Camisassi - Riassunto Psichiatria PDF

Title Camisassi - Riassunto Psichiatria
Author Roberta Pia
Course Psichiatria
Institution Università degli Studi di Genova
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Summary

Riassunti ...


Description

Camisassi Lo strumento che viene utilizzato nella clinica è il colloquio e deve essere trattato con molta attenzione. Il colloquio mette in relazione con l'altro ed è polifunzionale. È importante avere esperienza e imparare sul campo. È necessario raccogliere dati sulla storia della persona, della famiglia, dei problemi fisiologici e patologici (ANAMNESI); si fa l'esame delle funzioni psichiche, delle funzioni della mente. Si può provare a capire le ragioni della patologia, del disturbo, ma l'eziopatogenesi a volte è impossibile, ci sono cause psicologiche e biologiche. Il colloquio è importante perché permette di impostare una terapia farmacologica che vada a colpire determinati sintomi (i deliri, le allucinazioni ma non la schizofrenia). Serve per fare una prognosi. È esso stesso terapia e permette di verificare l'effetto della terapia farmacologica. Serve disponibilità di tempo e lo spazio deve essere confortevole perché permette di ridurre l'ansia e di sentirsi libero di raccontarsi. Si deve cogliere lo stato d'animo, non solo le parole, si guarda come si muove, dove guarda. La diagnosi non è utile alla salute del paziente, in realtà si può lavorare anche prima di aver individuato la causa. I DISTURBI D'ANSIA Fino a 20 anni fa erano considerati nevrosi. L'ansia fisiologica è sperimentata da tutti ed è uno stato di attesa che ci aiuta a capire come mai siamo irrequieti, è un segnale di qualcosa. L'ansia patologica è eccessiva, ci impedisce di fare la nostra vita, interferisce con il funzionamento psichico ma le motivazioni non sono facili da capire. Può essere presente a tratti o sempre e può essere accompagnato da sintomi somatici come dispnea (difficoltà respiratoria, bisogno d'aria), arrossamenti, tensione muscolare, bisogno di urinare. C'è in tutte le patologie psichiatriche ed è dominante nei disturbi d'ansia. Le cause possono essere anomalie del SNC, neurotrasmettitori, madre che trasmette ansia, scompenso psicologico che si manifesta così legato a fattori contingenti o vecchi. 1. L'attacco di panico si accompagna all'agorafobia (è comparso di recente nei manuali, prima si parlava di crisi acute di ansia). È la sensazione di essere sul punto di morte, di perdere la testa, di impazzire e per questo di va al pronto soccorso. Ha un'insorgenza improvvisa e acuta e non si può prevedere, non si sa cosa lo causi e le ragioni vanno capite. Si ripetono con costanza e frequenza e dura 20 o 30 minuti. A volte può essere confusa con una persona con infarto o problema cardiovascolare. Esistono ansiolitici che consentono di contenere e placare l'ansia e poi la persona riprende la sua vita, si prendono solo nel momento di acuzie. Le motivazione possono essere psicologiche e si può aiutare a mettere insieme i vari elementi. È un momento in cui crollano le difese che ci costruiamo per vivere al meglio. Si lavora per costruire di nuovo l'identità. 2. Le fobie sono paure esagerate connesse a condotte di evitamento, non vogliono incontrare l'esperienza emotiva che mi fa star male, può essere penalizzante. Le fobie sociali: compare il contesti sociali non familiari in cui non siamo abituati come fare un discorso in pubblico. Fobie specifiche: verso oggetti specifici o animali. Freud: la fobia è un compromesso, è un sintomo fobico, mostro qualcosa legato ai miei problemi ma non vengono davvero fuori per come sono. Il lavoro terapeutico è importante (i farmaci fanno da terapia di mantenimento). 3. Disturbo ossessivo-compulsivo: la mente è a periodi occupata da pensieri di cui non riesce a liberarsi che portano a mettere in atto compulsioni cioè comportamenti coatti. Ha caratteristiche magiche (si mettono la stessa camicia per far andare bene l'esame) e un controllo onnipotente della realtà. Necessita di trattamento psicoterapico come il comportamentale più che farmacologico. È importante quanto la patologia ci impedisce la vita. 4. Disturbo post-traumatico da stress: evento molto traumatico come essere presenti a un

