Sei personaggi in cerca d\'autore - L. Pirandello PDF

Title Sei personaggi in cerca d\'autore - L. Pirandello
Author Sofia Zannetti
Course Storia della Pedagogia
Institution Università degli Studi di Perugia
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Summary

Elaborato sull'opera, esame prof. Furio Pesci per Storia della Pedagogia - Sapienza Roma...


Description

Sei personaggi in cerca d’autore – Luigi Pirandello Sei personaggi in cerca d’autore rappresenta un punto di svolta nella produzione di Luigi Pirandello 1 il quale, con la pubblicazione dell’opera, si converte definitivamente al teatro. La gestazione di Sei personaggi dura almeno quattro o cinque anni, già nel 1917 l’autore lavora a un romanzo ispirato al tema dei personaggi senza autore 2 i quali prendono vita nell’opera teatrale rappresentata per la prima volta a Roma nel 1921 3. Con Sei personaggi in cerca d’autore Pirandello inizia la trilogia di opere, scritte a distanza di anni ma accomunate dall’autore sotto l’etichetta di “Teatro nel teatro”: oltre a Sei personaggi, Ciascuno a suo modo (1923) e Questa sera si recita a soggetto (1930). L’opera arriva alla sua redazione definitiva nel 1925, con la quarta ristampa nella quale Pirandello decide di privare definitivamente i personaggi della loro consistenza naturalistica per diventare più astratti e emblematici, prescrivendo, per esempio, che portino la maschera. Inoltre l’edizione del 1925 presenta una conclusione fortemente modificata. Mentre nella prima versione si gioca sulla confusione fra finzione e realtà, la versione definitiva, influenzata dal crescente Surrealismo, mette in risalto le figure dei personaggi e la loro inascoltata richiesta di senso nonché infine il buio che cala sulla scena a indicare il vuoto di luce e significato in cui sono costretti a rimanere gli spettatori. Le figure che compaiono sulla scena sono divise in due gruppi: da un lato i “sei personaggi della commedia da fare”, dall’altro “gli attori della compagnia” 4. La contrapposizione tra personaggi e attori introduce da subito il tema del “doppio”, per la specularità dei due gruppi e per la corrispondenza numerica. Inoltre il lettore non si trova davanti un dramma o una commedia già compiuti ma “una commedia da fare” la quale non presenta “né atti né scene” ma solo interruzioni casuali dovute a quanto sta accadendo sul palcoscenico e allo sbaglio del macchinista che ad un certo punto, per un equivoco, farà calare il sipario. La vicenda si apre mentre una compagnia teatrale sta iniziando la prova della commedia di Pirandello Il giuoco delle parti. In questo momento irrompono nella scena i sei Personaggi i quali, rimasti senza autore giacché quello che li ha immaginati si rifiuta di dar loro forma e significato, chiedono al Capocomico di essere lui a rappresentare il loro dramma. Fra i sei spiccano il Padre e la Figliastra, legati da un rapporto di rabbioso antagonismo. Il Padre, nel raccontare il dramma, cerca di spiegare e giustificare il proprio comportamento. Accortosi della simpatia che univa la moglie al suo segretario decise di organizzare la vita dei suoi familiari spingendo la donna a costruirsi una nuova vita con quell’uomo. La Madre acconsentì anche perché intanto era stata privata del Figlio, inviato dal Padre in campagna per vivere una vita più salubre. Dalla nuova unione nacquero la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina e alla morte del coniuge la Madre, rimasta in povertà, fu costretta a lavorare come sarta da Madama Pace. Quest’ultima in realtà nascondeva nel retrobottega una casa di appuntamenti. La Figliastra, spinta dalla miseria della famiglia, inizio a prostituirsi finché fra i suoi clienti non comparve il Padre. Solo il grido della Madre impedì l’atto che stava ormai per consumarsi. Preda del rimorso l’uomo volle tornare a provvedere alla famiglia che chiama presso di sé. Ma il Figlio, l’unico 1

