Dispensa Francesco Poli Arte contemporanea PDF

Title Dispensa Francesco Poli Arte contemporanea
Course Storia dell'arte contemporanea
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Riassunto di capitoli selezionati da Arte Contemporanea di Francesco Poli, Le ricerche internazionali dalla fine degli anni '50 a oggi....


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LE RICERCHE INTERNAZIONALI DALLA FINE DEGLI ANNI 50’ AD OGGI Per Arte contemporanea s’intendono due correnti artistiche : in Europa , in senso allargato, si intende quella che va dagli impressionisti a oggi, negli Stati Uniti lo stesso periodo è diviso in “modern art” fino alla seconda guerra mondiale e “contemporary art” dagli anni quaranta a oggi, prendendo di fatto come punto di partenza l'espressionismo astratto. Ma la vera svolta che ha cambiato le coordinate di fondo della ricerca artistica inizia sia in Europa che in America più o meno nella seconda metà degli anni cinquanta. Tale svolta va oltre i confini tradizionali della pittura e della scultura. Si determina un nuovo e più diretto rapporto tra arte e vita il tutto prende forma attraverso l'utilizzazione di nuove tecniche e di nuovi materiali, e l'elaborazione di nuove procedure operative. Non bisogna dimenticare i precursori di quest'arte (esperienze estetiche delle Avanguardie) come Marcel Duchamp. CAP 1. NUOVI REALISIMI E POP ART(S) Quest'arte si sviluppa nel clima del dopoguerra, momento in cui i giovani artisti contestano sia i valori dell'astrazione che quelli del tardo surrealismo e si mostrano tendenti a condurre l'arte alla riconquista del reale. Si evince come gli artisti a partire dagli anni cinquanta cercano una nuova dimensione collettiva basata sull'abolizione delle frontiere culturali e sulla liberazione dagli obblighi morali e sociali. Nell' ambito delle arti plastiche quindi, gli artisti si oppongono alla modernità rappresentata dall'astrazione, si allontanano da una concezione dell'arte elitista ed egocentrica per misurarsi con il mondo e con la nuova società di massa, per affrontare il reale. Nel clima del dopoguerra gli Stati Uniti iniziano un’azione emancipatrice a favore di un’identità nazionale forte che modificherà gli equilibri culturali internazionali. Tuttavia con la sviluppo della società dei consumi si crea un contesto unificato e simile -> al nuovo e al vecchio continente si impone una rivoluzione nel modo di vivere e nel paesaggio quotidiano. Gli artisti utilizzeranno gli strumenti di dffusione (fotografia, cinema, teatro, musica) della “rivoluzione domestica” per costruire nuovi sbocchi pubblicitari. Attraverso questi artisti si determina il nuovo rapporto tra arte e pubblico, l'arte entra nella vita. Nascono gli happening, le performance che assegnano all'artista un ruolo più anonimo e lo mettono maggiormente in contatto con il pubblico. Nel contestare la modernità, gli artisti riattiveranno le avanguardie, in particolar modo si rifaranno a Duchamp e a Pablo Picasso, oscillando tra il cubismo e il dadaismo ritrovando il gusto per l'oggetto quotidiano, attraverso tecniche come il collage o l'assemblage. In quest'ambito nasceranno così due tendenze che si svilupperanno durante gli anni sessanta: i “nuovi realismi” e le pop art(s). I nuovi realismi: Nouveau Réalisme, neo-dada, junk art: Il termine “nouveaux realistes” è coniato nel 1960 dal critico d’arte francese Pierre Restany per designare un gruppo di artisti costituiti in movimento sotto questa sigla e che si coalizzano intorno a un manifesto. I corrispondenti statunitensi delle ricerche dei nouveaux realiste sono associati a un certo numero di correnti di natura indefinita, che sono stati chiamati neo-dada, junk art o più letteralmente “arte dell’assemblage”. Questi artisti americani, fra cui John Chamberlain, Jasper Johns, Robert Raushenberg, Jim Dine, Robert Watt, Robert Indiana o Bruce Conner, formano alla fine degli anni 50 e all’inizio degli anni 60, una costellazione dei precursori della pop art, ma di cui si devono considerare le caratteristiche proprie, in quanto espressione americana di un “nuovo realismo” che contesta radicalmente la supremazia acquisita dall’espressionismo