domande e risposte esame di geografia. Professore Matteo Proto PDF

Title domande e risposte esame di geografia. Professore Matteo Proto
Course Antropologia, religioni, civilta' orientali
Institution Università di Bologna
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domande e risposte esame di geografia. Professore Matteo Proto...


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PAESAGGIO Il Concetto di paesaggio nasce alla fine del 1700 e nasce per una ragione decisamente politica, chi inventa il paesaggio così come noi oggi ancora lo riconosciamo e lo pratichiamo è Alexander von Humboldt. Il quale ha il problema di portare l'elemento civile, la borghesia del tempo non più a accontentarsi di un atteggiamento estetico cioè contemplativo nei confronti del mondo, della realtà, ma ad una pratica del governo della realtà stessa. Il paesaggio nasce così, è un modello che nasce nelle pitture, in campo estetico e diventa, attraverso l'attività di Humboldt e i numerosi libri che scrive, descrivendo i viaggi, diventa concetto con cui entrare a conoscere in profondità la natura e, attraverso di essa, la realtà del momento. Grazie a Van Humboldt il concetto di paesaggio cambia e da concetto estetico diventa concetto scientifico, passa dal sapere pittorico e alla descrizione geognostica del mondo, si carica di un significato del tutto inedito (e letteralmente rivoluzionario) dal punto di vista della storia e della storia della conoscenza. Dopo la Prima guerra mondiale, il paesaggio diventa bruscamente un semplice insieme di oggetti, la fotografia ne è il mezzo. Ciò che prima era il risultato di un processo conoscitivo, soggettivo e consapevolmente determinato dal punto di vista sociale, ora si riduce a un’immagine istantaneamente e obiettivamente prodotta. Da qui nascono le teorie della morte del paesaggio; ma proprio per la sua calcolata ambiguità il paesaggio resta l’unica immagine del mondo in grado di restituirci qualcosa della strutturale opacità del reale. Per questo non può esservi crisi o morte del paesaggio, perché esso è stato già pensato per descrivere la crisi del mondo. Il paesaggio è sia ciò che osserviamo sia la sua rappresentazione (una fotografia, un dipinto). Humboldt = il paesaggio viene osservato sulla base del proprio essere. Ciò che osserviamo è mediato da quello che noi sappiamo già del mondo. Un paesaggio naturale è un paesaggio che non ha subito nessun intervento da parte dell’uomo, un campo coltivato ad esempio non è naturale. Il primo che sviluppa questa analisi è un geografo tedesco: Carl Sauer. Sviluppa un’analisi morfologica del paesaggio applicata non solo alla morfologia terrestre della natura ma anche agli oggetti culturali che si riscontrano in una determinata zona. Questo sistema classificatorio sarà ripreso anche da Renato Biasutti (italiano), fa analisi comparativa dei quadri paesaggistici. Distingue tra un paesaggio sensibile, cioè quello che vediamo quando guardiamo fuori dalla finestra o fotografia, ma questo è limitato perché non ci fa capire i suoi elementi costitutivi, e paesaggio geografico che è sintesi astratta dei diversi paesaggi visibili osservabili sulla terra. 1947 in un’opera (il paesaggio terrestre) consiste in un elenco vasto di varie tipologie di paesaggio, paesaggio della steppa, mediterraneo, alpino, nivale… L’Italia può essere suddivisa in 4 paesaggi terrestri: regione alpina, regione della pianura padana, regione dell’appennino (aree interne) e regione costiero