Luigi Pirandello fu un drammaturgo e narratore (Girgenti, od. Agrigento, 1867 – Roma, 1936). Rivoluzionò il teatro del Novecento, divenendo uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Pur prendendo le mosse dal verismo di scuola siciliana, nella sua opera si delineano una visione angosciosamente relativistica della vita e del mondo, che precorre temi definitivamente moderni. Fu il teatro, però, a diffondere ovunque la sua fama. AA.VV, “Pirandello, Luigi”, Enciclopedia Treccani, treccani.it, (ultima consultazione 30/11/2020). 2 Il romanzo doveva ruotare intorno alla tematica dell’incesto fra padre e figlia che poi comparirà nell’opera teatrale. Molto probabilmente vi erano ragioni di natura autobiografica dato che la follia della moglie di Pirandello (ricoverata in una clinica in quel periodo) si manifestava come ossessione di gelosia nei confronti del marito e della figlia Lietta. Il romanzo non venne mai composto. R. Luperini, P. Cataldi, L. Marchiani, F. Marchese, La scrittura e l’interpretazione vol. 3 – tomo 2, 2001, G. B. Palumbo editore, pp. 193 segg. 3 Nella prima rappresentazione il pubblico respinse il dramma gridando “manicomio!”. Pochi mesi dopo l’opera trionfò a Milano e successivamente nei teatri di tutto il mondo. A. Frateili, articolo su L’idea nazionale, 11 maggio 1921. 4 “I personaggi della commedia da fare” sono il Padre, la Madre, la Figliastra, il Figlio, il Giovinetto e la Bambina, a cui si aggiunge evocata Madama Pace. “Gli attori della compagnia” sono il Capocomico, la prima attrice, il primo attore, la seconda donna, l’attrice giovane e l’attore giovane, a cui si aggiungono il direttore di scena, il suggeritore, il macchinista, apparatori e servi di scena.

legittimo, si oppone ai fratellastri, che avverte come intrusi, chiudendosi in un silenzio rancoroso. La situazione di angoscia e tensione in cui vive la famiglia si ripercuote sui due più piccoli: la Bambina e il Giovinetto muoiono. Questa vicenda appartiene all’antefatto. Il Padre, continuamente interrotto e corretto dalla Figliastra, è la maschera del rimorso, mentre lei quella della vendetta. Il Figlio porta la maschera dello sdegno e ha un ruolo marginale anche se nel finale è lui a fornire il racconto della tragedia consumatasi. 5 Oltre ai due protagonisti ha un ruolo di primo piano anche la Madre, maschera del dolore, la quale non ha coscienza né capacità di elaborazione di quanto accaduto: è puro e primordiale istinto di maternità. Mentre il Padre tende a cercare giustificazioni logiche al proprio comportamento talvolta ostentando la volontà di ispirare la sua vita a sani principi morali, la Madre è solo natura. Di contro la Figliastra denuncia l’ipocrisia del Padre che secondo lei in realtà nasconde, sotto una pretesa di dignità piccolo-borghese, la spinta inconfessabile delle pulsioni del sesso. Durante tutto il dramma i due personaggi si respingono e si attraggono irresistibilmente. 6 Il Giovinetto e la Bambina sono solo presenze mute. L’ultimo personaggio, Madama Pace, appare improvvisamente sul palco, quasi evocata. È una volgare maitresse che si esprime in un linguaggio ibrido tra l’italiano e lo spagnolo ma verso la quale la Figliastra mostra una sorta di sudditanza, identificandola a tratti come una figura materna sostitutiva. 7 L’opera però non vuole incentrarsi sul dramma dei sei personaggi quanto più sull’impossibilità di trasferirlo in opera compiuta, in vero dramma o tragedia. Pirandello, nella prefazione del 1925 avverte che al posto del “dramma” che non riesce a rappresentarsi avremo solo la “commedia” del “vano tentativo” messo in atto a questo scopo dai Personaggi e dal Capocomico. L’autore inserisce poi l’elemento metateatrale quando il Padre afferma che la consistenza dei Personaggi è più reale di quella delle persone in carne ed ossa dato che, anche se vivi nella mente dell’autore, essi sono indipendenti da lui, legati a una personalità che non muta e a una fissità ignota agli uomini, l’identità dei quali varia invece nel tempo. A questa zona metateatrale partecipa anche la Figliastra la quale racconta che essi sono andati più volte a trovare e “tentare” 8 l’autore per farsi dare una vita letteraria e teatrale. Nel finale la parola passa al Figlio il quale sottolinea la sua totale estraneità e sdegno a quanto accaduto e la propria insofferenza e ostilità nei confronti dell’intenzione degli altri personaggi di portare in scena il dramma. Dal suo racconto lo spettatore apprende che la Madre, il giorno della tragedia, era entrata in camera sua per parlargli ma egli si era rifiutato e se ne era andato attraverso il giardino. Passando davanti alla vasca vi aveva visto dentro la Bambina affogata e vicino il Giovinetto che guardava con “occhi da pazzo”. A questo punto al piano del passato si mescola il piano del presente, risuona sulla scena il colpo di pistola e il Giovinetto viene portato via esanime. Mentre una parte degli attori grida “Finzione!” e l’altra “Realtà!” il Capocomico fa accendere le luci poi, una volta sgomberato il palcoscenico, le fa spegnere definitivamente. Il buio cala sulla scena e nell’ombra spiccano enormi e terrorizzanti le sagome dei Personaggi. Mentre il Capocomico le guarda atterrito la Figliastra si precipita in platea e poi fuori dalla sala facendo risuonare per tre volte la sua “stridula risata”. 9 L’opera non è propriamente suddivisa in atti ma presenta una scansione in tre parti divise tra loro da due interruzioni, la prima marca il passaggio dall’antefatto al primo atto della “commedia da fare”;