astratto dopo la guerra. Questi artisti sono gli artefici di un vasto movimento che si è instaurato in Europa e negli USA negli anni in cui emergeva una nuova cultura di massa e che contesta i valori che sono alla base dell’arte astratta e propone un’arte impegnata nel reale. Il collage, l’assemblage, il déplacement e la performance sono le pratiche che permettono loro di porre al centro dell’arte l’oggetto reale, preso in prestito dalla quotidianità. Le premesse: l’Indipendent Group nasce a Londra nei primi anni 50 da un gruppo di artisti animato dal critico d’arte Lawrence Alloway. Esso inizia una riflessione originale sulla nascente società dei consumi, il nuovo paesaggio urbano, la meccanizzazione e la pubblicità. Attraverso le discussioni pubbliche, edizioni ed esposizioni di un tipo inedito in cui si mescolano materiale documentario e opere inscenate dai protagonisti del gruppo, si verrà a creare un nuovo modo di guardare le immagini di massa. Con la critica dell’elitarismo artistico, il rifiuto della distinzione tra arte colta e arte popolare, tra cultura inglese e cultura americana, propongono un’estetica del reale fondata su ciò che viene definita la nuova arte popolare: la PUBBLICITA’. Le figure principali di questo gruppo conducono una riflessione sulla necessaria relazione tra l’arte e la produzione di massa. Esortano gli artisti a sviluppare una “estetica dell’eccesso”, ricca di potenzialità e caratterizzata da una pluralità di stili e di modi di intervento.

I neo-dadaismi americani: Negli USA il ricorso al reale si afferma tra la fine degli anni 50 e l’inizio degli anni 60 come manifestazione del rifiuto di protrarre ulteriormente l’esperienza dell’espressionismo astratto. Fin dagli anni 50 gli artisti che gravitavano intorno alla beat generation avevano introdotto nelle loro pratiche di collage e di assemblage spesso postsurrealiste un certo numero di oggetti quotidiani. Nello stesso periodo l’attività di John Cage e le esperienze condotte al Black Mountain College, cui partecipavano Robert Rauschenberg e Merce Cunningham, preannunciano gli Happening. Robert Rauschenberg usa come fondo colorato per i suoi “dipinti rossi” della tavole di fumetti che traspaiono attraverso il colore. Nello stesso modo Jasper Johns si serve di fogli di giornale come supporto per i suoi primi bersagli, e l’uno come l’altro incorporano alle loro opere oggetti trovati per caso. Emblematico è il celebre gesto di Robert Rauschenberg che nel 1953 “cancella” un disegno di De Kooning, traduce il desiderio di libertà degli artisti e la loro volontà di rifondare l’arte. La pratica del prelievo diretto di oggetti da parte degli artisti che praticano l’assemblage, si diffonderà rapidamente e culminerà tanto sulla scena artistica di New York, che sulla costa ovest. L’uso di materiali di recupero, il calco, il riciclaggio, il collage sono modi diretti per affrontare il mondo. L’artista è un ricettore: nell’artista la società imprime se stessa. Pittura e scultura si riducono ad una combinazione di oggetti dettata dal caso -> Rauschenberg chiama le sue opere “combine paintings”, in cui rifiuta l’intervento soggettivo dell’artista e pone al centro l’oggetto. Questa predominanza dell’oggetto reale nell’arte ha permesso di accomunare artisti estremamente diversi (tutti vogliono rompere con le concezioni artistiche dominanti). Una nuova generazione di pittori rimetterà in vigore un tipo di pittura figurativa principalmente fondato sull’oggetto e sull’immagine quotidiani. In un’estetica ancora molto caratterizzata dalla predominanza del gesto pittorico, questi artisti ricorrono ad un’iconografia trovata nella strada o nei rotocalchi. Spesso aggressiva, volgare, quest’arte proclama la sua adesione al mondo contemporaneo nelle sue manifestazioni più libere, meno legate all’universo del gusto e della convenzionalità. Il “nuovo realismo”europeo: 1960 data della Déclaration costitutive du Nouveau Realism, redatta da Restany, indica il riconoscimento di pratiche iniziate qualche anno (Yves Klein, la cui esposizione “Le Vide”alla Gallerie Colette Allendy aveva fatto molto scalpore nel 1958). Ciò che Restany riconosce è