D\'Angelo La Norvegia e il movimento crociato - estratto PDF

Title D\'Angelo La Norvegia e il movimento crociato - estratto
Course Storia medievale
Institution Sapienza - Università di Roma
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Francesco D'Angelo

Da «rudes in fide» a devoti cristiani: aspetti della devozione popolare in Norvegia tra XI e XIII secolo [«Archivio italiano per la storia della pietà», 30 (2017), pp. 139-175, estratto]

Con la conversione al cristianesimo, avvenuta tra i secoli X e XI, la società norvegese fu gradualmente e progressivamente trasformata mediante l'introduzione, l'adozione, e a volte l'imposizione, di nuove forme di religiosità e di devozione. Nelle pagine che seguono, tale processo verrà esaminato in un arco cronologico di circa duecento anni e in relazione a tre espressioni tipiche della devozione cristiana (non solo) medievale: il culto dei santi e delle reliquie, i pellegrinaggi e le crociate1. La Norvegia e il movimento crociato Con il suo appello al concilio di Clermont-Ferrand (1095), papa Urbano II (10881099) mobilitò le folle cristiane per la liberazione di Gerusalemme dal dominio musulmano: è l'inizio del movimento crociato, che si strutturerà e si istituzionalizzerà nel corso dei decenni successivi2. La storiografia recente ha gradualmente riconsiderato il posto occupato dagli scandinavi all'interno di questo movimento e negli ultimi anni, con l'allargamento degli studi oltre l'area mediorientale fino al Baltico e all'Europa dell'est, è stata definitivamente accantonata l'immagine delle crociate come un fenomeno mediterraneo di cui i popoli nordici sarebbero stati quasi esclusivamente 3

spettatori passivi .

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Tutte le traduzioni sono mie salvo dove diversamente specificato. Nelle citazioni dal norreno il grafema ð/Ð indica la spirale dentale sonora come nell’inglese that; il grafema þ/Þ rappresenta la spirale dentale sorda come nell’inglese three. Abbreviazioni utilizzate: DN: Diplomatarium Norvegicum, eds. C.C.A. Lange et al., voll. I-, Christiania (Oslo) 1849-; DS: Diplomatarium Suecanum, ed. J.G. Liljegren, I, Stockholm 1829. 2 Sulle crociate, che sotto molteplici aspetti erano assimilabili a dei pellegrinaggi armati, oltre al classico di S. Runciman, Storia delle crociate, 2 voll., Torino, Einaudi, 2002 (ed. or. Cambridge, Cambridge University Press, 1951-1954), segnalo il recente volume di C. Tyerman, Le guerre di Dio: nuova storia delle crociate, Torino, Einaudi, 2012 (ed. or. London, Penguin, 2007). 3 Sul tema, oltre alla pionieristica opera di P. Riant, Expéditions et pélerinages des Scandinaves en Terre Sainte au temps des croisades, Paris 1865, si veda G.B. Doxey, Norwegian crusaders and the Balearic Islands, «Scandinavian Studies», 68 (1996), pp. 139-160; J. Møller Jensen, Denmark and the Holy War: a

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La presenza di crucesignati scandinavi è attestata sin dal tempo della prima crociata (1096): secondo l'inglese Guglielmo di Malmesbury, che scrisse attorno al 1125, spronati dall'appello di Urbano II «tunc Danus continuationem potuum, tunc Noricus cruditatem reliquit piscium»4, mettendosi in cammino per Gerusalemme; la notizia è confermata dagli Annales regii islandesi (metà XIV secolo), secondo i quali in 5

quell’anno «hófz Jorsalaferð af Norðrlöndum» . Per tutto il XII secolo la partecipazione dei Norvegesi al movimento crociato è ben documentata: nel 1110 una flotta al comando di re Sigurðr Magnússon, dopo aver attraversato il Mediterraneo passando da Gibilterra, approdò a Giaffa, visitò Gerusalemme e i luoghi santi e infine aiutò re Baldovino I a conquistare Sidone, prima di ripartire alla volta di Costantinopoli,dove Sigurðr fu ospite dell’imperatore Alessio I Comneno6. Nel 1153 Rögnvaldr Kali Kolsson, conte delle Orcadi, e il norvegese Eindriði il Giovane partirono seguendo un itinerario in parte identico a quello di re Sigurðr: essi navigarono nell'Atlantico e poi nel Mediterraneo fino a San Giovanni d'Acri, quindi visitarono Gerusalemme e il Giordano, poi raggiunsero Costantinopoli e passarono in Bulgaria, da dove si imbarcarono per la 7