omicidio, stupro, che comportano ricordo, sogni legati a quello, timore che si possa ripetere, dura nel tempo e condiziona la vita, è un malessere che non se ne va. Il disturbo acuto è quello che compare subito e ha breve durata cioè si risolve con la terapia. Quello cronico dura di più. 5. Il disturbo d'ansia generalizzato: persone che vivono in costante contatto con l'ansia; si combina con altri disturbi come la fobia (fobico e ossessivo: disturbi d'ansia si combinano tra loro). Un tempo erano considerati disturbi che non comportavano un danno alle funzioni psichiche in quanto le persone ne sono consapevoli ma gli schizo-paranoidi non sanno che devono curarsi. DISTURBI SOMATOFORMI Hanno una forma somatica ma una natura psichica. Non sono malattie psicosomatiche. Presentano problemi che non hanno causalità organica in quanto gli esami sono negativi. Le persone stanno davvero male e si sentono malate organiche senza una causa accertata. Sono sintomi funzionali (?) ad esempio la nausea è un sintomo che lo stomaco non funziona ma ci sono problematiche mentali come depressione, ansie, eventi vecchi. Sono individui che non hanno confidenza con le loro emozioni. 1. Disturbi da somatizzazione: trasformazione in somatico di qualcosa di emotivo. Sono individui che accusano una sofferenza in determinati ambiti del loro corpo. Ci sono apparati più sensibili di altri all'influenza della mente come l'apparato gastro enterico, cardiovascolare e urinario. Una cosa che aiuta il medico a capire è se la malattia porta a vantaggi primari (sono malato e trattatemi da tale) o secondari (serve a qualcos'altro, condizione privilegiata). Sono persone convinte di avere una sofferenza organica. Bisogna aiutarlo a capire che ciò che accade non è organico, ma il problema è gestire la relazione medico-paziente. Il medico, se non lo riconosce, da una cura, la cura non funziona, lui sta male e da la colpa a lui, lui si sente un fallito e il paziente cambia medico. 2. Disturbo di conversione: interessa l'apparato nervoso, il SNC. Ci stanno le vecchie isterie che indagava Freud. Ci sono sintomi suggestivi ma il SNC è intatto, come epilessie, formicoli, paresi. 3. Dolore psicogeno: sintomo che compare senza che ci sia un danno anatomico come dolore osteo-articolare. Il dolore c'è ma non risponde agli analgesici ma piuttosto a una cura antidepressiva. 4. Disturbo dismorfo-fobico: si comincia a vedere nel proprio fisico qualcosa di distorto che non piace, magari non c'è o c'è in minima parte e viene considerata la responsabile dei loro problemi di vita, per cui ricorrono alla chirurgia plastica. 5. Ipocondria: convinzione di malattia, negli altri c'era sintomi, qui si parla di idea di malattia e da lì arrivano i sintomi che possono indicare un certo disturbo. Il soggetto delira. Può anche essere un sintomo di altri disturbi come la depressione (delirio ipocondriaco). Sono patologie che comportano costi per la società come ricoveri, esami, non possono lavorare; bisogna identificarle per curarle ma la terapia non è facile in quanto per loro l'idea di problema psicologico è lontana. Bisogna andargli dietro, gratificare il loro bisogno di essere malati e trasmettere l'idea che certi problemi possono sorgere a causa della mente.

DISTURBI DELL'AFFETTIVITA' Sono contenuti in essi delle patologie che hanno una grande incidenza nella popolazione generale. Si calcola che colpiscano il 3% della popolazione. Parliamo sostanzialmente della depressione. Non solo,ma comunque quel capitolo dove la parte del leone la fa la depressione. I disturbi affettivi vanno classificati in un certo modo che differisce dalla classificazione precedente che era più semplice ma meno precisa. I disturbi affettivi si suddividono in:

Primari: disturbi affettivi che riguardano essenzialmente la componente psichica, problemi di ordine mentale. Noi ci occuperemo di questi. Secondari: quei disturbi che accompagnano una determinata patologia organica: un diabetico, un anemico possono sviluppare disturbi di affettività, o che compaiono come patologia che arricchisce un altro quadro clinico, come ad esempio nelle persone che usano sostanze. Usare sostanze può portare all'insorgenza di un disturbo dell'affettività. I disturbi affettivi primari comprendono: •Disturbo depressivo → può presentarsi come singolo episodio oppure può presentarsi con più episodi che ritornano (= disturbo ricorrente, ritorna nel corso della vita). Questo disturbo può avere un differente livello di gravità da lieve, media gravità, grave e disturbo depressivo psicotico. •Distimia → un disturbo depressivo di intensità lieve ma che ha una lunghissima durata nel tempo. •Disturbo bipolare → è quello che anni fa si chiamava psicosi maniaco depressiva. Il paziente presentava degli episodi depressivi alternati con episodi di tipo maniacale. La mania è un'altra forma di disturbo dell'affettività di segno sintomatologico opposto, è fenomeno di euforia. Bisogna riconoscere due tipi di disturbo bipolare: 1 e 2. Nel 1 abbiamo episodi maniacali che possono o no alternarsi con episodi depressivi, nel 2 quelli depressivi si alternano con ipomaniacali. La mania da sola è rarissima. È più frequente la situazione di depressione o alternanza dei due. •Ciclotimia → è un disturbo dell'affettività dove abbiamo a che fare con problemi depressivi e IPOmaniacali non gravi con alternarsi veloci senza criteri di gravità consistente. È di lunga durata. Questi disturbi devono essere conosciuti per etichettare la persona e fare riferimento a terapie farmacologiche. Poi da un punto di vista clinico si può fare un discorso che riguarda tutti questi disturbi. I modi in cui si manifestano sono simili in tutte queste situazioni di patologia. L'espressività clinica non è tanto diversa se non per criteri di gravità. I sintomi della distimia sono meno gravi del disturbo depressivo, ma saranno comunque simili. Si può fare un discorso che comprende la depressione dal punto di vista della sua espressione clinica. DEPRESSIONE Il primo sintomo è l'abbassamento del tono dell'umore che ha come corrispettivo fisiologico la tristezza. Consegue una perdita di interesse per quelle che sono le esperienze della vita quotidiana. Una perdita di interesse di quello che ha a che fare con la voglia di fare. Il linguaggio è spesso rallentato con lunghi tempi di latenza tra una frase e l'altra. Spesso il tono della voce è monotono, ripetitivo, non cambia. I contenuti sono orientati verso il pessimismo, la negatività. Ha un'idea di se stesso come negativo, come persona che combina nulla o poco, che vale poco. La depressione si esprime anche attraverso un rallentamento psicomotorio. È lento sia il flusso dei pensieri sia il modo di muoversi, la lentezza comporta la scelta di trascorrere a letto gran parte della giornata fino a condizioni di blocco psicomotorio. Non si muove nemmeno se le chiediamo di muoversi. Un tempo si parlava di blocco melanconico. Il melanconico può arrivare ad una situazione di blocco psicomotorio, non fa gesti, non risponde alle sollecitazioni ecc. il pensiero è sicuramente alterato da un punto di vista formale ed anche per quello che riguarda i contenuti. Il depresso ha una visione negativa del mondo, è pessimista, vede nero piuttosto che grigio. Questa ideazione negativa pessimistica arriva nelle situazioni più gravi a presentare delle manifestazioni deliranti ovvero delle idee di tipo negativo che non corrispondono alla realtà e che non sono accessibili a critica. I deliri sono ad esempio il delirio di colpa = sono responsabile di qualcosa, mi accuso di qualcosa quando non è così, le mie decisioni mandano in rovina la mia famiglia; può esserci un delirio ipocondriaco = pensare di avere una malattia molto grave che non ci lascia scampo, fino a quando c'è una negazione di tutto (la persona non riconosce più il mondo intorno a sé). Anche la sfera del funzionamento biologico è compromesso, il sonno è compromesso: spesso c'è insonnia. È un'insonnia dell' addormentamento (vado a letto e i miei pensieri non mi fanno prendere sonno) ed insonnia del risveglio (mi sveglio dopo che mi sono addormentata). La prima di solito è per situazioni depressive meno gravi, con ansia, mentre la seconda per situazioni depressive gravi.

