Sviluppo DEL Linguaggio riassunto dal libro PDF

Title Sviluppo DEL Linguaggio riassunto dal libro
Author daniela scaini
Course Psicologia dello sviluppo
Institution Università Telematica Internazionale UniNettuno
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Summary

riassunto capitolo sviluppo del linguaggio, con schema per comprensione e integrazione dalle lezioni on line proposte dall'università. Concetti fondamentali...


Description

SVILUPPO DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE Imparare a parlare significa per il bambino: 1) 2) 3) 4)

Analizzare i suoni linguistici ( per identificare fonemi, morfemi parole ecc…) Padroneggiare pattern articolatori Acquisire un vocabolario Imparare a conversare

CHOMSKY E LA SPIEGAZIONE INNATISTA Negli anni ’60 Noam Chomsky ipotizza l’esistenza di un DISPOSITIVO INNATO PER L’ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO (LAD – Language Acquisition Device). Questa Matrice Biologica è strutturata secondo Chomsky seguendo una GRAMMATICA UNIVERSALE, ovvero una serie di regole identiche per tutte le lingue. Per Chomsky il linguaggio è una serie di regole che il bambino deve scoprire effettuando poi un processo di verifica, partendo da un numero limitato di ipotesi di verifica che sono quelle presenti nella conoscenza innata del linguaggio. Per Chomsky gli adulti non hanno un ruolo nello sviluppo linguistico, il bambino è creativo nell’uso del linguaggio, producendo espressioni nuove mai ascoltate prima. Quindi il linguaggio non viene visto come una ROZZA IMITAZIONE del linguaggio degli adulti, ma come UN PROCESSO ATTIVO, CREATIVO E GUIDATO DA REGOLE. CRITICHE A CHOMSKY: 1) Linguaggio slegato dall’intelligenza e dalla capacità comunicativa 2) La conoscenza linguistica precede l’esecuzione 3) Non viene considerato l’ambiente in cui il bimbo vive , né i discorsi a cui viene sottoposto. LA POSIZIONE INTERAZIONISTA La posizione Interazionista, viene portata avanti da Piaget e da Vygotsky. La posizione interazionista vede il linguaggio come parte dello sviluppo cognitivo, SVILUPPO COGNITIVO che PRECEDE la comparsa del linguaggio ed è autonomo, mentre il LINGUAGGIO deriva dallo sviluppo cognitivo. ( come diceva FLAVELL , lo sviluppo linguistico consiste nell’ imparare a spiegare nella lingua madre ciò che già si sa). Per Piaget il linguaggio compare nel SESTO stadio SENSOMOTORIO, e segna il passaggio dall’INTELLIGENZA SENSOMOTORIA all’INTELLIGENZA RAPPRESENTATIVA. Per PIAGET, il bambino prima impara facendo e solo dopo capisce quello che fa per cui L’ESECUZIONE viene PRIMA della COMPETENZA. Nella seconda metà degli anni ’70 emerge un nuovo interesse per la PRAGMATICA, ovvero l’UTILIZZO del LINGUAGGIO, appropriato al CONTESTO. ( richiamando le capacità sociali e comunicative del bambino). SVILUPPO DEL LINGUAGGIO NEL CONTESTO SOCIALE L’approccio funzionalista sostituisce la nozione di competenza linguistica con quello di competenza COMUNICATIVA. Si pensa infatti che vi sia una prelazione tra competenza PRELINGUISTICA e COMPARSA DEL LINGUAGGIO. Il ruolo degli adulti è visto diversamente da come lo interpretava Chomsky, soprattutto il ruolo del genitore o di chi accudisce il bambino. In particolare BRUNER, influenzato dalla teoria sullo sviluppo linguistico e cognitivo di Vygotsky piuttosto che dalla posizione di Piaget che attribuiva un ruolo marginale all’esperienza sociale, pone un’ENFASI sulla natura sociale del linguaggio , individua i cosiddetti formati di ATTENZIONE CONDIVISA E AZIONE CONDIVISA mediante FORMATI DI GIOCO o ROUTINE, che permettono al bambino SIA di imparare ad interpretare le azioni e le espressioni della madre, SIA di produrre azioni ed espressioni. BRUNER ritiene la posizione innatista di Chomsky, MIRACOLISTA, quella si SKINNER IMPOSSIBILE, quindi vi è la necessità di formulare una terza teoria che comprenda sia un LAD ( dispositivo innato per l’acquisizione del linguaggio) che un LASS ( sistema di supporto per l’acquisizione del linguaggio) e che corrisponde al ruolo svolto dall’ADULTO e DAL COTESTO SOCIALE. FASE PRE-LINGUISTICA Inizialmente i suoni sono di natura VEGETATIVA (sbadigli, ruttini ecc…) o compaiono legati al pianto. INTORNO AI 2-4 MESI compaiono le prime PROTOCONVERSAZIONI, dove le vocalizzazioni si inseriscono tra i turni verbali dell’adulti, come se il bambino rispondesse. VERSO i 6-7 MESI, compare la LALLAZIONE CANONICA ( sequenze consonante –vocale es: ta-ta) VERSO i 10-12 MESI , compare la LALLAZIONE VARIATA, ( sequenze complesse es: ba –da , da-du ecc…) insieme ai primi suoni simili a PAROLE O PROTOPAROLE che assumono un significato specifico ( es. il suono nanà sempre in situazioni di richiesta) Diversi studi hanno dimostrato che un ritardo nella LALLAZIONE CANONICA, può essere INDICE PREDITTIVO di un ritardo LINGUISTICO E COMUNICATIVO ( APRASSIA, DISARTIRA , DISORDINE FONOLOGICO ) VERSO 11-13 MESI si colloca la comparsa delle PRIME PAROLE PERIODO CRITICO Periodo compreso tra 2 anni e 13-14 anni, che viene considerato critico per imparare la lingua materna. Alcuni casi ( come quello di GENIE) hanno dimostrato che si può apprendere la lingua materna anche dopo la pubertà ma il sistema linguistico resta incompleto e persistono difficoltà

