Ergonomia PDF

Title Ergonomia
Course Odontoiatria pediatrica
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Appunti di Ergonomia ...


Description

ERGONOMIA1 Il termine ergonomia è usato per definire la disciplina che, ispirandosi a diverse conoscenze scientifiche, ha come oggetto l’attività umana in relazione alle condizioni ambientali, strutturali e organizzative in cui si svolge. Il fine è l’adattamento di tali condizioni alle esigenze dell’uomo in rapporto alle sue caratteristiche e alle sue attività. Lo SCOPO dell’ergonomia è quello di consentire l’ottimizzazione dell’efficienza e dell’efficacia del lavoro svolto. Per efficienza intendiamo arrivare e raggiungere un obiettivo, mentre per efficacia intendiamo svolgere tale obiettivo nel minor tempo possibile. Quindi, l’ergonomia semplicemente permette di rendere il lavoro più semplice, meno stressante, avere una migliore organizzazione migliorando la qualità di vita dell’operatore e dello staff operativo. Le finalità fondamentali dell’ergonomia sono:      

Aumento della qualità del prodotto/servizio Migliorarne la qualità Riduzione tempi di esecuzione Miglioramento della sicurezza dell’operatore Miglioramento sicurezza e comfort dell’utente Miglioramento della soddisfazione finale del cliente/paziente

L’ergonomia odontoiatrica si basa su tre concetti fondamentali, in base al work factor:  Identificazione e descrizione dei movimenti elementari (ME) {i singoli movimenti che caratterizzano le nostre azioni, come trasportare, afferrare, montare, utilizzare, smontare, rilasciare, preposizionare, “processo mentale”}  Principio dell’economia dei movimenti (PEM) {fare il minor numero di movimenti possibile, permette non solo di ridurre meno le procedure operatorie ma anche di stressare di meno sia l’operatore che il paziente}  Concetto di procedura operativa (PO) {esecuzione vera e propria del nostro lavoro} Questi tre concetti a livello ergonomico non sono separati tra di loro ma uniti.

CONCETTO DI MOVIMENTO ELEMENTARE (EM): Sono i movimenti semplici ed elementari che influenzano il nostro lavoro. Sono sette, anche se in realtà sono otto considerando il “processo mentale” (è il movimento meno intuitivo, ma comunque è un concetto fondamentale alla base dell’ergonomia che consente di riposizionare ogni cosa al suo posto). I movimenti elementari portano ad un dispendio di energia che è differente a seconda di come si effettua il movimento. I movimenti semplici ed elementari sono: trasportare, afferrare, montare, utilizzare, smontare, rilasciare, preposizionare, “processo mentale”

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Deriva dal greco Ergon (lavoro) e Nomos (legge)

PRINCIPIO DELL’ECONOMIA DEI MOVIMENTI (PEM): è la modalità meno dispendiosa, in termini spazio-tempo, per effettuare uno o più movimenti elementari. Tale economia coinvolge contemporaneamente: o

Il corpo umano:

Per corpo umano in ergonomia si intende praticamente i movimenti che noi effettuiamo; a seconda dell’ampiezza, dell’estensione dei muscoli coinvolti questi movimenti vengono divisi in classi, per cui avremo delle classi di movimenti basse e delle classi di movimento alte. Maggiore è la classe di movimento, maggiore saranno i muscoli coinvolti; per cui le prime classi di movimento rappresentano i movimenti delle dita, dei polsi, del gomito, man mano che saliamo abbiamo dei movimenti molto più ampi, che sono quelli del tronco e del corpo. Il nostro scopo è quello di effettuare il minor numero di movimenti possibili ma prevalentemente anche il minor numero di estensioni possibil o

PEM RIFERITI AL CORPO UMANO I classe = movimenti delle dita II classe = movimenti del polso III classe = movimenti del gomito IV classe = movimenti dell’avambraccio V classe = movimenti del braccio VI classe = movimenti del tronco VII classe = movimenti del corpo Il linea generale i criteri fondamentali sono: attuare il più possibile movimenti di grado basso (I, II, III) piuttosto che movimenti coinvolgenti ampie parti del corpo e realizzare estensioni brevi.

