Domande E Risposte TIPO PER Esame Geografia PDF

Title Domande E Risposte TIPO PER Esame Geografia
Course Geografia dell’ambiente e del paesaggio
Institution Università degli Studi di Milano
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DOMANDE E RISPOSTE IPOTETICHE – ESAME DI GEOGRAFIA DELL’AMBIENTE E DEL PAESAGGIO DEFINISCI I TIPI DI SOCIETA’ DALLE BANDE ALLO STATO (domanda esame prima del 14/09/18) – DIAMOND, ARMI ACCIAO E MALATTIE L’antropologia cultural cerca di catturare la diversità umana dividendola in vari tipi e categorie. Questa divisione però risulta essere imprecisa poiché ogni stadio è direttamente conseguenziale all’altro. In modo generico la società umana si può dividere in 4 categorie. Le Bande Sono i più piccoli gruppi, formati da decine di persone tutte imparentate tra loro. Non hanno una dimora e sono tut cacciatori e raccoglitori. La terra è usata in modo colletvo e non sono presenti istituzioni formalizzate. Sono società considerate egualitarie ma non c’è un ruolo di preminenza nel gruppo. Le tribù Unità più grande. Sono persone sedentarie o pastori con nomadismo stagionale. I primi villaggi si svilupparono nella Mezzaluna Fertile. Sono presenti diversi gruppi di parentela rimanendo però tutte legate tramite nuove parentele (come i matrimoni). È presente un sistema informale ed egualitario: c’è una specializzazione minima e il capo no ha un ruolo codificato. Le Chifferies I gruppi più popolosi. La grandezza crea conflit interni perché ogni non sono sempre presenti legami di sangue con l’altro; sono gruppi sedentari. È presente una sola persona (capo) che esercita la propria forza su capi intermedi per impartire ordini. Si ha quindi una prima forma di società divisa in classi. A livello economico continua ad esistere il baratto ma si comincia a sviluppare anche un’economia ridistributiva. Il capo riceveva il grano e decideva se tenerselo per sé o ridistribuirlo. Si ha una tolleranza del popolo nei confronti del capo perché: disarma le masse e trasforma l’esercito in una classe elitaria; rende le masse felici; utilizza il monopolio della forza per mantenere ordine pubblico; forma una religione che giustifica la cleptocrazia. Lo Stato Istituzione politica, economica e sociale a noi più vicina. I primi stati sorsero in Mesopotamia (3700 a.C. circa). Il numero abitanti continua a crescere. I primi stati erano guidati da un “suer capo”, simile a un re il cui titolo era ereditario e i poteri sempre più grandi. Il controllo centrale diventa ampio e la ridistribuzione economica avveniva sottoforma di tasse e tributi. Inizia anche una formazione di leggi, un sistema giudiziario e polizie per risolvere conflit interni. Con la crescita della popolazione cresce anche la produzione di cibo: si formano così società complesse che sono in grado di realizzare opere pubbliche e sviluppare metodi commerciali. Lo sviluppo avviene anche in campo agricolo: si hanno ritmi di lavoro stagionale; il surplus prodotto genere specializzazioni e stratificazioni nella società; spinge la popolazione a diventare sedentaria. Si forma un governo centrale perché con l’aumento dei conflit con gli estranei c’è bisogno di prendere delle decisioni in un gruppo numerosi quest’ultime diventano molto difficili da prendere. BIOSFERA E PAESAGGIO – TURRI, IL PAESAGGIO DEGLI UOMINI (domanda esame prima del 14/09/18) Per il termine Paesaggio si propone una definizione scaturita dai contributi di studiosi che operavano in diversi settori disciplinari. Seconda questa definizione il Paesaggio è “la manifestazione sensibile e percepita in senso estetico del sistema di relazioni che si determina nell’ambiente biofisico e antropico e che caratterizza il rapporto delle società umane e dei singoli con l’ambiente e con il territorio”. La Biosfera fa parte di una prima sfera in cui sono presenti le risorse primarie (terra, acqua, sole, aria) e che in relazione alle varie situazioni consentono e favoriscono tipi di flora e di fauna. Questo insieme interrelato e dinamico costituisce la struttura ambientale. Le sue componenti sono studiate prevalentemente singolarmente e nel loro insieme, dalle discipline fisico-naturalistiche. Gli uomini, invece, fanno parte di una seconda sfera (noosfera), i quali vivono e si organizzano in base a i periodi storici, identità e cultura, prendendo possesso dell’ambiente e trasformandolo in territorio. Lo studio di queste vicende è prevalentemente compito di discipline umanistiche. Si manifesta però una necessità, sia nelle discipline scientifiche e che umanistiche, di tradurre i fenomeni studiati. Gli ambiti di entrambe le sfere sono idealmente circoscrit da un cerchio al cui centro si trova il luogo dell’abitare, la sfera che genera il paesaggio ed entra in contatto con le altre sfere attraverso la conoscenza, l’osservazione, lo sguardo e l’intuizione; attraverso i giudizi estetici di ogni individuo, o società o gruppo dà. PAESAGGI TERRAZZATI NELLA REGIONE ALPINA ITALIANA (domande esame prima del 14/09/18 e del 14/09/18) L’arco alpino presenta densità di terrazzamento molto elevate (anche nella porzione meridionale delle Alpi Svizzere). Esternamente appare più limitata a presenze di carattere locale. Paesaggi molto diversi tra di loro, ma è possibile riconoscere l’azione di influenze comuni che ne hanno guidato la costruzione e l’evoluzione.

