Sviluppo DEL Linguaggio PDF

Title Sviluppo DEL Linguaggio
Author Marta Nizza
Course Psicologia dello sviluppo e dell'educazione
Institution Università degli Studi di Palermo
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La Comunicazione è la trasmissione di informazioni che tiene conto della sorgente e della destinazione. È formata da codici comunicativi come il linguaggio. Il linguaggio è una forma di comunicazione basata su un sistema di simboli. Esso consiste in parole usate da una determinata comunità e regole per modificarle o combinarle. Nonostante esso serva a comunicare, può essere adoperato anche per azioni più complesse come pensare e ragionare. Esso non dipende dalla modalità di trasmissione, cioè le lingue naturali vocali o segniche. Le lingue naturali vocali hanno un numero limitato di unità strutturali non significanti, i fonemi, combinate ricorsivamente per creare un numero teoricamente illimitato di unità significanti, le parole, che a loro volta possono essere combinate per formare un numero illimitato di enunciati. Inoltre usano molta creatività per produrre enunciati mai uditi. Ambiti della competenza linguistica Comprensione---Espressione Fonologico: organizzazione dei suoni caratteristici di una lingua (fonemi). Semantico: elaborazione delle parole relativamente al significato e alle rappresentazioni fonologiche corrispondenti (lessico mentale). Morfosintattico: concordanza e formazione interna delle parole (morfemi liberi o legati); modalità con cui le parole vengono collegate per comunicare i significati desiderati. Pragmatico: conoscenza delle regole di adattamento ottimale dell'uso di una lingua al contesto entro il quale la comunicazione ha luogo, comprensione delle informazioni inferenziali, presupposizione di ciò che è sottinteso e condiviso. Il teorico innatista Chomsky sosteneva che gli esseri umani vengono al mondo con un dispositivo di acquisizione del linguaggio (LAD), un meccanismo innato che permette al bambino di acquisire le caratteristiche e le regole del linguaggio. Il LAD guiderebbe il bambino nell’elaborazione e nella verifica delle ipotesi sulla forma che il linguaggio può assumere nella propria lingua. Si ha una concezione dominio-specifica dello sviluppo del linguaggi, perché tale dispositivo agisce in maniera autonoma e indipendente dallo sviluppo di altre capacità cognitive. La grammatica universale è un insieme di conoscenze innate circa i principi che regolano il funzionamento di tutte le lingue. Secondo questa teoria non sarebbe innata la conoscenza della lingua, ma la predisposizione ad apprendere qualsiasi lingua a partire dall’applicazione delle conoscenze innate contenute nella grammatica universale. La teoria cognitiva costruttivista di Piaget è fondata sull’ ”IPOTESI COGNITIVA" sull'acquisizione del linguaggio: II bambino comprende ed usa certe strutture linguistiche solo quando le sue capacità cognitive lo mettono in grado farlo. Il linguaggio è solo uno degli aspetti del funzionamento della capacità simbolica, che segna il passaggio dall'intelligenza senso-motoria all'intelligenza rappresentativa. Inizialmente è un linguaggio egocentrico (subordinato al pensiero), successivamente diventa comunicativo e sociale. L'esecuzione (azione sulla realtà) precede la competenza (azione interiorizzata). Si ha una concezione dominio-generale dello sviluppo del linguaggio. Nella teoria socioculturale di Vygotskij lo SVILUPPO MENTALE è visto come TRASFORMAZIONE dei processi psichici naturali (funzioni psichiche inferiori: percezione, attenzione spontanea, espressione di emozioni primarie) attraverso progressiva INTERIORIZZAZIONE dei sistemi di segni (LINGUAGGIO principale) che mediano

