fenomenologia arte contemporanea PDF

Title fenomenologia arte contemporanea
Course Design della comunicazione
Institution Istituto Europeo di Design
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introduzione alla fenomenologia dell'arte contemporanea
arte . arte contemporanea...


Description

Stranger Things Vita, amore e morte negli strani oggetti dell’arte contemporanea

QUEL CHE PENSA L’UOMO COMUNE Aldo, Giovanni e Giacomo, Tre uomini e una gamba, 1997 La scena del Garpez come sintomatologia del pensiero diffuso sull’arte contemporanea. Il pregiudizio verso qualcosa di incomprensibile o di evidentemente limitato dal punto di vista tecnico segna l’inizio del distacco del pubblico dall’arte. QUANDO TUTTO INCOMINCIA Pablo Picasso, Les demoiselles d’Avignon, 1907, MoMA, New York L’opera fu dipinta al Bateau-Lavoir. Un ruolo fondamentale per la sua genesi l’ebbe la retrospettiva di Cézanne a Parigi quello stesso anno, che indusse l’artista a una sintesi formale. La geometrizzazione del mondo visibile elaborata da Cézanne aveva infatti negato la dipendenza della pittura nei confronti della natura, che veniva ripensata e ricomposta sulla base di schemi razionali. Diversamente dalla pittura impressionista, attenta a registrare la mutevolezza della realtà fenomenica, la pittura cubista era attenta a cogliere la struttura essenziale delle cose e la forma primaria che si nasconde dietro l’apparenza. Picasso tenta di coniugare la lezione di Cézanne anche con le suggestioni trasmessegli dalla scoperta dell’arte primitiva e tribale esposta nelle sale del Trocadero, il museo etnografico di Parigi. Picasso rappresenta cinque prostitute di un bordello di calle Avignon a Barcellona. I nudi sono disposti in uno spazio frantumato e privo di profondità. La scena è introdotta dalla figura a sinistra atteggiata in una postura che ricorda le antiche statue egizie e con l’altra mano intenta a sollevare una tenda scura per presentare le altre donne. Le donne al centro avvolte da lenzuola alzano le braccia in una posa provocante, mentre le donne sul lato destro hanno fisionomie che ricordano le maschere tribali africane. La donna accovacciata in primo piano, forse ripresa da quella del Bagno turco di Ingres, ha la testa innaturalmente voltata di 180° verso lo spettatore. La manipolazione delle anatomie è spinta alle estreme conseguenze. Inoltre l’impostazione bidimensionale spinge le figure in avanti, anticipando la scomposizione dei piani della pittura cubista. Cubismo formativo. Anche la natura morta al centro dell’opera mostra le conseguenze di una forte sintesi formale. Tutta la scena, per effetto della sintesi, sembra svuotata di ogni vitalità. L’esame dei numerosi schizzi preparatori mostra il processo di sofferta elaborazione di Picasso prima di arrivare alla versione finale e come sia stato lento e problematico l’abbandono dello spazio tradizionale. Cubismo analitico

