Eneide - Analisi E Parafrasi PDF

Title Eneide - Analisi E Parafrasi
Course Letteratura Latina 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Pages 18
File Size 104.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 100
Total Views 137

Summary

Parte Monografica...


Description

VIRGILIO - ENEIDE: ANALISI E PARAFRASI L’Eneide è un poema epico che narra e celebra le avventure e le virtù di Enea, capostipite della Gens Iulia e dei popoli Italici. All’interno dell’opera viene esaltata la pietas di Enea, ovvero il rispetto dei doveri verso gli dei, la famiglia e l’ospitalità. Ottaviano copierà il suo comportamento per governare in maniera unitaria nell’Impero Romano. E’ formato da XII libri, composti dal 29 al 19 a.c. e divisi in due parti, sulla linea dei poemi Omerici. I primi 6: narrano la fuga di Enea da Troia in fiamme verso l’Italia, con l’approdo a Cartagine. Tema del viaggio e parte Odissiaca del poema. Ultimi 6: raccontando l’approdo nel Lazio e la fondazione di Lavinio. A partire dal libro VII inizia la parte idilliaca dell’approdo nel Lazio. Nel libro X c’è il duello fra Pallante e Lauso (l'unico figlio del tiranno Etrusco Mezenzio di Caere che in seguito all'esilio del padre, cacciato dai sudditi per la sua condotta crudele, è costretto anch'egli a lasciare la città. Il giovane Asture, divenuto re al posto di Mezenzio, riesce a tirare dalla sua tutti gli altri sovrani Etruschi, cosicché l'ex tiranno e suo figlio per sottrarsi alla cattura si rifugiano presso Turno, il re dei Rutuli, che nel frattempo ha dichiarato guerra ai Troiani di Enea sbarcati nel Lazio. Questi ultimi hanno ottenuto l'appoggio degli Etruschi ostili a Mezenzio, il quale ancora una volta deve così vedersela con gli oppositori interni) in cui poi subentrerà Turno che decreterà anche la morte del giovane combattente proprio nel suo primo giorno di battaglia. In questo libro vi è inoltre, oltre al duello fra Turno e Pallante, quello fra Enea e Lauso. Nel libro XII Enea non risparmia Turno sia perché è in debito con Evandro (padre di Pallante) per la sua ospitalità nel Lazio non appena arrivato in Italia, sia per vendicare Pallante, di cui Turno aveva indebitamente sottratto le spoglie e calpestato, dopo averlo ucciso. Qui è presente il punto massimo della sua ira/aggressività e al tempo stesso del suo sentimento di “pietas” verso gli dei e coloro che lo hanno ospitato. Alla fine del XII libro si stabilisce un rapporto di concordia fra Etruschi, Arcadi e Latini. In età post Virgiliana, Augusto puntò ad un recupero dei popoli Italici, i quali erano alleati con i Romani, esaltandone la concordia, tramite la conciliazione ottenuta con la “Pax Romana”.