Puglia; finalmente, dopo aver visitato Roma, ripresero la via di casa. Sappiamo inoltre che la terza crociata (1189-1192), proclamata da papa Gregorio VIII con la bolla Audita tremendi (29 ottobre 1187), fu predicata anche in Scandinavia: l'anonima Historia de profectione Danorum in Hierosolymam, composta attorno al 1200 da un canonico premonstratense norvegese del monastero di Túnsberg, racconta di una lettera papale altrimenti sconosciuta, la Quoniam divina patientia, inviata da Gregorio VIII all'indomani della caduta di Gerusalemme8. In Norvegia l'appello fu accolto da un redefinition of a traditional pattern of conflict 1147-1169, in J. Adams - K. Holman (eds.), Scandinavia and Europe 800-1350. Contact, conflict and coexistence, Turnhout, Brepols 2004, pp. 219-236. 4 «Allora i Danesi abbandonarono il loro continuo bere, i Norvegesi il loro pesce crudo»: William of Malmesbury, Gesta Regum Anglorum, ed. and tr. by R. A. B. Mynors, vol. I, Oxford, Clarendon Press, 1998, IV:348, pp. 606-607. 5 «Ebbe inizio il viaggio gerosolimitano dalle terre del nord»: Islandske Annaler, p. 110. 6 Sull'impresa di Sigurðr «viaggiatore di Gerusalemme» si veda Riant, Expéditions et pélerinages, pp. 173-215; Doxey, Norwegian crusaders; Ármann Jakobsson, Image is everything: the Morkinskinna account of King Sigurðr of Norway's journey to the Holy Land, «Parergon», 30 (2013), pp. 121-140. 7 Su questa spedizione si veda Riant, Expéditions et pélerinages cit., pp. 244-264; Cucina, Il pellegrinaggio nelle saghe, pp. 109-112; A. Nedkvitne, Why did medieval norsemen go on crusade?, in Medieval history writing and crusading ideology, ed. T.M.S. Lehtonen et al., Tampere, Finnish Literature Society, 2005, pp. 37-50: 39-47. 8 Historia de profectione Danorum in Hierosolymam, in Scriptores minores historiae Danie medii aevi, ed. M.C. Gertz, København, G.E.C. Gad, 1917-1920, II, pp. 457-492: 463-464. Benché condivida le tematiche della Audita tremendi e di altre bolle papali, il testo di questa lettera non corrisponde letteralmente a quello della bolla di Gregorio VIII e lo stesso autore della Profectio afferma di aver

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gruppo di uomini comandati da un certo Ulf di Lauvnes, che salparono probabilmente nel 1190-1191 e, fra mille peripezie e avversità, arrivarono in Terrasanta solo dopo la firma della tregua tra il Saladino e Riccardo I d'Inghilterra (21 settembre 1192): non avendo più possibilità di ingaggiare battaglia con i saraceni, essi visitarono i luoghi santi prima di intraprendere la via del ritorno, alcuni passando per Roma, altri per 9

Costantinopoli e l'Ungheria . Nel Duecento le notizie sui crociati norvegesi si fanno molto più frammentarie ed episodiche: alcuni annali islandesi registrano, nell'anno 1211, la partenza di Pétr stéypir 10