l'interazione sociale nella cultura di riferimento e in processi psichici culturali (funzioni psichiche superiori: attenzione volontaria, controllo dell'espressione di emozioni). Il processo di INTERIORIZZAZIONE del linguaggio è un’ interazione sociale attraverso i segni (gesti convenzionali e parole) utilizzati dall'adulto nell'interazione col bambino messi a disposizione del bambino. Il bambino, partecipando attivamente all'interazione, usa questi segni come mezzi per agire a sua volta sull'attenzione del partner: verso i 24 mesi i segni sono mezzi di interazione sociale ma al tempo stesso inizia a interiorizzare questi segni e i significati generati dallo scambio verbale e quindi la comparsa del linguaggio egocentrico (funzione regolativa del linguaggio). Vi è un progressivo processo di interiorizzazione (completo verso i 7 anni) che fa si che i segni diventino mezzi di organizzazione. La zona di sviluppo prossimale è la differenza tra il livello di sviluppo di un individuo in un dato momento e il livello potenziale che può raggiungere se guidato da un partner più esperto. Lo Scaffolding è la duplice funzione del partner esperto di problematizzazione e di sostegno nei processi di interazione e apprendimento e adattamento del sostegno al livello di competenze possedute dal bambino. Confronto Piaget-Vygotskij Teoria cognitivista (Piaget, 1923) • Lo sviluppo linguistico deriva e dipende dallo sviluppo cognitivo • Focus sulla dimensione individuale • Linguaggio egocentrico: espressione dell’egocentrismo infantile • Processo di sviluppo intrapsichico • Apprendimento tramite conflitto cognitivo • Lo sviluppo del linguaggio dipende dallo sviluppo cognitivo

Teoria socioculturale (Vygotskij, 1934) • Il linguaggio si sviluppa dalla partecipazione del bambino a un’ampia rete di interazioni sociali • Focus sulla dimensione sociale • Linguaggio egocentrico: strumento fondamentale del pensiero • Processo di sviluppo interpsichico • Apprendimento tramite interazione sociale • Lo sviluppo cognitivo dipende dallo sviluppo del linguaggio

Produzioni prelinguisitiche nel primo anno di vita Qualunque sia la lingua, i neonati di tutto il mondo seguono un percorso simile. I bambini producono suoni sin dalla nascita, con l’obiettivo di attirare l’attenzione di chi se ne prende cura. Durante il primo anno di vita producono queste vocalizzazioni: piangere, tubare e lallazione. La lallazione è una sorta di balbettìo, che combina sequenze di vocali e consonanti. Nelle prime 2/3 settimane produce solo suoni vegetativi o legati al pianto. Tra i 2/3 mesi compaiono le imitazioni vocaliche. Verso i 6 mesi compare la lallazione, che indica la sequenza di sillabe, consonanti e vocali, ripetute da due a più volte. Le sillabe sono organizzate in forme ripetitive e poi le consonanti vengono variate. Si distingue una lallazione canonica, che consiste nella ripetizione di sillabe semplici o ripetute, e una lallazione variata, come produzione di sequenze che incorporano consonanti diverse.

