Domande analisi di politiche pubbliche PDF

Title Domande analisi di politiche pubbliche
Author STEFANIA GIORDANO
Course Servizio Sociale
Institution Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro
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Domande analisi di politiche pubbliche 15/11/18 ore 9:30 1h. 6 domande 1. Cosa sono le politiche pubbliche 2. Quali sono le fasi del processo di policy  elenco tutte le fasi e poi ne scelgo due da spiegare 3. Ingresso del problema nell’agenda di policy 4 modelli cobb, ross, ross + se si vuole descrivere i tipi di agenda istituzionale, politica…ecc 4. Tipologia delle politiche pubbliche di “LOWY” regolative, distintive…ecc anche qui scriverle tutte ma spiegarne 1/2 5. Cosa sono gli strumenti di policy elenco + spiegazione 6. La valutazione di politica pubblica 7. La dilatazione dello stato in senso verticale e orizzontale stato o pubblica amministrazione 8. Quali sono i modelli decisionali i 4 tipi: razionale-comprensivo, incrementale sinottico...ecc elenco + descrizione 9. Quali sono gli attori di policy  secondo quali prospettive PREVALENZA E RELAZIONE o DENTE 10.Quali sono le risorse di policy i 4 tipi…elenco + descrizione 11.Cosa intendiamo con i termini policy e politics 12.Processi decisionali inclusivi ed esclusivi 13. Agenda pubblica ed istituzionale tutto quello che sappiamo dire a riguardo più parte Giannelli 14.Approccio bottom-up e top-down nella fase di attuazione 15.Cosa si intende per valutazione d’impatto e quali sono i problemi che solitamente si incontrano problemi legati al fatto che viviamo in una società complessa…ecc

RISPOSTE: 1. Sono state date varie definizioni per quanto riguarda la politica pubblica ad esempio Thomas Dye le ha definite come “qualsiasi cosa un governo decida di fare o non fare” in cui l’attore decisivo del policy marketing è il governo. Invece Bruno Dente la considera come “l’insieme di decisioni e attività che sono collegate alla soluzione di un problema collettivo” e in questo caso è fondamentale la presenza di un problema collettivo. E non vi sono limitazioni per quanto riguarda la coerenza delle azioni, la natura dei problemi e la presenza di istituzioni pubbliche.

2. Le fasi del processo di policy sono:  DEFINIZIONE DELL’AGENDA è il modo in cui una questione diventa oggetto d’intervento. Fase molto critica e complessa perché intervengono molti fattori e soprattutto perché si ripercuoterà sul processo di policy.  FORMULAZIONE DELLA POLITICA in questa fase potrebbe esserci l’intervento da parte di figure non istituzionali molto diverse tra di loro e inoltre potrebbero giocare un tutti coloro che hanno degli interessi inerenti alla questione affrontata.  PROCESSO DECISIOALE  ATTIVAZIONE DELLA POLITICA  VALUTAZIONE DELLA POITICA

3. COBB, ROSS E ROSS nel 1976 hanno formulato una tipologia della formazione del processo dell’agenda a seconda degli attori che promuovono l’entrata delle questioni in agenda. Hanno elaborato 4 modelli: 1. IL MODELLO DELL’INIZIATIVA ESTERNA in cui gruppi sociali sollevano questioni problematiche cercando di far convergere il consenso di altri gruppi sulle proprie questioni. Il ruolo chiave spetta agli attori e alla loro capacità di mobilitare altri attori. 2. IL MODELLO DELLA MOBILITAZIONE  i decision makers cercano di espandere un problema facendolo passare dall’agenda istituzionale a quella pubblica. Affronta le questioni senza che i cittadini vengano coinvolti ma nel momento dell’implementazione il consenso è fondamentale. 3. IL MODELLO DELL’INIZIATIVA INTERNA gli attori fluenti danno avvio ad una politica allargando la questione di altri gruppi. Non è detto che la questione venga dibattuta pubblicamente.

4. MODELLO DEL CONSOLIDAMENTO in cui il governo avvia il processo di soluzione ad un problema pubblico quando il consenso è già esteso.

4. esistono diversi modi per studiare una politica pubblica ad esempio bisognerebbe esaminare la natura del regime politico, ricercare le variabili causali nei processi di policy e infine analizzare il contenuto della politica secondo la tipologia proposta da Lowy secondo il quale è possibile classificare le P.P. sulla base del loro impatto effettivo, distinguendo interventi di tipo distributivo, redistributivo, regolativo e costitutivo. Quindi lui elabora 4 tipi di politiche:  Politiche distributive  Politiche redistributive  Politiche regolative in cui l’azione pubblica è rivolta a dettare norme autoritative che vincolano il comportamento dei soggetti destinatari, ovvero si tratta di provvedimenti che obbligano a fare o non fare qualcosa ed hanno per oggetto l’applicazione di ‘incentivi negativi’ o ‘positivi’. Le politiche regolative, come quelle distributive, sono caratterizzate da un impatto individualizzato infatti mirano a determinare il comportamento di singoli individui.  Politiche costitutive che hanno lo scopo di predisporre gli attrezzi istituzionali, organizzativi e procedurali necessari al trattamento dei problemi aventi rilevanza collettiva. Queste politiche sono meno frequenti delle altre, hanno un ambito esteso di applicazione, una bassa probabilità di utilizzo immediato del potere coercitivo e sono di norma svolte da attori pubblici e definisco le regole generali di funzionamento di un sistema.