La sperimentazione cubista prende il via dopo l’elaborazione de Les demoiselles d’Avignon, grazie al connubio tra Picasso e Georges Braque (18821963). All’inizio ognuno segue le sue predilezioni personali: Picasso si concentra sulla figura umana e Braque sul paesaggio (guardando a Cézanne). In seguito le affinità tra i due si intensificano fino a rendere impossibile distinguere le loro opere. E’ questa stagione tra il 1909 e il 1912 che viene comunemente definita Cubismo analitico. La scomposizione di oggetti e figure rende le forme quasi irriconoscibili, riducendole a un incastro di sottili sfoglie di materia e colore, come fragili costruzioni di carte. Pablo Picasso, Ritratto di Ambroise Vollard,1910 Qui Picasso riduce la fisionomia del personaggio a un incastro di piani, lasciando all’osservatore indizi utili a ricomporre l’immagine, come una bottiglia, un libro, un fazzoletto nel taschino, il bavero della giacca. Le linee sono prevalentemente spezzate e orientate verso il basso e servono a guidare lo sguardo dello spettatore nel processo di ricostruzione mentale dell’immagine. Sia Braque che Picasso in questo periodo sacrificano l’utilizzo del colore, che consideravano una componente espressiva indipendente che poteva costituire una distrazione nel processo di destrutturazione della forma. Georges Braque, Violino e brocca, 1910 Qui l’artista scompone analiticamente gli oggetti, offrendone punti di vista molteplici, in contrasto con la prospettiva tradizionale. La fase analitica prende il nome da questo processo di dissezione della materia che deve essere ricostruita mentalmente dall’osservatore che così trasforma l’atto passivo del vedere in un’azione. VITA Marcel Duchamp, Fontana, 1917, ready made, opera perduta Fontana è un'opera ready-made realizzata nel 1917. Non fu mai esposta al pubblico e andò successivamente perduta. Consiste in un comune orinatoio firmato "R. Mutt" e intitolato Fontana, e viene considerata da alcuni storici dell'arte e teorici specializzati una delle maggiori opere d'arte del ventesimo secolo. Dal 1964 esistono nel mondo sedici repliche dell'oggetto. Nel 1915, due anni prima di concepire Fontana, Marcel Duchamp giunse negli Stati Uniti dove divenne più tardi membro del Dada, un movimento che si dichiarava anti-razionale e anti-artistico. Secondo un'interpretazione, Fontana venne realizzata quando Duchamp acquistò, a New York, un comune orinatoio modello Bedfordshire. Giunto nel proprio studio, l'artista ruotò di novanta gradi l'oggetto e vi scrisse "R. Mutt 1917". In quel periodo, Duchamp era membro del consiglio della Society of Independent Artists. Dopo un lungo dibattito con gli altri membri del gruppo, in cui si discusse sull'artisticità di Fontana (molti ignoravano che fosse di Duchamp), il lavoro non venne mostrato durante quella che doveva essere la sua prima esposizione. In segno di protesta, Duchamp si dimise dalla commissione. La prima apparizione del ready-made avvenne attraverso un articolo di Louise Norton (con una fotografia di Alfred Stieglitz intitolata polemicamente The exhibit refused by the indipendents e una poesia di Charles Demuth), sul secondo ed ultimo numero di The Blind Man, la rivista Dada fondata da

Duchamp stesso e da Henri-Pierre Roche nel 1917. Nell'articolo, che si rivelò molto influente nell'arte che seguì la concezione di Fontana, è scritto:

«Se Mr. Mutt abbia fatto o no la fontana con le sue mani non ha importanza. Egli l'ha SCELTA. Ha preso un comune oggetto di vita, l'ha collocato in modo tale che un significato pratico scomparisse sotto il nuovo titolo e punto di vista; egli ha creato una nuova idea per l'oggetto.»

Yves Klein, Antropometrie, 1960 L’antropometria è un ramo della scienza che si occupa di misurare il corpo umano nella sua integrità o nelle sue componenti. Per quanto riguarda l’arte, l’interesse per lo studio delle misure del corpo umano nasce più che altro nell’ambito delle arti figurative. In senso lato, con il termine antropometria, si intendono anche una serie di opere di Yves Klein – create ricoprendo di pittura delle modelle e facendole appoggiare ad una tela. L’artista francese usava delle donne nude come pennello per realizzare le sue Antropometrie come performance di fronte ad un pubblico. Sono stati eventi chiave per quanto riguarda la storia della pittura e delle performing arts. Le modelle si coloravano di International Klein Blu e stampavano la loro impronta sulle tele. Intanto dei musicisti suonavano la Monotone Symphony di Klein – una singola nota suonata ripetutamente per venti minuti, seguita da altrettanti minuti di silenzio. Molte persone hanno criticato il modo in cui Yves Klein usava delle donne nude come strumenti da lavoro. Daniel Spoerri, Le repas hongrois, Tableaux-piges, Le restaurant de la galerie J. Paris, mars 1963 Dei Tableau-Pièges Daniel Spoerri ha dato la seguente definizione: “Oggetti trovati casualmente in situazioni di disordine o di ordine vengono fissati al loro supporto esattamente nella posizione in cui si trovano. L’unica cosa che cambia è la posizione rispetto all’osservatore: il risultato viene dichiarato un quadro, l’orizzontale diventa verticale. Esempio: i resti di una colazione vengono attaccati al tavolo e, insieme al tavolo, appesi al muro (…)“ Galerie J. 8, rue Montfaucon, Paris VI. In occasione della mostra "723 utensili da cucina" di Daniel Spoerri in cui si è svolto un servizio di ristorazione dal 2 al 13 marzo 1963. Alla fine della mostra, ogni tavolo servito per i pasti è diventato un tavolo-trappola. I resti del pasto sono stati fissati sui tavoli e poi fissati al muro della Galleria. Piatti, bottiglie, avanzi, tovaglie, oggetti vari fissati su due vassoi di tavoli incollati. Andy Warhol, Campbell’s soup Cans, 1962. New York, Museum of Modern Art Fu nel 1962 che nacque la prima serie di Campbell’s soup creata dell’artista Andy Warhol. L’installazione è composta da 32 quadri identici e delle stesse dimensioni. Ogni dipinto è la replica di un modello originale con l’aggiunta di qualche piccolo dettaglio distintivo in uno di essi. Tutti i moduli vengono allineati in modo ordinato a formare un grande rettangolo con 8 moduli in larghezza e 4 in altezza. L’allineamento, poi, ricorda l’esposizione dei prodotti in un supermercato. Yoko Ono, Cut Piece, Carnegie Recital Hall, New York, 21 marzo 1965 Questa è una delle sue performance più importanti. L’artista, all’epoca sconosciuta, sedeva su un palco ed invitava il pubblico a tagliarle i vestiti. Lei