GENTRIFICAZIONE Fasi storiche della gentrificazione: in una prima fase all’inizio degli anni 70 si concentra negli stati uniti e concerne azioni individuali; si espande poi maggiormente negli anni 80 investendo grandi metropoli globali (USA ma anche Londra). Nella prima fase c’è combinazione fra iniziativa pubblica e istituzionale, la finanza pubblica investe nella costruzione di quartieri, e attività individuale. Nella seconda ondata il processo si innesta in quartieri centrale con un passato di parziale abbandono, coinvolge città medie e non globali, ma si assiste già a proteste di classi operaie che si oppongono allo sfratto. C’è poi una fase di transizione in cui la gentrification rallenta all’inizio degli anni 90, la recessione riduce il flusso di capitali verso i mercati immobiliari. La terza ondata invece gode di un rimbalzo legato all’espansione economica ripresa durante gli anni 90, anche quartieri lontani dal centro sperimentano la gentrification che diventa sempre più connessa a capitali in grande scala, le grandi imprese costruttrici ricostruiscono interi quartieri spesso con l’aiuto dello stato. Nella quarta fase si ha un’integrazione tra dinamiche locali di gentrification e mercati nazionale e globali, si ha un numero sempre maggiore di politiche pubbliche che incoraggiano il processo (dal 2002).

gentrificazione, cioè la progressiva sostituzione degli abitanti originari con persone che provengono da classi più alte, con un miglioramento della qualità abitativa, delle infrastrutture, che si riflette sul valore immobiliare, sul costo degli affitti, e la progressiva sostituzione di quelli che sono i servizi alla persona all'interno di questi quartieri. La gentrificazione emerge come discorso degli ultimi trent'anni, se ne sono occupati sociologi, antropologi, geografi. E' un po' un'idea che si basa sullo schema tipico che è quello di prendere quartieri operai (i primi in cui è stato osservato riguardava quartieri di prima industrializzazione delle città americane), ma in molti casi riguarda anche porzioni dei centri storici per esempio di molte città italiane, e solitamente appunto i processi di gentrificazione iniziano dove una componente sociale, di solito giovane, studenti, giovani di belle speranze, e quant'altro, vanno a vivere in un quartiere perché sono attratti in primo luogo dai prezzi bassi, e in secondo luogo da quelle che sono le caratteristiche di questo quartiere in termini di atmosfera, di estetica, e quant'altro. E l'afflusso di questi abitanti innesca questo processo di trasformazione: il loro afflusso comporta anche l'inizio di nuove attività, bar, ristoranti, negozi, e quant'altro, e soprattutto cambia quella che è la connotazione del quartiere, anche in termini di attrattività. Il quartiere che prima era poco attraente diventa attrattivo e a questo punto richiama progressivamente persone di classi sociali sempre più elevate che hanno disponibilità via via crescente e soprattutto attrae investitori immobiliari. La gentrificazione e la rigenerazione urbana sono processi a partire dagli anni 70 che prevedono cambiamenti negli stili e progetti, ma c’è anche un cambiamento nell’assetto economico e geopolitico, passaggio da un sistema fordista a uno post fordista e di accumulazione flessibile, l’economia dei paesi capitalistici avanzati si sposta dalla produzione di beni di consumo durevoli in base seriale a un’economia dei servizi (in generale servizi alla cultura) e la vita diventa in qualche modo mercificata. Le nuove classi sociali si definiscono in base alle loro esperienze di consumo e a frequentare determinati spazi. Fra le conseguenze di rigenerazione delle città, una città ideata come spazio ideale per l’accumulazione, c’è la gentrificazione. Gentrificazione: processo di formazione socioeconomico della città, viene realizzato e analizzato già da parecchi decenni, si intende un processo di trasformazione dei quartieri urbani in cui le classi a basso reddito sono sostituite da un afflusso di residenti di livello sociale più elevato. L’importanza di questo processo non risiede solo sulla dimensione sociale della vita urbana ma è importanza anche per capire vari processi odierni della trasformazione del paesaggio urbano,