LIBRO II: VERSI 705 - 794 ALLA CASA DI ANCHISE (705 - 729) LA PERDITA DI CREUSA (730 - 794) Egli aveva parlato (Principale) e ormai si ascolta più distinto, attraverso le mura, il rumore del fuoco (Coordinata) e gli incendi di fuoco si propagano più vicino. (Coordinata) Orsù, caro padre, affrettati a collocarti sul nostro collo, (Principale) io stesso mi metterò sotto con le spalle (Coordinata) né questa fatica mi peserà; (Coordinata) dovunque le cose andranno a finire, (Coordinata) univoco e comune sarà il pericolo, unica sarà la salvezza per entrambi. (Coordinata) Mi sia compagno il piccolo Iulo [Ascanio, figlio di Enea] (Principale) e mia moglie, a distanza, osservi i miei passi. [mi segua] (Coordinata) Voi, che mi obbedite volentieri, [servi] osservate, con i vostri animi le cose che io vi dirò. (Principale) C’è, essendo usciti dalla città, un’altura e un antico tempio isolato di Cerere [divinità materna della terra e della fertilità] (Principale) e accanto un antico cipresso venerato per molti anni dalla religiosità degli antenati; (Coordinata) da diverse direzioni giungeremo in quest’unica sede. (Coordinata) Tu, oh padre, prendi con la tua mano gli oggetti sacri degli dei tutelari. [Penati = divinità protettrici della famiglia e dello stato] (Principale). Non è lecito (Principale) che io ti tocchi, reduce da una guerra così grande e da una strage recente, (Infinitiva) finché non mi sarò lavato nella corrente di un fiume. (Temporale) Avendo detto queste cose, mi ricopro sulle ampie spalle, e sul collo chinato, della pelle di un leone fulvo, come mantello (Principale) e mi sottometto al peso. [del padre affinché non soffra le asperità] (Coordinata) Il piccolo Iulo si strinse alla destra (Principale) e segue il padre con passi disuguali, (Coordinata) alle spalle segue mia moglie. (Coordinata)

Ci dirigiamo attraverso luoghi oscuri, (Principale) ora tutti i soffi di vento mi atterriscono, (Temporale) me che fino a poco tempo fa, non turbavano né le frecce scagliate, né i Greci raccolti in una schiera ostile, (Coordinata) e mi fa sobbalzare ogni suono, me che sono sospeso nell’incertezza, (Coordinata) che temo ugualmente per il compagno. [il figlio Iulo] e per il peso [il padre Anchise] (Relativa)

Ed ormai mi avvicinavo alle porte (Principale) e mi sembrava di aver compiuto tutto il percorso (Coordinata) quando un fitto rumore di passi sembrò presentarsi improvvisamente alle mie orecchie (Temporale) e mio padre, scrutando attraverso l’oscurità esclama: “Figlio, fuggi figlio, si avvicinano”; (Coordinata) “vedo gli scudi fiammeggianti e i bronzi sfolgoranti.” [riferito alle armi] (Coordinata) Allora, non so quale divinità malvagiamente ostile (Principale) strappò via a me trepidante, l’animo già turbato. (Coordinata) E infatti, mentre seguo di corsa luoghi impervi (Temporale) e [mentre] mi allontanavo dalla nota direzione delle strade, (Temporale) ahimè mia moglie Creusa, essendo stata strappata dal fato, a me infelice, (Principale) si fermò, (Coordinata) forse deviò dalla via (Coordinata) o caduta si fermò, (Interrogativa Indiretta) è [cosa] incerta; Nè poi fu restituita ai nostri occhi, né mi voltai a guardare lei smarrita, (Principale) o rivolsi il pensiero [a lei] (Coordinata) prima che giungessimo alla radura e al santuario dell’antica Cerere. (Comparativa) Qui, infine, essendo stati radunati tutti, (Principale) soltanto lei mancava (Coordinata) e tradì i compagni, il figlio e il marito, (Coordinata) chi non accusai, fuori di me [pazzo], fra gli uomini e fra gli dei, (Interrogativa Indiretta) o che cosa di più crudele io vidi nella città distrutta? (Coordinata) Affido ai miei compagni Ascanio [Iulo], mio padre Anchise e gli dei tutelari troiani [penati] (Principale) e li nascondo in una valle profonda, (Coordinata) io ritorno verso la città (Coordinata) e mi cinto di armi splendenti. (Coordinata)

