagani, separata dal gruppo dei martiri e posta tra i delinquenti comuni (crimine commesso e non per la fede cristiana), essi desideravano la morte, aspirazione di testimoniare la propria fede al punto di morire per essa, i martiri al pensiero di perdere una compagna pregarono Dio, essa fu colpita dalle doglie, deve sopportare il dolore del parto, al momento del martirio dentro di me ci sarà un altro che patirà per me perché io mi metto dentro di lui, riferimento a Gesù, il martire non soffre da solo ma ci sarà ad accompagnarlo anche il salvatore. Passione di Santa Barbara: si pensa sia morta martire attorno al III sec, i testi a noi raggiunti sono però tardi, ciò ci porta a pensare che molti fatti siano stati modificati, attributo della santa la torre, donna giovane e bella, rinchiusa dal padre nella torre, si converte al cristianesimo, il padre la consegna così al governatore che la sottopone a dei supplizi e la decapita, il padre, che era pagano però viene punto da un fulmine. Elementi leggendari: passioni definite come “epiche”, ossia romanzate. Patrona dei minatori. Passione di Santa Lucia: Martire di Siracusa, passione databile al V sec, in cui si nota la presenza di molti elementi leggendari, rappresentata con gli occhi deposti su un vassoio, nome messo in relazione con “lux”. 6

Passione di Santa Cecilia: durante la preparazione delle nozze vengono fatti dei canti, ai quali anch’essa si dedica, oggetto del supplizio rappresentato nell’iconografia. Lezione 03/03/2020 Letteratura monastica: riguarda i monaci e le monache: agiografie monastiche: sono importanti: IIIIV secolo a.C. e se ne scriveranno molte altre per i secoli del medioevo. Senso della nascita del monaco: dal greco “monos” ossia “solo”, colui che sceglie la solitudine per dedicarsi meglio a Dio, allontanarsi dagli affetti famigliari, dal paese, dal lavoro per dedicarsi alla preghiera e alla contemplazione. Allontanamento del monaco dal mondo, all’interno del monachesimo esistono però anche delle forme di associazione, gruppo di monaci che formano una comunità, forme di monachesimo comunitario, termine tecnico di tale gruppo: monaci cenobiti, opposti ai monaci eremiti (che vivono in solitudine). Regole dei monaci cenobiti per vivere: es. la Benedettina (San Benedetto da Norcia VI sec., nome che si lega al monastero di Montecassino, celebrato anche nell’agiografia, ma conosciuto per il suo scritto “La regola di San Benedetto”). L’importanza di tali figure è nota maggiormente se si pensa al periodo nel quale essi sono presenti, IV sec, libertà di culto, cristianesimo religione dello stato, il mo...


Similar Free PDFs