Il posto di lavoro:

Per posto di lavoro in ergonomia non intendiamo solo la sala operatoria e il riunito, ma tutto lo studio. Distinguiamo: 1) Macrolayout: miniclinica, ospedale, clinica. Rappresenta il layout2 totale dello studio o comunque, del sistema operativo odontoiatrico. Riguarda tutta la planimetria, include porte e le aree di accesso, le eventuali scale interne, le varie suddivisioni. Ogni studio deve essere suddiviso in almeno quattro aree ben identificabili dette “aree funzionali”: - Zona reception - Segreteria - Zona clinica - Zona privata A seconda dello spazio a disposizione, possiamo avere LOCALI BASE3: 

RECEPTION: Posizione: baricentrica tra spazio clinico ed extra (davanti all’ingresso) Personale addetto: segretaria (scandisce i tempi dello studio) Funzione: contabilità, amministrazione e controllo sala d’attesa) Vie di accesso: una direttamente nella zona clinica in modo indipendente ed una direttamente nell’ingresso Ampiezza: tale da accogliere tutti gli strumenti tecnologici (telefono, pc, fax ecc.)



SALA D’ATTESA

2 Col termine layout s’intende, non solo la stretta topografia di uno studio, ma anche di molti elementi aggiuntivi, di strumentazione, arredamento, segnalazioni e comunicazioni motivazionali o addirittura di marketing. 3 Nelle slides di quest’anno sono state approfondite solo reception, sala d’attesa e ingresso, il resto è stato aggiunto dalle slides di ergonomia

o o o

Caratteristiche: Sedute: comode e resistenti o No divanetti (alle persone non piace stare a contatto con estranei) o No rivestimenti importanti Musica di sottofondo: Rilassa il paziente Centralizzata (idea di insieme) Copre i rumori dello studio Sistemi audio-visivi: o Distraente (interattività) o Didattica Mobilia: o Evitare gli sfarzi o Evitare oggetti di antiquariato INGRESSO Funzioni ● Evidenziare la sede della segreteria ● Evidenziare la sede della sala d’attesa ● Evidenziare il servizio pazienti 

STUDIO PRIVATO Linea telefonica e fax privata, mobilia necessaria per interloquire col pz



SERVIZIO PZ Antibagno, servizi per portatori di handicap, dispenser monouso, ampio specchio, musica di sottofondo



SERVIZIO PERSONALE



SALA DI STERILIZZAZIONE Posizione baricentrica nella zona operativa • Evidenziarla con scritte, vetrate, porte scorrevoli • Porta automatica e trasparente (almeno in parte) • Strumentazione: - autoclave - lavello in acciaio a 2 vasche - scolatoio pensile - vasca ad ultrasuoni - imbustatrice – lavastrumenti



SALA OPERATORIA Riservatezza - Facile operatività -Disinvolta mobilità degli operatori • Accesso facilitato alla poltrona per paziente, operatore e assistente • Area operativa in posizione sicura rispetto al traffico interno ed esterno • Arredamento omogeneo, misurato alle funzione della sala anche se in maniera flessibile, robusto, igienico. • Luce panoramica di 750 lux, luce operativa di 8000 lux (rapp. 1/10) • Lunghezza minima: 3 m • Pavimentazione e rivestimenti secondo norme ASL

Il riunito odontoiatrico deve essere: di tipo BK3 o SPRIDO, altezza minima della seduta 36 cm, vani di manutenzione facilmente accessibili, posizioni memorizzabili con ritorno all’ultima posizione, blocco idrico ruotabile verso l’esterno, numero di strumenti ideale 6 con superfici che facilitano la presa LOCALI ACCESSORI:     

Sala OPT o Tele-RX Laboratorio Spogliatoio personale Magazzino Secondo ingresso

2) Microlayout: è il layout della sala operatoria, che contiene la poltrona, il riunito e le illuminazioni da lavoro 3) Minilayout: è l’area operativa in cui si può operare eseguendo soltanto (o in larga prevalenza) movimenti dal I a IV grado, cioè spostamenti corporei minimi. Il minilayout rappresenta la parte più importante, perché si svolge il lavoro alla poltrona

o La strumentazione (grossa strumentazione, piccola strumentazione e strumentazioni particolari)