GESTI COMUNICATIVI Per gesto comunicativo si intendono tutte quelle azioni NON verbali prodotte dai bambini accompagnate da un contatto oculare con l’adulto, con cui il bambino interagisce al fine di orientare e mantenere l’attenzione dell’adulto, la loro interpretazione è legata al contesto. La comparsa dei gesti deittici segna un passaggio socio –cognitivo da una comunicazione pre-intenzionale ad una intenzionale e avviene tra i 9-12 MESI. La COMUNICAZIONE INTENZIONALE dunque, nasce tra i 9 e i 12 mesi con la comparsa dell’attenzione condivisa e dei PRIMI GESTI DEITTICI. In particolare il gesto di indicare ha 2 funzioni: RICHIESTIVA E DICHIARATIVA. La funzione RICHIESTIVA, si ha quando il gesto viene usato per richiedere l’intervento o l’aiuto dell’adulto ed è accompagnato dall’alternanza dello sguardo tra l’oggetto e la persona a cui lo si chiede. La funzione DICHIARATIVA, invece si ha quando il bambino vuole condividere con l’interlocutore l’interesse o l’attenzione su un evento esterno. Con l’introduzione di questi gesti l’interazione con l’interlocutore diventa TRIADICA, ovvero l’evento o l’oggetto esterno diventa qualcosa su cui SI COMUNICA. I gesti DEITTICI sono inizialmente di tipo RICHIESTIVO, successivamente assumono un carattere DICHIARATIVO. L’intenzione DICHIARATIVA sottende CAPACITA’ SOCIO-COGNITIVE più evolute rispetto a quella richiestiva. IL RITARDO nella comparsa del gesto con intenzione dichiarativa , può essere INDICE DI RISCHIO per lo sviluppo comunicativo e linguistico, nonché DIAGNOSI PRECOCE PER L’AUTISMO. GLI INDICI CON VALORE PREDITTIVO di un ritardo nello sviluppo linguistico sono: 1) La COMPRENSIONE LINGUISTICA ( lessicale e grammaticale) 2) La comparsa e la frequenza della PRODUZIONE GESTUALE 3) I DIVERSI TIPI DI COMBINAZIONE DI GESTI E PAROLE nei primi 2 anni di vita A partire dagli 11-12 MESI Compaiono i primi GESTI REFERENZIALI O RAPPRESENTATIVI (es. agitare le mani per rappresentare un uccellino ecc…) Questi gesti nascono all’interno di GIOCHI o di ROUTINE, e vengono apprese PER IMITAZIONE e sono un fenomeno caratteristico del PRIMO SVILUPPO LINGUISTICO, che consentono al bambino di comunicare utilizzando SCHEMI GESTUALI, piuttosto che sequenze vocali ancora incerte. Insieme ai gesti referenziali, compaiono anche le prime parole. Quando il linguaggio verbale si consolida e il vocabolario raggiunge le 50 parole, l’USO dei GESTI REFERENZIALI diminuisce, fino quasi a scomparire. A 12 mesi la MODALITA’ PREVALENTE è quella GESTUALE, e i bambini utilizzano i GESTI REFERENZIALI, per esprimere significati per i quali non possiedono ancora le parole. Nei mesi successivi aumenta la produzione vocale, e a 16 mesi circa il numero di gesti e parole si equivale. Dopo questa età, l’uso dei gesti DECRESCE, e aumenta la modalità VOCALE. LE PRIME PAROLE Dagli 11 ai 13 mesi compaiono LE PRIME PAROLE, inizialmente il bambino parla delle stesse cose ( parenti, familiari o azioni abitudinarie) La comprensione precede e influenza la PRODUZIONE LINGUISTICA L’ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO Nello sviluppo lessicale si distinguono 2 FASI DURANTE IL 2 ANNO. Nella 1 FASE, 12-16 mesi, l’ampiezza del vocabolario è di circa 50 parole. Nella FASE successiva, 17-24 mesi, vi è una rapidità maggiore nell’acquisire nuove parole, e si assiste ALL’ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO, in questa fase l’espansione è di 5 parole a settimana fino anche a 40 parole, cosicché alla fine di questo periodo il VOCABOLARIO COMPLESSIVO si attesta intorno alle 300 PAROLE, ( fino anche a 600). Per diversi studiosi, l’esplosione del vocabolario non è una TAPPA universale per tutti i bambini e soprattutto si può verificare in tempi e fasi diverse. Quando il vocabolario supera e 100 PAROLE, si assiste ad un aumento dei verbi, degli aggettivi e si assiste al passaggio dalla REFERENZA ALLA PREDICAZIONE. Un ritardo nel linguaggio in età precoce può essere fattore di rischio per disturbi specifici del linguaggio in età scolare. Gli strumenti per confrontare lo sviluppo linguistico e che consentono di individuare precocemente problematiche sono: “”il questionario sullo sviluppo comunicativo e linguistico nel secondo anno di vita”” ( QSCL) e il “”Primo vocabolario del bambino””( PVB) Il PVB è composto di 2 parti la prima (GESTI E PAROLE ) per bambini tra 8 -17 MESI, la seconda (FORMA PAROLE E FRASI) per i bambini tra 18 e 30 mesi. L’EVOLUZIONE E IL SIGNIFICATO DELLE PAROLE Gli studiosi concordano che il bambino associ il significato di una parola ad aspetti della realtà diversi da quelli a cui verrebbe associata da un adulto. Si tratta di ERRORI di SOVRAESTENSIONE ( il bambino chiama cane ad esempio, qualsiasi animale a 4 zampe), di ERRORI di SOTTOESTENSIONE ( il bambino chiama bambola solo la sua bambola ad es.), o di ERRORI di SOVRAESPOSIZIONE ( il bambino ad es. usa “aprire” non solo riferendosi alle porte ma ad es anche per accendere la luce). All’inizio saranno presenti soprattutto le SOVRAESTENSIONI, poi via via saranno presenti prevalentemente le SOTTOESTENSIONI ( un bambino di 2 anni ad esempio si rifiuterà di accettare che uccelli, pesci ecc.. sono animali). Il bambino categorizza sulla base di SOMIGLIANZE PERCETTIVE o di SOMIGLIANZE FUNZIONALI. Di solito il bambino impara prima i nomi situati AL LIVELLO BASE e poi via via impara i NOMI PIU’ SPECIFICI ( es. prima fiore e poi papavero ecc…) Tra i 6 e gli 8 ANNI, il bambino è capace di utilizzare il termine SOVRAORDINATO ( es. l’arancia è un frutto)

