DAL Disagio ALLA Rinascita DEL SE PDF

Title DAL Disagio ALLA Rinascita DEL SE
Author Sonia Calcione
Course Pedagogia speciale
Institution Università degli Studi di Enna Kore
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DAL DISAGIO ALLA RINASCITA DEL SE' 1. LO SVILUPPO DEL SE' TRA ESIGENZE INTERNE E DISPOSIZIONI ESTERNE Perls individua nella specie umana 3 periodi fondamentali: Homo sapiens: lo sviluppo della corteccia cerebrale porta alla maturazione di facoltà straordinarie fondamentali per la sopravvivenza, come il controllare le tendenze istintive, o agire in maniera volontaria (maturazione facoltà) Gruppo: l'individuo si rende conto che la sopravvivenza è legata a quella del gruppo e che è necessario controllare l'istinto per non entrare in contrasto con i bisogni e le necessità altrui (maturazione volontà) Sviluppo consapevolezza della mente e del proprio sè che diventano oggetto di riflessione Quindi sin dalle origini ogni persona ha avuto il bisogno di stabilire un equilibrio tra il proprio sè e la società, un equilibrio dinamico caratterizzato da fasi di stabilità e momenti di squilibrio. Tale equilibrio richiama l'adattamento piagettiano, inteso come equilibrio dinamico tra assimilazione e accomodamento, cioè tra aspettative personali e sociali, il cui conflitto si può risolvere solo se il soggetto sviluppa da un lato la consapevolezza di sè e dei propri bisogni, dall'altro la consapevolezza dell'altro e dei bisogni altrui da cui consegue la capacità di negoziare e di partecipare al patrimonio sociale. Il sè e la sua rappresentazione Sin dai primi giorni di vita, il bambino costruisce e ricostruisce il proprio sè e la sua rappresentazione. Cos'è il sè? Il concetto del sè è un concetto moto vasto, un mostro semantico con tante teste, difficile da definire in maniera univoca. In generale, ci si può riferire al sè come termine per designare l'unicità, l'individualità e la specificità dell'essere umano; un insieme di rappresentazioni mentali (Scilligo) o un particolare sistema di conoscenze variamente articolate e più o meno flessibili riguardanti se stessi. Inoltre non esiste una sola rappresentazione di sè, ma gerarchie di rappresentazioni a seconda che prevalgono aspetti centrali o periferici. La rappresentazione di sè origina dall'interno e costituisce l'esito dei processi di costruzione e di ricostruzione di credenze e di sistemi di conoscenze che vengono incessantemente testate, verificate e ridefinite in seguito all'impatto della realtà. Crescita e attualizzazione del sè Nel sè affonda le radici il progetto di vita: concetto ideale di sè che comprende le finalità a cui protendere e i piani d'azione per realizzarli. Quando nella coppia i due partner hanno difficoltà ad amalgamare i loro progetti di vita in un unico progetto comune, o ciascuno ostenta a realizzare le proprie idealità senza considerare quelle familiari, si formano conflitti che si possono risolvere a partire dall'acquisizione o il potenziamento delle qualità processuali interpersonali carenti, o verificando se e in che misura esista la volontà di costruire un piano comune. Crescita: rispetto alla crescita e all'attualizzazione del sè esistono varie interpretazioni