paragonabile alle grandi trasformazioni che abbiamo visto, dalla trasformazione ottocentesca alla metropoli fordista. TURISMO Il turismo è qualcosa di estremamente complicata, riguarda aspettative, contesti economici e geopolitici ed è un fenomeno estremamente importante. Ci sono molte aspettative riguardo al turismo. Cosa spinge i turisti a farsi mille foto davanti alle opere, perché si scelgono alcuni luoghi e non altri, come si definiscono questi spazi anche dal punto di vista economico. Il turista desidera essere visto in determinati luoghi. Turismo e geografia: - turismo come movimento - turismo e immaginazione geografica - geografie del turismo  studia la relazione con il territorio, il popolo, le culture politiche/istituzioni, confrontandosi con i concetti di identità, autenticità, luogo e paesaggio. Cerca di capire l’impatto di questo fenomeno sociale, culturale ed economico sugli spazi nei quali si sviluppa. Tre grandi linee dei terreni di investigazione geografica - turismo come movimento  da un luogo per visitarne un altro - turismo e immaginazione geografica  la mappa del mondo ci permette di immaginare le mete, per soddisfare il desiderio di esplorazione e di viaggio. La mappa è nella nostra testa - geografia del turismo  l’immaginazione crea la geografia del turismo attraverso le mappe mentali. Le mete cambiano, si indaga il rapporto tra identità locale e il fenomeno  a volte in crescita, a volte in declino. Spesso si ha una reazione repulsiva verso i turisti, dovuto allo stereotipo del visitatore che invade le località turistiche in comitive e vestito ridicolmente. Fotografare i luoghi turistici è ormai una pratica. Il visitatore si immerge nei luoghi arcani, vorrebbe staccarsi dall'idea del turismo di massa. Il viaggio è qualcosa che ci forma, che sia la contemplazione di monumenti, testimonianze della nostra o altre culture, di una natura incontaminata per sfuggire dalla vita urbana. Tuttavia, questa natura incontaminata diventa un’opportunità per dominarla, ricollegandosi ai motivi turistici: stazione sciistica presso le Dolomiti ci presenta una pizzeria per concorrere con le altre mete turistiche, tuttavia per la sua realizzazione è stata scavata una delle cime più belle. Ciò ci fa intuire come il turismo sia qualcosa di complicato, che riguarda: aspettative, codici culturali, contesti economico-politici. Il turismo è diventato un fenomeno importante, sul quale tutti abbiamo un pensiero. SI tratta di un’esperienza condivisa sulla quale convergono diverse aspettative, spesso contraddittorie: bisogno di avventura, curiosità per l’ignoto, scappare dalla quotidianità. Le persone tendono a ritenersi viaggiatori e non turisti, ricollegandosi a un’esplorazione del mondo mentre il turismo è un fenomeno più organizzato e massificato. Tuttavia, anche chi vuole sfuggire dall’etichetta di “turista” desidera essere visto nel luogo che visita attraverso i selfie. La geografia si occupa del turismo studiando le relazioni tra il fenomeno e le comunità, con concetti come: identità, autenticità, soggettività. Un fenomeno ritenuto economico e socioculturale. Il rapporto si determina in tre modalità principali = tre investigazioni geografiche del turismo:

