Economia Delle Aziende E Delle Organizzazioni NO Profit terza lezione PDF

Title Economia Delle Aziende E Delle Organizzazioni NO Profit terza lezione
Author Sara Rizza
Course Economia delle aziende e delle organizzazioni no profit
Institution Università degli Studi di Torino
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ECONOMIA DELLE AZIENDE E DELLE ORGANIZZAZIONI NO PROFIT. Il perimetro giuridico dell’impresa è costituito dai fornitori che danno le risorse alle imprese, le quali si occupano di trasformarli e infine di produrre bene/servizi, da immettere sul mercato per i clienti. All’interno di questo perimetro si svolgono delle operazioni sia dal lato dell’acquisizione delle risorse, sia dal lato del trasferimento dei propri beni o servizi al mercato. All’interno di questo perimetro l’organizzazione (elemento umano), pongono in atto una serie di azioni definibili fatti amministrativi o fatti della gestione, che nel loro insieme costituiscono la gestione dell’impresa. Nello specifico si trasformano idee, materiali, servizi, lavoro in prodotti, beni e servizi, per soddisfare i bisogni dei clienti, i quali possono essere intermedi o consumatori finali. Gli atti delle gestioni sono composti da un contenuto tecnico e di conseguenza da un linguaggio specialistico, possono essere ricondotti ad una metrica comune ed un’unica unità di misura, ovvero il valore monetario, che ci consente: di rendere omogenei tutti gli atti gestionali e di leggerli con un’unica unità di misura. Bene e servizi non possono essere valutati da un punto di vista tecnico, in quanto completamenti differenti gli uni dagli altri, ma quello che li rende comparabili è appunto il valore monetario. I costi misurano il valore delle risorse consumate, espresso in valore monetario, così come i ricavi esprimono il valore dei bisogni soddisfatti. Di conseguenza costi e ricavi possono essere messi a confronto in quanto entrambi espressi in termini monetari (es: euro). La relazione tra costi e ricavi genera il profitto, ovvero il costo del ricavo, se i costi sono minori del ricavo l’impresa genera ricchezza tramite la propria attività. Termini simili ma con differenze l’utile o il profitto è la differenza tra ricavi e costi espressi in termini contabili, mentre il profitto è espresso in termini extracontabili. Le differenze tra profitto e utile consistono nella loro differenza di valore, il profitto è extra contabile, infatti non deriva dalla contabilità a differenze dell’utile. Entrambi sono calcolati con la differenza tra ricavi e costi, nella determinazione del profitto si tiene conto della remunerazione di tutte le risorse che vengono consumate all’interno del ciclo produttivo, nella produzione di beni e servizi compreso il “capitale di rischio”(capitale apportato dai soci o dagli azionisti, all’atto della costituzione della società, che può essere vincolante come nel capitale minimo, a titolo di scommessa, esso non ha una remunerazione contrattualizzata, infatti viene remunerato solo se l’impresa e capace di produrre ricchezza, quindi è una remunerazione residuale, se residua utile dopo aver remunerato tutte le altre risorse, allora verrà remunerato anche quello di rischio). La determinazione dell’utile che avviene per via contabile non tiene conto del capitale di rischio, infatti tiene conto solo dei costi contabili, quindi quelli solo con un’origine contrattuale. I valori di impresa sono classificabile in 3 gruppi: Se l’azienda vende un bene/servizio i tre valori che si creano sono: 1. ECONOMICO: generata dal ricavo 2. PATRIMONIALE: avviene nell’eventualità che l’entrata di cassa avvenga contestualmente, ma si generi un credito nei confronti dell’azienda, che rappresenta un investimento, perché presta un valore/risorsa che verrà pagata nel tempo. -> fonte di finanziamento da parte dell’impresa 3. FINANZIARIO: corrisponde ad un’entrata di cassa