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- Intrapsichica: variabili intrinseche determinano la nascita lo sviluppo l'evoluzione e l'attualizzazione del sè - Situazionista, ambientalista: il sè può essere concepito come un insieme di costellazioni di risposte apprese (condizionamento classico, in cui il comportamento è una risposta allo stimolo S-R), di reazioni specifiche agli stimoli ambientali (condizionamento operante, in cui il comportamento è una risposta ad un bisogno o interviene per conseguire o evitare qualcosa). Secondo tale prospettiva, il comportamento è funzione delle situazioni e degli stimoli, secondo la formula C=f (S) - Interazionista: il sè scaturisce dall'interazione tra persona e situazione, secondo lo schema C= f (P,A) In linea con l'ultimo approccio, l'orientamento umanistico esistenziale, considera il bisogno di crescita e di autorealizzazione, principi propulsori alla base dell'agire e dello sviluppo umano (espressione dell'integrazione delle molteplici componenti costitutive del sè). La propensione verso lo sviluppo e l'attualizzazione del sè sono predisposizioni naturali verso la crescita, il cambiamento, la maturazione. Per Adler l'uomo si autorealizza per la necessità di affermare sè, per Goldestein, l'autorealizzazione costituisce il nucleo propulsore dell'agire umano, per Maslow, ciascuno ha la propensione intrinseca a autorealizzarsi identificando rispettando e appagando i bisogni fondamentali e attualizzando le proprie capacità La crescita del sè, tra egocentrismo e alienazione L'adattamento Il termine adattamento deriva dal latino ad.aptare= accomodare per uno scopo. Piaget definisce l'adattamento come ricerca di equilibrio tra assimilazione e accomodamento: nel primo caso il soggetto adatta, trasforma l'esperienza nuova alle strutture possedute/familiari, nel secondo, modifica le strutture familiari in funzione delle nuove esperienze. L'assimilazione (esp nuova-> vecchia) si può avere una distorsione, nell'accomodamento (esp vecchia-nuova) una conclusione erronea. A seconda che prevalga l'assimilazione o l'accomodamento si possono identificare diversi livelli di adattamento: Eccesso di accomodamento: alienazione e negazione del sè per farlo coincidere con l'identità sociale, con carenza di cura di attenzione e di responsabilità verso se stessi. Eccesso di assimilazione: isolamento per via della prevalenza delle esigenze individuali e rifiuto delle regole sociali e delle relazioni

Cap.2: Il copione Cos'è: il copione è un tentativo di ripetere un dramma transferale; un piano di vita inconscio che la persona si porta con sè per tutta la vita, che si basa su una decisione presa durante l'infanzia e rinforzata dagli avvenimenti successivi. Tali decisioni rappresentano le migliori risposte che il soggetto è riuscito a dare in situazioni difficili come quelle che si possono

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presentare con persone significative. La decisioni vengono classificate come ordini e ingiunzioni. 5 Ordini: sii perfetto(essere oltremodo diligente e attento), sbrigati, compiaci, sforzati, dacci dentro. Ingiunzioni:12 categorie variamente deleterie distruttive autolimitanti e pervasive. La più pericolosa: non esistere che si manifesta con atteggiamenti autodistruttivi (uso di sostanze,tentati suicidi) (evitare di assecondare o di incoraggiare talune manifestazioni tipiche degli ordini). Le decisioni dipendono dalle capacità cognitive e percettive del soggetto e implicano una cronicizzazione di pattern di comportamento e strategie. Il termine copione deriva dalla somiglianza con la sceneggiatura teatrale in cui sono presenti personaggi, scene, intrecci... Come il copione teatrale anche quello di vita può riguardare tragedie (copioni perdenti dal finale spiacevole), commedie (Copioni vincenti dal finale piacevole) o opere poco interessanti. Le descrizioni del copione offerte da Berne sono state rivisitate, integrate e criticate. Per Moiso- Novellino, il copione è un piano di vita che si insoddisfacente si basa su decisioni che limitano la consapevolezza del soggetto inibendo la sua spontaneità e flessibilità. Per Cornell, la teoria del copione è riduzionista perchè pone l'accento sulla psicopatologia piuttosto che sullo sviluppo psicologico. Per Fanita English, la teoria del copione implica che i pz si liberino da credenze non dimostrate che se date per certe dai terapeuti generano false guarigioni. Inoltre sottovaluta la capacità di resistenza dei bambini e le opportunità correttive offerte dalla vita, contrastando inoltre con gli assunti dell'AT secondo cui l'uomo sarebbe dotato di risorse, resistenza e resilienza. Da quanto espresso si può desumere che bisogna evitare di: - considerare il copione come un pilota automatico o - come determinato dagli stimoli esterni. Uno dei rischi derivanti dall'attivazione del copione è che l'agire risulti eterodiretto, che il soggetto cerchi di adattarsi piuttosto che emergere (exsistere). Perchè si ripete il copione? La tendenza ad avviare il copione ed attualizzarlo fino al suo epilogo è legata: - alla necessità del soggetto di confermare il concetto che ha di sè e del suo piano di vita. Tale necessità lo porta a mettere in atto giochi di tipo psicologico (per es. il Tribunale) in cui manipola la realtà - alla mancata rielaborazione di un evento sconvolgente che riappare nel hic et nunc attraverso comportamenti scenici che Franta ha classificato in comportamenti di tipo Id (in cui il sogg proietta sull'altro i propri bisogni infantili), Super IO (in cui si proiettano situazioni irrisolte legate al controllo da parte di figure significative) Io (in cui l'altro si assume come Io ausiliare) Rispondendo con rimproveri e punizioni si rischia di disconfermare il sogg e rinforzare il copione e l'idea che lui ha di sè. É necessario fornire risposte efficaci e messaggi di stima che siano orientati al saper essere piuttosto che al saper fare. Perchè si ripetono copioni distruttivi? Qual è la valenza difensiva del copione? Il copione nonchè i percorsi distruttivi costituiscono piani d'azione cronicizzati volti a prevenire o a affrontare al meglio le difficoltà attese. Rappresentano programmi difensivi volti a contrastare le questioni traumatizzanti future che richiamano quelle passate. -Secondo una interpretazione psicoanalitica, la distruttività e la coazione a ripetere sono una