CARTOGRAFIA La cartografia nasce molti secoli prima dell’invenzione della scrittura (la prima è del 6100 a.C.). Volontà degli esseri umani di ritrarre alcuni oggetti nella loro relazione nello spazio. Erodoto ci ricorda che la carta di Anassimandro ricompare nelle guerre persiane per giustificare le intenzioni geopolitiche della Grecia. Il documento più importante arrivato dall’antichità classica è la geografia di Claudio Tolomeo del II sec a.C. Rappresenta come disegno la totalità del territorio terrestre. Tolomeo cerca di mettere insieme tutto il sapere della cultura classica per restituire modello del mondo. Nascita della cartografia moderna: nascita tecnica della triangolazione, sviluppata da Leon Battista Alberti che la sviluppa sulla scia dell’invenzione della prospettiva lineare. Il papa gli aveva commissionato la rappresentazione del rilievo della città di Roma. Alberti inventa uno strumento ottico che si chiama cerchio azimutale. Permette di calcolare le distanze tramite la geografia euclidea. Grazie a questa invenzione è possibile realizzare delle carte geografiche in scala con rapporto esatto tra dimensione nella realtà e dimensione nella rappresentazione. Da forma tridimensionale a bidimensionale ma mantenendo i caratteri realistici. In olanda nel corso del 500 diventa un laboratorio principale di cartografia e applicazione delle tecniche. A Mercatore (cartografo olandese) si deve la prima raccolta di carte al mondo sulla copertina delle quali compare la figura mitica di Atlante (figura mitica). Anche in Olanda emerge l’interazione fra la cartografia e l’arte. Produzione di immagini realistiche. Legare la cartografia ad esigenze storico sociali che si sono manifestate nel corso del tempo. Carte classificabili sulla base della scala. - Grandissima scala – piante e planimetrie. Piccola porzione della superficie terrestre. La scala viene usata nei piani urbanistici, nelle piante e planimetrie < 1 : 5.000 - Grande scala – la scala topografica. comprende le carte topografiche che rappresentano porzioni più ampie. 1 : 5.000 < 1 : 150.000 - Media scala – la scala corografica (regione). Rappresenta un’area regionale. 1 : 150.00 < 1 : 1.000.000 - Piccola scala – la scala geografica. Per paesi, interi continenti o la superficie della Terra = mappamondo. Il mappamondo come lo intendiamo noi non è una carta geografica, infatti il termine corretto è globo > 1 : 1.000.000 La cartografia è anche un modo che condiziona la percezione del mondo, quindi può condizionare anche il suo funzionamento, dal momento in cui la geografia politica si definisce come disciplina è il momento in cui si stanno consolidando gli assetti imperiali del potere politico del mondo. Secondo Ratzel la geografia politica coincide con quella dello stato nazione, e deve porsi l’obiettivo di indagare i rapporti e lo stato come funzionamento del potere politico. Lui ha una visione organicistica dello stato, lo vede come un soggetto funzionante, inoltre getta le basi per quella che è, fino ad oggi, la base di ragionamento della geografia politica, che indaga le diverse forme attraverso le quali lo stato si definisce e si organizza spazialmente.

GEOGRAFIA POLITICA Ratzel è il padre della geografia politica, e propone uno studio scientifico e asseconda il processo di funzionamento del potere politico dello stato. La cartografia è anche un modo che condiziona la percezione del mondo, quindi può condizionare anche il suo funzionamento, dal momento in cui la geografia politica si definisce come disciplina è il momento in cui si stanno consolidando gli assetti imperiali del potere politico del mondo. Secondo Ratzel la geografia politica coincide con quella dello stato nazione, e deve porsi l’obiettivo di indagare i rapporti e lo stato come funzionamento del potere politico. Lui ha una visione organicistica dello stato, lo vede come un soggetto funzionante, inoltre getta le basi per quella che è, fino ad oggi, la base di ragionamento della geografia politica, che indaga le diverse forme attraverso le quali lo stato si definisce e si organizza spazialmente. La geografia politica emerge come discorso scientifico nella seconda metà del XIX secolo, accompagnato dalla nascita degli stati moderni. Spiega funzionamento dello stato come manifestazione spaziale dei fenomeni politici cercando di sistemarli in maniera analitica e classificatoria. Il mondo ancora oggi è diviso in stati moderni, in cui si percepiscono delle tensioni. Ratzel riteneva la geografia politica come una scienza coincidente con la geografia dello stato, indagando i rapporti tra stato come entità politica e la popolazione che viveva al suo interno e la dimensione del suolo. Dalla sua riflessione, nasce una nuova disciplina = GEOPOLITICA termine coniato da un allievo di Ratzel. Prosegue come discorso che spiega il funzionamento del mondo, in maniera chiara e lineare. La geopolitica spiega in maniera mediatica le dinamiche di potenza, esercitando un fascino che deriva dal fatto che si accompagna a discorsi chiari e un po’ semplicistici, sugli affari del mondo (assi di potenza, minacce nel mondo...). La geopolitica non è sostanzialmente un discorso politico, le risposte sono collegate a una serie di declinazioni politiche e sono coinvolte (già dalla loro codificazione in un discorso) nei meccanismi della politica. Non è un’analisi dei fatti storico-politici, ma è già espressione di un certo orientamento ideologico. Un ulteriore fascino della geopolitica è il fatto che questi discorsi spiegano qualcosa di complesso, come le dinamiche di politiche di potenza o relazioni tra gli stati in guerra. Un'ultima fascinazione è la capacità di dare un’immagine di come si presenterà il mondo in un futuro, una capacità “ propiziatoria. “ Altro aspetto della geopolitica tedesca di Haushofer è l’idea di grandi insieme territoriali uniti da un pensiero comune: etnico e razzista = pangermanismo. Il suo pensiero si sviluppa negli anni ‘20 del 1900 non è tanto un'ispirazione del nazionalsocialismo, ma contribuisce a rafforzare il discorso politico e la propaganda alla base del nazismo. La geografia politica si occupa di studiare i differenti esiti dei processi politici (nei diversi luoghi) e di potere e i modi in cui quei processi sono condizionati dai contesti spaziali. Con la caduta del muro di Berlino, nel 1989, viene proposto come dovrebbe essere l'assetto del mondo, una volta venuto meno lo scontro tra le due potenze. Fra le varie narrazione pubblicate con la fine della guerra fredda, c’è Francis Fukuyama, che nel 1989 pubblica “The end of history”: immagina la fine della guerra fredda come la fine della storia, con il solito schema semplicistico della geopolitica. Con la vittoria delle democrazie liberali occidentali si è raggiunti quello che chiama: lo stato universale omogeneo. Questo discorso si coniuga con un progetto politico. George Bush nel 1991: per due secoli l’America ha servito il mondo come esempio di libertà e democrazia, portando avanti la battaglia per proteggere la libertà; leadership dell’Almerica indispensabile. Si riprende il discorso all'origine della