(«fonditore») e Reiðarr sendimaðr («messaggero») per Gerusalemme , ma su di loro sappiamo soltanto che il primo perse la vita durante il tragitto, mentre il secondo raggiunse Gerusalemme e in seguito si mise al servizio dell'imperatore di Costantinopoli, città in cui infine morì nel 121411 . Da una lettera di papa Onorio III, datata 6 marzo 1217, sappiamo poi che in Norvegia re Ingi Bárðarson (1204-1217) aveva preso la croce ed era stato posto sotto la protezione della Sede apostolica12: la morte improvvisa, tuttavia, gli impedì di adempiere il suo voto; nell'estate di quello stesso anno, comunque, alcuni contingenti si unirono ai frisoni e ai danesi in partenza per la quinta crociata (1217-1221)13. Nei decenni successivi la partecipazione dei semplicemente riassunto l'appello del pontefice (verba hanc summam continentia): K. SkovgaardPetersen, A journey to the Promised Land. Crusading theology in the Historia de profectione Danorum in Hierosolymam (c. 1200), Copenhagen, Museum Tusculanum Press, 2001, pp. 27-37. 9 Historia de profectione Danorum, cap. 18-27, pp. 482-492. Peraltro nell'agosto del 1189, nell'ambito delle operazioni militari successive alla conquista di Gerusalemme da parte del Saladino (2 ottobre 1187), dei crociati norvegesi si erano uniti all'esercito di Guido di Lusignano, re di Gerusalemme, e avevano posto l'assedio ad Acri, anch'essa caduta in mano ai musulmani. La loro presenza è suggerita dal Chronicon di Burcardo di Ursberg (c. 1230), che segnala l'arrivo ad Acri di guerrieri Daci e Normanni: il riferimento è chiaramente ai Danesi e ai Norvegesi e non ai Normanni di Sicilia, poiché subito dopo Burcardo li associa alle altre gentes insularum, que inter occidentem et septentrionem site sunt, e che si spostavano su navi chiamate bisnachie, latinizzazione del norreno snekkja: Die Chronik des Propstes Burchard von Ursberg, hrsg. O. Holder-Egger, B. von Simson, MGH SS rer. Germ. XVI, Hannover Leipzig, Hahnsche buchhandlung, 1916, p. 61. 10 Islandske annaler indtil 1578, udg. G. Storm, Christiania (Oslo), Grøndahl & Son, 1888, pp. 123, 182. 11 La fonte sono le Böglunga sögur o saghe dei Baglar (1210/1217 circa), incentrate su una delle fazioni che al volgere tra XII e XIII si scontrarono per il controllo della Norvegia. Il nome Baglar deriva da bagall, "bastone", cioè il pastorale del vescovo, un riferimento alla loro alleanza con la Chiesa: Bǫglunga sǫgur, in Fornmanna sögur IX, ed. F. Magnússon, Kaupmannahöfn 1835, p. 193. La notizia della morte di Reiðarr è negli annali islandesi: Islandske annaler, pp. 124, 183. 12 DN I, n° 4, p. 4. 13 Riant, Expéditions et pélerinages, pp. 319-320; P.B. Svenungsen, Norway and the fifth crusade. The crusade movement on the outskirts of Europe, in The fifth crusade in context. The crusading movement in the early thirteenth century, ed. E.J. Mylod et al., London, Routledge, 2017, pp. 218-230. Dalla Saga di Hákon Hákonarson sappiamo che le navi norvegesi si divisero e che alcune giunsero ad Acri, mentre altre approdarono a Damietta insieme al grosso dell'esercito crociato: Sturla Þórðarson, Hákonar saga Hákonarsonar, cap. 30, p. 33.

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norvegesi rimase sostanzialmente confinata alla sfera delle intenzioni, anzi tra il 1220 e il 1240, nel contesto del conflitto tra il duca Skúli Bárðarson (†1240), un pretendente al trono, e re Hákon Hákonarson (1217-1263), la promessa della crociata sembra essere stata usata dai due contendenti per accattivarsi le simpatie e il sostegno dei papi14. Nel 1248 Hákon fu esortato nuovamente, questa volta da Luigi IX di Francia (1226-1270), che tramite l'inglese Matthew Paris (in quel momento in Norvegia per riformare il monastero benedettino di Nidarholm) fece pervenire al monarca norvegese l'invito a recarsi cum ipso in Terram Sanctam, e si dichiarò disposto ad affidargli, quia in mari 15

potens est et peritus, totius navigii sui dominium, regimen et potestas . Hákon, pur ringraziando per un simile onore, disse di dover a malincuore rifiutare la proposta a causa dell'incompatibilità esistente tra i due eserciti: il carattere dei francesi mal si accordava con quello dei norvegesi, gens impetuosa et indiscreta, insofferente verso le ingiustizie di qualsiasi tipo e soprattutto verso le discussioni; c'era perciò il rischio che insorgessero contrasti tra i due gruppi con grave pregiudizio per l'intera spedizione. Meglio era che ciascuno procedesse per conto proprio, et quod Domino disposuerit, faciat; a ogni modo Hákon, volendo comunque rassicurare l'altro della sua buona fede, chiese delle litterae patentes che garantissero ai suoi uomini libero passaggio e approvvigionamento sul suolo francese, cosa che Luigi concesse prontamente16. Nonostante queste parole, Hákon probabilmente non ebbe mai intenzione di partire per l'Oriente e cercò piuttosto di servirsi della crociata per trattenere per sé la decima Terrae sanctae, di cui poteva disporre grazie a un privilegio di Innocenzo IV del 124717. 14