il fatto di esplorare nuovi metodi di percezione del reale. Parole d’ordine: supremazia dell’esperienza e rivendicazione del reale. Gli artisti si proclamano testimoni e rivelatori della società del loro tempo. Nel clima del dopoguerra è tra i rifiuti, nei mercati dell’usato e nelle carrozzerie che gli artisti vanno in cerca dei materiali che costituiranno le loro opere, di cui una delle caratteristiche fondamentali è proprio il marcato interesse per gli oggetti. Questa attenzione per le cose della vita quotidiana si sviluppa attraverso diversi procedimenti che costituiranno per ciascun artista una sorta di “firma”-> intorno ad ogni artista viene a crearsi una sorta di mito, basato su un gesto fondatore. L’apporto principale dei nouveaux realistes consisterà in questa riappropriazione dei principio del readymade e del all over trasferiti in un nuovo contesto contemporaneo. Dal movimento alla performance: si deve sottolineare il ruolo determinante svolto dalle diverse forme di performance, event e happening nell’ambito del ravvicinamento dell’arte e del reale che operano i “nuovi realismi”. Questa integrazione del moviemento nell’arte e il fatto di mettere in primo piano il procedimento fisico e sociale dell’artista sono fattori di ravvicinamento degli artisti europei e americani nei primissimi anni 60. L’esposizione del 1961 al museum di Amsterdam, sul tema del movimento nell’arte, riunisce per la prima volta un certo numero di nouveaux realiste francesi e diversi artisti amercani. I contatti si creano facilmente tra artisti per i quali l’esplorazione, gli scambi, la raccolta di informazioni e di materiali è ormai prioritaria sul lavoro in studio, e che mediante questo interesse condiviso per l’oggetto trovato per caso è in grado di proporre forme simili o comparabili. I lavori dei nuoveaux realiste si presentano come mezzi per far reagire il pubblico. Le performance segue il percorso di Allan Kapro, che presenta il primo happenig nel 1959. Nata nella scia dei nuovi realismi, la performance costituirà il legame comune tra diversi movimenti coevi fondati su estetiche e filosofie molto diverse tra loro, come la pop art, fluxus, la minimal art, l’azionismo viennese. La macchina per creare: la meccanizzazione, che è il fattore più radicale della società moderna e che ha generato le nuove forme d’arte come la fotografia e il cinema, è stato il principale oggetto di interesse e di rifiuto da parte degli artisti del XX. La meccanica, in senso proprio o figurato, si oppone per questi artisti alla sentimentalità e al sublime che intendono escludere. Le performance, sono regolate più secondo una meccanica che una drammaturgia. Si è spesso opposto l’estetica calda di questi artisti meccanici a quella fredda della pop art. La o le pop art(s): nel 1960 la pop art si sviluppa negli USA. A questo nuovo movimento si assoceranno molti nuovi realisti. Il termine fu inventato dal critico inglese Lawrence Alloway, negli usa

indicherà un gruppo di pittori legati a immagini di massa. Nel 1964 il movimento si è imposto e protende le sue ramificazioni in tutte le sfere geografiche e culturali. Mentre i nuovi realisti erano legati al contesto degli anni 50, la pop art si inscrive nella cultura degli anni 60, e la sconvolgerà notevolmente. Le pop art(s) americana ed europea: se i nuovi realisti si erano manifestati rifiutando l’egocentrismo e l’interiorità delle correnti astratte del dopoguerra, la pop art spingerà questa posizione agli eccessi, sfociando in un atteggiamento di indifferenza. La rappresentazione fedele e l’annullamento della soggettività, sono i caratteri essenziali della pop art, a partire dai quali ogni artista svilupperà la sua creazione personae. Operando un ritorno all’immagine, la pop art sarà caratterizzata dapprima da un ritorno alla pittura da cavalletto, ben presto, mentre le prime opere sono dipinte a mano, gli artisti adotteranno o inventeranno dei processi meccanici di produzione dell’immagine. La pop art è concepita per il museo o per il collezionista, è un movimento che va dalla strada verso la sfera privata o il museo, e non il contrario. È proprio questa operazione di spostamento che