Evidente il ruolo delle varietà geologiche nella distribuzione dei più vasti sistemi terrazzati. La collocazione q ausi esclusiva dei terrazzamenti lungo i pendii esposti a sud e la loro assenza sugli umbratili lati opposti genera vistose asimmetrie paesaggistiche. Caratteristica comune alle valli che ospitano i più vasti sistemi terrazzati. Si tratta di contesti contrassegnati da apporti pluviometrici scarsi. Fenomeno di schermatura orografica, dei rilievi montuosi. Importante anche l’inclinazione dei versanti e l’utilizzo di differenti pratiche colturali. Terzo elemento comune legato alla dimensione produtva, miglior tenuta produtva nei terrazzamenti sub-regionali dedicati alla viticultura. E poi comunque influenzano fattori di natura culturale, connessi ai significati attribuiti al vino e ai suoi processi produtvi. Il terrazzamento alpino presenta importanti estensioni lungo i versanti che cingono i grandi laghi prealpini. Diret alla coltivazione dell’ulivo e limonaie. (Lago di Garda). PAESAGGIO DELLA SENSORIALITA’ (domanda esame appello precedente al 16/01/2019 – del 16/01/19 – 14/09/18) – ESPERIENZA DEL PAESAGGIO Secondo Claval la relazione con il mondo è mediata dal sistema nervoso e dai cinque sensi. Lo sguardo che si riserva ad un paesaggio è il frutto dei modelli culturali che ogni singolo individuo usa per osservare il mondo. Una parte importante è l’ascolto: l’ambiente, infat, racchiude moltissimi suoni, diventando un paesaggio acustico, come lo definisce Murray Shafer, parlando di Soundascape, in cui non vengono esclusivamente riprodot i suoni di un luogo, ma tutta l’atmosfera. Ogni spazio urbano ha il suo soundscape. L’ambiente può essere Hi-Fi, ovvero i suoni sono uditi chiaramente, oppure Lo-Fi, dove i suoni tendono all’uniformità (vi sono suoni e rumori). Ogni luogo, inoltre, ha profumi e odori caratteristici, creando “paesaggi olfatvi”. Spesso, però, avviene una discriminazione fra profumo e puzza. Infine, il paesaggio è anche sapore: vi sono, infat, i “paesaggi gustativi”. Ogni luogo è caratterizzato da un’identità locale, la quale comprende una cultura alimentare. Carlo Petrini sta cercando di valorizzare il gusto rilanciando le cucine locali (progetto Slow Food). LE DETERMINANTI AMBIENTALI CHE NEI PROCESSI DI SVILUPPO E DIFFERENZAZIONE DELLE SOCIETA’ UMANE (domande esame 16/01/2019) – DIAMOND, ARMI ACCIAIO E MALATTIE Seguendo la teoria di Diamond, si può affermare che le determinanti ambientali siano quattro: - Le differenze in fatto di specie selvatiche (animali e vegetali) adatte per la domesticazione. Questo perché l’agricoltura faceva nascere due fenomeni: l’aumento della popolazione e la formazione dei gruppi non dediti alla produzione grazie ai surplus alimentari. Entrambi i casi sono alla basa di società economicamente complesse, socialmente stratificate e politicamente centralizzate. - La possibilità di spostamento (diffusione e migrazione) all’interno di un continente. Questa determinante ha un grosso peso nella storia delle società che abitano il continente interessato, perché grazie a ciò nel lungo periodo si tende a condividere le innovazioni. Ad esempio, in Eurasia, l’orientamento degli assi est-ovest ha aiutato molto lo spostamento di piante e animali sugli stessi paralleli, così come di tecniche perché non devono essere adattate a condizioni ambientali differenti. Lo scambio tra i continenti. - La relazione tra area e numero di abitanti. Un continente più vasto e popoloso ospita un maggior numero di società in competizione. Si ha quindi potenzialmente più inventori e più invenzioni. Senza la creatività e