Infatti è il Figlio che, nel finale dell’opera, racconterà l’atrocità della morte della Bambina, affogata in una vasca del giardino della casa e del Giovinetto, suicidatosi subito dopo con un colpo di pistola. 6 Se il Padre è un intellettuale animato dalla pretesa di organizzare la vita secondo schemi formali, la Figliastra esibisce la propria risentita visceralità e corporalità (ad esempio nella scena in cui danza). 7 Anche qui, nel motivo delle due madri, ritorna il tema del “doppio”. 8 Dietro il verbo “tentare” si intravedono sia la sfida sessuale che caratterizza il personaggio della ragazza sia una qualche sovrapposizione o identificazione tra il Padre e l’autore, quindi tra il protagonista e Pirandello stesso. 9 Con la fuga della Figliastra dal palcoscenico Pirandello vuole alludere a quella vita che rifiuta di essere intrappolata in una forma. Indica una sfasatura insanabile tra lo “slancio vitale” da una parte e il suo equivalente artistico, la forma letteraria o la traduzione scenica. L’arte non può che contraffare e falsificare la vita, inchiodandola in una forma fissa. La risata della Figliastra irride la pretesa della traduzione scenica. 5

la seconda segna quello dal primo al secondo atto. 10 Secondo il modulo strutturale del “teatro nel teatro” un’opera ne contiene un'altra, dopo l’antefatto, durante la prima interruzione, il sipario resta aperto e l’opera riprende nel retrobottega di Madama Pace. Il secondo atto si conclude dopo il grido della Madre per un errore del macchinista che lascia cadere il sipario. La terza ed ultima parte è ambientata nel giardino della casa del Padre e si conclude quando risuona il colpo di pistola con il quale il Giovinetto si suicida. È utile separare l’opera pirandelliana nel suo complesso dalla “commedia da fare” che essa contiene. Le due opere sono distinte perché l’una ingloba l’altra e mentre nella prima i protagonisti sono i Personaggi e gli attori sono per lo più spettatori, nella seconda sono protagonisti il Capocomico e gli Attori che, aiutati o contrastati dai Personaggi cercano di metterne in scena la vicenda. Nella prima prevale la narrazione, nella seconda l’azione. 11 Tuttavia le due opere risultano anche naturalmente intrecciate. Personaggi e Attori si scambiano spesso le parti, il Padre e il Capocomico discutono sul modo migliore di rappresentare la vicenda in un continuo accavallarsi di teatro e metateatro. La struttura dell’opera riflette una complessa relatività. In assenza di un autore che sappia cogliervi un “significato universale” le diverse interpretazioni fornite dai personaggi entrano in conflitto tra loro. Attraverso la struttura e il ricorso al “teatro nel teatro” Pirandello esprime una nuova visione del mondo, disarmonica, contraddittoria, umoristica. Nella “commedia da fare” i temi principali sono quelli dell’incesto, della famiglia, del sesso come “bestia” da esorcizzare, del rimorso del Padre, della vendetta della Figlia, dell’istintività della Madre. Nell’opera, che ingloba la commedia, però questi temi vengono ridimensionati e degradati dal tema della vita come recita e dell’inautenticità dei rapporti umani, della contraddizione tra vita e forma e del doppio e infine dell’impossibilità di trovare un “significato universale”. 12

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Queste tre parti corrispondono approssimativamente ai tre atti di un dramma tradizionale. Nell’opera i Personaggi narrano la vicenda del loro dramma, nella “commedia da fare” gli Attori la mettono in azione scenica. 12 Questi temi accompagnano e caratterizzano l’intera produzione pirandelliana. 11...


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