Criminologia PDF

Title Criminologia
Course Storia del Diritto Medievale e moderno
Institution Università degli Studi dell'Insubria
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CRIMINOLOGIA Libro + lettura di un romanzo: giustizia di Durrenmatt. In principoio era satana + Il delitto raccontato Nel libro c’è un signore che deve accompagnare un diplomatico inglese all’aeroporto e fa fermare davanti alla strada la macchina scende entra nel ristorante uccide un signore che sta mangiando e va via. Lo catturano quasi subito condannato commissiona un avvocato di dimostrare che non era lui e l’avvocato ci riesce. GUY DE MAUPASSANT  criminologo vocazionale perché scrittore francese allievo di Flaubert, muovendo dal naturalismo e dall’osservazione dei caratteri e dell’ambiente fu scrittore originale nella rappresentazione divertita e spietata si un mondo borghese cupido e sensuale novelle limitate perché redatte su giornali novella La SCONOSCIUTA rientra in un filone di indagine in voga in quest’epoca già utilizzato da Boudlaire i suoi racconti si introducono con la macchina per raccontare in cui prendono la testa di una beccaccia mangiata e la fanno girare e il becco indica chi deve raccontare ma il racconto diventa introduzione generica alla narrazione (BARONE de Zanet introduce il tema) successivamente si entra poi nel vivo della situazione clinica: tutto quello che avviene nell’ambito della relazione interpersonale si può definire clinico. Contatto con oggetto è il contatto con la sconosciuta: qualcosa che attrae perché piace e ha valenza per il soggetto valenza importantissima e traspare il sentimento, il desiderio del soggetto. Il narratore è innamorato della donna tanto da fantasticare e proiettarsi in una vita con lei. = situazione edipica è il racconto dell’orrore dell’incesto. Nel rapporto di malattia mentale gli uomini sono quelli maggiormente colpiti rispetto alle donne. RICERCA CRIMINOLOGICA ricerchiamo qualcosa di bellissimo ma troviamo un“neo peloso” che inficia sia la ricerca che il nostro oggetto. Un oggetto che noi non riusciamo mai a raggiungere. Dietro c’è un ossimoro: la donna è sempre in lui, nei suoi pensieri ma l’oggetto non lo possiamo conoscere se non mediante la narrazione, capacità del narratore che ci fa comprendere cosa sia l’oggetto: una delle modalità del criminologo.

Il criminologo difronte all’ossimoro è spaventato, il neo peloso diviene il momento di fuga, fa cadere l’idealizzazione. VISIONE OSSIMORICA Ossimoro scoperto da Verde Alfredo: scoperta più importante perché oggetto di indagine è un ossimoro, ha due estremi, attrae ma contemporaneamente respinge, noi ne siamo innamorati ma contemporaneamente ne abbiamo paura. L’identificazione con un solo corno del problema trascura però che solo attraverso una visione che potrebbe essere detta binoculare, tragica e ossimorica, la società può sperare di prendere in carico il problema del delitto, che

a

ben

vedere

è

la versione moderna o post-moderna del problema del male. Di tale visione ossimorica, che si esprime nella presenza del barthesiano codice dell’antitesi, le nostre ricerche mostrano essere dotate alcune delle perizie psichiatriche sugli autori di reato (non tutte!), ma sicuramente essa manca nei media, forse financo al livello giudiziario e sicuramente nella gran parte dei testi propri della criminologia scientifica. Un esempio di criminologia scientifica ossimorica potrebbe essere quello della TEORIA