Grossa strumentazione:  Poltrona  Blocco aero-idraulico o BAI  Seggiolini  Piani d’appoggio (fissi o removibili)  Tavoletta operativa  Lampada operatoria POLTRONA Requisiti fondamentali: o Schienale sottile (max 5-10 cm all’estremità dello schienale) o Schienale stretto (max 15-20 cm all’estremità dello schienale) o Possibilità di contenere tutto il corpo del paziente comprese le braccia o Essere molto reclinabile, per far salire e scendere con comodità il paziente o Inclinabile fino alla posizione trendeleburg o Poggiatesta con incorporato un poggiacollo e poggiaspalle o Due pulsantiere comando funzioni poltrona o Comandi poltrona anche a pedale (sono solitamente due ma possono essere anche tre) o Ruotabile intorno all’asse verticale o Materiale di copertura antisettico, o comunque facilmente decontaminabile o Braccioli rimovibili

RIUNITO: Il riunito è lo strumento fondamentale del microlayout ed è quello intorno al quale ruota la maggior parte del lavoro dell’odontoiatra. È composto da tre elementi base quali: o Il sostegno (a piantone o a colonna) o Contenitore (poggia sul sostegno e contiene la faretra) o Strumenti dinamici (faretra4) FARETRA PORTASTRUMENTI: 1 siringa a tre vie, a pistola o a matita 1o 2 micromotori manipoli (anello blu, rosso e verde) 1-2 innesti turbine e manipoli air-flow 1 manipolo ablatore ad ultrasuoni 1 lampada fotopolimerizzante 1 terminale di videocamera Il riunito deve avere dei comandi che devono essere semplici, diretti, facilmente raggiungibili) soprattutto posizionati in più di un luogo nel senso ci sono i comandi a pedale per consentire, senza muovere le mani, di regolare l’inclinazione del riunito, la posizione del pz, e sulla pulsantiera. Quindi in generale ci sono almeno due comandi, poi esistono riuniti che sono forniti di tre comandi, il terzo comando è quello dove sta l’assistente, perché in generale dove sta l’assistente è presente il blocco aereo-idrico, quindi l’aspirazione. Abbiamo due tipi di sistemi aspiranti: quello semplice e quello AVA, ad alta velocità. Il riunito ha un pulsante di accensione che solitamente è posizionato in basso dietro la piantana.

Strumenti dinamici di base:   

2 attacchi per strumento rotante dritto, denominato manipolo dritto (turbina, ad aria compressa) e/o per strumento rotante angolato (ad elettricità), denominato contrangolo (o micromotore). 1 siringa a 3 vie, per acqua, aria e spray 1 sistema aspirante che, unito alla siringa a tre vie, costituisce un sistema di irrorazione e aspirazione, spesso definito blocco idraulico (IRA)

Contrangolo I contrangoli vengono sempre inseriti su micromotori elettrici che normalmente girano a 40.000 giri/min, da qui ricevono la forza motrice, i due si uniscono tramite attacco ISO che è universale, quindi possono essere accoppiati indifferentemente dalla marca o dal modello. Abbiamo:    

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Contrangolo Moltiplicatore 1:5 (anello rosso) con meccanica interna che amplifica la forza motrice, dando più velocità alla rotazione della fresa. Contrangolo Riduttore 5,4:1 (anello verde) con meccanica interna che riduce la forza motrice diminuendo sensibilmente la velocità di rotazione della fresa Contrangolo 1:1 (anello blu) con meccanica interna che trasporta senza variazioni la forza motrice del motore alla fresa facendoli girare alla stessa velocità. Contrangolo Endodontico: 115:1 con meccanica interna che riduce la forza motrice a 350 giri/min

E’ uno strumento che ci consente tramite l’utilizzo di cordoni che portano aria, acqua ed elettricità, l’utilizzo dei motori a cui vengono collegati i manipoli attraverso i quali lavoriamo sugli elementi dentari



Contrangolo Implantare: 20:1 sono manipoli caratterizzati da una bassa velocità ed elevato torque destinati all’implantologia ed alla chirurgia. Presentano la possibilità di collegare esternamente le bottiglie di infusione con soluzione salina fisiologica per il raffreddamento