5. Gli strumenti di policy sono i meccanismi effettivi di cui i governi dispongono per realizzare le politiche. Sono di tre tipi:  STRUMENTI COERCITIVI -regolazione –erogazione diretta  STRUMENTI MISTI -tasse e tariffe –sussidi – informazioni ed esortazioni  STRUMENTI VOLONTARI  -mercati –famiglie e comunità – Org. Volontarie

6. La valutazione delle politiche pubbliche è un'attività di ricerca e di pratica professionale (funzione conoscitiva) finalizzata ad apprendere dall'esperienza formulando raccomandazioni per il cambiamento (funzione strumentale) e ad

esprimere dei giudizi empiricamente fondati (funzione normativa) sui disegni, i processi, i risultati, gli effetti delle politiche pubbliche. 7. LA DILATAZIONE IN SENSO VERTICALE E ORIZZONTALE Con la dilatazione orizzontale    

nel ‘900 i compiti dello stato sono cresciuti N° ministeri incrementato e le loro funzioni aumentate Il diritto amministrativo si è evoluto Nuovi ceti professionali sono entrati a far parte delle pubbliche amministrazioni  per lo svolgimento delle funzioni di coordinamento, supervisione e pianificazione si sono formati appararti al fianco di quelli già preesistenti Invece la dilatazione in senso verticale ha queste caratteristiche:    

la mondializzazione ha influenzato il piano istituzionale formati nuovi centri di governo sul piano mondiale il potere politico si è dilatato sia verso il basso che verso l’alto gli stati nazionali non hanno più il monopolio assoluto della polita e dell’amministrazione

Il processo di dilatazione verticale, a differenza di quello orizzontale, non appare in procinto di arrestarsi. 8. I modelli decisionali sono:  Il modello RAZIONALE-COMPRENSIVO Si riferisce a tutte le situazioni in cui un decisore individuale si trova a compiere una selezione tra alternative per realizzare determinati obbiettivi precedentemente fissati.  COGNITIVO nel modello cognitivo il decisore è unitari, le condizioni cognitive sono segnate dall’incertezza, l’attività di ricerca della soluzione avviene attraverso una ricerca sequenziale, le modalità della scelta si hanno tramite un confronto rispetto ai livelli di aspettativa.  INCREMENTALE  CESTINO DEI RIFIUTI

9. per capire quali sono gli attori che fanno una determinata politica si possono adottare due differenti prospettive:  PREVALENZA che presuppone l’esistenza di un attore dominante  RELAZIONE che hanno un carattere aperto, non strutturato, basato appunto sulle relazioni e sulle reciproche influenza tra i diversi attori

 BRUNO DENTE che propone di analizzare gli attori cercando di individuare le caratteristiche che possano determinare logiche d’azione.

10. Le risorse di policy sono:  Giuridiche cioè le competenze amministrative e diritti che derivano dalla legge o da altri atti giuridici  Economiche o finanziarie ovvero gli strumenti economici  Conoscitive date dal sapere e dal saper fare  Politiche relazioni tra gli attori 11. Con politics ci riferiamo al complesso dei fenomeni riguardanti la conquisa l’esercizio del potere invece le policy sono le azioni o non azioni di un governo

e

12. Per gestire i processi decisionali sempre più complessi si possono adottare 2 differenti strategie:  L’ESCLUSIONE qui l’accesso all’arena decisionale sarà limitato agli attori che sono in possesso delle risorse chiave. Vantaggi: si possono limitare i costi di transazione e tenere sotto controllo i tempi di progettazione. Svantaggi: le decisioni sono rigide e ciò potrebbe favorire l’insorgere di proteste tra i cittadini  INCLUSIONE qui gli attori vengono messi difronte ad un problema e non ad una soluzione. Ciascuno elabora una propria idea per arrivare a diverse alternative 13. (Agenda = processo attraverso il quale le richieste dei vari gruppi che compongono la popolazione vengono tradotte in questioni che cercano di attirare l’attenzione dei pubblici funzionari.) L’agenda viene divisa in due modi:  Agenda pubblica cioè il dibattito che si svolge in luoghi pubblici nei quali non si deliberano decisioni vincolanti per gli attori. Con questo tipo si agenda vi sono alcuni tipi di problema che non diventeranno mai oggetto dell’agenda politica.  Agenda Istituzionale ovvero l’insieme delle occasioni nelle quali 1 o più aspetti della politica sono dibattuti da un organo decisionale pubblico o privato.

Una differenza tra i due tipi di agenda riguarda la dimensione temporale dell’emergere del problema

14. le ricerche in ambito dell’attuazione delle politiche pubbliche hanno assunto, a partire dai contributi di Pressman e Wildavsky e Bardach, due orientamenti:  APPROCCIO TOP-DOWN In questo caso si adotta il punto di vista del policy maker. Si osservano i processi di attuazione partendo dall’alto e poi si osserva ciò che viene fatto dagli attuatori fino alla produzione dei risultati finali. La performance dipende da risorse, obbiettivi, caratteristiche dalle agenzie amministrative, disposizione degli attuatori, condizioni economiche, politiche e sociali.  APPROCCIO BOTTOM TOP  qui viene adottato il punto di vista degli attuatori. In più si osservano e analizzano i processi di attuazione partendo dal basso e poi si risale all’indietro osservando i meccanismi e processi che li hanno generati.

15.Valutare l’impatto di una politica significa rilevare se esiste un legame di causa effetto tra la realizzazione dell’intervento e le modifiche osservate nel fenomeno sul quale l’intervento stesso agisce. La V.d’I. deve essere realizzata con tecniche d’analisi che permettano di evitare di attribuire all’intervento in esame ogni cambiamento intervenuto nella variabile outcome d’interesse. Nella valutazione d’impatto l’efficacia di un intervento è intesa come contributo netto al raggiungimento di un certo risultato La valutazione d’impatto è uno strumento in grado di fornire un risultato molto solido ma strettamente legato alla variabile prescelta....


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