DELL’ETICHETTAMENTO

e

delle

TEORIE

FUNZIONALISTE

DELLA

DEVIANZA, che mostrano, con una serie di rovesciamenti di prospettiva che sono tipici anche della psicoanalisi, che quello che è cattivo può avere un’utilità, che il delinquente è la vittima della società, etc: l’importante di questi contributi è che essi dovrebbero coesistere nella mente del ricercatore con la consapevolezza che l’autore di reato è colui che ha commesso un efferato delitto; ma, secondo queste teorie, è anche stato un bambino spesso abusato, maltrattato e sofferente, etichettato dalla società, e la sua azione ha una nascosta funzione costruttiva del legame sociale. LOMBROSOIl suo nome è legato soprattutto alla antropologia criminale di cui è ritenuto fondatore insieme con la scuola positiva del diritto penale. L. Sostenne che le condotte atipiche del delinquente o del genio sono condizionate, oltre che da componenti ambientali socioeconomiche (di cui non riconobbe però il vero peso), da fattori indipendenti dalla volontà, i processi sociali ed educatici, l'ereditarietà e le malattie nervose, che

diminuiscono la responsabilità del criminale in quanto questi è in primo luogo un malato. Prende da lui il nome la cosiddetta FOSSETTA DI LOMBROSO: caratteristica anatomica del cranio: riteneva che si trattasse di un carattere degenerativo più frequente negli alienati e nei delinquenti, che classificava in quattro categorie: i criminali nati (caratterizzati da peculiarità anatomiche, fisiologiche e psicologiche), i criminali alienati, i criminali occasionali e quelli professionali. per lui alcune persone nascono criminali e il loro comportamento è insito nelle caratteristiche anatomiche di esse (=TEORIE DEL CRIMINALE PER NASCITA); FISICAMENTE il delinquente è molto differente dall’uomo normale in quanto dotato di anomalie e atavismi che portano ad avere un comportamento del tutto delinquente deviante ed anomalo. OGGI tutto questo può far molto sorridere ma al tempo molti erano i riscontri positivi riguardanti le teorie di Lombroso. Oggi sappiamo bene che non basta guardare il fisico di una persona o il carattere per etichettarlo come potenziale assassino. È stato a tratti considerato RAZZISTA in quanto, nei suoi numerosi studi, per caratteristiche anatomiche considerava la gente del sud Italia più incline alla delinquenza rispetto alle persone del nord, causando veri e propri tumulti popolari. La teoria di Lombroso, essendo senza dubbio superata e sbagliata, può avere un qualcosa di vero nel momento in cui egli considerava il contesto sociale, nonché fattori ambientali e l’educazione come possibili sfere di influenza del comportamento criminale. Oggigiorno sappiamo che, infatti, il criminale può essere una persona che ha situazioni disagiate, che non ha ricevuto un’educazione consona, che ha vissuto in un contesto di malavita. Completamente prive di fondamento, invece, appaiono le caratteristiche fisiche come possibili indicazioni di un soggetto criminale. Secondo Lombroso, la criminalità è una malattia da curare, in quanto soprattutto derivante da caratteristiche fisiche insite nell’uomo e nella donna. A tal proposito, nel 1950, le teorie del celebre criminologo sono state riprese, secondo quella che si chiama prospettiva del mito medico . Da qui si è arrivati alla rieducazione del carcerato. Il carcere è un luogo in cui si possono avere trattamenti psicologici, cure farmacologiche ed interventi neurochirurgici.

Aveva questa modalità di rapportarsi alle cose ma si è sempre rivelato un uomo molto problematico e contraddittorio con lati oscuri e inconsci. Ricerca criminologica= ricerca dell’ossimoro, di qualcosa che descriviamo ma non conosceremo sempre. La scuola positiva assunse in seguito due direzioni:  chi insisteva sulle cause biologiche  e chi su quelle psicologiche e morali. Su tale scia si pose il Garofalo secondo cui i reati non dipendevano tanto da problemi di sviluppo biologico quanto da quelli di tipo morale; in tal senso coniò il termine di “crimine naturale” per comprendere tutti i reati sociali. Fina dal 1892 gli esponenti di Chicago hanno dato un grande contributo alla criminologia: teoria criminologica molto importante  negli anni ’20-30 c’era la SCUOLA DI CHICAGO di tutti giornalisti di cui esponente è Thomas che scrisse un libro “migranti” che descrive il tema dei migranti, storie di migranti, ritrae situazioni di migranti categorizzandoli in tante sfaccettature. Elaborarono la TEORIA ECOLOGICA E DELLE AREE CRIMINALE  evidenziarono come l’urbanizzazione, il progresso la tecnologia portarono un’ondata di cambiamento a tratti notevolmente negativo e molti problemi sociali. Si considerava che la criminalità veniva perlopiù da ghetti e dagli immigrati: l’ultima ondata massiccia migratoria negli USA era costituita da individui dell’Europa meridionale e orientale. Il crogiolo del sogno americano divenne ben presto incubo dell’efficacia della legge. Spesso le persone vedevano la legge come estranea e rifiutavano di osservarla. Il comportamento criminale agisce come modello culturale e permane in quelli zone di particolare tradizione malavitosa. = concorrendo fattori personale l’influenza ambientale negativa può favorire mediante processi di imitazione sociale la scelta criminale. Molti criminologi hanno sostenuto che i quartieri degradati sono tali a causa del disinteresse sociale dimostrato per l’area di residenza che a sua volta crea un clima di paura e criminalità. Teoria dell’associazione differenziale è la complicazione di una cosa semplice. Sutterland dice che il CRIMINE è UNA COSA CHE SI APPRENDE, dietro un’azione c’è sempre lo studio della tecnica per compiere.

