Sei personaggi in cerca d\'autore, opera di Pirandello PDF

Title Sei personaggi in cerca d\'autore, opera di Pirandello
Course Letteratura Italiana quinto anno
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Riassunto + spiegazione della professoressa di quest'opera minore di Pirandello...


Description

I SEI PERSONAGGI: UNA “COMMEDIA DA FAR E”. Il dramma si svolge in un teatro in cui una compagnia teatrale sta provando una commedia di Pirandello, “Il giuoco delle parti”. Gli spettatori inizialmente, data la lite tra il capocomico e il primo attore che interrompe le prove, hanno l’impressione di non assistere a uno spettacolo, ma di cogliere realmente, come per un disguido, la compagnia mentre sta provando una commedia. Improvvisamente si presenta una strana famiglia: il Padre, la Madre, la Figliastra, il Figlio, il Giovinetto e la Bambina. Essi non sono persone ma personaggi che sono stati concepiti dalla mente di un autore che però non ha mai finito di scrivere la sua opera e quindi la storia dei personaggi. Per questo motivo i sei personaggi si rivolgono al capocomico (=regista) della compagnia che sta provando per chiedere che venga rappresentata la loro storia o meglio il loro dramma. (Vediamo qual è il dramma di questi personaggi e rifletti sull’impossibilità di scrivere un dramma e di rappresentarlo). La Madre, molti anni prima, ha abbandonato il marito e si è unita ad un altro uomo, da cui ha avuto tre figli. Alla morte dell’amante, ridotta in miseria, la Madre induce la Figliastra a lavorare nella sartoria di Madame Pace, che in realtà è un bordello. Qui la ragazza riceve il Padre senza riconoscerlo come cliente, sfiorando l’incesto che viene scongiurato grazie all’intervento della Madre. Roso dai rimorsi, il Padre raccoglie a casa sua tutta la famiglia, ma tra continui litigi si consuma la tragedia: la Bambina cade in una vasca del giardino e annega, mentre il giovinetto, che ha assistito alla morte della sorella, si suicida. Questa è la vicenda (la storia/il dramma) che i sei personaggi vorrebbero vedere rappresentata. Quando gli attori tentano di interpretare tale storia, i personaggi non si riconoscono nella messa in scena, perché a loro pare falsa e diversa dal proprio vissuto (sono diverse le voci, i gesti). Rifletti sull’impossibilità di comunicare). I sei personaggi allora si sostituiscono agli attori e rivivono essi stessi sulla scena la propria tragedia, fino al finale aperto, in cui realtà e fantasia (finzione) sembrano fondersi. Dopo la morte di Giovinetto, il capocomico spaventato ordina che si accendono le luci e si interrompa la finzione, mentre il Padre ribadisce: “Ma che finzione! Realtà, realtà, signori! Realtà!” (Rifletti sul rapporto realtà – finzione). INTERPRETAZIONE Il dramma che viene portato sulla scena non è la vicenda dolorosa/tragica di cui sono protagonisti i “6 personaggi”, il tipico dramma romantico (strappa lacrime) bensì l’impossibilità di scrivere un dramma del genere e di rappresentarlo. Secondo Pirandello, il personaggio è più vero delle persone reali: una volta concepito dalla fantasia dell’artista, diviene autonomo e indipendente ed è destinato ad avere in eterno una sua coerenza ed una sua unità che lo fissa per sempre in un carattere stabile (=unico). Pirandello nel dramma “I sei personaggi in cerca d’autore” non si accontenta più di deformare il dramma borghese, così come aveva fatto nella fase del grottesco, ma

ora si rifiuta di scrivere quel tipo di dramma e anche di rappresentarlo . Tutto questo accade perché Pirandello è convinto che la rappresentazione scenica, al di là della bravura (maggiore o minore) degli attori, tramuta e deforma l’idea che l’autore ha dei personaggi e del loro dramma. I sei personaggi, infatti, non si riconoscono nella recitazione degli attori, perché ognuno vive la sua realtà in modo soggettivo (= La realtà è la proiezione soggettiva di ognuno di noi cioè l’idea che noi abbiamo, ricorda la lanterninosofia e lo “strappo del cielo di carta”). Pertanto la rappresentazione teatrale del dramma dei personaggi non si può fare per 2 motivi: 1. perché l’autore si rifiuta di scrivere il dramma 2. gli attori non sono in grado di dare forma all’idea concepita dall’autore. Da ciò nasce l’affermazione di Pirandello della assoluta impossibilità del teatro di comunicare e rappresentare una visione oggettiva della realtà, che, pertanto, lo porta a fare una riflessione sul teatro , cioè I sei personaggi in cerca d’autore è un’opera teatrale che riflette sul teatro stesso . Per questo si parla di “metateatro”, cioè il teatro che mette in scena il suo stesso farsi. Il metateatro è diverso dal teatro nel teatro, cioè quel meccanismo con cui si cita all’interno di uno spettacolo teatrale un altro testo teatrale. Pirandello nel suo teatro fa emergere la sua visone della realtà attraverso i 3 motivi centrali della sua riflessione: 1. L’impossibilità di comunicare, che nasce dal fatto che ciascuno di noi ha in sé una sua visione che gli altri hanno di noi. Proprio per questo il teatro tradisce sempre la volontà dell’autore; e anche i personaggi per lo stesso motivo non sarebbero in grado di rendere il dramma che gli viene chiesto di interpretare; 2. Il rapporto tra verità/finzione e l’inconsistenza dell’identità, dell’io. Pirandello dissolve il confine tra verità e finzione, ritenendo che tutto ciò che crediamo realtà è una rappresentazione fittizia (le persone reali sono costruzioni fittizie perché indossano delle maschere e interpretano una “parte, pertanto non possono essere definite “vere” rispetto ai personaggi della finzione letteraria); 3. Il conflitto vita-forma ,ovvero il conflitto tra la vita che è in continuo mutamento e la forma che è fissa e immutabile. Il teatro di Pirandello non è più visto come il luogo in cui lo spettatore ha l’illusione di assistere alla realtà , ma come l’occasione per mettere a nudo i contrasti della realtà. Da questo presupposto derivano una serie di importanti innovazioni sceniche e formali che all’inizio suscitarono nel pubblico un totale disorientamento. Viene meno ogni finzione scenica e ogni tentativo di messinscena “tradizionale, manca la divisione in atti e in scene, manca il sipario (ricordati che quando inizia la rappresentazione il sipario è alzato ed il palcoscenico senza scena, gli spettatori hanno inizialmente l’impressione non di assistere ad uno spettacolo, ma che per un disguido stanno assistendo veramente alle prove), non esistono costumi e gli attori si muovono liberamente anche fuori dal palcoscenico, mescolandosi al pubblico. Cade la cosiddetta “quarta parete” ossia quella invisibile barriera che separa la platea (spazio della finzione) e vengono svelati i meccanismi teatrali, cioè ciò che accade “dietro le quinte”( le prove, i dissapori tra attori… )nasce una sorta di smascheramento della finzione scenica , mostrata

per quello che in realtà è secondo Pirandello un inutile tentativo di ridurre a “forma stereotipata la mutevolezza “della vita”....


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