DOMANDE 2021, domande PDF

Title DOMANDE 2021, domande
Course Diritto privato
Institution Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro
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Summary

ELENCO DI DOMANDE DI DIRITTO PRIVATO- ARGOMENTO: CAPACITA' DI AGIRE1) Cos'è la capacità di agire e come si acquista? E' l'idoneità del soggetto a compiere atti negoziali validi ed efficaci destinati a produrre effetti nella propria sfera giuridica. Si acquisisce al compimento del 18° anno di età. (a...


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ELENCO DI DOMANDE DI DIRITTO PRIVATO - ARGOMENTO: CAPACITA' DI AGIRE

1) Cos'è la capacità di agire e come si acquista? E' l'idoneità del soggetto a compiere atti negoziali validi ed efficaci destinati a produrre effetti nella propria sfera giuridica. Si acquisisce al compimento del 18° anno di età. (art. 2 c.c.) Può però accadere che nonostante il soggetto abbia raggiunto la maggiore età non abbia capacità di agire. Si può distinguere l'incapacità legale di agire in: - assoluta: nei casi di minore età e interdizione (che può essere giudiziale o legale). (Interdetto giudiziale: ovvero persone con infermità mentale grave) Il soggetto totalmente incapace è giudicato dall'ordinamento inidoneo alla cura dei propri interessi, cosicché egli non può compiere validamente alcun atto giuridico; (annullabili gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione)

- relativa: nei casi di emancipazione del minore e inabilitazione. (Inabilitato: ovvero una situazione di infermità non grave, chi abusa frequentemente di sostanze alcoliche o sordi e ciechi con educazione insufficiente). Al soggetto parzialmente incapace è riconosciuta una limitata attitudine al valido compimento di atti giuridici, in particolare gli è concesso compiere atti di ordinaria amministrazione, mentre per compiere atti di straordinaria amministrazione necessita di un curatore. (annullabili gli atti di straordinaria amministrazione). Per ciascuna incapacità di agire è preordinato un istituto di protezione del soggetto incapace, in modo che questi possa svolgere la sua vita giuridica in maniera anche indiretta, per mezzo di persone capaci preposte alla tutela dei suoi interessi (pensiamo al genitore per il minore, al tutore per l'interdetto e al curatore per l'inabilitato).

2) Cosa si intende per incapacità naturale? L'incapacità naturale è una situazione temporanea di incapacità di intendere e di volere per effetto di assunzione di sostanze stupefacenti o alcoliche. L'atto dell'incapace naturale è annullabile. Può accadere che un soggetto pur legalmente capace si trovi in una situazione di incapacità di intendere e di volere. Le cause possono essere: -permanenti (ad esempio la sindrome di Down). -transitorie (ad esempio se il soggetto ha abusato di alcol o droga). Purché si abbia incapacità di intendere e di volere occorre che il soggetto dimostri che al momento degli atti da lui compiuti non era cosciente dei propri atti. 3) Quando gli atti compiuti da un incapace naturale sono annullabili? Gli atti unilaterali e i contratti sono annullabili nel momento in cui si dimostra che, al momento del compimento del negozio, il soggetto non era cosciente dei propri atti e l’annullamento può essere richiesto dall’incapace una volta riacquistata la sua capacità naturale, entro 5 anni dal loro compimento. Nel caso della conclusione di un contratto è necessario provare la malafede della controparte.

4) In quali altri casi il contratto è annullabile? Il contratto è annullabile anche nel caso in cui sia stato concluso da un incapace legale. In particolare, nel caso di: - Minorenne e interdetto sono annullabili gli atti di ordinaria e straordinaria amministrazione. - Inabilitato o minore emancipato sono annullabili solo gli atti di straordinaria amministrazione.