Problema: trovarsi di fronte all’oggetto e Sutterland dice che il crimine appreso da parte di chi lo pratica già 

mutamento del linguaggio ma non cambia

nulla: lavoro di destrutturazione della teoria di Sutterland. Mutiamo il linguaggio perché si assume un certo potere o si scalza un altro potere, le cose semplici non sono possibili. Operazioni di NEOLINGUA. Spesso la ricerca criminologica si difende mediante innesco di negazioni, ossimori, contraddizioni e difese psicologiche che esistono (proiezione, spostamento, idealizzazione, negazione). Si difende soprattutto dall’oggetto che fa paura. Nel momento in cui ci troviamo dinnanzi al male lo descriviamo. La scienza non risponde a dei perché ma a dei come? Criminologia: conoscenza scientifica del male che però è un concetto contaminato, se vogliamo capire non possiamo NON contaminare i piani che di possono contaminare solo nella narrazione e nel racconto perché se usciamo un criterio rigorosamente scientifico non ci riusciamo. Perizie medico legali in tema di imputabilità e pericolosità sociale. Le occasioni di vedere i delinquenti è frequentare il carcere Quando una persona racconta la sua storia massimalizza cose e miniMizza altri tratti e qui sta il problema. Le fortezze come dice Freud dice che costruiscono contrafforti dove c’è maggiore debolezza. Questo fa pensare che esiste un discorso palese che viene raccontato da chi commette un reato o da qualunque persona e tutta una parte nascosta di questo discorso simile iceberg. Per capire questo il racconto 2 di Maupassant è emblematico nella sua assoluta indecifrabilità nel far capire che il palese nasconde qualcosa di difficile decifrabilità: problema dello specchio  (romanzo bell’amì) la verità non è quella che sappiamo o quella che ci raccontano. Aggressività e violenza sono antitetici descrivono due cose diverse: 

VIOLENZA: VIOS: atto del leone che mangia la gazzella. È violento perché

biologico necessario

affinché

sopravviva.-->

argomento

di

maggiore interesse del criminologo 

AGGRESSIVITA’: necessità di un oggetto. Comporta un oggetto aggredio: vado verso può essere aggressivo in senso positivo in cui aggredisco il terreno per scavare una buca. Non è solo distruttiva o negativa. Quando ci occupiamo di cose nel nostro lavoro aggrediamo l’argomento. Quella