I contrangoli tramite micromotore sono sempre collegati al riunito mediante cordoni che consentano il trasporto di acqua, aria, luce ed elettricità per il moto. Motori e manipoli I manipoli sono turbina e contrangolo; i motori sono: un motore che funziona ad aria ed un motore che funziona ad elettricità5 Quello per l’attacco della turbina funziona ad aria, e questo fa sì che il motore all’interno della turbina consenta una rotazione della fresa di circa 400.000 giri al min, ma essendo ad aria, quando la fresa incontra l’elemento dentario, in seguito alla pressione esercitata diminuisce nettamente la sua velocità ed arriva ad una grandezza di circa 250.000. Quando invece utilizziamo un motore elettrico, questo è molto più stabile, per cui indipendentemente dalla pressione tende a mantenere il numero di giri. Sul motore elettrico, che va ad una lunghezza di giri di circa 40.000 giri al min, possiamo montare diversi tipi di contrangoli che possono essere: ROSSO, VERDE e BLU. Il BLU è 1:1 e quindi 40.000 giri, il ROSSO che è un moltiplicatore ed arriva ai giri della turbina (200.000) e il VERDE è il riduttore (10.000).

Frese Abbiamo due tipologie di frese in base al tipo di gambo che presentano: Le frese con un attacco a FRIZIONE GRIP FG, caratterizzate da un gambo liscio. Vengono montate o su Turbina o su Contrangolo con Banda rossa. Frese con un attacco RA o CONTRANGOLO CA che dispongono di un Gambo provvisto di Tacchette. Possono essere inserite solo sul manipolo contrangolo

Vengono adoperate le une o le altre in base al sistema o meccanismo d’azione che si desidera utilizzare per farle ruotare. Anche L’ESTREMITÀ LAVORANTE delle frese è sostanzialmente differente: Le FG lavorano essenzialmente mediante una funzione di taglio e di rifinitura. Sono dotate di granuli di diamante che possono essere a Grana Grossa, Media, Fine ed Extra Fine. A seconda della loro dimensione si può avere una funzione di taglio fino ad arrivare ad una levigatura, da differenziarsi dalla lucidatura. La prima serve a portare tutto sullo stesso piano, la seconda invece serve per rimuovere qualsiasi interferenza e quindi rendere la superfice speculare e riflessiva. Le RA invece hanno una serie di differenze nella parte lavorante e possono avere una funzione di taglio, di rifinitura fino a levigatura e lucidatura. Nella turbina, inoltre, è presente un cuscinetto a sfera a forma di stella che gira mediante aria compressa ed è fondamentale la lubrificazione quotidiana per garantirne il funzionamento.

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Quindi, per l’azionamento delle frese si adottano due sistemi: ad aria ed elettrico

Sistema di serraggio delle frese Sistema push: 1. Si va a premere un pulsantino sulla testa del manipolo 2. Si inserisce la fresa 3. Inserita la fresa, si rilascia il pulsantino e si controlla l’inserimento della fresa Sistema a lamella (usato soprattutto nella strumentazione endodontica) 1. Sulla testa del manipolo è presente una lamella che, con dito6, viene spostata 2. Ciò consente l’apertura del sistema di settaggio e l’inserimento della fresa 3. Dopo aver inserito correttamente la fresa all’interno, si riposiziona la lamella (è come una linguetta) per chiudere il tutto

Il rispetto del principio dell’economia dei movimenti ha due diverse finalità: -

Velocizzazione di ogni intervento che si traduce in un minor tempo alla poltrona per il pz e quindi più soddisfazione Maggior fiducia del lavoro che consegue alla riduzione degli spazio-tempi superflui

PROCEDURA OPERATIVA (PO) (parliamo di LAYOUT OPERATIVO) Posizioni assunte dall’operatore secondo i Basiskonzepte (parametri ISO 4073 e tedeschi DIN 3832)

La sala operatoria (Kimmel 1989 schema ISO-DIN) è suddivisa in aree circolari, che hanno come centro la bocca del paziente. A partire da questo centro vi sono 3 aree circolari rispettivamente di raggio 0,5-1-1,5 m.