Gli schemi fonetici sperimentati nella lallazione sono utilizzati per formare le prime parole. Sviluppo dei gesti comunicativi A circa 8-10 mesi gli enfanti cominciano ad utilizzare i gesti. Si definiscono gesti comunicativi le azioni corporee che sono usate con intenzione comunicativa. Verso i 9-12 mesi vengono prodotti gesti deittici, che il bambino utilizza per riferirsi ad un oggetto od un evento esterno. Si tratta di gesti come indicare, mostrare e richiedere. Lo stesso gesto può avere due funzioni legate alle intenzioni del bambino: l’intenzione richiestiva, per cui il bambino indica per chiedere, e l’intenzione dichiarativa, per cui il bambino richiama l’attenzione dell’adulto su un oggetto o un evento. Fra i 12 e i 18 mesi compaiono gesti simbolici, convenzionali, rappresentativi o iconici (es. convenzionali: aprire e chiudere la mano per “ciao”, muovere la testa per asserire o negare; iconici: muovere le mani per “vola”, aprire e chiudere la bocca per “pesce”). Il loro contenuto semantico non varia al variare del contesto, rappresentano dunque azioni che si compiono su un oggetto o azioni che il bambino compie sul proprio corpo. Contemporaneamente compaiono le prime parole. Le prime parole descrivono persone importanti, animali domestici, giocattol i,cibo. Prima dei 18 mesi, il vocabolario ricettivo è molto più ampio del vocabolario parlato, che aumenta dopo aver pronunciato la prima parola. Questo rapido aumento si chiama esplosione del vocabolario, cioè l’ accelerazione del ritmo di acquisizione delle parole (5-9 nuove parole al giorno, 300-600 parole a 24 mesi) e uso flessibile delle parole in contesti diversi. I bambini sono capaci di usare parole per rispondere, porre domande e fare commenti. Processo di decontestualizzazione sia in produzione che in comprensione. A partire dai 16 mesi il bambino produce combinazioni parola-gesto, che si distinguono in base al contenuto che trasmettono. Tra i 2 e i 3 anni avviene rapidamente il passaggio alla combinazione di più parole. Vi è una sottesa capacità di comunicare attraverso veicoli simbolici. Inoltre il gesto attiva uno scambio sociale e verbale con l’adulto che facilita l’acquisizione del linguaggio. Markman propone un ipotesi per spiegare come fanno i bambini ad associare parole ai referenti, secondo cui vi sono alla base dei meccanismi predeterminati biologicamente che guidano il processo di apprendimento. Questi meccanismi sono: Vincolo dell'oggetto intero, ovvero la parola si riferisce alla totalità dell'oggetto e non alle sue parti; vincolo tassonomico per cui la parola denota la categoria intermedia (gatto / tavolo) vincolo dell’esclusione: Ogni cosa ha un solo nome: il cane non è animale. Comprensione linguistica A 8-10 mesi la comprensione media è di 30 parole; a 18 mesi la comprensione media è di 215 parole. Il numero di parole comprese è sempre superiore al numero di parole

prodotte. La comprensione di parole in una fase dello sviluppo predice l’ampiezza del vocabolario prodotto ad età successive. Lo sviluppo del linguaggio nella teoria interazionista, socioculturale di Bruner Le esperienze di un bambino sono molto importanti nell’acquisizione della lingua, ma anche i fattori biologici hanno forti influenze. I bambini infatti sono biologicamente predisposti a imparare a parlare. La prospettiva interazionista sostiene che i fattori biologici e quelli culturali si intrecciano sino a determinare lo sviluppo del linguaggio. Bruner sottolinea il ruolo di insegnanti e genitori nella costruzione del sistema di supporto per l’acquisizione del linguaggio. Dispositivo innato tipo LAD (Chomsky) necessario all’acquisizione del linguaggio ma attivato da LASS (Language Acquisition Support System) cioè un aiuto fornito da un adulto che entra con il bambino in un ‘formato’ di attenzione e azione condivisa, e struttura l’input del linguaggio così che possa interagire con il “dispositivo di acquisizione del linguaggio” (LAD). L’interazione fra il LAD e il LASS permette al bambino piccolo di entrare nel mondo della comunità linguistica e della cultura a cui il linguaggio dà accesso. Fin dal primo anno di vita l’INTERAZIONE adulto-bambino fornisce la possibilità di partecipare attivamente all’interazione/conversazione con l’altro e l’esposizione a un modello linguistico analizzabile. Il “linguaggio diretto al bambino” facilita l’organizzazione dei fonemi e la segmentazione del discorso. Aspetti paralinguistici: tono di voce più alto, contorni prosodici accentuati. Aspetti lessicali: vezzeggiativi, diminutivi, onomatopee, semplificazioni, termini concreti, ridondanza lessicale. Aspetti sintattici: enunciati brevi e ben costruiti, complessità crescente. I “Formati” sono sequenze di azione e attenzione condivisa prodotte da adulto e bambino nei giochi sociali e nelle routine caratterizzate da: struttura profonda invariante e struttura superficiale variabile, relazioni univoche di forma linguistica-funzione e regole culturalmente definite. Nel gioco sociale e nelle routine bambino e adulto costruiscono e condividono significati che possono fornire i referenti di segnali comunicativi sempre più avanzati. Il bambino passa da essere semplice spettatore ad attore (esegue azioni e produce espressioni linguistiche o gestuali che accompagnano, anticipano o completano le azioni). All’interno di questi formati la capacità del bambino di partecipare attivamente e quella della madre di fornire supporto adeguato influenzano il ritmo di acquisizione delle prime parole. Il “formato” della lettura congiunta è fondato su un focus d’azione e attenzione con divisa sulle immagini del libro. Le competenze comunicative e linguistiche del bambino sono sollecitate dalle attività di denominazione e successivamente di predicazione. La frequenza e la precocità di inizio della lettura congiunta correlano positivamente con lo sviluppo linguistico e con l’emergenza di abilità di letto-scrittura.

