I disturbi specifici dell\'apprendimento PDF

Title I disturbi specifici dell\'apprendimento
Author Alessia Ferraro
Course Didattica E Pedagogia Speciale
Institution Università telematica e-Campus
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I pregiudizi nei confronti dei soggetti con DSA...


Description

UNIVERSITA’ TELEMATICA “e-Campus” Facoltà di PSICOLOGIA Corso Di Laurea in SCIENZE PEDAGOGICHE

“ Conoscere la diversità per una migliore inclusione: il giudizio sui DSA nell’immaginario collettivo”

Relatore: Trovato Angela

Tesi di Laurea di: Alessia Ferraro Matricola numero: 004036299

Anno Accademico 2018/2019

AUTORIZZAZIONE ALLA CONSULTAZIONE DELLA TESI DI LAUREA Il/la sottoscritt_ _____________(nome) ___________________(cognome) N° di matricola________ nat_ a____________________ il_____________ autore della tesi dal titolo ________________________________________ ____________________________________________________________ _ ____________________________________________________________ _ o AUTORIZZA o NON AUTORIZZA la consultazione della tesi stessa, fatto divieto di riprodurre, parzialmente o integralmente, il contenuto. Dichiara inoltre di: o AUTORIZZARE o NON AUTORIZZARE per quanto necessita l’università telematica e-Campus, ai sensi della legge n. 196/2003, al trattamento, comunicazione, diffusione e pubblicazione in Italia e all’estero dei propri dati personali per le finalità ed entro i limiti illustrati dalla legge.

Data________________ Firma__________________

Indice Abstract

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Introduzione

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I Capitolo I Disturbi specifici dell’apprendimento

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1.1 Definizioni e caratteristiche principali

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1.1.1 Disturbo specifico della letteratura (Dislessia)

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1.1.2 Disturbo specifico della scrittura (Disortografia e Disgrafia)

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1.1.3 Disturbo specifico del calcolo ( Discalculia)

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1.1.4 Disprassia e disnomia

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1.2 Associazione Italiana Dislessia (AID)

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II Capitolo Conoscere la diversità

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2.1 Dislessia: facile da dire, difficile da capire

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2.2 Un modo di pensare diverso

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III Capitolo Normativa di riferimento 3.1 Legge 170/2010 e lingue straniere . 3.2 Strumenti compensativi e dispensativi, e metodologia didattica

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3.3 Interfacciarsi alla tecnologia

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3.4 Diagnosi e PDP

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“ Non scoraggiate mai qualcuno che si sta impegnando per fare dei progressi. Non importa quanto lentamente migliora.” (Platone)

Abstract Il mio lavoro nasce dall’ esperienza che ho consolidato negli ultimi mesi con l’AID, Associazione Italiana Dislessia, mettendo a disposizione il caso di un ragazzo dislessico che ho seguito personalmente ed ho avuto modo di conoscere grazie alla Presidente di Vibo Valentia, Maria Pia Scafuro. Negli ultimi anni si è registrata una sempre maggiore attenzione rivolta alle difficoltà scolastiche e ai disturbi specifici dell’ apprendimento, in modo particolare a partire dal 2010, anno in cui è stata emanata la legge su tali disturbi, con l’obiettivo di regolamentare le procedure finalizzate all’individuazione precoce, alla tempistica della diagnosi, etc. Lo scopo di questo lavoro è quello di analizzare le percezioni