l’inventiva probabilmente l’uomo ancora oggi mangerebbe la carne cruda e usando attrezzi di pietra. In tut i popoli esistono persone geniali, è solo che certi ambienti forniscono più materiale con cui partire e condizioni più favorevoli. IL PAESAGGIO URBANO (domanda 16/01/2019) – LIBRO TURRI Il paesaggio urbano è caratterizzato da suoli edificati in modo intensivo e dalla presenza di opere e infrastrutture costruite dall’uomo; in esso si registra un forte sviluppo verticale dello spazio e un’atvità umana massiccia. L’aspetto antropico prevale e domina su quello naturale. Con “urbano” si intende tutto ciò che è “relativo alla città”. Il paesaggio urbano trova la sua massima espressione nella città. Le città esistono da migliaia di anni: la loro presenza può essere fatta risalire alle civiltà idrauliche delle valli fluviali di Mesopotamia (odierno Iraq), Egitto, India e Cina Lo sviluppo urbano, noto anche come urbanizzazione, ha avuto un forte impulso con l’avvento della industrializzazione, circa duecento anni fa. In quel periodo, un numero enorme di persone si spostò nelle città in cerca di lavoro, soprattutto nelle fabbriche. Lo sviluppo più consistente si è registrato negli ultimi cinquant’anni. Nel 1950 meno di un terzo della popolazione mondiale viveva nelle città. Le attuali previsioni dicono che entro il 2030 circa due terzi dell’umanità vivrà in aree urbane. Il termine urbanesimo ha una duplice accezione: 1) di formazione di insediamenti accentrati; 2) di spostamento di consistenti quote di popolazione dalle zone rurali a quelle urbane. L’urbanizzazione è il processo di espansione fisica delle città con conseguente occupazione dello spazio circostante e trasformazione delle precedenti destinazioni d’uso (agricole, boschive ecc.). A differenza dell’urbanesimo, che si verificò in periodi storici diversi, l’urbanizzazione è databile dalla rivoluzione industriale, agli inizi del XIX secolo.

I FATTORI STORICI NELL’ORIGINE E NELLA DISTRIBUZIONE DEI PAESAGGI TERRAZZATI (domanda 16/01/2019) – libro PAESAGGI TERRAZZATI D’ITALIA I terrazzamenti rispondo alle esigenze di conseguimento di superfici coltivabili per il bisogno alimentare, in risposta a problemi di carattere pedologico (relativo allo studio del terreno) e idro pedologico. Lo scopo dei terrazzamenti è quello di plasmare la giacitura dei terrenti nell’intento di predisporvi un regime idrico propizio alla vegetazione, prevenendo i fenomeni erosivi imputabili al rilievo e alle lavorazioni stesse. Cioè una tecnica diretta a contrastare l’azione della forza di gravità, che si esplica con il naturale movimento verso valle dei terreni, azione amplificata dalle precipitazioni. Il terrazzamento introduce una variazione morfologica e si favorisce l’infiltrazione e si minimizzano la quantità e la velocità dei deflussi superficiali. È in grado di contenere buona parte dei processi erosivi superficiali. Dubbi sull’Origine dei terrazzamenti; se legata a sviluppi autoctoni o se da riferire a una origine unica e ai successivi contatiti tra popoli e quindi per trasmissione culturale. Teoria 1. Spencer e Hale gli autori statunitensi propongono l’idea di 1 o 2 nuclei genetici della tecnica del terrazzamento, ricadente/i in area mediorientale: potrebbe essere quella dei monti Zagros (nell’attuale Iran). A partire da questa regione, la tecnica del terrazzamento si sarebbe diffusa sul pianeta con i successivi adeguamenti. Il problema centrale dell’esportazione della tecnica verso le Americhe viene risolto dagli autori attraverso la proiezione verso Ovest, dei sistemi applicati nelle colture terrazzate presenti lungo