ESERCIZI: 1) Il contratto concluso da un ubriaco è valido? Vedi domanda 3. 2) Un contratto concluso da un incapace naturale è valido? Vedi domanda 3. 3) A, rappresentante legale dell'associazione riconosciuta Zeta, stipula in tale veste giuridica un contratto di somministrazione di acqua potabile per l'immobile della stessa associazione Zeta. Risponde con il proprio patrimonio degli obblighi derivanti dal contratto? Dato che l'associazione Zeta è riconosciuta ha autonomia patrimoniale perfetta. Per questo motivo, solo l'associazione risponde delle obbligazioni contratte con i fornitori, quindi A non risponde con il proprio patrimonio dei debiti dell'associazione. Se però A agisce non con la normale diligenza oppure con conflitto di interessi, allora egli sarà ritenuto personalmente responsabile e, qualora il patrimonio dell'associazione non deve essere sufficiente a soddisfare il debito del creditore, A ne risponderà con il proprio patrimonio.

- ARGOMENTO: CONTRATTO 5) Cos’è il contratto? Il contratto è definito dall’art. 1321 c.c. come “l’accordo di due o più parti volto a produrre effetti giuridici, per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale” Il contratto è lo strumento principale tramite il quale i privati possono scambiare beni e servizi quindi è fondamentale per il sistema economico. Il contratto può riguardare diritti reali (trasferimento proprietà) o rapporti obbligatori (contratto di lavoro). Il contratto è un negozio ossia una manifestazione di volontà, quindi essendo un accordo non può nascere dalla volontà del singolo soggetto.

6) Quali sono gli elementi essenziali di un contratto? Gli elementi essenziali di un contratto definiti dall’art. 1325 c.c. sono: - L'accordo tra le parti - L'oggetto - La causa - La forma: in regola generale i contraenti possono utilizzare qualsiasi forma per concludere un contratto. Però per concludere contratti che hanno come oggetto un bene immobile è richiesto l'atto pubblico, redatto dal notaio in forma scritta.

7) Cosa si intende con oggetto del contratto? Per oggetto del contratto si intendono le prestazioni e, quindi, qualunque cosa le parti siano tenute a fare, a non fare o a dare. Secondo una prima concezione per oggetto del contratto debbono intendersi le prestazioni dedotte in contratto come dovute dalle parti. Una seconda concezione identifica l’oggetto con il bene dovuto, che costituisca l’oggetto di una prestazione di dare o comunque sul quale ricadano gli effetti del contratto. Secondo il nostro codice civile (art. 1346), l’oggetto deve essere: a) possibile b) lecito L'oggetto è illecito quando è contrario al buon costume all'ordine pubblico o a una norma imperativa c) determinato o determinabile.

9) In quali casi il contratto è nullo? Secondo l’art. 1418 del c.c., il contratto è nullo quando è contrario a norme imperative, quando difetta di uno dei requisiti indicati dall’art. 1325 del c.c. (accordo delle parti, causa, oggetto, forma), quando la causa o i motivi sono illeciti, laddove determinanti per la conclusione del contratto, quando l’oggetto del contratto è impossibile, illecito, indeterminato o indeterminabile, negli altri casi stabiliti dalla legge. Un atto si dice nullo quando è valutato non idoneo a produrre i suoi effetti tipici. Le cause di nullità posso essere raggruppate in 3 categorie: a) Nullità testuale (la qualificazione in termini di nullità è espressamente prevista dalla legge) b) Nullità strutturale (mancanza o vizio di uno degli elementi essenziali del negozio) c) Nullità virtuale (quando la nullità dell’atto non sia espressamente prevista da una norma) Il vizio che determina la nullità può investire l’intero negozio (nullità totale) o soltanto una o più clausole del contratto (nullità parziale) in quest’ultimo caso viene giudicato comunque totalmente nullo se i contraenti non lo avrebbero potuto concludere senza quella mancanza. (art. 1419 c.c.)