negativa è quella che si chiama INVIDIA distruttiva che non è il tu hai una cosa bella e la voglio anche io perché questo è innesco di una emulazione ma è l’auspicare la degradazione dell’altro. Può coincidere ma anche non con il reato. Le motivazioni a delinquere sono diverse. La storia del criminale ha un inizio e una fine ma nell’intermezzo c’è parte di storia che non si conosce ma al criminologo interessa perché è la fonte di quello che andrà ad alimentare il periodo del delitto che interessa al criminologo. Quando si studia il caso ci si occupa del durante ma la spiegazione sta nel prima, nel passato nelle esperienze precedente (ex esempio della donna e il marito giustifica con la morte del gemello e di conseguenza la separazione dalla donna alla medesima domanda era giustificata solo con il fatto che questa era possibile solo con la morte dell’altro). La PAURA deriva dall’ambiguità, dall’impossibilità di percepire l’oggetto in altro modo e di conseguenza si cerca di indagare, di studiare ma non sempre ci si riesce. Prima di Lombroso c’è una criminologia che poi viene ghettizzata, circoscritta dal Lombroso (emil zola theresaken), l’ha sminuita, pensare che il male sta nella testa è sbagliato, è la nostra difesa Negli anni ottanta quando la criminologia attraversò un periodo di crisi: «non sapeva più se il suo compito era quello di spiegare la criminalità, i comportamenti criminali o qualche particolare categoria di reati; di fatto i criminologi non sapevano se si stavano ponendo la domanda esatta, figuriamoci se potevano fornire una risposta», In Italia la ricerca è aggravata dalla difficoltà di accedere agli archivi del ministero della giustizia. Problema dell’IMMIGRAZIONE Il problema della relazione fra immigrazione e criminalità ha sempre costituito un tema importante nella ricerca criminologica ed ha spesso suscitato controversie fra gli studiosi. Può essere visto da diversi punti di vista: Statisticamente: violenze sui migranti, problemi di carattere criminologico dei migranti. Migrante: una persona che si è spostata in un paese diverso da quello di residenza abituale e che vive in quel paese da più di un anno.

Difficoltà di individuare con precisione chi siano gli immigrati: caso delle seconde generazioni. Stime: circa 190 milioni di migranti nel mondo (3% della popolazione mondiale); di essi, quasi 20 milioni sono rifugiati (concetto anch’esso problematico). In Italia, circa 4 milioni Problemi del fenomeno migratorio: 

Emigrazione



Immigrazione

SAIAS ha scritto un libro sull’immigrazione: “ la doppia assenza” analizza il fenomeno dell’immigrazione e dell’emigrazione. Presenta il momento di immigrazione, di mancato inserimento degli algerini in FRANCIA come inizio della rivoluzione algerina: è il problema di persone che si sono sradicate e sono tornate in Algeria a costruire la rivoluzione che caccerà i francesi. Fenomeno che porta con sé notevoli problemi di sicurezza, di integrazione, di comunione di relazione. La rivoluzione algerina mostra come esista una migrazione e emigrazione dall’Algeria vs la Francia di cittadini francesi di etnia europea che hanno dovuto lasciare l’Algeria sotto lo stimolo. Il filosofo Derrida è uno di questi e parlerà di questi fenomeni da lui precedentemente subiti. Altro fenomeno importante che ha avuto radici in questi atteggiamenti e aspetti DI REIMMIGRAZIONE (figli di gente immigrata o emigrata ritorna) fenomeni di massa estremamente importanti ci sono stati e soprattutto dopo le guerre balcaniche che finite più o meno nel 1913 hanno fatto si che una massa enorme di musulmani turchi si spostassero dall’ EUROPA in ANATOLIA, ed è stata ricollocata nelle province armene dove si è verificata la diaspora degli armeni o genocidio degli armeni. La violenza è un filo conduttore della storia dell’immigrazione: Se si legge la lettera di Seneca a sua madre (natura di immigrato quando condannato all’ergastolo dall’imperatore Claudio per un ambiguo intrigo di corte compone una breve e densa opera. Per Seneca l’ESILIO non è altro che un cambiamento di luogo, proprio come fa moltissima gente

trasferendosi

nelle

grandi città,

non

ha

bisogno

dell'attaccamento alla patria, è come se fosse sempre in esilio; inoltre poiché anche le cose divine sono sempre in movimento, e cambiano sempre

dimora, come può l'esilio essere un male?