La modalità di interazione dell’adulto e di partecipazione del bambino mediano gli effetti della lettura congiunta sullo sviluppo linguistico. Mentre il genitore legge le immagini, stimola il bambino a riconoscere il nome degli oggetti e a ripeterli. Nella prima fase dello sviluppo le parole non hanno un valore referenziale, ma sono utilizzate per accompagnare schemi di azioni, non per sostituirlo o anticiparli. I bambini talvolta estendono o restringono i significati delle parole che utilizzano attraverso la sovraestensione e la sottoestenzione. Sviluppo lessicale: differenze Differenze di pronuncia come mutamenti nella struttura della bocca, entro i 24 mesi articolazione di p,b,m,n,t,d + k,g + f,v. Differenze legate al genere cioè che le femmine raggiungono tappe fondamentali dello sviluppo linguistico prima dei maschi. Differenze legate all’ordine di nascita cioè i primogeniti leggero anticipo nella comparsa del linguaggio rispetto ai fratelli e vocabolario più vario. Differenze legate al livello socioeconomico che i bambini di famiglie di livello socioeconomico medio/alto vocabolari più ampi e maggiori abilità grammaticali. Late talkers → meno di 50 parole a 24 mesi o assenza di linguaggio combinatorio a 36 mesi Comunicazione verbale La capacità specificamente umana di comunicare verbalmente implica due tipi di competenze: • linguistiche, capire e produrre frasi significative e formate secondo le regole grammaticali • comunicative, abilità di usare le frasi in modo appropriato al contesto. Una lingua è un sistema formato da poche decine di fonemi, unità minime prive di significato, la cui combinazione dà origine a decine di migliaia di morfemi, unità più grandi dotate di significato (can e i in “cani”) combinabili secondo regole fino a formare un numero infinito di frasi e quindi discorsi o testi. Tra i 4-5 anni compaiono gli enunciati complessi, che implicano sia la capacità di stabilire relazioni semantiche tra eventi, sia l’utilizzo appropriato di diversi connettivi. Un bambino ha già un dizionario o lessico mentale di migliaia di parole, con informazioni su pronuncia, significato, categorie grammaticali; è già in grado di formare frasi in base a una sintassi. Come mai? Secondo Skinner il linguaggio si apprende tramite modellaggIo, imitazione, rinforzo come ogni altra forma di apprendimento (teoria oggi superata). Secondo Chomsky esistono dei parametri variabili specifici per ogni lingua (es. soggetto sempre presente o meno), che il bambino apprende tramite l'esperienza e quindi una fissazione dei parametri (i valori di questi parametri sono inclusi in un ventaglio, non è un apprendimento per associazione). Costruttivismo