della

popolazione

rispetto

alla

diffusione

dei

disturbi

specifici

dell’apprendimento e cercare di affrontare le criticità relative al disturbo nella vita quotidiana. Alla luce di ciò, l’obiettivo è quello di andare a rilevare gli atteggiamenti delle persone nei confronti dei soggetti con disturbi dell’apprendimento, ossia andare a vedere cosa pensano le persone e come si comportano di fronte ad un ragazzo dislessico e di conseguenza riflettere su come si può sentire il ragazzo con DSA e come pensa di essere considerato per il fatto di avere un disturbo dell’apprendimento. Il primo punto da trattare è far fronte alla situazione esistente, infatti il primo capitolo della tesi offre una panoramica generale dell’argomento che voglio trattare, ovvero definire e classificare i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, specificando come si manifesta e quali siano le cause; nel secondo capitolo si va a riflettere sulla diversità apparente e come dicevo prima, sul modo di pensare che ognuno di noi presenta, ovvero l’insieme dei giudizi che ogni individuo effettua nel confronti degli altri. Infine nell’ultimo capitolo si andranno a spiegare le normative di riferimento e le linee guida esplicative;

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si prenderà in esame un tema legato al rapporto tecnologico e alle strategie messe in atto, infatti si andranno a delineare le risorse e gli strumenti necessari per realizzare una scuola inclusiva, focalizzando l’attenzione sulle difficoltà in ambito scolastico. Il mio intervento vuole promuovere un messaggio positivo nei confronti di questi ragazzi che hanno avuto a che fare con persone impreparate e dunque favorire un’adeguata preparazione sui DSA in modo tale che tutti ne vengano a conoscenza e andare dunque in contro alle loro problematiche.

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Introduzione Negli ultimi anni le conoscenze riguardo i disturbi dell’apprendimento hanno ricevuto l’attenzione che meritavano. Innanzitutto è necessario spiegare che con l’acronimo DSA ci si riferisce ad un gruppo di disturbi che interessano la strumentalità della lettura, scrittura e calcolo, e ostacolano il normale processo di acquisizione delle abilità scolastiche. Tali disturbi possono presentarsi isolati, ma molto spesso sono presenti contemporaneamente. Vengono definiti “specifici” poiché interessano uno specifico dominio di abilità in modo significativo, ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale in soggetti con QI uguale o superiore alla media. Accanto alle difficoltà legate puramente all’apprendere, il soggetto sviluppa e porta con sé un vissuto di insuccessi con risvolti emotivi e motivazionali importanti. Quindi la presenza di un DSA non incide solo sull’apprendimento del bambino, ma anche sul benessere generale. E’ importante sottolineare quanto l’intento di questo lavoro sia quello di rilevare quelle credenze che influenzano la percezione dell’individuo con disturbi dell’apprendimento e di conseguenza la propria autostima. Spesso si dice che per aiutare il dislessico serve una diagnosi precoce, l’aiuto della famiglia e di un tutor competente, ma non ci si basa solo su questi aspetti, poiché il ragazzo deve essere determinato per poter raggiungere il risultato desiderato. Proprio per questo è necessario lavorare sulla motivazione e cercare con lui una strategia che lo possa condurre al traguardo. In qualità di Tutor DSA alle prime esperienze, cercherò di spiegare come potenziare l’immagine dei dislessici, fornire gli strumenti adatti in modo tale da sfidare l’immaginario collettivo con la loro intelligenza senza essere emarginati.

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Capito I

I Disturbi Specifici dell’apprendimento

“ Se vuoi capire una persona, non ascoltare le sue parole, osserva il suo comportamento”. (Albert Einstein)

