Disturbi Alimentari - Riassunto Psichiatria PDF

Title Disturbi Alimentari - Riassunto Psichiatria
Course Psichiatria
Institution Università degli Studi di Catania
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Parte importante della materia ...


Description

I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE I quadri conclamati più tipici dei disturbi del comportamento alimentare sono: • L'anoressia nervosa. • Bulimia nervosa. ANORESSIA NERVOSA: Disturbo caratterizzato da percezione alterata dell'immagine corporea, da paura morbosa dell'obesità, dal rifiuto di mantenere un peso corporeo ai minimi normali e,nelle donne, da amenorrea. STORIA DELLA MALATTIA: • Il termine anoressia deriva dal greco anorexia, mancanza di appetito, ma il significato che noi oggi gli attribuiamo fu introdotto nel 1873, quasi contemporaneamente, da Charles Lasegue (anoressia isterica) a Parigi e da William S. Gull (anoressia nervosa) a Londra. Fu lo stesso Lasague a fornire la prima descrizione approfondita del nucleo psicopatologo centrale del disturbo. • Da quel momento in poi la descrizione di casi di anoressia- intesa come disturbo psicopatologico-nella letteratura medica europea, divenne un fatto abbastanza comune. Negli anni compresi tra il 1889 e 1911 troviamo infatti contributi interessanti per la comprensione della psicopatologia anoressica ad opera di famosi neurologi dell'epoca quali Jean-Martin Charcot, Jilles de la Tourette, Pierre Janet. • Una svolta importante nella storia della anoressia si verifico nel 1914, allorchè il fisiologo Morris Simmonds suggerì l'ipotesi fisiopatologica di una insufficienza pituitaria grave (ossia uno scompenso dell'ipofisi) che, nelle pazienti affette, era a suo dire la causa fondamentale di disturbo. • Per tale motivo, dal 1911 fin quasi a tutto il 1930, l'approccio endocrinologico fece quasi dimenticare le precedenti ipotesi psicopatologiche. • E' soltanto a partire dal 1930, a seguito della pubblicazione di uno stadio condotto da Berkman su 117 pazienti, che l'interpretazione psicopatologica riprende dignità clinica ed importanza nosologica. • I grandi progessi verso l'intepretazione dell'anoressia nervosa- così come noi oggi la intendiamo- sono stati compiuti negli ultimi trent'anni e sono da attribuirsi all'opera di Hilde Bruch, Arthut H. Crisp e Gerald M.F. Russell. A questi meccanismi psicopotalogici dell'anoressia nervosa. • Grazie anche alle loro descrizioni la categoria diagnostica dell'anoressia nervosa è stata presente nel DSM (manuale diagnostico delle malattie mentali) sino dalla sua seconda edizione (DSM-II) avvenuta nel 1968. EPIDEMIOLOGIA: • Aumento dell'incidenza negli ultimi dieci anni. • Maggiore diffusione nelle zone occidentali o occidentalizzate. • Altra incidenza nel sesso femminile (90-95%). • Prevalenza dello 0,5-1% in tarda adolescenza e prima età adulta. EZIOLOGIA: • L'eziologia è sconosciuta, ma sembrano importanti i fattori sociali. La desiderabilità della magrezza è presente in tutte le società occidentali e l'obesità viene considerat priva di attrattiva, malsana e indesiderabile. Circa l'80-90% dei bambini è