LO SVILUPPO DELLA GRAMMATICA Nello sviluppo della grammatica si individuano MORFOLOGIA ( acquisizione di suffissi e prefissi che ad esempio formano il plurale, il maschile e il femminile ecc…) e SINTASSI ( è la capacità di costruire frasi che rispettino le regole della lingua materna) Lo sviluppo della grammatica, inizia a 2 anni e prosegue in età prescolare e scolare. 1)

2)

DALLE PRIME FRASI AL LINGUAGGIO COMPLESSO I bambini in media, producono le prime combinazioni di parole a 20 mesi ( 14 i più precoci e 24 i più lenti) I bambini cominciano a combinare 2- 3 parole quando il loro vocabolario supera le 50 parole. In sintesi , tra i 3 e i 4 anni i bambini padroneggiano strutture semantiche sia FONDAMENTALI che FACOLTATIVE, tuttavia l’ambiente socioeconomico influenza le loro prestazioni soprattutto tra i 5 e i 6 anni con l’ingresso a scuola, dove si osserva che i bambini di un livello Socioeconomico elevato, non differiscono nel numero o nella lunghezza delle parole , ma producono frasi subordinate e complesse. Per valutare la crescita della COMPLESSITA’ MORFOSINTATTICA, per le produzioni infantili si utilizza LA LUNGHEZZA MEDIA DELL’ENUNCIATO (LME). LO SVILUPPO MORFOSINTATTICO Tra i 2 e i 3 anni si assiste ad una vera e propria ESPLOSIONE MORFOLOGICA. Nella lingua italiana ed esempio, i bambini utilizzano soggetto- verbo entro i 3 anni, le forme plurali dopo quelle singolari ecc… Solo verso i 9 anni si uniformano alla strategia utilizzata dagli adulti. La MORFOLOGIA NOMINALE ( femminile-maschile , singolare-plurale) sono padroneggiate intorno ai 3 anni di età. La MORFOLOGIA PRONOMINALE, inizia ad essere utilizzata intorno ai 3-4 anni , prima con i pronomi personali ( io, tu / me , te)