sarebbe rimasta immobile fino alla fine. Alcuni ritagliavano piccoli pezzi dalla manica portandoli via, altri facevano tagli percorrendo l’abito, stracciavano le bretelle della sottoveste e quelle del reggiseno. Offrire il proprio corpo al pubblico, all’epoca, aveva valore liberatorio. Denudarsi, vivere la propria corporeità, equivaleva a far uscire la violenza e mettersi allo stesso livello. La performance si prestò dunque a diverse interpretazioni. Nel 1967, l’artista dichiarò: “Una forma di dare, dare e prendere. Era una specie di critica contro gli artisti, che danno sempre quello che vogliono dare. Volevo che la gente prendesse quello che voleva, quindi era molto importante dire che puoi tagliare ovunque tu voglia. È una forma di dare totale rispetto al dono.” Ciò che traspare dalla performance è ben diverso dal rispetto. Gli spettatori, dopo un iniziale imbarazzo, sfogano sui suoi vestiti i desideri repressi. Entrano in rapporto con l’altro nel momento in cui è spogliato di ogni protezione, sentono il suo respiro e vedono il suo cuore che batte. John Cage, Water Walk, Lascia o raddopia?, 1959 e poi a I’ve Got a Secret, 1960 Uno degli episodi più raccontati a proposito di John Cage è la sua partecipazione al quiz Lascia o raddoppia? nel gennaio 1959. Facciamo un salto in avanti di un anno e dal gennaio 1959 passiamo al gennaio 1960. John Cage è ospite di I’ve got a secret, uno show televisivo molto popolare negli USA dove viene presentato dal conduttore Garry Moore come un compositore musicale a tutti gli effetti di fronte al pubblico che di lì a poco però sarebbe stato spiazzato. Curiosamente il brano musicale che Cage suonò per l’occasione fu Water Walk che aveva presentato l’anno prima in Italia durante una delle sue apparizioni a Lascia o raddoppia? Nonostante ripetuti sforzi, la ricerca negli anni del filmato di tale partecipazione italiana non ha prodotto alcun esito. Ormai quel filmato pare essere perduto o distrutto, tuttavia la faccia perplessa del conduttore, Mike Bongiorno, di fronte alla stramba rete di aggeggi connessi a un pianoforte messa a punto da Cage per la sua composizione, è sulla fotografia più famosa dell’evento… Joseph Beyus, I like America and America likes me, René Block Gallery, New York, 1974 Joseph Beuys, nato a Krefeld nel 1921, è un artista e performer tedesco. In gioventù aderisce al nazismo entrando nella Gioventù hitleriana. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruola come aviatore. Nel 1943 il suo aereo viene abbattuto in Crimea e viene salvato da un gruppo di nomadi tartari, che lo curano avvolgendolo nel grasso e in pelli di feltro. Quest’esperienza lo influenza molto e da qui gli deriva la definizione di “sciamano” dell’arte. Beuys ha usato nelle sue performance tecniche sciamanitiche e psicoanalitiche per educare e guarire il pubblico. Questa performance si è svolta in una stanza della René Block Gallery nel maggio del 1974. Beuys è volato a New York e si è fatto portare alla galleria in ambulanza, avvolto in una coperta di feltro. Qui ha condiviso la stanza con un coyote per otto ore nell’arco di tre giorni. Durante lo svolgimento della performance ha compiuto diverse azioni. A volte stava fermo, appoggiato a un bastone, avvolto in una coperta di feltro. In altri casi interagiva con il coyote, fissandolo o facendogli mordere la coperta in cui era avvolto. Altri gesti che ha compiuto erano puramente simbolici, come colpire un grande triangolo. L’intera azione si è svolta in un alternarsi di gesti simbolici e gesti richiesti dalla