Se l’azienda acquista una risorsa invece i tre valori che si creano sono: 1. ECONOMICO: si genera un costo 2. PATRIMONIALE: se non si paga immediatamente la risorsa acquistata si genera un debito a cui l’impresa dovrà fare fronte nell’arco di un tempo. -> fonte di finanziamento da parte del fornitore 3. FINANZIARIO: corrisponde ad un’uscita di cassa, pari al valore monetario della risorsa acquistata Ogni fatto della gestione è interessato dai tre aspetti, nel caso in cui vendiamo un bene o un servizio al cliente, si genera un ricavo pari ad un valore monetario, nel contempo se non avviene contestualmente il pagamento si genera un credito nei confronti dell’impresa, nel momento in cui il cliente paga il credito si trasforma in cassa. I tre valori sono correlati tra di loro e rappresentano un vero e proprio sistema di valori. Occorre notare che ogni fatto nel momento in cui si manifesta tocca sempre due dei tre aspetti, se vendo infatti genero contemporaneamente un ricavo (aspetto economico) e un credito (aspetto patrimoniale). Se incasso il credito si annulla il credito (aspetto patrimoniale) e si genera un’entrata di cassa (aspetto finanziario). Questo motivo per cui ogni fatto gestionale tocca sempre almeno due aspetti su tre individuati, viene definito PARTITA DOPPIA. In sintesi, le capacità dell’impresa sono economica (mettendo in relazione ricavo e costi), patrimoniale (mette in relazione capitale investito e fonti di finanziamento) e finanziario (mette in relazione entrata di cassa/uscita di cassa). L’economia di impresa riconosce, analizza e studia tre aspetti relativi alla capacità della gestione, l’ASPETTO ECONOMICO, che comprende la capacità di realizzare qualcosa per cui il mercato riconosce un valore, che è misurato dai RICAVI, ai prodotti dell’impresa che, per produrli, impiega risorse che hanno un valore, ossia dei COSTI, la cui differenza rappresenta un UTILE se positiva o una PERDITA se negativa. L’ASPETTO PATRIMONIALE riguarda la capacità dell’impresa di investire capitali (CAPIATLE INVESTITO O ATTIVITA’) o di trovare adeguate fonti di finanziamento, di fatti quindi l’aspetto patrimoniale mette in relazione il capitale investito con fonti di finanziamento. Si parla di fabbisogni in riferimento al capitale investito e di coperture, le fonti di finanziamento. L’ASPETTO FINANZIARIO tratta della capacità dell’impresa di gestire in modo equilibrato l’avvicendamento tra i flussi di denaro in entrata e i flussi di denaro in uscita (FLUSSI DI CASSA) e conseguentemente la liquidità di cui l’impresa necessità per lo svolgimento della propria attività. Esiste una relazione diretta tra costi e uscite monetaria all’acquisto di un bene, che può avvenire in via contestuale o differita, così come esiste una relazione tra ricavi ed entrate monetarie alla vendita di un bene che può avvenire sempre in via contestuale o differita. Le relazioni che intercorrono tra questi valori, mettono in evidenza, quelli che abbiamo accennato ad essere gli equilibri della gestione che sono leggibili sotto l’aspetto economico, patrimoniale e finanziario. Un’impresa viene definita in equilibrio economico quando l’impresa è in grado in modo stabilizzato nel tempo, di generare ricavi maggiori dei costi. Ci sono momenti in cui l’impresa non riesce ad ottenere un equilibrio tra ricavi e costi ma questo non va a minare la sua economicità, qualora sia stata in grado nel tempo di creare