le coste occidentali africane, o sul lato opposto, di diffusione attraverso il Pacifico. Poi un’altra ipotesi, più convincente, richiamata dagli stessi autori: che fa risalire la diffusione dei terrazzamenti ad almeno due elaborazioni culturali autonome da parte di popolazioni non in contatto tra loro, impegnati nel soddisfacimento attraverso l’agricoltura dei medesimi bisogni. Ma probabilmente c’erano tre nuclei distinti, Area euroasiatica- africana, Area del Pacifico, Americhe: frutto di una convergenza sulla medesima tecnica, per contrastare l’erosione, all’uso razionale della risorsa suolo. Le origini prime della tecnica del terrazzamento restano ignote, allora si affronta il discorso delle fasi espansive attraverso le quali tale tecnica ha prodotto le sue maggiori trasformazioni territoriali. L’insieme del terrazzamento italiano è stato edificato in epoca remota, almeno dall’età antica; ma i paesaggi non si lasciano facilmente datare. Alcune informazioni tecniche sono presenti a partire dal 500, nei trattati di agronomia o dai resoconti di viaggio, ma vi sono pochi elementi utili alla ricostruzione delle origini dei paesaggi terrazzati. La messa a coltura tramite terrazzamento ha dato vita a sofisticati sistemi di captazione, canalizzazione e distribuzione delle acque. DIMANICHE AMBIENTALI REMOTE CHE SONO STATE DECISIVE PER I PROCESSI CHE HANNO CAMBIATO I FATTI A CAJAMARCA (domanda esame 14/09/2018) – DIAMOND, ARMI ACCIAIO E MALATTIE L’agricoltura americana, dove praticata, soffriva di limitazioni: troppo dipendente dal mais, mancavano i cereali eurasiatici, l’aratura era fatta a mano e non c’era concime animale. L’allevamento non era possibile perché a causa della mancanza di grandi mammiferi. C’era minor densità di popolazione: i territori erano grandi, ma poco abitati. Questo portò scambi lenti e limitati con i popoli vicini. Tutte queste cose portarono a un ritardo nella nascita e nello sviluppo degli insediamenti stabili, che nel Vecchio Mondo avevano raggiunto la grandezza di stati centralizzati, se non anche imperi, mentre nel Nuovo Mondo i popoli erano come isole con deboli legami tra loro. Di conseguenza, a Cajamarca, i motivi che permisero a Pizarro di catturare Atathualpa furono tut da ricollegarsi alle dinamiche ambientali, che furono più benevole nei confronti degli europei: l’allevamento portò subito all’uso dei cavalli; la possibilità di scambi più frequenti con altri popoli portò all’invenzione delle armi più avanzate; sempre l’allevamento e ka conseguente vicinanza agli animali portò a sviluppare anticorpi contro le loro malate che invece divennero vere e proprie epidemie letali per gli indiani; l’agricoltura portò alla nascita della scrittura che invece gli indiani non conoscevano e quindi non si erano potuti tramandare tra di loro informazioni sugli invasori come gli invasori avevano fatto sugli indiani. IL VALORE DEL PAESAGGIO (domanda esame 2017) – ESPERIENZA DEL PAESAGGIO Il valore di un paesaggio dipende dalle rappresentazioni che una società si dà in quel momento e, quindi, varia nel tempo. Un esempio del valore del paesaggio è dato dai Sassi di Matera, che costituiscono un ecosistema urbano originale, testimoniando un particolare modo di abitare. Nel 1992 il diventa patrimonio mondiale dell’UNESCO. Vi sono, inoltre, le nozioni di beni culturali materiali e immateriali: il patrimonio culturale materiale è un insieme di artefat a cui la colletvità ha deciso di dare un particolare valore. Nei beni culturali sono compresi i beni territoriali, come nel caso di parti di città, insiemi di ogget territoriali o monumenti.