Ho deciso (Principale) di affrontare nuovamente tutte le difficoltà (Coordinata) e di ritornare attraverso l’intera Troia (Coordinata) ed esporre nuovamente la vita ai pericoli. (Coordinata) Ritorno alle mura e alle soglie oscure della porta (Principale) dalla quale avevo portato fuori il passo (Relativa) e seguo nella notte, a ritroso, le orme tracciate (Coordinata) e con la luce [notturna] scruto. (Coordinata) Ovunque, c’è orrore nel mio animo, (Principale) allo stesso tempo gli stessi silenzi mi atterriscono. (Coordinata) Quindi mi dirigo nuovamente verso casa (Principale) se per caso lei [Creusa] avesse portato il piede; [fosse tornata lì] (Condizionale) i Greci vi erano entrati [nella casa di Enea] (Coordinata) e occuparono tutta la dimora. (Coordinata) Subito il fuoco divoratore si diffonde verso le parti più alte dei tetti, (Principale) si levano in alto le fiamme, (Coordinata) il fuoco infuria fino al cielo. (Coordinata) Procedo (Principale) e rivedo le dimore e la rocca di Priamo (Coordinata) ed ormai, nei portici vuoti, nel tempo di Giunone, Fenice ed il terribile Ulisse (Coordinata) custodivano il botto in qualità di custodi. [compl. predicativo del soggetto con estensione nominale] (Coordinata) Qui, da ogni parte sono raccolti: il tesoro di Troia, essendo stato strappato alle parti più interne dei santuari incendiati [adytis] e gli altari degli dei e i vasi di oro massiccio e la spoglia catturata. (Principale) Stanno attorno fanciulli e madri impaurite in lunga fila. (Principale) Osando perfino (Principale) cacciare grida attraverso l’oscurità, (Coordinata) riempii di urla le strade (Coordinata) e triste invocavo “Creusa” (Coordinata) ripetendolo invano più e più volte. (Coordinata) Il triste fantasma, e l’ombra della stessa Creusa mi apparivano dinanzi agli occhi, (Principale) a me che la cercavo, furioso senza fine, fra le case della città (Coordinata) e l’immagine era più grande di quella nota. (Coordinata)

Rimasi attonito (Principale) e i capelli si rizzarono (Coordinata) e la voce rimase bloccata in gola. (Coordinata) Allora cos’ si rivolse a me (Principale) e attenuava le mie pene con queste parole: (Coordinata) “a che cosa serve cedere ad un dolore così smodato, oh dolce consorte?” [marito] (Int. dir.) Queste cose non accadono senza la volontà degli dei; né è lecito (Principale) che tu porti via da qui Creusa come compagna, (Infinitiva) o lo permette quel famoso sovrano dell’Olimpo che sta in alto.(Coordinata) Tu devi affrontare un lungo esilio e solcare l’ampia distesa del mare (Principale) e giungerai nella terra Occidentale, [Esperia] (Coordinata) dove l’Etrusco [Lidio] Tevere scorre tra i campi fertili degli uomini, con lento corso. (Infinitiva) [profezia] Lì ti saranno preparati un destino propizio, un regno e una moglie regale (Principale) allontana le lacrime per la cara Creusa. (Coordinata) Io non vedrò le dimore superbe dei Mirmidoni [popolo Tessalo della mitologia greca, discendente da Mirmidone, figlio di Zeus, del quale era re Achille e che egli condusse con sé, alla guerra di Troia] o dei Dolopi [la Dolopia è un'antica regione della Grecia, situata fra l’Epiro, la Tessaglia, e l’Etolia] (Principale) o non andrò in schiavitù alle donne Greche, io Troiana e nuora di Dardano [figura della mitologia etrusca e troiana, legato alla leggenda della fondazione di Troia] e della divina Venere; (Coordinata) ma la grande madre degli dei mi trattiene su queste coste. (Coordinata) Ormai addio, e persevera nell’amore per il figlio che abbiamo in comune. (Principale) Non appena pronunciò queste parole, (Temporale) abbandonò me che piangevo (Principale) e che volevo dire molte cose, (Coordinata) e scomparve nell’aria evanescente. (Coordinata) Per tre volte tentai (Principale) di abbracciarla [darle un abbraccio] attorno al collo, (Coordinata) per tre volte la sua ombra, essendo stata afferrata invano, sfuggì alle mie mani, pari [come] ai venti leggeri e molto simile ad un sogno alato. (Coordinata)