10) In quali casi il contratto è annullabile? (sotto azione di annullabilità) Le cause generali di annullabilità del contratto sono: a) l’incapacità, legale o naturale del soggetto b) i vizi della volontà: errore, violenza, dolo. L’annullabilità presenta i seguenti caratteri: - a) la sentenza di annullamento elimina gli effetti prodotti dal contratto - b) la rimozione degli effetti del negozio spetta all’iniziativa della persona che la legge protegge - c) l’annullabilità non può essere rilevata d’ufficio dal giudice. Se l’atto non è impugnato è produttivo dei suoi effetti. - d) l’azione di annullamento è soggetta a prescrizione: il termine di regola è di 5 anni. - e) l’eccezione all’azione di annullamento può essere sollevata in ogni momento dalla parte convenuta in giudizio. Se così non fosse, colui che abbia contratto con un incapace potrebbe attendere la prescrizione dell’annullamento senza mai far valere l’atto viziato e pretenderne l’adempimento dopo i 5 anni prescrizionali (ad es. se Tizio, minorenne, vende a Caio una casa, ma nessuna delle due parti adempie; quando sono passati più di 5 anni dal compimento del 18° compleanno di Tizio, Caio invoca il vecchio contratto, mai annullato, pretendendo l’adempimento). - f) l’annullabilità è sanabile attraverso la convalida del negozio. 8) Differenza tra nullità e annullabilità Se un contratto è nullo esso non è sanabile e tutti gli atti relativi al contratto compiuti dopo la conclusione sono da ritenersi nulli. Il contratto sotto azione di annullabilità è invece sanabile entro 5 anni dalla conclusione del contratto. A differenza della nullità, l'annullamento del contratto può essere domandato solo dalla parte interessata (cioè lesa). Se il contratto non viene sanato, esso non produrrà più effetti per il futuro ma non saranno ritenuti nulli gli atti compiuti dopo la conclusione del contratto fino alla sentenza di annullabilità (la nullità agisce retroattivamente, l'annullabilità no).

11) Quali possono essere i vizi sull'oggetto di un contratto? L'oggetto di un contratto secondo l’art 1346 del c.c. deve essere possibile (materialmente suscettibile di esecuzione al momento della conclusione del contratto), lecito (non deve essere contro norme di legge, ordine pubblico e buon costume), determinato o determinabile. I vizi sull'oggetto possono quindi essere: - Mancanza dell'oggetto (se l'oggetto non è presente) - Impossibilità di conseguire l'oggetto al momento della conclusione del contratto - Illiceità dell'oggetto - Oggetto non determinato e non determinabile: non è valido il contratto con cui le parti rinviano la determinazione dell'oggetto a un successivo accordo tra le parti stesse.

12) Quali sono i vizi di volontà? Errore: consiste in una falsa conoscenza della realtà. Il contratto viziato da errore di una delle parti è annullabile a condizione che l’errore sia: essenziale, ovvero condiziona l’obiettivo del contratto, riconoscibile dall’altro contraente, il legislatore tutela l’errante solo quando ciò non contrasta la necessità di proteggere la buona fede. L’azione di annullamento non può essere proposta se l’altra parte offra di estinguere il contratto in modo conforme a quanto l’altro contraente riteneva di aver pattuito. Violenza: può essere psichica che consiste nella minaccia di un male ingiusto, rivolta ad una persona allo scopo di indurla a porre in essere un altro tipo di negozio giuridico, oppure fisica ovvero quando manca la volontà di concludere un contratto e l’atto fisico in cui consiste la manifestazione della volontà è il risultato del comportamento di un terzo. Ricorre la violenza quando la minaccia sia diretta allo scopo di indurre la vittima a perfezionare il negozio che le si chiede di concludere. La violenza produce l’annullabilità del negozio anche se è esercitata da un terzo e perfino se l’altro contraente non sia a conoscenza della violenza. Dolo: si tratta di raggiri ai danni dell’autore del contratto. Per l’annullabilità dell’atto devono concorrere: il raggiro, ossia un’azione idonea a trarre in inganno la vittima, l’ errore del raggirato, per essere annullabile è necessario che il dolo sia stato determinante e perciò l’inganno abbia avuto successo, la provenienza dell’inganno dalla controparte, se i raggiri provengono da persona terza, che nulla hanno a che fare con l’altro contraente, l’atto non è impugnabile, a meno che il contraente non fosse a conoscenza e ne abbia tratto vantaggi.