Il duca si dichiarò pronto a partire una prima volta attorno al 1220, facendo sì che Onorio III prendesse la sua persona e tutti i suoi beni sotto la protezione della Santa Sede (DN I, n° 6, p. 6), e una seconda volta nel 1226, ottenendo di poter trattenere parte delle rendite ecclesiastiche per allestire un esercito (ibidem, n° 10, pp. 8-9). Dal canto suo, re Hákon prese la croce nel 1237, come riportano gli annali islandesi: «Hákon konungr krossaðr» («Re Hákon prese la croce»): Islandske annaler, pp. 25, 65, 188, 327. Nel 1241 anche lui fu posto sotto la protezione apostolica, ricevendo il permesso di commutare il suo voto in una spedizione contro le popolazioni pagane limitrofe, probabilmente i Finni o Sami: DN I, n° 24, pp. 19-20. Il privilegio di Gregorio IX fu poi rinnovato da Innocenzo IV nel 1246 e nel 1252: ibidem, n° 33, 47, pp. 27, 35-36. 15 «Poiché è capace ed esperto sul mare, il dominio, il comando e il potere di tutta la sua flotta»: Matthew Paris, Chronica Majora, ed. H.R. Luard, London, Longman, 1872-1880, IV, p. 651. 16 Ibidem, pp. 651-652. 17 Il re ottenne il permesso di trattenere per tre anni un ventesimo delle rendite ecclesiastiche della provincia Nidrosiensis, con l'eccezione della diocesi di Hamar: DN I, n° 40, pp. 31. Ulteriori tentativi di coinvolgere il re norvegese si rivelarono sempre fallimentari: nel 1255 Alessandro IV, che stava pianificando una crociata contro Manfredi di Sicilia, conferì all’arcivescovo di Canterbury la potestà di sciogliere Hákon dal voto di crociata in cambio del suo aiuto militare in una eventuale spedizione congiunta con il re d'Inghilterra: DN XIX, n° 264, pp. 169-170. Infine, il 21 ottobre 1263, l'arcivescovo Einarr di Nidaros fu incaricato da Urbano IV (1261-1264) di svolgere in Norvegia una predicationem

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Nel 1147 papa Eugenio III aprì un nuovo fronte bellico per la cristianità: con la bolla Divina dispensatione, infatti, autorizzò i cristiani dell'Europa del Nord a combattere i loro vicini pagani nel Baltico (Vendi, Prussiani, Estoni e Livoni) invece di dirigersi a Gerusalemme18. In questo scenario la Norvegia ebbe un ruolo assai defilato e gli appelli papali ai sovrani norvegesi caddero sostanzialmente nel vuoto: nel 1171/1172 Alessandro III scrisse ai sovrani dei tre regni scandinavi esortandoli a prendere le armi contro gli Estoni, tuttavia dalla Norvegia non giunse risposta19; nel 1243 Innocenzo IV incaricò il priore provinciale dei Domenicani in Scandinavia di predicare in quei paesi 20

una crociata contro i pagani in Livonia e Prussia , ma ancora una volta non abbiamo notizie di contingenti norvegesi partiti nell'immediato, al punto che nel 1252 Innocenzo si spinse oltre offrendo invano a re Hákon la sovranità sulla penisola di Samland, qualora fosse riuscito a convertirne gli abitanti21 . Le cause di questo apparente disinteresse vanno ricercate nella situazione politica del Baltico orientale, una regione contesa da una serie di potenze spesso concorrenti tra loro: la Danimarca di Valdemaro I (1157-1182) e Valdemaro II (1202-1241), il regno di Svezia, i principi tedeschi e l'ordine teutonico, con quest'ultimo in posizione di vantaggio dal punto di vista militare ed economico; la Norvegia, dal canto suo, fu a lungo segnata dall'instabilità, conseguenza delle guerre civili del XII e dell'inizio del XIII secolo. Ragioni geopolitiche, inoltre, avevano sempre fatto sì che la direttrice espansionistica del regno

crucis pro Terre [sancte] subsidio, apparentemente senza successo: DN I, n° 56, p. 45-46. Gli appelli di Luigi IX e di Innocenzo IV ottennero comunque l'adesione di alcuni crucesignati norvegesi, come si deduce da una lettera del papa datata 29 novembre 1250: in essa Innocenzo informa il priore dei Domenicani e il ministro provinciale dei Francescani in Germania che tutti i crociati de partibus Frisie ac Norwagie devono congiungersi al prossimo passagium, organizzato da Bianca di Castiglia, madre di Luigi IX e reggente di Francia durante l'assenza del figlio: Les registres d'Innocent IV, ed. É. Berger, 4 voll., Paris 1884-1921, II, n° 4927, p. 161. 18 Sulle crociate del Nord rimando a E. Christiansen, Le crociate del Nord: il Baltico e la frontiera cattolica (1100-1525), Bologna, Il Mulino, 20082 (ed. or. London, Macmillan, 1980); I. FonnesbergSchmidt, The popes and the Baltic crusades, 1147-1254, Leiden, Brill, 2007; B. Bombi, 'Novella plantatio fidei'. Missione e crociata nel Nord Europa tra la fine del XII e i primi decenni del XIII secolo, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 2007. 19 DN XVII, n° 854, pp. 778-779. L'iniziativa papale fu probabilmente sollecitata dall'arcivescovo Eskil di Lund, direttamente coinvolto nell'evangelizzazione dei popoli baltici: I. Fonnesberg-Schmidt, Pope Alexander III (1159-1181) and the Baltic crusades, in Medieval history writing, pp. 242-256. 20 DS I, pp. 297-299; si veda anche Les registres d'Innocent IV, I, n° 162, p. 30. 21 DN I, n° 46, p. 35. Hákon non manifestò alcun interesse per l'impresa e la concessione papale fu vanificata dall'intervento di re Ottocaro II di Boemia nel 1254 e dalla definitiva sottomissione dei Prussiani (i Sambiti menzionati da Innocenzo IV) nel 1259 per mano dei Cavalieri Teutonici: Christiansen, Le crociate del Nord, p. 130.