LIBRO IV: VERSI 642 - 692 LA MORTE DELLA REGINA DIDONE (642 - 666) LA DISPERAZIONE DELLA SORELLA ANNA (667 - 692)

Ma Didone, [figura mitologica, nonché fondatrice e prima regina di Cartagine] trepidante e fuori di sé a casa dei propositi terribili, [di suicidio] volgendo lo sguardo iniettato di sangue ed essendo stata cosparsa di macchie sulle guance tremanti, e pallida per la morte imminente (Principale) irrompe nella stanza più interna della reggia (Coordinata) e sale furiosa verso l’alto rogo, (Coordinata) e sguazza la spada Troiana, dono non richiesto per questo uso. (Coordinata) Qui, dopo che vide le vesti Troiane, e il noto letto, (Temporale) indugiando un po’ con le lacrime e i ricordi, si gettò sul letto (Principale) e pronunciò le sue ultime parole: (Coordinata) “Oh spoglie dolci, finché il fato e il dio lo permettevano (Temporale) accogliete quest’anima (Principale) e liberatemi da queste pene. (Coordinata) Ho vissuto (Principale) e ho portato a termine il percorso (Coordinata) che la Fortuna [intesa come divinità] mi aveva assegnato (Relativa) e ora la mia grande [gloriosa] immagine andrà sotto terra. (Coordinata) Ho fondato una città illustre, (Principale) ho visto [costruirsi e fortificarsi] le mie mura, (Coordinata) vendicando mio marito ho fatto pagare la pena a mio fratello nemico, (Coordinata) felice, ahimè troppo felice, se solo le navi Troiane non avessero mai toccato le nostre coste.” (Condizionale) [makarismos: figura retorica augurio di felicità rovesciato] Così disse, essendo stata impressa la bocca sul letto: (Principale) “Moriremo invendicate, [io] (Coordinata) ma moriamo; (Coordinata) così, così conviene discendere tra le ombre. (Coordinata) Il crudele Troiano [Enea] contempli con gli occhi questo fuoco dall’alto [mare] (Principale) e porti con se il presagio [funesto] della mia morte. (Coordinata)

Così aveva detto (Principale) e le sue ancelle vedono quella mentre colla sulla spada, nel mezzo di tali parole e [vedono] la spada grondante di sangue e le sue mani cosparse di sangue. (Coordinata) Le urla giungono fino alle alte dimore del cielo, (Principale) la fama [personificata in un uccello nero che si aggira per la città di Cartagine annunciando la brutta notizia della morte della propria regina] si aggira sfrenata attraverso la città sconvolta. (Coordinata) Le case fremono di lamenti, di gemiti e di ululati femminili, (Principale) il cielo risuona di pianti profondi, (Coordinata) non diversamente che, essendo entrati i nemici, l’intera Cartagine o l’antica Tiro [antica capitale del regno Fenicio] crollassero (Comparativa) e le fiamme furenti si diffondessero attraverso i tetti degli uomini e quelli degli dei. [i templi] (Coordinata)