Tutte le migrazioni di popoli, le

conquiste, sono un esilio collettivo.  l'esule riesce a vivere, purché si tenga nei limiti del bisogno. Una situazione che comunque si manifesta a tratti dolorosa ma Seneca afferma che il miglior comportamento NON è il non lamentarsi o l’esagerare ma trovare il compromesso tra ragione e sentimento cioè sentire il dolore ma dominarlo ed esorta la mamma a pensarlo euforico, felice, in salute e non disperarsi per lui. Primo documento rilevante in cui compare per la prima volta compare un concetto: l’aspetto consolatorio che rileva dalle parole di Seneca è legato ad un sentimento che allora non aveva nome ma oggi ha un nome specifico: NOSTALGIA. Sentimento legato alla perdita all’amore, è uno dei motori mediante i quali si può

vedere

il

fenomeno

migratorio;

sentimento

spesso

legato

allo

sradicamento. Motivi che portano a migrare 3 MACROCATEGORIE : MI

SPOSTO

PER

OPPORTUNITÀ: non legato a difficoltà meramente

geografiche o morfologiche ma spesso legata a condizioni individuali. Ma ci sono anche elementi collettivi ad esempio i greci che crearono colonie nell’Italia meridionale per motivi economici per allargare i loro mercati, fenomeni di DIASPORA POSITIVA in cui il migrante si insedia e fa il suo business e il movente è l’interesse, lo star meglio, il creare condizioni di equilibrio economico e sociale.  OPPORTUNITA’- GUADAGNO e possibilità di crescita, sviluppo e arricchimento. Ci sono situazioni non dettate dalla voglia di migliorare e accrescere ma dalla NECESSITA’ = situazioni e opportunità che avevano i migranti che partivano per l’America a condizioni specifiche; situazione che spesso aveva come epilogo la morte. Rischi che si corrono nel momento in cui il fenomeno si diffonde. Era molto più foriera di conflittualità perché il bisogno che c’è dietro da adito a una maggiore opportunità o possibilità di scontro. A fine del 1800 le saline di Egmor in Provenza IL MASSACRO DI CENTINAIA DI PERSONE: Il peggiore della storia della Francia. I francesi non volevano lavorarci perché comporta intossicazione da sale, malattie professionali notevoli, stare ore e ore ad ammucchiare sale al sole; gli italiani lavoravano a

meno e ci fu allora uno scontro in cui vennero uccisi più di cento italiani: si erano organizzati e avevano deliberatamente deciso di uccidere gli operai italiani stagionali assunti nelle saline, rei di rubare il lavoro e di accettare le condizioni penalizzanti dei padroni. Thomas descrive la crisi che sopraggiunge quando il modello culturale con cui l’immigrato interpretava il mondo non funziona più come sistema indiscusso di orientamento, come abitudine irriflessa. Nel nuovo contesto sociale egli deve mettere in discussione tutto ciò che per gli altri è invece dato per scontato. Per la prima volta viene messo in luce lo stretto rapporto tra identità e cultura, tra concezione di sé e forme del riconoscimento sociale Integrarsi significa acquisire fondamentalmente gli elementi importanti di una cultura come la LINGUA, LE ABITUDINI, IL RISPETTO DI DETERMINATE REGOLE SCRITTE E NON SCRITTE E ASSIMILAZIONE o tu sei come me o non esisti. INTEGRAZIONE = ASSIMILAZIONE. il resto è folclore. L’immigrato crea scompensi sociali. Da qui il grande quesito che la criminologia si è sempre posta: delinquono più gli immigrati o i locali? DURKHEIM

aveva

risposto dicendo

che

delinquono

maggiormente gli

immigrati. Come viene mantenuto l’ordine sociale? E’ questa la domanda che si pone più spesso il grande sociologo francese. Egli, infatti, era convinto che la natura umana fosse per natura distruttiva, per sè come per gli altri. Sottolinea l’esistenza di un’impalcatura di tradizioni e pratiche, i “fatti sociali” che, pur essendo opera dell’azione umana, precedono l’esistenza di ogni singolo

individuo,

del

quale

forgiano

dunque

la

personalità

e

conseguentemente la natura stessa. Evidenza inoltre come la diffusione del fenomeno multiculturale, la globalizzazione abbia determinato una diminuzione...


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