precedentemente ricchezza nell’eventualità di casi economici negativi, la ricchezza creata sia in grado di compensare quel momento di risultato economico negativo. Un’impresa è in equilibrio finanziario quando è capace di generale la liquidità necessaria per la propria attività, ovvero quando è in grado di far si che il flusso monetario delle entrate nel tempo, sia superiore al flusso delle uscite monetarie, generando liquidità e di conseguenza cassa. L’equilibrio patrimoniale si genera tra la struttura delle fonti di finanziamento e la struttura degli investimenti, in particolare l’equilibrio patrimoniale mette in relazione la struttura delle fonti di finanziamento, mettendo in relazione le diverse fonti tramite cui l’azienda si finanzia, in particolare il capitale proprio e quello di terzi. L’equilibrio patrimoniale è dato dalla relazione tra struttura degli investimenti e struttura dei finanziamenti. Viene da chiedersi a questo punto quale delle tre “capacità” sia la più importante, in sé però rappresentano le possibili letture di uno stesso fenomeno che si manifesta in momenti differenti del ciclo di vita di un’impresa, a seconda che questa ad esempio sia “giovane” o in declino. Pertanto, l’obiettivo dell’impresa è di ricercare gli EQUILIBRI nell’ambito delle diverse capacità, tenendo conto delle sue specificità e cercando di raggiungere tali equilibri in funzione delle proprie possibilità, tenendo presente che i tre equilibri non si raggiungono simultaneamente. La gestione di un’impresa è composta da una serie di decisione e conseguenti atti che portano delle conseguenze che vengono riprese tramite numeri che rappresentano ed esprimono l’andamento della gestione. Per poter gestire è necessario conoscere, quindi alla base del management c’è la conoscenza di determinate informazioni. Le informazioni possono essere di natura quantitativa o non quantitativa, le prime sono esprimibili tramite numeri, mentre le altre vengono raccolte tramite osservazioni, articoli, giornali, internet ecc. I sistemi contabili trattano le informazioni quantitativa quindi di natura tipicamente monetaria, ma nella rendicontazione contabile possono esserci anche delle informazioni non monetarie. Le informazioni non monetarie in particolare nel bilancio delle aziende sono comprese nella NOTA INTEGRATIVA, che è un documento che riporta questa tipologia di informazioni. Le informazioni monetarie possono essere di diversa natura, ad esempio operativa che sono necessarie per lo svolgimento di un’attività ordinaria (distribuzione degli stipendi tramite rendiconti contabili), di bilancio tipicamente rilevate dalla contabilità e che sono destinate sia al management per conoscere l’andamento della gestione sia per gli stakeholders, interessati alla comunicazione di impresa. Le informazioni di bilancio sono ricomprese nei documenti di stato patrimoniale e rendiconto economico che raccolgono valore patrimoniali, economico e finanziari inseriti nella nota integrativa. Queste informazioni sono trattate dalla contabilità. Infine, ci sono informazioni di natura monetaria che sono relative al management per operare e sono destinate al controllo della gestione. Ogni fatto della gestione è trattabile secondo tre aspetti distinti ma correlati, che appartengono alla gestione unitaria dell’organizzazione dell’impresa e i dati, i valori derivanti sono rappresentati nel bilancio di esercizio (contenitore di valori della gestione). I fatti della gestione sono registrati dalla contabilità e ricadono nel bilancio, che si compone di una serie di documenti, che sono contenitori di valori, dello stato patrimoniale e il conte economico, che contengono valori economici, il rendiconto finanziari che derivano dallo stato finanziario e dal conte economico e la nota integrativa che esplicita i valori e riporta informazioni di natura extra contabile.

