Docsity sei personaggi in cerca d autore 1 PDF

Title Docsity sei personaggi in cerca d autore 1
Course Storia del teatro e dello spettacolo
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

sei personaggi in cerca di autore e riassunto di ogni capitolo ...


Description

RIASSUNTO 1 Su un palcoscenico una compagnia di attori prova la commedia 'Il giuoco delle parti'. Irrompono sei individui, un Padre, una Madre, il Figlio, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina, personaggi rifiutati dallo scrittore che li ha concepiti. Essi chiedono al Capocomico di dare loro vita artistica e di mettere in scena il loro dramma. Dopo molte resistenze la compagnia acconsente alla richiesta e i personaggi raccontano agli attori la loro storia perché possano rappresentarla. Il Padre si è separato dalla Madre, dopo aver avuto da lei un Figlio. La Madre, sollecitata dal Padre, si ricostruisce una famiglia con il segretario che lavorava in casa loro e ha da lui tre figli: la Figliastra, la Bambina e il Giovinetto. Morto il segretario la famiglia cade in miseria, tanto che la Figliastra è costretta a prostituirsi nell'atelier di Madama Pace, dove la Madre lavora come sarta. Qui si reca abitualmente il Padre. Padre e Figliastra non si riconoscono e l'incontro viene evitato appena in tempo dall'intervento della Madre. Tormentato dalla vergogna e dai rimorsi, il Padre accoglie in casa la Madre e i tre figli. Ciò provoca il risentimento del Figlio e la convivenza diventa insostenibile. Tra gli attori e i Personaggi si apre ben presto un contrasto insanabile. Gli attori, nonostante gli sforzi, non riescono a rappresentare il dramma reale dei Personaggi, i loro sentimenti fondamentali, il vero essere di ciascuno: il dolore della Madre, il rimorso del Padre, la vendetta della Figliastra, lo sdegno del Figlio. Sulla scena tutto appare falso. Questa incomunicabilità, che rende la vita autentica irrappresentabile, culmina nella scena finale in cui la storia finisce in tragedia, senza avere la possibilità di comprendere se essa sia reale o no: la Bambina annega nella vasca del giardino e il Giovinetto si spara. Note critiche Il dramma teatrale è del 1921. È l'opera che rese celebre quasi all'improvviso Luigi Pirandello, trascinandolo anche in una iniziale polemica critica. Fu rappresentata per la prima volta il 9 maggio 1921 al Teatro Valle di Roma, ad opera della Compagnia di Dario Niccodemi, con Luigi Almirante nel ruolo del Padre e Vera Vergani in quello della Figliastra. È considerata la prima opera della trilogia del teatro nel teatro, comprendente 'Questa sera si recita a soggetto' e 'Ciascuno a suo modo'. Accentrata sul problema dell'autonomia del personaggio (problema che fu considerato letterario e inconsistente da alcuni critici tra i quali Croce), quest'opera presenta sei personaggi appena abbozzati che pretendono dal loro autore una vita vera, una vita in svolgimento al di fuori della fissità raggelata e falsa dell'arte. La tragedia dei Sei personaggi è la tragedia dell'incomprensione e dell'orrore. Di quella impossibilità di esprimersi, di comunicare e di toccare un fondo concreto e vivo delle cose del mondo, che resterà anche nei drammi seguenti una delle caratteristiche dell'arte di Pirandello.

