Esame 4 Febbraio 2019, domande+risposte PDF

Title Esame 4 Febbraio 2019, domande+risposte
Course Sociologia urbana
Institution Università degli Studi di Firenze
Pages 16
File Size 292.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 112
Total Views 151

Summary

Domande esame Prof Chiesi - Sociologia Urbana...


Description

Domande Esame Sociologia urbana – Prof L. Chiesi Il concetto di spazio in Durkheim, Weber e Simmel - Durkheim è stato il primo a impostare i termini fondamentali del problema, per cui lo spazio è una forma di categorizzazione sociale e come tale esprime “aspetti differenti delle società che a loro volta li hanno anche prodotti”. L’organizzazione sociale è il modello dell’organizzazione spaziale e viceversa. Resta in Durkheim una irrisolta tensione tra spazio prodotto e spazio producente. - Max Weber descrive l’evoluzione della forma-città nella storia. Per Weber ciò che definisce la città è la possibilità dello scambio e del commercio (“ogni città è un luogo di mercato”) connessa ad un elevato grado di autonomia politica e amministrativa. - Per Simmel la chiave per comprendere l’esperienza urbana è da cercare nella compressione delle distanze data dallo scambio di denaro, per Simmel il denaro consente di intendersi a distanze altrimenti inaccessibili, rende possibile l’inclusione delle personalità più varie nella stessa sfera d’azione, l’interazione e quindi l’unificazione di uomini che a causa della distanza spaziale, sociale, personale, dei loro interessi non potrebbero essere raggruppati in altro modo. Questa opportunità avviene solo nello spazio metropolitano moderno e rende il soggetto più libero di intrattenere relazioni-prestazioni mediate dal denaro. Emplacement e placemaking - Lo spazio è attivamente passivo poiché è fatto e simultaneamente capace di fare - Rapporto spazio-persona due possibili direzioni: 1. Emplacement – lo spazio fa il soggetto 2. Place-making – il soggetto fa lo spazio - Place-making si articola in tre aree di studio: 1. studio dei processi a larga scala, relazione tra città e territorio 2. studio dei processi a piccola scala, progettazione e pianificazione locale 3. studio delle pratiche attraverso cui i soggetti abitano lo spazio trasformandolo in un luogo - Emplacemente si articola in tre aree di studio: 1. studi su come la struttura dello spazio incorpori il potere e l’asimmetria con cui esso è distribuito tra i soggetti sociali (disposizione del villaggio nell’insediamento primario, discriminazione raziale e sociale culminano nel ghetto) 2. studio dello spazio in quanto matrice dell’azione pubblica e del comportamento politico (la Comune di Parigi o le rivolte studentesche cinesi in Piazza Tiananmen) 3. studio della relazione tra spazio e corpo, cioè della prossemica. Lo spazio nel quale e attraverso il quale avvengono le relazioni sociali, può inibirle (estrangement) o favorirle (engagment) Spazio naturale e spazio progettato - Spazio naturale – l’intervento dell’uomo è assente o minimamente presente - Spazio progettato – spazio cioè modificato intenzionalmente dall’uomo, spazio costruito - Il concetto di spazio progettato 1. input - per le scienze sociali cioè un dato da studiare 2. output - per le scienze progettuali cioè il prodotto di un processo creativo - La sociologia dell’architettura mette al centro della sua ricerca il problema del rapporto tra soggetto e spazio. - Doppia opportunità del rapporto soggetto-spazio: 1. opportunità per l’azione orientata ad uno scopo