rappresenta il carattere incongruo di questa de contestualizzazione che ha incitato gli osservatori del tempo ad attribuire a questi pittori figurativi uno spirito “dada”. La caratteristica di tutti questi artisti è il riprodurre non l’oggetto in sé, ma la riproduzione dell’oggetto. Un artista pop non dipinge una bottiglia di coca-cola, ma un’immagine pubblicitaria che rappresenta una bottiglia di coca-cola, non dipinge Marilyn monroe, ma una fotografia di Marilyn. L’anestesia della soggettività dell’artista, che è il secondo attributo del pop, si manifesta a tutte le tappe della sequenza creativa: nella scelta di soggetti banali e triviali, percepiti come una nonscelta, nell’uso si un immagine di seconda mano, nell’abbandono di ogni prospettiva e quindi dell’affermazione di un punto di vista e nella composizione stessa che potrebbe essere la principale aspirazione dell’artista ma si trova condizionata dalla necessità di evidenziare l’immagine presa a prestito. L’arte in cinemascope: la sfida principale che la pop art accoglie è il cinema. Nell’olimpo culturale, le star del cinema hanno da tempo eclissato gli artisti, tenendo conto di questo la pop art creerà i mezzi per ridar vita alla pratica anacronistica che rappresenta allora la pittura: riaffermare la sua supremazia in campo visivo e la sua capacità d’incidenza nella vita e non nella finzione artistica. La pop art orienta l’arte verso una nuova via, scambiando l’ideale di verità con l’esigenza del reale.Nella scia della pop art, ma con riferimento anche alle correnti realiste americane degli anni 40, gli artisti iperrealisti, detti anche foto realisti, porteranno fino alle ultime conseguenze la sottomissione del quadro a un’immagine predeterminata, facendo aderire la pratica pittorica alla resa fotografica. Pop critico: contemporaneamente al trionfo della pop art, appaiono opere deviate e di derisione che prendono le stesse forme di quest’arte. Si sviluppa allora, negli usa e in europa, una critica interna del repertorio di immagini e della neutralità ideologica della pop art. Il soffio potente della pop art si esaurisce nelle modulazioni delle pop art(s) che trasformano la sua natura. Nel 1966, nel momento in cui raggiunge il suo pieno sviluppo, la pop art come movimento vivo si indebolisce, l’energia si trasforma in stile, l’impulso pop è cessato lasciando il posto a una costellazione di movimenti derivati che reintroducono la narrazione e la critica al centro della pittura figurativa.

CAP 2. I SITUAZIONISTI Quando, nel giugno 1958, sul primo bollettino dell’internazionale situazioni sta compare un elenco di definizioni, le parole chiave lì contenute sono già in circolazione da qualche anno: situzione costruita, psicogeografia, deriva, urbanismo unitario, détournement. Sin dal formulario per un nuovo urbanismo, scritto da Gilles Ivan nel 1953, il campo d’analisi e d’azione è identificato nella città e nelle sue forme concrete e simboliche: architettura e urbanistica. L’urbanismo è il tentativo della loro modificazione nel presente, attuato attraverso una serie di pratiche di ricognizione nell’urbano. Il détournement è una tecnica subito utilizzabile, è una pratica da tradurre in un metodo dotato di regole sistematiche; sottolinea l’indifferenza per un originale svuotato di senso. La tecnica si colloca nella pertinenza del collage e dei procedimenti di associazione di matrice dadaista e surrealista; è una parodia seria, che troverà applicazione nei fumetti. Contemporanea alla derive realizzate dai situazionisti dal 1953 sono le operazioni di dé-coll/age di manifesti che Wolf Vostell compie a parigi nel 1954. L'Internazionale Situazionista fu un movimento rivoluzionario in campo politico e artistico, con radici nel marxismo, nell'anarchismo e nelle avanguardie artistiche dell'inizio del Novecento. Formatosi nel 1957, restò attivo in Europa per tutti gli anni sessanta,