RIASSUNTO2 Sei personaggi in cerca d'autore è il dramma più famoso di Luigi Pirandello. Esso fu rappresentato per la prima volta il 9 maggio 1921 al Teatro Valle di Roma, ma in quell'occasione ebbe un esito tempestoso, perché molti spettatori contestarono la rappresentazione al grido di "Manicomio! Manicomio!". Fu importante, per il successivo successo di questo dramma, la terza edizione, del 1925. In essa, l'autore aggiunse una prefazione nella quale chiariva la genesi, gli intenti e le tematiche fondamentali del dramma. È considerata la prima opera della trilogia del teatro nel teatro, comprendente Questa sera si recita a soggetto e Ciascuno a suo modo. Trama La scena si apre con un palcoscenico apparentemente in corso di allestimento per consentire le prove del secondo atto di un'opera teatrale di Luigi Pirandello (Il giuoco delle parti). Mentre gli attori ed i membri della compagnia si organizzano per la realizzazione della prova, l'usciere del teatro annuncia al capocomico l'arrivo di sei personaggi, i quali lo seguiranno con aria smarrita e perplessa, guardandosi intorno. Il direttore-capocomico, inizialmente indispettito dall'interruzione delle prove, si lascia convincere dai personaggi i quali intendono raccontare il loro dramma, pensato dall'autore che li creò, ma mai vissuto fino in fondo. Preso dalla vicenda, il capocomico si decide a rappresentare il dramma dei personaggi sulla scena, utilizzando gli attori della compagnia con risultati poco convincenti. Saranno poi gli stessi personaggi a rappresentare, di persona, il loro dramma. Lo svolgimento dell'intera vicenda si evince soprattutto grazie alle battute del padre e della figliastra. Il Padre, uomo distinto sulla cinquantina, racconta di essersi ritrovato ad abbandonare la Moglie ed un Figlio, per il bene di lei e per consentirle di crearsi una nuova vita con un altro uomo, il segretario che viveva in casa loro. Ciò nonostante, il Padre non perde mai di vista il nuovo nucleo familiare che crescerà con la nascita di altri tre figli: la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina. L'equilibrio della nuova famiglia crolla con la morte del segretario. La Madre e la Figliastra si trovano quindi a lavorare presso un atelier gestito da Madama Pace la quale, insoddisfatta del lavoro della Madre, punta gli occhi sulla Figliastra e, approfittando della sua bellezza e della sua giovane età, le propone di intrattenersi con degli uomini se non vuole che la Madre rimanga senza lavoro a crescer sola quattro figli. La ragazza accetta, ma il destino vuole che un giorno ella si ritrovi di fronte, in veste di cliente, proprio il padre. Madama Pace è l'unico tra i personaggi a non essere presente in scena fin dall'inizio. È evocata più volte, e fa la sua apparizione quando ricreano la scena del retrobottega

dell'atelier. Ella entra dall'uscio in fondo ma fa solo pochi passi verso il centro del palcoscenico. Si tratta di una donna grassa ed appariscente, con dei capelli di lana color carota adornati da una rosa fiammante. Veste un abito di seta rossa ed ha un ventaglio di piume in una mano, mentre nell'altra tiene una sigaretta accesa. Gli attori della compagnia, spaventati dalla presenza improvvisa della megera, fuggiranno dal palcoscenico, lasciando in scena la stessa e la figliastra. Inizia in tal modo la scena in cui, con una ridicola parlata mezzo italiana e mezzo spagnola, la madama annuncia alla Figliastra l'arrivo di un cliente (il Padre). Il capocomico, convinto dell'effetto della scena, la fa subito provare agli attori ma, a causa dell'eccessiva artificiosità della rappresentazione, la Figliastra scoppia in fragorose risate, convincendo il capocomico a permettere che i personaggi stessi rappresentino se stessi sulla scena, perché gli attori non sono in grado di vivere appieno le emozioni provate dai personaggi veri. La rappresentazione continua fino all'arrivo della Madre in scena la quale cerca di separare il Padre e la Figliastra per impedire che il dramma si consumi. La rappresentazione si interrompe bruscamente con l'abbassamento improvviso del sipario. La rappresentazione riprende ed è ambientata, stavolta, in un giardino dove la Madre scopre la Bambina affogata nella vasca e, presa da orrore, scorge dietro un albero la figura del Giovinetto che, con occhi da pazzo e una rivoltella nascosta nella tasca, ha assistito alla scena. All'improvviso parte un colpo di rivoltella e il grido di disperazione della Madre. Allo sconcerto degli attori, che non sanno se il ragazzo sia morto o no, il Padre grida la verità di quegli avvenimenti. La conclusione Il capocomico, indispettito dagli ultimi avvenimenti e per la giornata di prove perduta, ordina all'elettricista di spegnere tutto e licenzia tutti. Ma dietro il fondo, in cui si trovavano i personaggi andati a soccorrere il Giovinetto e la Bambina, si accende come per errore una luce verde che proietta quattro grandi ombre - quelle del Padre, della Madre, del Figlio e della Figliastra - sul capocomico, il quale scappa terrorizzato. Spento il riflettore escono dal fondo, nell'ordine, il Padre, la Madre e il Figlio, che si fermano in mezzo alla scena. Ultima ad uscire è la Figliastra che, ripetendo la sua perdizione, corre verso le scalette e con una stridula risata rivolta agli altri scompare dalla scena. Temi nell'opera    