2. opportunità per codificare (o decodificare) un significato, per rimandare ad un senso. Esempi di distanza tra intenzioni progettuali e intenzioni degli abitanti - L’amministrazione coloniale francese introduce la canalizzazione delle acque nei villaggi del maghreb e iniziano i malfunzionamenti all’impianto. Le donne sabotavano gli impianti con la sabbia perché per loro andare a prendere l’acqua al pozzo rappresentava una delle poche occasioni di interazione. - Non comprensione da parte dei progettisti dello stretto rapporto tra spazio fisico e spazio sociale per cui una modifica al primo implica necessariamente un riassetto del secondo. Affordance e supporti per significati - Lo spazio fisico si offre ovunque all’agire sociale attraverso due modalità: 1. affordance – opportunità per l’azione mediate dallo spazio 2. supporti per significati – un parco o un giardino anche se non usati hanno un significato ambientale positivo dando maggiore prestigio al contesto urbano. Questo spiega il perché alcune strutture sono desiderate dalla maggioranza degli abitanti ma usate da pochi. Esperimento di Maslow e Mintz - I due psicologi affrontarono il problema del rapporto soggetto-ambiente in termini di significato ideando un esperimento dove due gruppi di soggetti venivano invitati ad eseguire un test proiettivo – dovevano valutare l’espressione di volti su stampe su una doppia scala di benessere/malessere e energia – in due stanze differenti. Una “beautiful room” e una “ugly room”. I soggetti assegnavano sistematicamente punteggi più bassi alle foto osservate nella stanza “brutta” e sistematicamente più alti nella stanza “bella”, nonostante le foto fossero identiche. - Il luogo privilegiato per l’addensarsi di significati è la casa. - La casa ha il primato esclusivo del significato sulla funzionalità della forma per cui i significati iscritti dominano gli aspetti funzionali. Spazio come problema di ricerca - Uno spazio progettato giunge al suo compimento solo quando i suoi destinatari se ne appropriano diventandone gli abitanti, uno spazio prima solo potenziale diventa effettivo. - Attraverso le loro intenzioni di appropriazione e uso gli abitanti rendono uno spazio come opportunità in uno spazio messo in pratica come realtà. - Spazio potenziale – spazio definito dalle intenzioni progettuali - Spazio effettivo – spazio definito dalle intenzioni degli abitanti - Lo studio del rapporto tra spazio potenziale e spazio effettivo si fonda sull’osservazione delle quattro forme degli indizi ambientali: 1. tracce – effetti non intenzionali di comportamenti (erosioni – comportamenti ripetuti, residui – mozziconi di sigarette e rifiuti, deformazioni – comportamenti non previsti) 2. alterazioni – modifiche semi-permanenti o auto-progettate dello spazio (connessioni, barriere, riposizionamenti) 3. adattamenti – interpretazione non banale del significato di una forma sono realizzazioni di affordance non progettate (esempio sedersi su una catena che serve per delimitare un posto) 4. segni – i segni sono aggiunte alla forma che non ne modificano la funzione ma ne alterano il valore comunicativo (territorializzazione – marcamento dei confini, individualizzazione – interrompe l’uniformità di un luogo e personalizzazione – inscrivono l’identità dell’abitante)

5. routines – regolarità di comportamento localmente situate e non indifferenti nello spazio, sono ciò che gli abitanti fanno in un luogo piuttosto che ciò che fanno a un luogo (come nel caso di tracce, alterazioni, adattamenti e segni)

Spazio agito – inagito – prodotto socialmente - L’intersezione tra lo spazio potenziale (che è lo spazio definito dalle intenzioni progettuali) e lo spazio effettivo (che è lo spazio realizzato dalle intenzioni dei suoi abitanti) genere tre sotto insiemi. Il primo è il sottoinsieme di intenzioni progettuali che non vengono colte come opportunità di azione dai soggetti e possiamo definirlo inagito. Il secondo rappresenta quelle intenzioni inscritte nel progetto che gli abitanti decodificano e accolgono come tali, è il caso in cui gli abitanti agiscono le intenzioni del progetto, è spazio agito. Il terzo sottoinsieme rappresenta quella totalità di azioni cui gli abitanti danno corpo per supplire alle esigenze che restano insoddisfatte dal progetto, si parla quindi di spazio prodotto socialmente cioè di quell’insieme di pratiche adattive che costituiscono il tentativo da parte degli abitanti di modificare, alterare e in un certo senso auto-progettare uno spazio conforme alle proprie esigenze. Esempi di spazio inagito: atrio di un edificio non utilizzato, un’area di un parco pubblico non frequentata.

1 – spazio inagito – intenzioni progettuali non colte dagli abitanti 2 – spazio agito – intenzioni progettuali colte dagli abitanti 3 – spazio prodotto socialmente – spazio prodotto dagli abitanti per sopperire ad esigenze non soddisfatte dal progetto Primato del significato sulla funzione - Studiando come i soggetti si appropriano dello spazio, ci si trova spesso a considerare casi di primato del significato rispetto alla funzionalità della forma, primato cioè del rimando ad un contenuto semantico a scapito della “capacità di risposta all’uso” dello spazio. - I gruppi sociali tendono a plasmare l’ambiente urbano iscrivendovi significati, se guardiamo a quei soggetti o gruppi che si trovano nelle condizioni di stabilire o ricostruire la propria identità, si nota come siano privilegiati con regolarità elementi della forma che hanno natura identitaria, e che iscrivono significato, anche a scapito di elementi funzionali che migliorerebbero le prestazioni dello spazio costruito. - Il bisogno di esprimere un’identità sociale, e in particolare di significare un posizionamento sociale cioè di indicare il proprio status, è così rilevante da indurre i soggetti anche a trascurare aspetti funzionali. - Nelle barriadas di Lima, i quartieri suburbani poveri della capitale peruviana, la porta d’ingresso alle abitazioni è ricca di decorazioni e significati simbolici ed è spesso commissionata e montata prima di potersi permettere di costruire il tetto. - Altri esempi sono l’acquisto e la messa in opera di cancelli in ferro battuto ricchi di decorazioni e simbolo di status tra i portoricani che possono giungere a costare più della costruzione dell’intera abitazione. - Altro esempio di primato esclusivo del significato sulla funzione: i rom costruiscono palazzi che poi non abitano, preferendo vivere in piccoli edifici provvisori.