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1.1 Definizioni e caratteristiche principali Nella società odierna, la lingua scritta rappresenta il fulcro della comunicazione e lo scambio di informazioni e perciò oggi essere considerati analfabeti o semplicemente non saper leggere correttamente può portare ad avere difficoltà. Ogni giorno ci capita di guardare il calendario, di leggere con rapidità anche i cartelloni stradali, di fare dei calcoli semplici mentre si fa la spesa, e questo lo facciamo quasi del tutto inconsapevolmente. Per alcuni soggetti però, tutto questo non è facile, in quanto presentano difficoltà nell’apprendimento, fanno fatica a leggere, a scrivere e a fare i calcoli. Tali difficoltà sono legate a persone definite con l’acronimo DSA, ossia Disturbi specifici dell’apprendimento che riguardano appunto difficoltà specifiche della lettura, scrittura e calcolo, da non confondere con le generiche difficoltà dell’apprendimento rappresentate dalle difficoltà incontrate da uno studente durante il suo percorso scolastico. Gli ostacoli che generalmente incontrano nel loro processo di apprendimento li porta spesso ad essere demotivati e di conseguenza a mettere in evidenzia atteggiamenti di evitamento nei confronti dei compiti scolastici per sottrarsi alla frustrazione e all’insuccesso. “Il benessere emotivo è essenziale per un apprendimento efficace, anche e soprattutto per i bambini con dislessia. Troppo spesso, infatti, si imbattono in situazioni per loro difficoltose e nel potenziale insuccesso, per cui devono essere in grado di utilizzare le proprie risorse emotive per superare queste circostanze. E’ importante che vengano aiutati fin da un’età precoce, così che possano sviluppare la forza emotiva e la buona autostima che li attrezzeranno per il futuro”1. Inoltre si deve tener conto che in tali disturbi sono spesso coinvolti altri ambiti, quali la memoria, la motricità, difficoltà di coordinazione, difficoltà nelle abilità di 1

Gavin Reid, E’ Dislessia! Domande e risposte utili, a cura di Enrico Savelli e Stefano Franceschi, Erickson, Trento, Ottobre, 2015, pag.143.

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organizzazione, etc. C’è da dire comunque che i disturbi specifici dell’apprendimento si manifestano fin dalle prime fasi dell’apprendimento del bambino quando deve appunto acquisire abilità di lettura, scritture e calcolo e si presentano in presenza di adeguate capacità cognitive e intellettive corrispondenti all’età del singolo e dunque le cause non sono legate ad aspetti neurologici, sensoriali o psicologici, bensì riguardano l’aspetto neuro-biologico, infatti come citato nel libro “ Guida alla Dislessia per genitori”, “… sono state intraprese diverse ricerche, a livello nazionale ed internazionale, che riconoscono l’origine neurobiologica del disturbo, che a sua volta determina una diversa modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Inoltre sono in atto studi per valutare la componente ereditaria e genetica del disturbo”2. Dunque una delle caratteristiche fondamentali di tale disturbo è proprio quella di avere un’origine neurobiologica e sebbene non sia possibile fare diagnosi prima di una determinata età, ossia fine della seconda elementare per i dislessici, disgrafici e disortografici e fine della terza elementare per i discalculici, ciò non significa che esso non sia presente dalla nascita; infatti nei bambini in età prescolare si possono osservare degli indicatori di rischio, quali, difficoltà del linguaggio o nell’imparare filastrocche. Ad ogni modo, il fatto che tali disturbi abbiano una causa genetica, non vuol dire che non ci sia niente da fare, anzi, se si hanno dubbi è importante rivolgersi ad un’equipe autorizzata per una diagnosi precoce. Tuttavia, la Dislessia viene normalmente definita “Dislessia evolutiva” in quanto è un disturbo caratteristico della prima infanzia il cui esordio avviene in età evolutiva; la sua caratteristica è la discrepanza tra le abilità cognitive del soggetto che sono nella norma e l’abilità di lettura che invece è compromessa. Essa pertanto, non si presenta solo 2

Luca Grandi, Guida alla Dislessia per genitori, Terza edizione, Fondazione Johnson e Johnson, Faenza (RA), Maggio, 2012, pag.11.