Il sistema contabile è il processo di rilevazione, misurazione, analisi, interpretazione, sintesi e comunicazione di informazioni economiche e finanziarie che mettono i decisori nelle condizioni di esprimere giudizi e valutazioni sull’impresa. La contabilità è un “linguaggio” (il linguaggio del business) e ha le seguenti caratteristiche: ha natura tecnica ed è basata su “convenzioni”. In azienda si parlano linguaggi “diversi” che non sempre tutti conoscono e questo causa spesso incomprensioni e problemi di comunicazione, in particolare nelle relazioni tra coloro che si occupano delle attività operative (acquisti, produzione, vendite) e i “contabili”. Alla base della formazione dei bilanci ci sono alcune fonti, di tipo legislativo come il Codice civile e il Testo Unico delle Imposte sui Redditi e una parte di fonti che derivano dalla prassi, dall’esperienza, come i Principi contabili che sono alla base della redazione operativa dei bilanci, applicandone le leggi che lo governano e possono essere a livello Nazionale o Internazionale. Per il Codice civile il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanzia-ria della società e il risultato economico. La redazione dei bilanci avviene seguendo una serie di principi quali:  prudenza governa le operazioni tra l’impresa e terzi ed in particolare tutela gli interessi, dei terzi creditori, che avviene la non sopravalutazione scritti nell’attivo, al fine di garantire la tutela dei soggetti creditori  competenza alla base della misurazione economico nel conto economico delle imprese  continuazione dell’esercizio  iscrizione dei soli utili realmente conseguiti e non di quelli sperati  considerazione dei rischi e delle perdite ad esempio perdita di titoli  continuità dei criteri di valutazione Oltre alle norme di legge (civilistiche e fiscali) alla redazione dei bilanci contribuisce significativamente la «prassi contabile» dalla quale si ricavano indicazioni tecniche e regole specifiche, per la redazione dei bilanci. Ad elaborarle queste regole sono organismi professionali ai quali è riconosciuta autorevolezza e competenza e che redigono i principi contabili (a livello nazionale o internazionale). A livello internazionale i principi sono elaborati dall’International Accounting Standards Board (IASB) che elabora la prassi contabile dei principali paesi del mondo con lo scopo di armonizzare le regole, i principi e le procedure contabili relativi alla produzione dei bilanci. Parlare un “unico linguaggio” ed usare un’unica metodologia e applicare le stesse regole consente maggiore chiarezza delle informazioni e comparabilità dei bilanci a beneficio di tutti i soggetti interessati all’impresa. In Italia, i principi contabili internazionali IAS/IFRS (International Accounting Standard/ International Financing Reporting Standard) sono stati introdotti a partire dal 2005 rendendone obbligatoria l’applicazione a tutte le società quotate in borsa, alle banche e alle assicurazioni. È data facoltà alle altre società di capitali ad esclusione delle «piccole» di redigerli secondo tali principi. In Italia, la maggior parte delle imprese, di piccola o media dimensione, redigono il proprio bilancio applicando i principi contabili nazionali, questi sono emanati dall’Organismo Italiano di Contabilità (OIC), composto da una pluralità di soggetti tra cui spiccano, oltre all’Accademia, l’Ordine dei Dottori Commercialisti e il Consiglio Nazionale dei Ragionieri. L’apertura anche di imprese di media dimensione ai mercati internazionali, fa sì che molte di esse redigano i bilanci applicando i principi internazionali, per renderli leggibili anche a clienti esteri. Lo stato patrimoniale è diviso in due sessioni contrapposte:





la sessione di sinistra chiamata dare, che nella convenzione contabile contiene l’attivo, in particolare contiene le attività. le attività rappresentano le cose di valore dell’azienda (merci, magazzino, denaro in cassa)  dove sono stati investiti i capitali? la sessione di destra chiamata avere, contiene passività e capitale netto. Il passivo invece due gruppi di valori, le passività quindi gli obblighi verso i terzi, rappresentati dai debiti o impegni nei confronti di terzi e il capitale netto rappresentato dai diritti vantati dalla proprietà, diritto residuale non rappresentato da un contratto che prevede la restituzione del debito, esso è vantato dai portatori di capitale netto.  chi ha fornito tali capitali all’impresa che hanno permesso di investire all’impresa