La sorella [Anna, dea romana che impersonificava l’anno e il suo perpetuo ritorno] ascoltò esanime e atterrita, correndo trepidamente, ora graffiandosi il volto con le unghie e percuotendosi il petto con i pugni [classica scena femminile nei rituali funebri] (Principale) corre in mezzo a loro, (Coordinata) e invoca quella che sta morendo per nome: (Coordinata) “Quello era quello, [che meditavi] o sorella? (Int.dir.) Mi hai cercato con inganno? [ti sei servita di me per preparare il rogo rituale, dicendomi che sarebbe servito per bruciare le spoglie di Enea] (Int.dir.) Questo rogo preparavano per me, il fuoco e l’altare? (Int.dir.) Di che cosa dovrei lamentarmi per prima, io abbandonata? (Int.dir.) Tu hai respinto, morendo, tua sorella in qualità di compagna? [complemento predicativo dell’oggetto] (Int. dir.) Mi avresti potuto chiamare al medesimo destino, [valore desiderativo] (Principale) lo stesso dolore e lo stesso momento avrebbero portati via entrambe con la spada. (Coordinata) Io ho persino costruito [il rogo] con queste mani, (Principale) e ho invocato con la voce gli dei della patria, (Coordinata) cosicché, io, fossi lontana da te [essendo stata] sepolta, oh crudele [Didone]?(Concessiva)

Tu hai mandato in rovina te e me, oh sorella, il popolo, i senatori Cartaginesi e la tua città. (Principale) Porgetemi, [l’acqua] (Principale) che io possa lavare le ferite con acqua pura, (Coordinata) e se un estremo soffio di vita sopravvive [a Didone], (Coordinata) che io possa raccoglierlo con le labbra.” (Coordinata) Avendo detto così, aveva superato gli alti gradini (Principale) e con un gemito riscaldava la sorella esanime, stringendola al seno (Coordinata) e asciugava con la veste il sangue scuro. (Coordinata) Quella [Didone] avendo tentato di sollevare gli occhi pesanti, [appesantiti dall’avvicinarsi della morte] (Principale) viene meno nuovamente; (Coordinata) la ferita, essendo stata conficcata, [penetrata in profondità] stride sotto il petto. (Coordinata) Per tre volte si levò, sollevandosi, essendosi poggiata sul gomito, (Principale) per tre volte ricadde sul letto, e mentre gli occhi erravano, (Coordinata) cercò la luce in alto, nel cielo, (Coordinata) e avendola trovata [la luce] gemette. [Didone] (Coordinata)

LIBRO V: VERSI 827 - 861 VENERE E NETTUNO (827 - 834) LA MORTE DI PALINURO (835 - 861) Allora, una piacevole gioia torna a pervadere l’animo incerto del padre [pater: capostipite] di Enea; (Principale) ordina [Enea] (Coordinata) che tutti gli alberi [della nave] siano sollevati molto rapidamente (Infinitiva) e che le antenne siano coperte dalle vele. (Infinitiva) Tutti insieme manovrarono la scorta (Principale) e sciolsero le pieghe ugualmente, a sinistra, poi a destra; (Coordinata) contemporaneamente volgono (Coordinata) e rivolgono gli alti pennoni; (Coordinata) brezze favorevoli spingono la flotta. (Coordinata) Primo, davanti a tutti, Palinuro [personaggio della mitologia romana, il mitico nocchiero di Enea, caduto in mare di notte, tradito dal dio Sonno, mentre conduceva la flotta verso l’Italia] guidava la fitta schiera; (Principale) gli altri hanno avuto l’ordine di dirigersi verso tale rotta. (Coordinata)

Ormai l’umida notte aveva toccato quasi il punto mediano del cielo, (Principale) i marinai riposavano le membra nella placida quiete, essendo distesi sotto i remi sui duri banchi, (Coordinata) quando il Sonno, essendo disceso lieve, dagli astri del cielo, smosse l’aria oscura (Temporale) e disperse le ombre, cercando te Palinuro, portando a te innocente un sonno funesto; (Coordinata) Il dio si sedette sulla poppa, nella parte alta, simile a Forbante [il dio del Sonno si mostra a Palinuro con l’aspetto di Forbante, pilota in seconda della nave, per ingannarlo e convincerlo ad abbandonarsi al sonno] (Principale) e proferisce queste parole con la voce: (Coordinata) “Oh Palinuro, figlio di Iaso, il mare stesso conduce la flotta, (Principale) e i venti soffiano calmi e costanti, (Coordinata) l’ora [il tempo] è concessa al riposo. (Coordinata) Reclina il capo (Principale) e sottrai gli occhi stanchi alla fatica. (Coordinata)