DIFFERENZE INDIVIDUALI NELLO SVILUPPO Ogni bambino ha una sua strada e i suoi ritmi. L’età di comparsa delle prime parole si assesta intorno ai 11-13 mesi ( 8 mesi nei casi precoci, 18 mesi nei casi più lenti) Per quanto riguarda la COMPENSIONE , all’età di 8 -10 mesi ci sono alcuni bambini che non comprendono nessuna parola e ci sono altri che invece ne comprendono anche 200. Le prime COMBINAZIONI DI PAROLE compaiono in media a 20 mesi( 14 mesi per i più precoci – 24 mesi per i più lenti). Vi è una differenza anche negli STILI, esistono STILI DI ACQUISIZIONE REFERENZIALI e STILI DI ACQUISIZIONE ESPRESSIVI. I bambini REFERENZIALI sono maggiormente interessati a nominare gli oggetti, i bambini ESPRESSIVI invece sono più interessati alle relazioni sociali e parlano per esprimere i loro bisogni o sentimenti. Inoltre ci sono bambini impulsivi che si “buttano” a parlare e bambini riflessivi che invece si mostrano più cauti. GLI USI DEL LINGUAGGIO Per diventare parlanti e ascoltatori, i bambini devono non solo apprendere le regole sintattiche, ma ACQUISIRE una COMPETENZA PRAGMATICA ( capacità di conversare ma anche di ascoltare l’interlocutore, tenendo conto dei suoi bisogni.)

IMPARARE A COMUNICARE EFFICACEMENTE PIAGET osserva che il bambino fino a 7 anni è incapace di considerare il punto di vista dell’interlocutore, o comunque un punto di vista che non sia il suo. Secondo PIAGET, nella produzione del linguaggio verbale, tra i 2- 7 anni il LINGUAGGIO EGOCENTRICO è presente in percentuali alte, e questo dipende dal fatto che i bambini sono inconsapevoli delle differenze tra la propria conoscenza e quella degli altri. In realtà studi più recenti intorno agli anni 70 hanno messo in evidenza che i bambini già intorno ai 3-5 anni, sono molto più consapevoli di quello che pensava PIAGET. La capacità di comunicare è influenzata da CARICO COGNITIVO del compito. Il fallimento comunicativo può avvenire in presenza di un’ambiguità, ambiguità che può dipendere a sua volta dal fatto che in famiglia, solo raramente i bambini ricevono informazioni esplicite circa il successo o il fallimento dei propri messaggi e questo accade perché i genitori tendono a compensare le lacune o gli errori.

LA CONSAPEVOLEZZA METALINGUISTICA Fino a 5-6 anni i bambini tendono a privilegiare ciò che si VUOLE DIRE rispetto a ciò CHE SI DICE. ( es. i POP CORN - “ tu ne hai più di me”) I VERBI che si riferiscono a STATI MENTALI, ovvero i verbi che appartengono al METALINGUAGGIO, ( credere, pensare, immaginare ecc…) sono DIFFICILMENTE COMPRENSIBILI per i bambini piccoli. Si ritiene che l’LAFABETIZZAZIONE faciliti la padronanza del metalinguaggio.

APPRENDIMETO DELLA LETTURA L’apprendimento della letture sembra che sia più facile tra i bambini che possiedono una consapevolezza METALINGUISTICA, ( ad es. i bambini che a 4-5 anni rispondono alla frase “ dimmi una parola che inizia con la lettera iniziale di Tappo”, successivamente impareranno a leggere molto più velocemente. LA CONOSCENZA DEL LINGUAGGIO INFLUENZA L’APPRENDIMENTO DELLA LETTURA. Imparare a leggere e scrivere è un processo CONOSCITIVO, che si articola in 4 FASI: 1) FASE PRE-SILLABICA ( il bambino non differenzia la scrittura dal disegno, e le proporzioni della scrittura sono proporzionali all’oggetto es. la parola treno sarà scritta più grande della parola mela, perché il treno è più grande) 2) FASE SILLABICA ( la parola scritta ha parti che somigliano al parlato es. TOO=TAVOLO) 3) Fase SILLABICO- ALFABETICA( vi è la difficoltà di riconoscere la lettera e non solo la sillaba)

4) FASE ALFABETICA...


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