13) Quando il contratto si può sanare e come? Art. 1444 c.c. Il negozio annullabile può essere sanato con la convalida, la quale è un negozio con il quale la parte legittimata a proporre l’azione di annullamento si preclude la possibilità di far valere il vizio. La convalida deve essere emessa da chi è in condizioni di concludere validamente un contratto, la cui volontà dunque non deve essere affetta dallo stesso vizio che ha causato l’annullabilità del negozio (ad es. se il negozio era stato posto in essere da un minorenne, occorre che quest’ultimo sia diventato maggiorenne). La convalida può essere: -Espressa: contiene a menzione del negozio annullabile, il motivo di annullabilità e la dichiarazione che si intende convalidare il negozio. -Tacita: quando la parte che potrebbe dedurre l’annullabilità del contratto, dia volontariamente esecuzione al negozio annullabile.

14) Quando è prevista la risoluzione del contratto? In quali tipi di contratto? La risoluzione del contratto è un modo di estinguere il contratto. E’ applicabile solo nei contratti a prestazioni corrispettive, anche a quelli che prevedono l'esecuzione differita rispetto alla data di conclusione del contratto. La risoluzione del contratto è prevista nei casi di: inadempimento di una parte, impossibilità sopravvenuta di una delle prestazioni, eccessiva onerosità sopravvenuta delle prestazioni. 15) Cos'è il contratto di compravendita? Il contratto di compravendita è un contratto a prestazioni corrispettive che hanno ad oggetto lo scambio di un diritto di proprietà (o altro diritto minore) di una cosa verso il corrispettivo di un prezzo. Il prezzo è elemento essenziale della vendita e consiste in un corrispettivo in denaro. La vendita ha effetti reali. Il venditore deve procurare la proprietà del bene e consegnarlo all'acquirente e ha obblighi di garanzia per vizi ed evizione.

16) Cosa comporta il vizio di un bene che non permette al soggetto di utilizzarlo? Il vizio di un bene che rende impossibile l'utilizzo all'acquirente comporta, a scelta dell'acquirente, la restituzione del prezzo pagato (risoluzione del contratto) oppure la riduzione del prezzo in proporzione al difetto. 16) Chi è il consumatore? Per consumatore si intende la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale svolta. Una società non può godere delle tutele riservate al consumatore. Un soggetto può essere professionista quando esercita la sua attività imprenditoriale e consumatore quando compra beni per s’è o per la sua famiglia. 17) Come viene tutelato il consumatore nel nostro ordinamento? Il consumatore viene tutelato con il "Codice del Consumo", una serie di norme a protezione del consumatore. Il professionista è obbligato a informare il consumatore del diritto di recesso, sono vietate le pubblicità ingannevoli a danno del consumatore e le clausole vessatorie tra professionista e consumatore sono nulle. 18) Validità delle clausole vessatorie tra professionista e consumatore. Le clausole vessatorie tra professionista e consumatore sono nulle a meno che il professionista non dimostri che le clausole non sono state imposte unilateralmente ma è stato oggetto di una trattativa. Le clausole inserite nella "black list" sono sempre e comunque nulle. Un esempio di clausola inserita in "black list" è la clausola penale manifestamente eccessiva. Presunte vessatorie: fino a prova contraria sono inserite nella “grey list”.

20) Come viene disciplinato il contratto di donazione? La donazione è un contratto a titolo gratuito, con cui un donante arricchisce il donatario per spirito di liberalità. La forma della donazione per beni immobili deve essere compiuta, a pena di nullità, per atto pubblico e con almeno 2 testimoni. E’ nulla la donazione di beni futuri o di beni altrui. Il donante deve avere la piena capacità di agire. Pertanto non possono compiere donazioni, nemmeno per mezzo di genitori/tutori/curatori, i minorenni, gli interdetti, gli inabilitati e gli emancipati. La donazione può essere effettuata anche in favore di nascituri e deve essere

accettata dal donatario.