Approccio che accomuna teorie diverse; esse concordano sul fatto che l'acquisizione del linguaggio si basa sull'integrazione di strutture sottese ad altre abilità (cognitive, percettive, sociali, affettive). La teoria della modularità afferma che il linguaggio viene acquisito e mantenuto grazie a una speciale facoltà indipendente dalle altre facoltà mentali (in continuità con Chomsky) Filogeneticamente, è il risultato di una improvvisa comparsa o mutazione. Ontogeneticamente ha abilità linguistiche innate. La teoria cognitivista-funzionalista afferma che il linguaggio viene acquisito e mantenuto mediante processi che condivide con altri domini (percettivi, cognitivi, affettivi). Filogeneticamente, si è evoluto gradualmente da abilita preesistenti (anche nei primati). Ontogeneticamente ha abilità alla base, grande ruolo giocano le capacita percettive e cognitive. Alle basi dello sviluppo fonologico vi è la capacità di distinguere suoni linguistici, produrre suoni linguistici. Gli ostacoli alla produzione di suoni linguistici nel neonato sono l’immaturità del tratto vocale (si modifica nel primo anno); scarso controllo dei movimenti degli organi coinvolti nella fonazione, che dipende dalla maturazione del sistema nervoso centrale e dall’esercizio (dal controllo grossolano della base della lingua, ai movimenti fini delle labbra e della punta della lingua) es. dada è più facile che mama; insufficiente memoria di lavoro (ricordare e riprodurre). Certe parole vengono pronunciate male ancora a 5-6 anni “il fatto che i bambini semplifichino i suoni che non riescono a produrre accuratamente e che lo facciano in un modo che permette una comunicazione efficace, attesta la natura adattiva e riflessiva della cognizione umana”. La comprensione A 7 mesi comprendono alcune parole famigliari. A 8 mesi comprendono una cinquantina di parole. A 18 mesi 200 parole. Come nasce la capacità di comunicare? Alla nascita il bambino imita, in maniera precisa e selettiva (non imitano a caso e colgono differenze tra azioni come aprire le labbra o spingere in fuori le labbra). Nei primi mesi, grazie all'interazione faccia a faccia (dove ci si guarda, si vocalizza insieme, si sorride...), si creano degli pseudo-dialoghi o proto-conversazioni, dove adulto e bambino alternano suoni/movimenti, come se fosse un dialogo. E' il periodo in cui compare anche il "sorriso sociale": il bambino sorride riconoscendo la persona famigliare. Tra 3 e 9 mesi l'interazione faccia a faccia diventa una vera e propria routine condivisa dall’adulto e dal bambino, dove ci sono "ruoli" e le azioni sono coordinate. Più l'interazione diventa famigliare, più il bambino è attivo. GIOCO DEL CUCU'. A 9-12 mesi compare l'abilita di condividere l'attenzione con un'altra persona su un oggetto esterno: questo permette il passaggio dall'interazione diadica (adulto-bambino) a quella triadica.

Comunicazione preverbale e verbale Nelle interazioni adulto-bambino vi è un'alternanza dei turni simile a una conversazione Pseudo-dialoghi (o proto-conversazioni): fin dalla nascita la madre utilizza le pause spontanee del bambino durante la suzione per parlargli o coccolarlo al di fuori dell'alimentazione, le madri utilizzano i momenti di attenzione per parlare all'infante oppure per imitarlo. Verso la fine del primo anno i bambini sembrano aver acquisito la regola dei turni. Il contributo degli adulti Secondo Bruner gli adulti svolgono una funzione di sistema di supporto per l'acquisizione del linguaggio senza la quale non si attiverebbero i processi postulati da Chomsky. Una caratteristica interessante è quella del discorso rivolto al bambino (baby talk), una lingua parlata con toni più alti e con parole e frasi semplici. Non appena si comincia a parlare con un bambino si scivola in questa forma di linguaggio, persino i bambini più grandi modificano il loro modo di parlare in presenza di bambini più piccoli. Questo linguaggio ha la funzione di catturare l’attenzione del bambino e mantenere la comunicazione. Lo sviluppo del lessico Attorno ai 12 mesi le prime parole del bambino sono soprattutto sostantivi, gli articoli, preposizioni e pronomi sono assenti e sono parte integrante delle azioni in corso Quando le parole sono legate a contesti specifici e azioni in corso, non si può dire che il bambino le usi per riferirsi a categorie di oggetti e anche a oggetti non presenti. Sviluppo morfosintattico All'inizio i bambini pronunciano una parola per volta; intorno ai 18 mesi due o tre parole di seguito guidate da relazioni semantiche: linguaggio telegrafico oppure fase presintattica; tra í due e i tre anni gli enunciati di due parole diventano più frequenti e diminuiscono quelli di una parola. Compaiono preposizioni, articoli, congiunzioni, avverbi. Entro i tre anni e mezzo la maggior parte dei bambini sa ripetere correttamente una frase pronunciata da un adulto. L’acquisizione del linguaggio include abilità specifiche più abilità di altri domini (es. memoria). Le abilità linguistiche si combinano con quelle sociali e con tutta la vita mentale, poiché i significati delle parole sono concetti (rappresentazioni del mondo, di noi stessi)....


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