Tentativo di svelare il meccanismo e magia della creazione artistica e il passaggio dalla persona al personaggio, dall'avere forma all'essere forma. Eliminazione dello spazio artistico, disintegrazione dello spazio teatrale. Creazione di scene traumatiche (volontà di vivere una vita autentica da parte dei Sei personaggi, in cui però si ripete l'angoscia delle colpe). Scomposizione delle strutture drammatiche (teatro nel teatro)



Comunicazione fondata sulla trasmissione di messaggi inautentici, non rispondenti al nostro essere, perché impossibili da racchiudere nella convenzione del parlato, il che porta a rapporti compromessi sul nascere e quindi ad una solitudine senza rimedio RIASSUNTO-COMMENTO3  Analisi



Nell’opera di Pirandello, i personaggi appaiono in modo “reale”, “vivi”, ma l’autore non li vuole fissare in una forma definitiva donando loro la massima libertà d’espressione e di movimento scenico. Il tema affrontato dall’autore è quello della comunicabilità, cioè del rapporto tra il capocomico e la sua compagnia teatrale che segue impotente le vicende dei sei personaggi, non riuscendo ad immedesimarsi nelle loro vicende e rappresentandole con artificiosità, tanto che ad un certo punto la scena è



rubata solo dai sei personaggi. “Sei personaggi in cerca d’autore” è probabilmente uno dei testi teatrali più importanti di tutti i tempi, poiché nel dramma si evince la contraddizione e la discordanza tra l’attore ed il personaggio e l’impossibilità a fare dei due una sola unità. Questa opera pirandelliana, è la prima della trilogia del “Teatro nel teatro”, comprensiva inoltre di “Ciascuno a suo modo” e “Questa sera si recita a soggetto”.

COMMENTO 4 Analisi del testo: I sei personaggi sono misteriose creature che un bel giorno bussano alla porta di un teatro nel quale una compagnia di attori, diretta da un Capocomico (che noi oggi chiameremmo regista), sta provando una commedia. I sei chiedono loto attenzione e la disponibilità a rappresentare sul palcoscenico la propria vicenda familiare. Rispetto alle novelle (La tragedia di un personaggio), in cui già Pirandello aveva raffigurato il motivo dei personaggi che si presentano all'autore per chiedergli udienza, questi sei personaggi non sembrano evanescenti fantasmi della mente, ma assumono una consistenza corporea. O almeno pare: l'ambiguità è una componente ineliminabile del dramma. Una didascalia, ossia un'indicazione dell'autore, prevede che i sei si presentino con speciali maschere: le maschere dell'antico teatro greco, che fissavano il sentimento fondamentale dei vari personaggi. Tale sentimento, prosegue la didascalia, è il rimorso per il Padre, la vendetta per la Figliastra, lo sdegno per il Figlio, il dolore per la Madre con fisse lagrime di cera nel livido delle occhiaje e lungo le gote. Dunque non sono individui, ma tipi (non il signor tali, ma il Padre) senza volto né nome, fissati per sempre nella loro sofferenza ancestrale. Rappresentare a teatro la loro vicenda non potrà recare loro la purificazione (catarsi) che costituiva l'esito dell'antica tragedia greca.