natura della situazione. Alla fine del terzo giorno Beyus ha abbracciato il coyote, che si era ormai abituato alla sua presenza. Dopo di che è stato portato in ambulanza all’aeroporto, lasciando l’America senza aver appoggiato piede a terra. Lo scopo dell’artista era quello di isolarsi, non vedendo dell’America altro che il coyote. Giuseppe Penone, Alpi marittime, 1968 Protagonista dell’Arte Povera, Giuseppe Penone è nato nel 1947 in provincia di Cuneo. Il suo esordio risale al 1968 con azioni svolte a contatto con la natura, tese a visualizzare e modificare i processi di crescita naturali. Le operazioni vengono documentate fotograficamente, come per gli alberi di "Alpi Marittime", 1968.Con il ciclo degli "Alberi", cui si dedica dal 1969 e che prosegue fino agli anni più recenti, intaglia travi di legno fino a far emergere la struttura dell’albero che la trave è stata, prima di venir resa utensile dal lavoro umano. Alla base della trave, o del blocco do legno, l’artista individua un anello fra quelli formatisi durante la crescita dell’albero e lo raggiunge "per forza di levare", come nella più classica tradizione scultorea. In Alpi Marittime – Continuerà a crescere tranne che in quel punto (1968), opera utilizzata per la sopraccitata copertina, il calco in bronzo della mano dell’artista è stato collocato sul fusto di un albero, interrompendone così la normale crescita. Da allora, gli effetti dell’impronta sulla pianta sono stati documentati fotograficamente anno dopo anno. Gino De Dominicis, Seconda soluzione d’immortalità (L’universo  immobile), 1972, Biennale di Venezia L'opera è visibile solamente la mattina dell' 8 giugno 1972, giorno dell'inaugurazione, scatenando da subito polemiche e censure. Distorto dalla miopia dei media l'opera di de Dominicis viene completamente svuotata di senso e ridotta a setrile provocazione. Il Vaticano la giudica un'offesa alla dignità del mongoloide, del subnormale, del minorato (sic), parte del mondo dell'arte un deplorevole incidente. Nei giorni successivi compare al posto di Paolo Rosa una bambina, ma con l'accentuarsi della controversia l'esposizione viene disallestita e la sala viene chiusa. L'artista e il suo assistente sono denunciati alla Procura della Repubblica di Venezia per sottrazione d'incapace alla patria potestà e solo nell'aprile del 1973 e poi assolti perché il fatto non sussiste. Seconda soluzione di immortalità venne fraintesa, distorta, travisata. Paolo Rosa, il diverso, non avendo ricordi, memoria, né percezione del futuro è, ovviamente per paradosso, immortale. È il bambino affetto da sindrome di down la Soluzione di immortalità enunciata dal titolo. Lo spettatore è invitato ad assumere la prospettiva di Paolo è a vedere i tre oggetti attraverso la sua lente focale, solo così La palla, il sasso, il cubo possono transitare dallo statuto di verifiche a quello di cose esistenti. Alberto Sordi, Sedia con corpo adagiato, da Le Vacanze intelligenti, 1978 Dove vai in vacanza? è un film collettivo, diviso in tre episodi indipendenti. Il primo, Sarò tutta per te è diretto da Mauro Bolognini, il secondo, Sì buana, da Luciano Salce e il terzo, Le vacanze intelligenti, da Alberto Sordi. L’ultimo episodio racconta le vacanze estive di Remo e Augusta Proietti, veraci popolani romani, vengono per la prima volta organizzate dai loro figli, ormai quasi tutti