consapevole di tali atteggiamenti, e più del 50% delle ragazze in età prepuberale segue una dieta o intraprende altre misure per controllare il peso. Tuttavia, poiché solo una piccola percentuale di essi sviluppa un'anoressia nervosa, devono essere importanti altri fattori. Alcune persone hanno una predisposizione al disurbo, probabilmente a causa di una mal definita vulnerabilità psicologica, genetica o metabolica. L'anoressia nervosa è rara nelle aree con una autentica crisi alimentare. • Circa il 95% delle persone con questo disturbo è di sesso femminile. Molte pazienti appartengono alle classi socioeconomiche medie o superiori. Sono stati riscontrati tassi di mortalità dal 10 al 20%. Tuttavia, poiché molti casi lievi probabilmente non vengono diagnosticati, la prevalenza e i tassi di mortalità effettivi sono sconosciuti. • Studi di genetica, ancora da verificare, riscontrano una maggiore frequenza di anoressia in sorelle di pazienti ed in gemelli monozigoti, suggerendo quindi questa “suscettibilità ad ammalarsi”: CRITERI DIAGNOSTICI SECONDO IL DSM-IV: • Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l'età e la statura. • Intensa paura di acquistare peso. • Alterazioni del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo. • Nelle donne amenorrea. Sottotipo: • Con restrizioni. • Con abbuffate-condotte di eliminazione. QUADRO CLINICO: A. Grave malnutrizione. B. Segni obiettivi: emaciazione, cute secca e pallida, unghie e capelli fragili, lanugo (peluria), ipertrofia ghiandole salivari, edemi periferici (tipo lo stomaco gonfio nei bimbi), callosità o cicatrici alle mani. C.Segni comuni: bradicardia, ipotensione, bradipnea, ipotermia, intolleranza al freddo, disidratazione, poliuria D. Amenorrea.







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L'anoressia nervosa può essere lieve e transitoria oppure grave e cronica. La preoccupazione per il peso corporeo (anche in pazienti già magre, che sono la maggior parte) e la limitazione dell'assunzione di cibo possono essere transitorie. Se invece la preoccupazione e l'ansia riguardo al peso successivamente aumentano sopravviene il deperimento. La negazione del disturbo è una caratteristica rilevante. Le pazienti non si lamentano dell'anoressia o della perdita di peso, di solito fanno resistenza al trattamento. Le pazienti sono assorbite dai pensieri riguardanti il cibo: meditano a lungo su diete e calorie; accumulano, nascondono e buttano via il cibo; collezionano ricette; preparano pasti elaborati per altre persone. Sono spesso manipolative, mentendo sull'assunzione di cibo e sui comportamenti adottati di nascosto, come l'induzione del vomito. Il 50% delle anoressiche presenta abbuffate seguite da vomito auto-indotto, e fa uso di lassativi e diuretici. Il restante 50% delle pazienti riduce semplicemente l'assunzione di cibo. La maggior parte di esse, svolge attività fisica eccessiva per tenere sotto controllo i proprio peso. Le pazienti di solito perono interesse riguardo al sesso. La depressione è frequente.

ESAMI DI LABORATORIO: • Diminuzione delle proteine plasmatiche • Anemia. • Leucopenia e trombocitopenia. • Alterazione della funzionalità renale e pancreatica. • Chetosi e chetonuria. • Squilibri elettrolitici. Brain imaging Alla TC ed alla RMN si è osservato, in una percentuale di pazienti colpite dall'anoressia , uno stato di atrofia cerebrale, con ampliamento dei solchi corticali e dei ventricoli che varia in dipendenza dello stato di deperimento organico. ALTERAZIONI ENDOCRINOLOGICHE: • Asse ipotalamo- ipofisi-ovaio: diminuzione dei livelli urinari e plasmatici di estrogeni, gonadotropine (FSH,LH). • Asse ipotalamno- ipofisi-tiroide: riduzione lieve della tiroxina (T4) e marcata della triiodotironina. • Asse ipotalamno- ipofisi- surrene: aumento mattutino del cortisolo (ormone dello stress). DISTURBI PSICHIATRICI ASSOCIATI: • Disturbo ossessivo-compulsivo. • Disturbo di personalità ossessivo compulsivo. • Disturbo di personalità evitante. • Disturbo di personalità dipendente.