Lo Stato Patrimoniale rappresenta la “fotografia” ad un dato momento (tipicamente alla fine di ogni esercizio) di tre elementi: 1. la consistenza del patrimonio aziendale alla data del Bilancio; tale patrimonio è indicato con il termine Attività e identifica l’insieme di tutti i beni che sono di proprietà dell’impresa 2. le fonti di terzi, di finanziamento, che hanno reso possibile acquisire quelle attività; tali fonti sono indicate con il termine Passività e rappresentano i debiti che l’azienda ha contratto nei confronti di questi soggetti 3. la parte di patrimonio di pertinenza degli Azionisti; che si indica con il termine Patrimonio Netto (o Capitale Netto), proprio perché corrisponde alla differenza tra il patrimonio, quindi le Attività (Patrimonio) e le Passività (fonti di terzi che hanno finanziato le attività) -> la ricchezza netta di un’impresa è data dalla differenza delle attività e delle passività Per misurare la ricchezza posseduta da un’impresa in un determinato momento non è sufficiente calcolare il valore complessivo dei beni di cui l’impresa dispone, ma a tale valore delle attività bisogna sottrarre l’ammontare complessivo dei debiti, cioè appunto delle passività. Da questo deriva che il capitale netto è dato dalle attività meno le passività, ovvero la ricchezza netta di cui un’impresa dispone è dato da ciò che l’impresa possiede e ciò che l’impresa deve a terzi. Il conte economico contiene i valori economici, ovvero i ricavi (valore dei beni e/o servizi ceduti al mercato), misurato dal fatturato o le vendite e i costi (remunerazione dei fattori produttivi delle RISORSE impiegati per la realizzazione dei beni/servizi ceduti), quindi il risultato economico dell’esercizio dato da ricavi e costi produce la ricchezza prodotta nel corso di un periodo, confrontando il valore del mercato trasferisce all’impresa, confrontato con il valore che l’impresa trasferisce ai fornitori di risorse per remunerarli delle risorse date all’impresa. Il Conto Economico è il documento che permette di determinare e analizzare se e come la gestione dell’impresa ha generato ricchezza economica. Le sue componenti essenziali sono:  I ricavi, che rappresentano il valore monetario pattuito con i clienti dei servizi effettivamente erogati e dei beni effettivamente consegnati o spediti in un determinato periodo. -> erogazione del servizio e consegna o spedizione del bene Occorre ricordare che, molto spesso, le aziende di produzione di beni cedono i propri prodotti a «intermediari» che a loro volta metteranno tali prodotti a disposizione del consumatore finale. Pertanto, se per il consumatore finale l’acquisto di un vestito soddisfa il bisogno di vestirsi, per il negozio di abbigliamento il bisogno è quello di disporre di un assortimento di vestiti aventi una data qualità, a un dato prezzo, in un dato tempo. In tal caso la “catena del



valore” si compone di più soggetti che concorrono alla creazione del valore e alla sua distribuzione. (non dimenticando che a monte vi sono altri fornitori) I costi, che rappresentano il valore monetario pattuito con i fornitori delle risorse, beni e servizi, che sono state effettivamente impiegate per conseguire i ricavi stessi di quel periodo: si dice che costi e ricavi devono essere di competenza, ovvero devono essere collegati a quel determinato periodo.

Le “grandezze economiche” che confluiscono nei bilanci, appartengono a due grandi categorie:  Grandezze fondo sono valori istantanei ovvero riferibili ad un determinato momento, es data chiusura di un bilancio -> cassa, crediti, patrimonio, magazzino, debiti commerciali e debiti finanziari, sono valori patrimoniali e finanziari  Grandezze flusso sono valori “di periodo” ovvero riferibili ad un determinato arco temporale (ad esempio la durata dell’esercizio: supponendo sia annuale 1/1 - 31/12, quanto sono i ricavi di vendita? i costi sostenuti? il reddito dell’anno?) Sono grandezze flussi il reddito, il profitto, i ricavi, le vendite, i costi e gli acquisti, tali valori si trovano epilogati nel conto economico e sono valori economici Il bilancio è “un contenitore di valori economici, patrimoniali e finanziari”, è redatto per «dar conto» dell’andamento della gestione e pertanto per “informare”, coloro che ne siano interessati, sui risultati ottenuti dall’impresa. In particolare, il bilancio di esercizio ha lo scopo di determinare:  Il risultato economico della gestione, attraverso il confronto tra ricavi e costi  Il correlato capitale di funzionamento, che viene determinato all’interno dello stato patrimoniale Il Bilancio è quindi uno strumento di comunicazione circa l’andamento della gestione ai soggetti interessati (stakeholder), interni o esterni all’impresa. Il bilancio di esercizio documento tipicamente rivolto ai soggetti esterni all’impresa e fornisce un’informazione “generale” sull’andamento della gestione. Nello specifico la comunicazione economico-finanziaria ...


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