geopolitica di Mackinder, si inaugura una nuova stagione in cui l’apparato militare della guerra fredda deve convertirsi per la nuova missione: elevare l’umanità verso lo stato universale omogeneo del mondo liberale. Con lo scoppio della guerra in Iraq gli Stati Uniti intervengono direttamente. Nel 2003, con la seconda guerra in Iraq, vennero diffuse cartografie sulla situazione politica della nazione. L’Iraq venne sostenuta da una propaganda politica forte, contestata da alcuni membri della NATO (soprattutto Francia e Germania) = Iraq come minaccia per la sicurezza globale. Esistevano altre prospettive geopolitiche anche contrarie a questa idea, alcuni sostengono che l’obiettivo erano le risorse petrolifere irachene. Viene violato un messaggio chiaro sui pericoli del mondo attraverso la geopolitica, e immaginare come il mono si sarebbe evoluto. Il discorso vale anche la geopolitica americana: le guerre per esportare la democrazia avrebbero portato il benessere, l’economia di mercato...a distanza di 20 anni niente di tutto ciò è accaduto ma le popolazioni sono coinvolte in continue guerre civili.

POSTMODERNISMO

Città post-modernista -contro le strutture architettoniche e della modernità (principi funzionalisti e razionali) -citYscape vs townscape  Il primo fa riferimento alla città moderna, quindi un’organizzazione razionale e funzionale della città Il secondo fa riferimento alla città postmoderna, dove viene recuperato l’elemento estetico e decorativo -industria culturale -economia residenziale -gentrificazione -gated communities + esempio del Guggenheim ed esempi dei quartieri (Pranzlauerberg, Marais, Hackney) Il fatto più interessante del postmodernismo è la sua totale accettazione della caducità, della frammentazione, della discontinuità e del caos. Il postmodernismo galleggia, sguazza nelle correnti frammentarie e caotiche del cambiamento come se oltre ad esse non ci fosse null’altro. Il postmodernismo si richiama a quella corrente di pensiero che sottolinea il profondo caos della vita moderna e la sua scarsa maneggiabilità da parte del pensiero razionale. Le vere rivoluzioni della sensibilità si verificano quando le idee che sono latente e represse in un certo periodo, divengono esplicite e dominanti in un altro --> così è accaduto col modernismo ed il postmodernismo. Aronowitz è sedotto dall’aspetto più liberatorio e affascinante del pensiero postmodernista: la sua preoccupazione per la diversità. L’idea che tutti i gruppi (e negli anni ’60 ne sono sorti molti: femministe, omosessuali, ecologisti, gruppi etnici e religiosi…) abbiano il diritto di parlare per sé, con la loro voce, e abbiano il diritto di vedere la loro voce accettata in quanto autentica e legittima, è ess...


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