BULIMIA E' un disturbo in cui un contenuto mentale (IDEA-impulso di mangiare) NON

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RIESCE AD ESSERE CONTROLLATO e neutralizzato e si traduce in un comportamento. E' un quadro clinico generalmente meno grave dell'anoressia. Disturbo caratterizzato da episodi ricorrenti (almeno due volte a settimana) di abbuffate compulsive durante le quali il paziente consuma grandi quantità di cibo e si sente incapace di smettere di mangiare, seguite da sforzi compensatori incongrui per evitare l'aumento di peso, come il vomito autoindotto, l'abuso di diuretici o lassativi, l'esercizio fisico eccessivo oppure i digiuni. Il termine “bulimia” deriva dal greco boulimia, composto di bous “bue” e limòs “fame”: “fame da bue”.

EPIDEMIOLOGIA: • Progressivo aumento (dal 1980 è stata conferita autonomia nosografica rispetto all'anoressia nervosa). • Riguarda prevalentemente il sesso femminile (1-3% giovani donne). • Età di esordio: 20 anni. CRITERI DIAGNOSTICI (della bulimia nervosa) SeCONDO IL DSM-IV: • Ricorrenti abbuffate. • Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l'aumento di peso. • Le abbuffate e le condotte compensatorie si verificano in media almeno due volte alla settimana per tre mesi. • Livelli di autostima indebitamente influenzati della forma e del peso corporeo. • L'alterazione non si manifesta escusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa. Sottotipo: • Con condotte di eliminazione. • Senza condotte di eliminazione. QUADRO CLINICO: • Accessuali ingestioni di grosse quantità di cibo. • Stress o particolari stati d'animo. • Vomito. • Malessere ingravescente. • Oligoamenorrea (riduzione del flusso mestruale o blocco). • Squilibri elettrolitici. • Alterazioni ECG. • Lesioni dentarie. • Lesioni esofagee. • Callosità alle mani. • Paratiroidi aumentate di volume.



Il vomito autoindotto conduce a erosione dello smalto dei denti incisivi e a ipertrofia non dolorosa delle ghiandole salivari. Occasionalmente si manifestano disturbi

idroelettrolitici gravi, specialmente l'ipokaliemia. Molto raramente, durante le abbuffate, lo stomaco o l'esofago possono presentare lesioni, portando a complicanze potenzialmente letali. L'abuso a lungo termine di sciroppo di ipecacuana per indursi il vomito può causare una cardiomiopatia. • Le pazienti con bulimia nervosa tendono ad avere maggiore consapevolezza,rimorsi o sensi di colpa per i propri comportamenti rispetto a quelle con anoressia nervosa, e hanno più probabilità di ammettere le proprie preoccupazioni in un colloquio con un medico che vada loro a genio. Sono inoltre meno introverse e più inclini ai comportamenti impulsivi, all'abuso di sostanze e alcol e alla depressione conclamata. IPOTESI EZIOPATOGENETICHE: • Strutture di personalità con scarso controllo degli impulsi. • Instabilità affettiva ed emotiva. • Dipendenza psicologica da sostanze con condotta di abuso. • Autolesionismo. • Disfunzioni neurotrasmettitoriali (alterazione dei sistemi serotoninergici e dopaminergici centrali). DISTURBI PSICHIATRICI ASSOCIATI: • Disturbi di personalità, in particolare borderline, cluster B. • Disturbi affettivi. • Disturbo di abuso di sostanze. TERAPIA: • Ricovero solo se necessario. • Antidepressivi serotoninergici. • Antidepressivi triciclici. • Sali di litio/ stabilizzanti dell'umore. • Terapia di tipo cognitivo-comportamentale. • Terapia di gruppo. • Terapia della famiglia. • I due approcci al trattamento sono la psicoterapia (cognitivo-comportamentale o interpersonale) e l'uso di antidepressivi. La psicoterapia viene di solito condotta in circa 15-20 sedute individuali per 4-6 mesi e sembra avere benefici a breve e a lungo termine. Gli antidepressivi possono giovare anche in assenza di depressione, ma la psicoterapia ha risultati migliori a lungo termine. • L'associazione delle due terapie è superiore a ciascuno dei due metodi da solo. • Poichè il trattamento richiede perizia ed esperienza,è consigliabile l'invio specialistico....


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