Può però alleviare il dolore, sfogandolo e mostrandolo al pubblico. Questo appare ormai lo scopo dell'arte: se essa non può più fornire un messaggio per migliorare il mondo, può però dare una testimonianza in cui tutti possiamo contemplare il nostro dolore. Il teatro nel teatro Il lavoro è costruito secondo la struttura sperimentale del teatro nel teatro: narra cioè la storia di un allestimento teatrale, esponendo in primo piano tutti i punti deboli di un palcoscenico per così dire nudo. Il teatro nel teatro era già stato sperimentato da Molière nell'Improvvisazione di Versailles (1663) e poi da Goldoni nella commedia Il teatro comico (1750). Anche alcuni autori e registi d'inizio Novecento, come i russi Vsevolod Mejerchol'd (1874-1942) e Nicolaj Evreinov(1879-1953) o l'italiano Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), il fondatore del Futurismo, avevano riproposto nei loro lavori il teatro che si fa facendolo. Rispetto a questi precedenti, il teatro nel teatro in Pirandello acquista significati più profondi e complessi. Nella Prefazione al dramma, datata 1925 (forse scritta non da Pirandello ma dal figlio Stefano), si sostiene che i sei sono stati abbandonati dall'autore subito dopo che costui li aveva creati; ora reclamano, con insistenza, la scrittura, ovvero nel linguaggio pirandelliano una forma. Forse, se una compagnia di bravi attori li incarnerà davanti a un pubblico, rappresentandone la vicenda, la loro sofferenza potrà in parte placarsi. A un certo punto, i sei invitano il Capocomico a fissare sulla carta le battute, i movimenti; sia il nuovo autore, al posto di colui che si rifiutò di formalizzarli. Il Capocomico all'inizio rifiuta: il suo mestiere è quello di regista, non di autore. Poi, lusingato, cede alle pressioni di quegli sconosciuti. Fissa degli appunti sulla carta, ma il risultato sarà assaideludente. Le battute da lui scritte e poi recitate dagli attori non riescono a rappresentare con dignità e realismo la vita vera dei sei personaggi. E' un tema caro a Pirandello: la Vita non tollera di essere irrigidita e falsificata da un qualche forma (in questo caso, la scrittura). A maggior ragione non lo sopporta la vita di quei sei personaggi. La vicenda di cui sono portatori nasce (come spesso avviene in Pirandello) dai guasti della vita di famiglia: un groviglio di gelosie e pulsioni (miserie morali, prostituzione, una situazione che sfiora l'incesto) tale da non poter essere né scritto né teatralizzato. Il Capocomico e gli attori non potranno che farsi spettatori muti e quasi atterriti della vita rappresentata (caoticamente, quasi spudoratamente) davanti a loro dai personaggi. Il lavoro si conclude con due morti in scena: la Bambina affoga nella vasca senza un grido né un lamento; subito dopo echeggia un sinistro colpo di pistola. Il suicidio del Giovinetto, finzione? realtà?, e accompagnato dal riso sardonico della Figliastra che si fa beffe di tutto. Rimane inascoltata la disperata invocazione del Capocomico: Luce! Luce! Luce!. Quei sei personaggi volevano rifare in scena la propria vita, ma la vita dei limiti e che il dolore dell'esistenza è senza rimedio: siamo vicini ai temi della filosofia esistenzialista degli anni Trenta. Un'autentica rivoluzione teatrale I Sei personaggi comunicano una profonda sfiducia verso la letteratura e il teatro tradizionali:  la letteratura tradizionale, fatta di trame avvincenti e parole eleganti, è un inganno da rigettare, dice Pirandello: ai lettori essa non ha da dire più nulla di vero e di buono;

 analogamente, va rifiutato il teatro tradizionale, fatto di battute, applausi, effetti spettacolari; oggi non abbiamo bisogno di applausi, ma di verità, di vita autentica: ma quest'ultima si rispetta, non si spettacolarizza. Ciò non significa che sia finito il tempo dell'arte: è però finito, dice Pirandello, il tempo di un'arte solitaria nel suo sogno di bellezza. Oggi l'arte deve misurarsi con la tragedia del vivere (ognuno è solo con il suo mistero e la sua sofferenza) e testimoniarla con verità. per giungere a tale scopo, bisogna essere disposti a sacrificare certezze millenarie, che riguardano la natura stessa dell'arte (per esempio, l'idea che un testo deve avere valore e/o deve presentarsi in forma scritta). Gli elementi più sperimentali dei Sei personaggi sono:  l'assenza dell'autore e, quindi, la mancanza di un testo scritto (anche se, in realtà, un autore e un copione esistono, cioè Pirandello e i Sei personaggi; è una delle maggiori ambiguità del lavoro);  l'esaurirsi della recitazione tradizionale: gli attori, pur se bravi, non riescono a impersonare la storia dei personaggi; può farlo solo che l'ha vissuta, pur se digiuno di mestiere teatrale;  la sala nuda: la vicenda si ambienta in un teatro privo di scenografie, costumi ecc. e privo di pubblico (in realtà molti spettatori, nel corso degli anni, hanno assistito alle messinscene di Sei personaggi in cerca d'autore: è un'altra delle ambiguità pirandelliane);  il fatto che la messinscena esce dal palcoscenico per allargarsi alla platea (dove il Capocomico a un certo punto va a sedere, per spiare l'effetto complessivo), alle scalette laterali, al fondo della sala (verso cui, nell'epilogo, si dirige correndo e ridendo la Figliastra).  In tal modo i Sei personaggi in cerca d'autore, così come poi gli altri due drammi, Ciascuno a suo modo (1924) e Questa sera si recita a soggetto (1930), raccolti da Pirandello nella trilogia del teatro nel teatro, si pongono come punto d'avvio della sperimentazione teatrale condotta nel Novecento dai gruppi d'avanguardia e da egisti come Stanislavskij, Artaud, Grotowski....


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