Il termine “patrimonio” designa l’insieme dei beni posseduti da una famiglia o da un singolo individuo che vengono trasmessi, tramite l’eredità, agli eredi. Questo tema viene introdotto durante la Rivoluzione Francese: la salvaguardia diventa, spesso, un argomento centrale. E così, per celebrare la storia nazionale, si iniziarono a preservare edifici e monumenti del passato. Durante le due guerre mondiali nasce una nuova visione, quella del patrimonio di dimensione internazionale. Tale questione nacque durante la costruzione della diga di Assun. Al seguito dello spostamento del sito archeologico di Abu Simbel si decise di creare una lista di ogget e habitat dotati di valore per l’umanità. Il patrimonio, quindi, è il risultato di una scelta ed è un processo che porta alla conservazione dei beni culturali e ambientali. Questo processo, però, può incontrare dei problemi, come il fatto che gli ogget patrimonializzabili sono molti. Inoltre, un oggetto patrimoniale va identificato, attraverso un’operazione intellettuale e sociale. Bisogna poi comprende la specificità di un territorio nel quale il bene da preservare è inserito. Inoltre le caratteristiche che deve avere un bene sono sempre al centro di un forte dibatto. Il patrimonio deve servire anche come memoria dei luoghi e come connessione con il passato. IL VIAGGIO Esistono due tipi di geografia: la scienza che studia lo spazio e le sue dimensioni, dentro le quali l’uomo è un oggetto passivo, e quella che, invece, vede l’uomo come parte atva, essendo direttamente coinvolto. Se applichiamo i due approcci ai temi della mobilità si possono avere due visioni: la prima vede l’uomo come un ingegnere che costruisce manufat per le esigenze dei mezzi, la seconda, invece, privilegia il viaggiatore e l’esperienza del viaggio rispetto al sistema di trasporti. Il viaggio può avvenire a piedi, a cavallo o in bicicletta, vedendo così l’individuo in diretto contatto con il mondo circostante; ma può essere fatto anche attraverso viaggi in treno o in macchina, presentando il paesaggio in modo sequenziale. ABITARE Molti antropologi vedono una stretta correlazione tra ambiente e cultura. L’ambiente, infat, è essere espressione dei rapporti sociali. Spesso gli abitanti di un luogo creano dei miti su quest’ultimo, come nel caso degli aborigeni australiani. Esiste la cultura di abitare, che prevede una grande capacità di adattamento. Franco La Cecla pensa che i luoghi siano tali perché abitati dalle culture umane. Secondo lui si dovrebbe inventare una nuova disciplina per far conoscere le forme di vita ed i modi di abitare. Abitare significa iscrivere la quotidianità nello spazio, attraverso at di territorializzazione: lo spazio viene visto come un carattere proprio. Ad esempio, l’Arco di Trionfo a Parigi esibisce i segni del potere, della potenza e dell’orgoglio nazionale francese. Un luogo che viene abitato può prendere anche valenza politica. IL LUOGO La nozione di luogo prende significati diversi a seconda del periodo. Agli inizi del XX secolo i geografi pensano che le forme dell’occupazione umana siano il risultato dell’ambiente naturale. Negli anni ’60 invece il tema del luogo viene annullato, in favore di una geografia di tipo nomotetico. Secondo la corrente umanistica il luogo è il centro degli studi geografici. PAESAGGI COME MUSEI Il paesaggio contiene vari elementi, tut segnali dello scorrere del tempo. La memoria è indispensabile, infat la sua perdita sarebbe un enorme danno. Ci si interrogò sul fatto che un paesaggio possa essere assimilato in un museo: la risposta più valida la troviamo alla fine degli anni ’70, con la creazione dell’ecomuseo (si tratta di una forma di convenzione in situ di ogget patrimoniali). Un ruolo importante è rivestito dall’allestimento di parchi nazionali, con l’intento di preservare e rappresentare il suolo sacro della patria. Il territorio di una nazione, infat, è un luogo pieno di significati e di storia e la natura diventa patria. L’Inghilterra è il primo paese che conobbe una fortissima industrializzazione e mostra, sempre per prima, un fortissimo attaccamento al paesaggio, riconoscibile in molti dipinti dell’epoca: si può ammirare un paesaggio ricco di verde. Troviamo anche il giardino paesaggistico che si iscrive in queste logiche. Il territorio americano, invece, forgiava valori attraverso la sua natura selvaggia. LA MORFOLOGIA DEL PAESAGGIO La morfologia del paesaggio varia con il passare del tempo e, anche, con il contributo dell’uomo. Vediamo ques...


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