Le prime ore del mattino sono quelle più possibili per pensieri suicidiari o di autolesionismo. C'è poi un disturbo dell'appetito= non mangia, non ha voglia di mangiare, c'è un'assenza del sintomo della fame. Ci sono situazioni più rare in cui ci si riempe di cibo. La vita sessuale è compromessa infatti perde il desiderio dei rapporti sessuali, non desidera, anche la funzione sessuale viene compromessa, le disfunzioni sessuali possono comparire come una situazione di tipo depressivo. Questi sintomi compaiono diversamente accoppiati nei vari quadri clinici. Sta poi allo specialista dire questo è un disturbo depressivo, questo è disturbo bipolare ecc. MANIA E' dunque il versante opposto. L'individuo sembra una persona diversa. C'è un'esaltazione del tono dell'umore, non c'è euforia, c'è un' euforia esagerata: è una persona il cui tono dell'umore è estremamente elevato. Con questo si accompagnano una serie di altri sintomi. È una persona che ha una grande attività che fa tante cose, ma che non finisce mai. Ha l'idea di sé come qualcuno che potrebbe fare moltissimo. Nei livelli estremi ha una condizione di onnipotenza e fare delle cose che nessuno sa fare e che solo io sono in grado di fare si arriva ad una situazione senza limiti. Anche l'abilità verbale è toccata: parla molto veloce, c'è una fuga delle idee, logorrea. Nel suo modo di parlare c'è anche la tendenza a fare motti di spirito, a raccontare cose che ritiene divertenti. Il suo parlare è talmente veloce che non è più decifrabile, non si decifra quello che ci sta dicendo. È una persona che può mettere in atto anche in base all'onnipotenza delle azioni che possono rappresentare dei pericoli, andare in macchina superando i limiti di velocità. Può essere una persona che ha una grande dimestichezza con i soldi. Il cattivo uso del denaro caratterizza il paziente maniacale: ha voglia di spendere e spende un mucchio di soldi. Ci sono situazioni maniacali che non riusciamo a definire subito come tali. Mette insieme tanti progetti. Quando arriva il problema dell'uso del denaro allora possiamo renderci conto che c'è qualcosa che non va, che non funziona. Anche qui si arriva alle manifestazioni deliranti, ma avranno un contenuto opposto, è un delirio di grandezza, si pensa di essere lo scopritore di una patologia, c'è un delirio mistico, mi sento Gesù, si ha contatto con Dio, c'è delirio di invenzione, delirio genealogico (sono discendente diretto di personaggi famosi), delirio erotomanico (sono oggetto di amore da una persona importante). Sono convincimenti che hanno come sfondo questa idea di sé grandiosa. Anche questa ha una versione più o meno lieve a seconda delle situazioni. Come mai compare un disturbo dell'affettività depressivo? Il discorso eziopatogenetico è lo stesso: ci sono diverse possibili cause: biologiche, biochimiche, sociali, psicologiche. In particolare qua le ipotesi genetiche hanno una certa consistenza, nell'ambito famigliare è possibile trovare disturbi affettivi come se ci fosse una trasmissione genetica ereditaria. Molte teorie puntano sull'ipotesi biochimica (sulle quali si fanno forza gli psicofarmaci, con i quali si vanno a correggere la situazione) e poi le ipotesi sociali psicologiche e psicodinamiche = i periodi della vita più a rischio di depressione sono la maternità, il puerperio (sempre per la madre; periodo immediatamente successivo alla nascita) il periodo del pensionamento, l'arrivo della vecchiaia. La psicoanalisi immagina il discorso depressivo come una situazione di lutto: c'è una tristezza data dalla perdita (reale o immaginaria, una compromissione di quel sano narcisismo che ognuno di noi dovrebbe avere) fino a parlare dei traumi più antichi (mancanza o inadeguatezza delle cure materne), o anche quando ci sono delle situazioni di lutto. Anche il maniacale diventa tale a seguito di un'esperienza di perdita e reagisce in modo diverso rispetto al depresso perché si comporta in modo differente rispetto all'esperienza di perdita, nega l'effetto dovuto a questa perdita (mi ha lasciato ma ne trovo sicuro una meglio), negando il valore dell'oggetto perduto il maniacale si difende. Dobbiamo immaginare cause che sono le più disparate come in tutte le situazioni cliniche. Esiste secondo alcuni una stagionalità. La solitudine, isolamento è una situazione che favorisce la comparsa dei disturbi depressivi. Come si trattano? Le forme gravi richiedono almeno in partenza un trattamento di tipo farmacologico. Poi se ci sono le condizioni anche un lavoro di stampo psicoterapico perché c'è qualcosa da capire in quella