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nell’infanzia, ma può presentarsi anche nell’età adulta come recuperata, compensata o persistente. Per quanto riguarda la prima categoria, i dislessici non presentano più difficoltà nella lettura; solitamente recuperano entro il termine della scuola secondaria inferiore e dunque non rappresentano un problema per le scuole superiori. Per quanto concerne invece i dislessici compensati, hanno difficoltà nella lettura in quanto si affaticano molto e presentano difficoltà anche nella comprensione del testo, ma mostrano un discreto recupero rispetto ai dislessici persistenti, i quali mantengono consistenti difficoltà di lettura sia nel testo che nelle parole e di conseguenza non riescono a comprendere bene il testo e perciò hanno difficoltà a studiare. Quindi con il termine disturbi specifici dell’apprendimento ci si riferisce ai disturbi delle abilità scolastiche, in particolar modo ai disturbi della lettura (Dislessia), della scrittura (Disortografia e Disgrafia) e del calcolo (Discalculia), i quali si possono presentare isolati, ma molto spesso sono presenti contemporaneamente in una persona, e qui si parla di “comorbilità”. Ma oltre a presentarsi in comorbilità tra di loro, possono esserlo anche con altri disturbi dello sviluppo, quali: i disturbi del linguaggio, disturbi di coordinazione motoria e disturbi emotivi e del comportamento. “Per fare un esempio, un bambino può presentare una difficoltà specifica nella materia della matematica e nello stesso tempo essere piuttosto goffo nei movimenti e poco coordinato. In questo caso si parla di comorbidità tra Discalculia e Disturbo della Coordinazione Motoria”3. In tal caso, come è stato riferito dalle linee guida sui Dsa nel 2011 “il disturbo risultante è superiore alla somma delle singole difficoltà, poiché ognuno dei disturbi implicati nella comorbilità influenza negativamente lo sviluppo delle abilità complessive”4.

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Serena Costa, https://www.serenacosta.it/scuola-e-compiti/dsa/comorbilita-disturbi-specificidellapprendimento.htm, 23 Gennaio 2019., ultima consultazione 30/01/2019. 4 Il Ministro, http://www.disabili.unige.it/wpcontent/uploads/2011/11/linee_guida_sui_dsa_12luglio2011.pdf, ultima consultazione 30/01/2019.

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Bisogna perciò stare molto attenti ai bambini che si trovano in queste situazioni poiché sono considerati più a rischio. Inoltre vi sono altri sintomi che accompagnano i disturbi dell’apprendimento, non evidenziabili a scuola, che possono riguardare la difficoltà ad allacciarsi le scarpe o non essere del tutto dinamico negli sport in cui si richiede un elevato movimento; andando anche ad osservare altri problemi, come la scarsa autostima, rabbia, frustrazione che accumulandosi possono addirittura sfociarsi in aggressività; tutto questo, non influenza solo il loro benessere, ma anche quello dei genitori. Si è purtroppo constatato che il dislessico quando fallisce si considera semplicemente un incapace e dunque si attribuisce l’insuccesso.

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Questi sentimenti di inferiorità si stabilizzano attorno ai 10 anni; dopo questa età, diventa estremamente difficile aiutare il bambino a sviluppare un’immagine positiva di sé. La cosa più difficile e importante per molti bambini è capire, riguardo al loro iter scolastico, cosa dipende da loro e dal loro impegno e quanto e cosa dal disturbo di

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DSA, https://www.google.com/search?biw=1366&bih=625&tbm=isch&sa=1&ei=YPyDXIrqH6G7gweZrqqoCQ &q=dsa+insuccesso, ultima consultazione 9/03/2019.

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lettura. Importanti sono anche: una segnalazione tardiva, la discontinuità nella storia scolastica e nelle relazioni educative; poi ci sono le variabili personali, come le modalità di elaborazione dei conflitti e l’organizzazione di personalità, così come il ruolo che il DSA gioca nel processo di identificazione, o le variabili ambientali (famiglia e società). Si strutturano così alcune caratteristiche psicologiche dei bambini con DSA: -

sentirsi cronicamente inadeguati;

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immaturità sociale;

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difficoltà ad interpretare gli stimoli sociali;

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insensibilità al linguaggio corporeo degli altri e difficoltà a mantenere la distanza

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personale necessaria nelle interazioni sociali;

problemi di funzionamento del linguaggio orale (balbuzie, risposte ritardate, disnomia);

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difficoltà a ricordare l’ordine degli eventi;

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difficoltà spazio-temporali;

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difficoltà di pianificazione;

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performance fluttuanti;

Così come si strutturano relazioni con adulti con i seguenti comportamenti: -

Voler fare tutto come gli altri;

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Non saper chiedere aiuto;

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Chiedere sempre conferme esterne;

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Essere pigro, sfaticato;

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Opporsi a tutte le richieste;

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Non voler fare da solo;

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Autovalutazione sempre estrema;

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Essere provocatorio, disinteressato.