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puntasse piuttosto a occidente e all'Atlantico settentrionale, dove la sua influenza si estendeva su Orcadi, Shetland, Ebridi e Man22 . Le motivazioni che spingevano i crociati a partire potevano essere molteplici e non sempre è possibile separare in maniera netta quelle di ordine spirituale da quelle materiali23. Nel caso degli Scandinavi, diversi studiosi hanno messo in risalto come, nelle saghe, la componente devozionale sia generalmente relegata in secondo piano rispetto a quella mondana: è vero che, in tutti i resoconti, i viaggiatori visitano i luoghi santi della Palestina, ma i temi dominanti sono le considerevoli ricchezze acquisite, la fama guadagnata combattendo i saraceni e gli onori tributati ai signori norvegesi, ospiti 24

presso le corti dei più grandi sovrani della cristianità . In fondo, con le loro storie di battaglie e saccheggi in terre lontane, queste imprese - perlomeno sul piano letterario differiscono poco dalle spedizioni vichinghe dei secoli precedenti25 . Nel XII secolo l'attrattiva maggiore sembra essere stata esercitata dalla città di Costantinopoli e dalla possibilità, per i guerrieri scandinavi, di fare carriera come mercenari (variaghi) nella guardia imperiale, un corpo prestigioso in cui in passato avevano militato celebri 26

vichinghi come Haraldr lo Spietato, divenuto poi re di Norvegia . Effettivamente la capitale bizantina era una tappa onnipresente negli itinerari degli scandinavi in Outremer: a soggiornarvi, tra gli altri, furono re Sigurðr Magnússon, il conte Rögnvaldr e i protagonisti della Historia de profectione Danorum, anche se per questi ultimi, in accordo con il tenore generale dell'opera, il significato prettamente secolare della visita a Costantinopoli è sostituito dal racconto di un miracolo a cui assistettero i crociati

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Proprio Hákon Hákonarson, così riluttante a impegnarsi in Terra santa e sul fronte orientale, fu invece molto attivo nel difendere gli interessi nazionali su quello occidentale: la Groenlandia e l'Islanda riconobbero la sua sovranità rispettivamente nel 1261 e nel 1262-1264, e nel dicembre del 1263 il re trovò la morte nel mezzo di una campagna militare contro il re di Scozia Alessandro III (1249-1286), che si era impadronito con la forza delle isole Ebridi. Sulla politica estera norvegese di questo periodo si veda Bagge, From Viking stronghold, pp. 85-92. 23 Sulle varie, possibili motivazioni dei crociati si veda ad esempio J. Flori, Le crociate , Bologna, Il Mulino, 2003, pp. 75-76 (ed. or. Paris, Gisserot, 2001). 24 Nedkvitne, Why did medieval Norsemen, pp. 39-45; J. Hill, Pilgrimage and prestige, pp. 433-453; Ármann Jakobsson, Image is everything , pp. 121-140. 25 Cucina, Il pellegrinaggio nelle saghe, p. 110; Del Zotto, Pellegrini e luoghi santi, p. 32. 26 Secondo la Saga dei figli di Magnús "Piedinudi", dedicata a Sigurðr e ai suoi due fratelli Eysteinn e Óláfr, all'origine della crociata di Sigurðr vi furono i racconti di alcuni pellegrini/crociati che erano stati prima a Gerusalemme e poi Costantinopoli, da dove erano tornati colmi di ricchezze e con una reputazione notevolmente accresciuta. Ciò generò un’ondata di entusiasmo in molti norvegesi, i quali, desiderosi di recarsi in oriente a cercare fortuna, chiesero che uno dei re si mettesse a capo del...


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