prossimi alla laurea che, forti della loro cultura superiore, pongono fine alle vacanze rilassanti dei genitori per rimpiazzarle con visite a musei, città e luoghi d'interesse artistico nonché improbabili concerti. Tra le tappe c'è la Necropoli della Banditaccia a Cerveteri e la Biennale di Venezia. Come se non bastasse il figlio (futuro medico) impone loro una dieta ferrea. Remo e Augusta sanno anche che al loro ritorno troveranno un nuovo modernissimo arredamento che sostituirà quello vecchio giudicato obsoleto dai loro figli. Le tensioni createsi tra genitori e figli vengono meno solo davanti a un copioso piatto di spaghetti, cucinato dai figli e i loro bizzarri amici appositamente per gli anziani genitori al termine delle loro estenuanti vacanze. Maurizio Cattelan, A Perfect Day, 1999, galleria Massimo De Carlo, Milano Altra opera vivente, che sancisce il sodalizio fra l’artista Maurizio Cattelan e il gallerista Massimo De Carlo durante un vernissage decisamente fuori dal comune. L’opera, infati, prevede che il gallerista milanese venga appeso a una parete con del nastro adesivo grigio. Il successo dell’opera vivente A perfect day è assicurato, con un’unica pecca: al termine della preview De Carlo finisce al pronto soccorso privo di sensi. Maurizio Cattelan, Mother, 1999, Performance alla 18° Biennale di Venezia Per la Biennale di Venezia del 1999, Maurizio Cattelan ha prodotto una performance di rara potenza drammatica. In numerose occasioni durante i tre giorni di apertura, un fachiro si è fatto seppellire completamente sotto la sabbia. Erano visibili solo le sue mani, che sporgevano, immobili e strette. Il fachiro stava semplicemente replicando qualcosa che è una pratica comune nella tradizione spirituale della sua terra natia, ma in un posto completamente diverso dal suo contesto originale. AMORE Jeff Koons, Ilona on Top (Rosa-Background), serie Made in Heaven, 1990 Lui è Jeff Koons, artista americano tra i più quotati al mondo, lei è Ilona Staller, in arte Cicciolina, ex-pornostar e ex-parlamentare. Si sono amati, sposati, hanno divorziato, lottato per l’affidamento e gli alimenti del figlio (Ludwig, recentemente accusato di spaccio di cocaina). Nel 1990 il mondo li vide fare sesso senza lasciare nulla all’immaginazione nella serie “Made in Heaven”, presentata alla Biennale di Venezia, realizzata dall’artista che allora era già stato consacrato come l’erede di Warhol. Made in Heaven” fece clamore più che scandalo, per il contenuto esplicitamente pornografico: penetrazione, eiaculazione, sesso orale, immagini che Koons, dopo il divorzio, ha odiato e persino in parte distrutto. Pare che i due si fossero innamorati su quel set fotografico, lui ha dichiarato che l’intento era dare l’immagine di un “Adamo e Eva” contemporanei, per eliminare il senso di colpa e la vergogna.

In realtà, il lavoro di Koons può essere interpretato come una violenta critica sociale verso la ricerca di uno status symbol da parte della classe media. Con Made in Heaven Koons porta a compimento la tendenza

dell'arte novecentesca a fondere arte e vita e, allo stesso tempo, di crea una sorta di ritorno kitsch all'innocenza adamitica precedente il peccato originale. La serie è composta di oleografie, oggetti in vetro, sculture in plastica e legno che riproducono momenti di accoppiamento tra l’artista e sua moglie ispirati all’immaginario erotico e pornografico. Tracey Emin, Everyone I Have Ever Slept With 1963–1995, 1995

La sua opera – che si declina attraverso disegno, pittura, scultura, ricamo, neon, video – nasce in diretta risposta alla propria turbolenta vita privata. Tra gli esempi più emblematici è la tenda da campeggio all’interno della quale ha ricamato i nomi di persone con cui ha dormito (Everyone I have ever slept with 1963-1995 (1995), il verbo to sleep with si presta a un doppio significato di natura sessuale) dalla nascita fino alla data di esecuzione dell’opera. Tracey Emin, My Bed, 1998,

Altra opera significativa è il suo letto sfatto, corredato di rifiuti privati (My bed, 1998). Quest’opera, acquistata da Charles Saatchi, viene presentata al Turner Price alla Tate gallery destando non poche polemiche. Marina Abramovic e Ulay, Imponderabilia, 1977 Nipote di un santo della chiesa ortodossa e figlia di un eroe nazionale della Seco...


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