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manifestazione dell'istinto di morte in cui la tendenza auto ed etero distruttiva costituiscono un modo del sogg di proteggersi. -Secondo un orientamento psicodinamico l'istinto di morte permette di comprendere solo in parte la coazione a ripetere. Per alcuni la C.è legata ai fallimenti delle relazioni primordiali, per altri si tratta dell'incapacità dell'ambiente di rispondere in maniera appropriata alle pulsioni del bambino -Secondo un approccio cognitivo elaborativo, la coazione a ripetere è un modo di ricordare un'esperienza traumatica irrisolta memorizzata in forma procedurale (del come fare qualcosa) verificatesi prima dei tre anni e pertanto evocabile soltanto attraverso la messa in scena dell'esperienza. (La conoscenza procedurale è un insieme di produzioni (regole d'azione) costituite da un se (Condizioni che devono essere presenti affinchè si verifichi qualcosa) e un allora (obiettivo che si può attuare una volta soddisfatte le condizioni). Tali esperienze irrisolte attivano una sorta di effetto Zeigarnik (tendenza impellente a seguire un'azione e portarla a termine) in cui l'esperienza traumatica irrisolta permane in memoria fin quando non se ne consente il suo espletamento. Questo effetto, studiato dalla psicologa Zeigarnik, è stato evidenziato nei camerieri che si ricordano l'ordine che devono servire piuttosto che quello che hanno già servito. Cosa spinge una persona a evocare e a rievocare un'esperienza traumatica importante? Il bambino che ha vissuto un trauma ha la necessità di stabilire e il trauma occorso è chiuso in via definitiva o transitoria. Nel primo caso (chiusura definitiva) ripeterà il trauma attraverso il gioco o l'ascolto di una favola fino a quando non si sarà separato dall'esperienza; nel secondo caso (risoluzione transitoria) avrà la necessità di prevenire che si ripeta o di prepararsi per fronteggiarlo meglio, ripromettendosi di diventare forte e potente rinnegando la vulnerabilità, la fragilità e l'ingenuità del bambino, o cercando di mantenere il controllo ad ogni costo cercando di eliminare fisicamente quanti potrebbero costituire una minaccia (gli Ebrei erano considerati una minaccia dati Tedeschi). La ripetitività nasce dall'intento difensivo sotteso a tali percorsi che costituiscono il meglio che il soggetto sia riuscito a escogitare per proteggersi. In alcuni casi, persone che subiscono abusi possono finire col credere essere cattivi e quindi di meritare quel trattamento pur di mantenere il rapporto con il genitore abusante. Bisognerebbe assumere un atteggiamento da tifoso in cui fare il tifo significa consentire all'altro di intravedere cosa funzione e individuare le risorse da cui poter partire per costruire. Il docente dovrebbe ritenere che qualunque soggetto ha qualcosa per il quale poter essere considerato superiore nel suo ambiente, ossia, ha delle capacità di realizzare opere che gli altri non sono capaci di fare o di realizzare con altrettanta efficacia. Percorsi di copione tra attacco e fuga Di fronte a un trauma si può reagire con risposte che variano lungo il continuum fugaaggressione attacco. L'emozione alla base dell'aggressione e la rabbia e questa sottende per Jons la paura: sentimento che riduce il ventaglio di opzioni e le possibilità decisionali. Inoltre, come asserisce Berkowitz, si odia chi si teme e il soggetto in gabbia che non può fuggire , di fronte al pericolo attacca l'avversario. A partire da queste considerazioni diventa facile scorgere la paura dietro la distruttività