aspirando ad importanti trasformazioni sociali e politiche. Nel corso degli anni sessanta si scisse in vari gruppi, tra cui la Bauhaus Situazionista e la Seconda Internazionale Situazionista. La Prima Internazionale Situazionista si sciolse nel 1972. L'Internazionale Situazionista nasce il 28 luglio del 1957 a Cosio di Arroscia, in provincia d'Imperia, dalla fusione di alcuni componenti dell'Internazionale Lettrista, del Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista, o più brevemente MIBI, del Movimento CO.BR.A. e del Comitato Psicogeografico di Londra. Sta a Pinot Gallizio il merito dell’invenzione della pittura industriale, vero e proprio détournement. La pittura industriale nasce per essere applicata ad un ambiente alla cui costruzione, tra il gennaio 1958 e il maggio 59, s’indirizzeranno le sperimentazioni del laboratorio albese di parigi, in quella che sarà poi nel 59 la caverna dell’antimateria, la pittura con funzioni ambientali a un antecedente nell’allestimento della prima mostra di pittura industriale alla galleria notizie di torino nel maggio 58. La pittura industriale è la garanzia tipologica per la costruzione di uno di quegli ambienti o scenari che i situazionisti vogliono precedenti delle future situazioni costruite e che fondano sull’individuazione di desideri precisi sotto la direzione di un regista. Nei due anni di lavoro, il confronto tra debord e gallizio è serratissimo ma il risultato finale, la caverna, è il motivo della rottura del sodalizio e l’espulsione di gallizio dall’IS. La pittura, la sua destinazione espositiva all’interno di un sistema mercantile e l’impiego per la caverna di una pittura che industriale non è, sono gli elementi che convincono dobord, a un’inversione di rotta che riposiziona al centro degli interessi del gruppo l’urbanesimo unitario nella sua qualità di teoria critica dell’urbanistica. Il passaggio può essere descritto nella priorità data dall’IS al Bureau des recherches pour l’urbanisme unitarie di Amsterdam, voluto dall’architetto Constant a sfavore del laboratorio sperimentale di alba. Ma anche l’interpretazione di constant sarà fallimentare; egli costruisce la “città riservata” di ivan, predispone psicogeograficamente due case labirinto e zone collettive e separa lo spazio della vita da quello della circolazione. Ma il suo piano di città sospesa è una maquette utopistica. Il bureau olandese è usato nel progetto di labirinto destinato a essere realizzato nelle sale del museo di Amsterdam nel 1960. Il progetto si articola su due piani; il labirinto è un ambiente situazioni sta, costruito dall’assemblaggio di più elementi, rimasto irrealizzato, il labirinto può essere letto come l’ultimo tentativo di oggettivazione compiuto da una teoria collettiva che, d’ora in poi, resterà senza opere. Ciò che i situazionisti rifiutano è la cornice, il frame work e qualsiasi altra forma di sottolineatura del fatto estetico. Rifiutata l’opera ne resta l’esecuzione, il gesto che è il rovescio della merce. L’esperienza situazionista segna il passaggio dalle avanguardie alle neoavanguardie, nella coesistenza tra un indirizzo rivoluzionario e una critica ai linguaggi operata dal loro stesso interno. IL VOCABOLARIO DEI SITUAZIONISTI Situazione costruita Momento della vita, concretamente e deliberatamente costruito mediante l’organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di un gioco di avvenimenti. Situazionista Ciò che si riferisce alla teoria o all’attività pratica di una costruzione di situazioni. Colui che si adopera a costruire delle situazioni. Membro dell’Internazionale situazionista. Situazionismo Vocabolo privo di senso, abusivamente derivato dal termine precedente. Non esiste situazionismo, ciò che significherebbe una dottrina di interpretazione dei fatti esistenti. La nozione di situazionismo è evidentemente concepita dagli antisituazionisti. Psicogeografia Studio degli effetti precisi dell’ambiente geografico, disposto coscientemente o meno, che agisce direttamente sul comportamento affettivo degli individui. Psicogeografico Relativo alla psicogeografia. Ciò che manifesta l’azione diretta dell’ambiente geografico sull’affettività. Psicogeografo Colui che ricerca e trasmette le realtà psicogeografiche.

Deriva Modo di comportamento sperimentale legato alle condizioni della società urbana: tecnica di passaggio frettoloso attraverso vari ambienti. Si dice ...


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