Io stesso affronterò i tuoi compiti, al posto tuo, per un po’.” [di tempo] (Principale) E a costui, Palinuro dice sollevando a stento gli occhi: (Principale) “Tu ordini [a me] (Int. dir.) che io ignori l’aspetto del mare calmo e i flutti quieti? (Infinitiva) [tu ordini] Che io confidi in questo essere mostruoso? [il mare] (Int. dir.) Potrei affidare Enea? (Int. dir.) Essendo stato tante volte ingannato dall’insidia del tempo sereno?” (Int. dir.) Dava tali risposte, (Principale) fisso ed attaccandosi, mai lasciava il timone (Coordinata) e teneva gli occhi sotto gli astri. (Coordinata) Ed ecco il dio, scuote un ramo umido di rugiada del Lete [fiume dell’oblio] (Principale) e impregnato del potere narcotico dello Stige su entrambe le tempie e indebolisce gli occhi languidi a lui che esita. [si avvicina il momento della morte di Palinuro] (Coordinata) Non appena la quieta inattesa aveva cominciato a indebolire i suoi arti, (Temporale) incombendo dall’alto [il sonno] gettò quello [Palinuro] a capofitto tra le onde liquide, con una parte divelta della poppa e con il timone, mentre invocava spesso invano i compagni. (Principale) Egli stesso volando, si levò lieve, alato, verso il cielo, nell’aria. (Principale)

LIBRO X: VERSI 438 - 509 L’EROISMO DI PALLANTE (438) LA MORTE DI PALLANTE (439 - 509) Presto i loro fati li attendono sotto un nemico maggiore. (Principale)

Nel frattempo, la divina sorella [di Turno, ovvero la ninfa Giuturna che rimanda lo scontro fra Enea e Turno, facendo in modo che non si incontrino, pur cercandosi, fino a che non sarà fermata da Giove] suggerisce (Principale) che Turno subentri a Lauso, (Infinitiva) Turno che fende [taglia] lo schieramento nel mezzo con il suo carro alato. [inteso come veloce, è un vocabolo Omerico] (Relativa) Non appena vide i compagni (Temporale) disse: “è tempo di cessare la battaglia, (Principale) io solo mi dirigo contro Pallante, (Coordinata) soltanto a me Pallante è dovuto. (Coordinata) Io vorrei che (Principale) il padre in persona fosse presente come spettatore.” [complemento predicativo del soggetto] (Coordinata) Disse queste cose [Turno] (Principale) e i compagni si ritirarono dalla pianura, al suo comando. (Coordinata) Ma il giovane, [Pallante] con la ritirata dei Rutuli, essendo stato stupido per gli ordini arroganti, rimane attonito di fronte a Turno, (Principale) e volge lo sguardo attraverso il [sul] suo copro gigantesco [di Turno] (Coordinata) e squadra a distanza tutte le cose [il suo corpo] con espressione torva e con tali parole ribatte le parole del sovrano: [Turno] (Coordinata) “Io sarò presto lodato per le ricche spoglie sottratte [a Turno] o per una morte illustre, (Principale) mio padre [Evandro] è disposto ad accettare entrambe le sorti, (Coordinata) metti da parte le minacce.” (Coordinata) Avendo parlato, avanza in mezzo al campo, (Principale) ilsanghe si rapprende freddo agli Arcadi [popolo del re Evandro che assiste allo scontro] nel cuore. (Coordinata)

Turno salta giù dal carro (Principale) e si prepara (Coordinata) ad avanzare a piedi, da vicino; [verso Pallante] (Coordinata) Come un leone si lancia (Principale) quando vede da un’alto punto di osservazione (Temporale) che un toro sta lontano nel campo, esercitandosi per ...


Similar Free PDFs