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sproporzionata che ha caratterizzato i copioni di Hitler e Stalin e della Germania del terzo Reich che ha considerato gli Ebrei come un male cosmico da annientare. Le reazioni abnormi vanno quindi capite a partire dalla minaccia interna percepita e interpretata. Tali reazioni possono essere dovute a: Esperienze pregresse non adeguatamente elaborate e risolte che fungono da lente di interpretazione della realtà, portando il sog a un precipitoso ritorno al passato sulla base del quale interpretare la realtà presente Un'idea eccessivamente scarsa di sè e il senso di vulnerabilità che ne consegue riscontrabile in personalità narcisistiche in cui il sogg ostenta le proprie qualità assumendo sembianze forti che hanno lo scopo di difendere l'immagine labile che la persona ha di sè. Alcuni esperimenti confermano che i narcisisti si mostrano più aggressivi quando vengono insultati o rifiutati.

Come si cambia il copione? Dal momento che il copione frutto di decisioni fondamentali assunte dal soggetto, per modificarlo occorre: Esplorare e se occorre modificare le rappresentazioni e interpretazioni della realtà su cui si basano le decisioni Il nostro agire è determinato dalla percezione e interpretazione degli eventi, dalla rappresentazione della realtà. Ci comportiamo in base all'interpretazione che diamo della situazione e del risultato ottenuto (Credenze). Secondo l'ottica costruttivista costruzionista, tanto più queste credenze, teorie precostituite risultano efficaci tanto meno le mettiamo in discussione. Per comprendere il copione bisogna quindi esplorare gli esiti sia dei processi interpretativi e costruttivi, sia quelli derivanti dai processi decisionali. Per far questo occorre: Individuare le rappresentazioni -

Attivare alcuni conflitti cognitivi per far prendere atto al sogg delle congetture inefficaci

-

Focalizzare l'attenzione sulle dissonanze

-

Verificare e valutare il processo realizzato

Orientare l'esistenza in direzioni costruttive monitorando e intervenendo nei singoli momenti dei percorsi che man mano vengono inaugurati e realizzati. La modifica delle interpretazioni può farsi con un intervento psicoterapeutico (forma di aiuto diretta intensa che si propone di aiutare ciascuno ad assumere percorsi costruttivi per soddisfare i propri bisogni legittimi, cambiare il copione e la personalità abbandonando quelli illusori, a partire dalla rilevazione e dall'analisi del piano di vita del pz per procedere in maniera esplicita e diretta alla modifica dei percorsi

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distruttivi partendo dalla riappropriazione dei permessi negati) sia con un intervento educativo (forma di aiuto indiretta che attraverso l'uso di attività didattiche (svolgimento del tema, risoluzione di un problema, recita) promuove processi di apprendimento trasversali e disciplinari. La psicoterapia aiuta il sogg a diventare consapevole del suo copione e delle sue decisioni primordiali e a cambiare quanto è disfunzionale L'educazione mira ad prevenire l'avvio di percorsi distruttivi correlati al copione, ma entrambi aiutano ad appropriarsi della propria vita e del proprio destino. Cap3. Paure e disagio nei ragazzi oltremodo adattati Difficilmente si considera che le "Buone condotte" siano manifestazioni di paure arcaiche come quella di essere abbandonati, di rimanere soli, essere rifiutati... Manca una sintomatologia evidente e si tende a considerare in maniera positiva l'eccesso di adattamento. In realtà, l'agire smisuratamente adattato nasconde la paura che si ripetano determinate situazioni passate traumatiche.. E' necessario perciò, esplorare questi comportamenti per promuoverne la sostituzioni con altri nuovi espressivi di sè. Quali espressioni designano alcune peculiarità dell'agire adattato? In Italiano possiamo individuare almeno 2 macro termini che indicano l'agire adattato: compiacere: da cui deriva il termine compiacente e i relativi sinonimi di conciliante, consenziente, ben disposto... E "desiderabilità sociale" compiacere deriva dal latino cumplacere (cum, con e placere, piacere,) e indica quindi un piacere ...


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