21) Come viene disciplinata e a cosa serve la responsabilità per fatto illecito? La responsabilità è disciplinata all'articolo 2043 del c.c. Il fatto illecito è qualunque comportamento doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto. Tenuto cioè con intenzione di nuocere o con disattenzione, imprudenza, e obbliga il suo autore al risarcimento del danno causato. L’autore dell’atto illecito, cioè della lesione di un diritto soggettivo altrui, è responsabile (responsabilità extracontrattuale) del danno patrimoniale provocato, e, in determinati casi, anche del danno non patrimoniale, quando, ad esempio, il comportamento dannoso sia anche un reato). Obbliga al risarcimento la lesione di un diritto soggettivo sia reale che di credito. La responsabilità per fatto illecito serve anche ad indurre i consociati al rispetto degli obblighi di legge, come strumento di prevenzione. Se venisse istituito un fondo pubblico di garanzia, colui che ha commesso un atto che ha cagionato un danno ingiusto non avrebbe l'obbligo di risarcire direttamente il danno.

22) Cos’è la responsabilità extracontrattuale? Art. 2043 c.c.: “Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”. Il fatto illecito è cioè un comportamento che provoca un danno ingiusto: - Doloso se è stato fatto con l’intenzione di nuocere l’altro. - Colposo se è stato fatto con imprudenza, imperizia e negligenza. Per responsabilità extracontrattuale si intende la responsabilità che grava sul danneggiante, nel momento in cui un soggetto subisce un danno a causa della condotta tenuta da un altro consociato (ad esempio chi vede la propria auto danneggiata dalla caduta del cornicione dell’immobile lungo il quale l’aveva parcheggiata). Il problema è quello di stabilire se il danneggiato possa ottenere dal danneggiante il risarcimento del danno sofferto, per far sì che accada ciò devono concorrere i seguenti presupposti: a) il fatto: ciò che cagiona il danno (comportamento dell’uomo) b) il fatto deve essere illecito c) l’imputabilità del fatto al danneggiante d) il dolo o la colpa del danneggiante: per dolo si intende l’intenzionalità della condotta; per colpa si intende il difetto della diligenza e) il nesso causale tra il fatto e l’evento dannoso: si verifica se proprio la condotta del danneggiante sia la causa di quell’evento f) il danno: qualsiasi alterazione negativa della situazione del soggetto rispetto a quella che si sarebbe avuta senza l verificarsi del fatto illecito.

23) Cos'è la responsabilità oggettiva? La responsabilità oggettiva è imputata in modo automatico a prescindere dal dolo o dalla colpa per

il semplice fatto di trovarsi in un determinato status (per esempio i proprietari di autoveicoli).

24) Fai un esempio una norma che tutela il soggetto non consapevole contro comportamenti che provocano l'annullamento del contratto. Il "soggetto non consapevole" è il consumatore. Il professionista è obbligato a informare il consumatore di tutte le clausole presenti nel contratto e del diritto di recesso. Se il consumatore non viene informato del diritto di recesso, il tempo per recedere dal contratto passa da 10 a 90 giorni. E' inoltre vietata la pubblicità ingannevole, cioè volta a falsare il comportamento del consumatore medio, ingannandolo. Il dolo (raggiro intenzionale o omissione di informazioni che avrebbero indotto la controparte a rinunciare alla stipulazione dell'atto), se impugnato entro 5 anni,

produce l'annullabilità del contratto. 25) Cos’è la rappresentanza? La rappresentanza è l’istituto per cui ad un soggetto ( rappresentante) è attribuito il potere di sostituirsi ad un altro soggetto ( rappresentato) nel compimento di attività giuridiche per conto di quest’ultimo e con effetti diretti alla sua sfera giuridica. Perché si abbia la rappresentanza diretta non basta che una persona agisca per conto di un’altra, essa deve anche agire in nome di colui che intende rappresentare (deve cioè dichiarare che non compie l’atto per sé, ma in nome dell’interessato). Se una persona agisce nell’interesse altrui, ma non dichiara di agire in nome altri, si ha la rappresentanza indiretta. Mentre nel caso della rappresentanza diretta gli effetti del negozio si producono nella sfera del rappresentato, nella rappresentanza indiretta colui che emette la dichiarazione acquista i diritti e diventa so...


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