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In genere il pollice

In base a come disponiamo faretra e servomobili abbiamo 4 tipi diversi di organizzazione: BK1, BK2, BK3 e BK4

BK1 - Faretra-riunito a dx del paziente su carrello o su braccio ancorato al riunito o al muro - Operatore singolo (due mani) - Spazio per assistente inutile -Il servomobile a sinistra dell’operatore Questo tipo di disposizione permette di lavorare solamente con due mani e quindi non consente la doppia operabilità

BK2 -Faretra/riunito alle spalle del paziente su carrello o su braccio ancorato al riunito o al muro 7 -Operatore o solo o assistito (quattro mani) -Posizione innaturale per gli strumenti (per destrorsi) che sono soggetti a trazione (dannosa) -Psicologicamente confortevole

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Ciò crea maggiore confort al pz ma non per l’operatore che dovrà prendere lo strumento alle sue spalle, generando una torsione del cordone con conseguente determinazione di maggiore usura

BK3 -Faretra/riunito sul petto del paziente su braccio ancorata al riunito (anche doppia) -Operatore assistito (quattro mani) -Posizione naturale per gli strumenti (per destrorsi) che non sono soggetti a trazione -Vantaggi impiantistici e di ingombro anche se psicologicamente disagevole

Questa organizzazione è quella più usata in Italia. Si serve del SISTEMA SPRIDO, cioè “strumenti pendenti”. Con questo sistema, gli strumenti sono posizionati sulla faretra lungo un archetto; quest’ultimo, presenta una molla che, mediante un recupero inerte, permette di poter lasciare semplicemente la turbina che va a posizionarsi automaticamente nel suo alloggio. Grazie al Sistema Spredo, si può ricorrere alla doppia operabilità perché la faretra è posizionata sul petto del pz, facendo sì che sia l’operatore che l’assistente possano prendere la siringa acqua-aria in modo veloce e facile. L’unico svantaggio è che disagevole per il pz e, per questo motivo, è importante non posizionare la faretra e la lampada immediatamente in posizione non appena il pz si siede, perché andrebbe a creare un atteggiamento ansioso ed ostile.

BK4 -Faretra/riunito dietro la testa del paziente inserita nello schienale del riunito. -Operatore assistito (quattro mani) -Posizione innaturale per gli strumenti che sono soggetti a trazione

-Schienale ingombrante per le gambe -Più confortevole per il paziente, ma molto scomodo per l’operatore

VASSOI (TRAY OPERATORIO) È l’area su cui l’assistente colloca la strumentazione statica ed i materiali. Il vassoio operatorio è fondamentale per pre-posizionare gli strumenti che poi saranno utilizzati nell’atto operatorio Abbiamo:  CONTENITORE DI I CLASSE perchè deve contenere il maggior numero possibile di strumenti e materiali strettamente inerenti alla procedura operativa effettuata sul paziente che si sta curando. ● CONTENITORI DI II CLASSE, SERVOMOBILE Contenitore di II classe, o di rifornimento che è il servomobile, nel quale il vassoio può essere collocato prima di cominciare la procedura operatoria ●

CONTENITORE DI III CLASSE, ARMADIO Collocato al di fuori della sala operatoria, per materiale da stoccaggio, da raggiungersi solo con movimenti di VI e VII classe.

Si possono suddividere secondo le diverse caratteristiche in:          

Aperti Chiusi (autoclavabili, solitamente usati in implantologia) Metallici Di plastica Piani Conformanti Neutri Colorati Sterilizzabili Monouso

 

Requisiti fondamentali: Sufficientemente ampi da contenere tutto il necessario per una procedura operativa Non rumorosi

   

Non abbaglianti Codificabili Poco costosi, tanto se riutilizzabili quanto se monouso Sterilizzabili

Perchè lavorare con i vassoi:  La preparazione consente di organizzare anticipatamente tutti gli strumenti ed i materiali necessari (risparmio di tempo)  Il preposizionamento permette di trovare “ogni cosa al suo posto” sia all’ ASO che al dentista (fluidità del lavoro e semplificazione del processo mentale)  La strumentazione e i materiali integrati escludono che vi possano essere mancanze di strumenti e materiali, che costringerebbero il ricorso a movimenti di grado elevato (economia dei movimenti)  Il trasporto integrato consente in un solo mo...


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