I principali problemi sociali ed emotivi di un ragazzo con Disturbo Specifico di Apprendimento sono: -

Frustrazione: determinata dall’incapacità di tali alunni a soddisfare le aspettative

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Ansia: spesso la costante frustrazione e confusione a scuola rende questi bambini ansiosi. L’ansia è esacerbata dalla disomogeneità che caratterizza il quadro della dislessia;

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Immagine di sé negativa : durante i primi anni di scuola ogni bambino deve risolvere i conflitti tra un’immagine di sé positiva e i sentimenti di inferiorità, provocati dalle difficoltà nell’apprendimento;

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Rabbia: la frustrazione può provocare rabbia. Il bersaglio della rabbia può essere costituito dalla scuola, dagli insegnanti, ma anche dai genitori e dalla madre in particolare;

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Depressione: i bambini dislessici sono ad alto rischio di provare intensi sentimenti di dolore e sofferenza. Forse a causa della loro bassa autostima, i dislessici temono di sfogare la loro rabbia verso l’esterno e quindi la rivolgono verso se stessi.

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I bambini con questo tipo di difficoltà sono ad alto rischio di provare intensi sentimenti di dolore e sofferenza. E’ improbabile che il bambino depresso sia letargico o dichiari la propria tristezza; al contrario, può diventare più attivo e comportarsi male per mascherare i sentimenti di dolore. I bambini depressi tendono ad avere pensieri negativi su se stessi, sul mondo che li circonda e faticano ad immaginare un futuro positivo. Inoltre, sviluppano la percezione di uno scarso potere di controllo sul proprio ambiente e sul proprio destino. -

La paura: nasce dal temere le continue difficoltà che si trovano ad affrontare. I bambini con DSA si trovano in un ambiente scolastico che è loro ostile per struttura: fatto di scritte, di numeri e di lettura: luogo di sfide ed insidie;

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La vergogna: nasce nel non riuscire a fare come fanno gli altri, nel sentirsi diversi e pertanto inferiori, nel temere il giudizio di compagni, insegnanti e genitori, nell’osservare la propria prestazione di livello basso rispetto ai canoni richiesti di tempo, correttezza e forma;

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L’apatia: poiché non si ottengono i livelli degli altri, non ci si sente compresi, ogni sforzo sembra inutile, a che giova impegnarsi? Meglio lasciar perdere ed anzi, scivolare in una specie di auto anestesia.

La dislessia quindi si ripercuote sulla famiglia in diversi modi: -

possono pensare che, se il figlio ci mettesse più impegno, ce la potrebbe fare;

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i genitori possono negare l’esistenza del problema;

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nel caso siano stati a loro volta dislessici, possono rivivere, attraverso l’esperienza del figlio, i loro stessi insuccessi scolastici e frustrazioni;

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possono collaborare o essere ostili alla scuola;

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Andiamo ora a vedere singolarmente i vari disturbi specifici dell’apprendimento. 1.1.1 Disturbo specifico della lettura (Dislessia) La Dislessia è quel disturbo specifico che riguarda in particolar modo la lettura e consiste in una minore correttezza e rapidità della lettura ad alta voce rispetto a quanto atteso per età; “E’opinione comune che i bambini con dislessia abbiano difficoltà con i suoni (fonemi), vale a dire le unità sonore minime che compongono le parole. Possono avere difficoltà a distinguere suoni e combinazioni di suoni simili, nonché a identificare dove si colloca un determinat...


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