persona. Iter Tutti i disturbi affettivi hanno una certa tendenza alla ripetitività, tendono a tornare. C'è una tendenza ad un andamento ciclico. Le cure devono essere portate avanti nel tempo perché il discorso della ciclicità è abbastanza consistente soprattutto quando si parla di patologie affettive. Qualcuno dice che prevale nel sesso femminile piuttosto che in quello maschile. La complicanza più grave del disturbo dell'affettività è il tentato suicidio o il suicidio. È un aspetto che va tenuto sempre in considerazione. Suicidio = azione finalizzata, sostenuta da idea molto forte di non avere più voglia di vivere e sostenuta dagli strumenti che uso per farlo (ad esempio mi butto giù dal 10° piano). I mezzi sono quelli giusti. Quello che va gestito è il paziente che minaccia il suicidio. È il paziente che va gestito perché comunica che in mente ha l'idea di togliersi la vita e non possiamo non farci caso, bisogna farlo parlare. Bisogna valutare quanto quella persona ha il coraggio di togliersi la vita. Bisogna valutare se ci sono degli elementi di base. L'operatore deve mettere insieme una serie di indizi che pensano che effettivamente abbia idea di togliersi la vita. Si provvede se mai al ricovero. Possiamo però anche renderci conto che questa intenzionalità non è così marcata= si ha a che fare con una persona che potrebbe fare un tentativo di suicidio, ma non c'è una volontà chiara e ferma di togliere la vita e con modalità distanti (tipo farmaci che però non hanno oggi una potenzialità autolesiva, prima c'erano i barbiturici, farmaci che toglievano la vita). Dobbiamo tenere in conto questa seconda alternativa = non ha una finalità chiara e con mezzi che la vita non la tolgono. È una comunicazione data in modo distorto. Non riesco a comunicare a voce allora lo faccio così. Possono essere anche modalità di comportamento aggressivo. L'importante è rendersi conto che la voglia di morire non c'era, ma qualcosa d'altro che non va assolutamente trascurato. Quando si parla di tentativi di suicidio si parla anche di suicidio mancato. È un suicidio vero e proprio che non è riuscito, per condizioni e fatti diversi non si è effettuato il suicidio. Qui non c'è un gesto dimostrativo, ma un gesto serio che non va in porto. DISTURBI DI PERSONALITA' Ognuno di noi ha una sua personalità data dalle modalità che ognuno di noi possiede di pensare, recepire il modo esterno, relazionarsi con il modo esterno, fare ecc. la personalità di solito è fatta di temperamento (la parte affettiva, tendenzialmente allegra o depressa) ed il carattere che invece rappresenta i modi di funzionare mentalmente. Il discorso si complica perché per parlare di disturbi dobbiamo dire quale è la personalità normale. Chi sono gli individui normali? Freud aveva dato una definizione molto semplice: persone in grado di fare e di godere, di realizzare delle cose, di vivere con piacere una parte di esperienza della propria vita. Qualcosa di vero c'è. Per altri le persone normali dovrebbero avere determinati aspetti di funzionamento: è la persona che è in grado di rimandare i conflitti. La persona normale dovrebbe essere quella che è in grado di sublimare (meccanismo mentale per cui certi aspetti che sarebbero inaccettabili vengono trasformati in altro che richiama sempre quell'aspetto ma non in modo disturbante, es sublimare l'aggressività, es il chirurgo è una persona che taglia, che fa uscire il sangue, può darsi che abbia istanze aggressive che sublima e le rende socialmente utili). La valutazione della personalità non si può fare in assoluto ma va tenuto conto di vari aspetti come ad esempio il contesto stor...


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