- E’ nota del resto la preferenza delle classi medie e medio alte di molti paesi del Sud del mondo per i materiali e gli stili costruttivi tipici del Nord “sviluppato”: una preferenza che è spiegabile solo alla luce del significato che queste tecniche denotano poiché le architetture così prodotte sono in generale meno sostenibili, più costose e più scomode. - La possibilità o meno che ha un abitante di inscrivere un significato allo spazio progettato può essere causa di conflitti che si producono quando i destinatari non detengono piena autorità sul luogo che abitano e si vedono così impedire qualsiasi alterazione, adattamento o personalizzazione da parte di coloro che detengono il potere su di un luogo. Caso tipico sono le case dello studente. Differenza tra tracce e alterazioni - Il rapporto tra spazio potenziale e spazio effettivo si presenta sotto forma di indicatori organizzabili in cinque tipi di elementi osservabili: tracce, alterazioni, adattamenti, segni e routines. - Le tracce sono effetti non intenzionali di comportamenti, sono cioè il prodotto inconsapevole dell’azione situata nello spazio dei soggetti che abitano un luogo. L’uso costante e prolungato nel tempo dello spazio costruito lascia delle tracce. - Le più evidenti tra le tracce sono le erosioni che sono il risultato di comportamenti ripetuti. Camminare, appoggiarsi, sedersi, scavalcare, lasciano indizi che permettono di ricostruire i bisogni di spazio in termini di percorrenza e di uso. - Altri due tipi di tracce sono i residui, che sono i sottoprodotti non intenzionali delle attività stesse degli abitanti (mozziconi di sigarette, rifiuti, abiti di un senzatetto tra le colonne di una piazza), e le deformazioni, che sono cedimenti della forma progettata dovuti a comportamenti non previsti dalle intenzioni progettuali (una spalliera di una panchina deformata indica che gli abitanti la usano in una maniera non prevista dalle intenzioni progettuali). - Le alterazioni sono modifiche semi-permanenti e auto-progettate allo spazio. Esse costituiscono i tentativi attraverso cui una popolazione trasforma l’ambiente per farlo corrispondere ai propri fini: sono quindi interventi di riprogettazione dello spazio attraverso cui gli abitanti cercano di adattarlo ai propri bisogni in termini di spazio. - Le alterazioni si presentano in tre grandi famiglie. Connessioni, barriere e riposizionamenti. - Connessioni, sono modifiche che consentono di connettere porzioni di spazio che il progetto prevede separate: è il caso della rete di recinzione di un parco pubblico che viene aperta per permettere l’accesso anche da quel lato della strada. - Barriere, sono modifiche che servono per separare ciò che il progetto connette: per aumentare l’intimità di uno spazio privato, la privacy o per affermare i propri diritti su un luogo delimitandone i confini. - Riposizionamenti, mostrano il tentativo di modificare direttamente le opportunità che uno spazio offre per l’azione: è il caso del riposizionamento delle sedute per creare spazi che favoriscono l’interazione (le panchine di un parco che vengono avvicinate o messe una difronte all’altra). Rapporto tra sistemi di routines e sistemi di settings routines Indizi ambientali tracce

alterazioni

adattamenti

segni

- Le routines sono comportamenti molari (comportamenti strutturati e articolati nel tempo e dotati di finalità) e non occasionali che caratterizzano un luogo: sono ciò che gli abitanti fanno in un luogo, piuttosto che ciò che fanno a un luogo (come nel caso di tracce, alterazioni, adattamenti e segni). - I comportamenti spazialmente situati sono sempre intesi come sistemi di routines che accadono in sistemi di settings, ovvero vanno intesi come elementi di un sistema.

- Per settings (1) si deve intendere quello spazio definito da una routine, che in esso ha luogo (2). Le routines sono sempre da intendersi come sistemi di routines, ovvero acquisiscono senso attraverso i rapporti che istituiscono nel tempo e nello spazio con altre routines (3) - Le routines sono l’evidence più esplicita e significativa, quella che più compiutamente descrive il rapporto tra spazio potenziale e spazio effettivo. - Le routines documentano l’estensione e la qualità dello spazio agito: dove, quando e con quali modalità gli abitanti prendono possesso dello spazio accordandosi alle intenzioni del progetto. Le routines permettono poi di mettere in evidenza la produzione sociale di spazio. - Le routines, dunque, permettono di esprimere un giudizio sul grado e sulle modalità di compimento di un’architettura perché documentano la vita che la abita, attraverso le routines si possono apprezzare le più diverse espressioni dei comportamenti adattivi allo spazio. - Infine le routines permettono di valutare la relazione prossemica (studio del rapporto tra corpo e spazio prossimo, inteso come spazio raggiungibile dai sensi - Edward Hall) tra corpo e spazio costruito, ossia in quale rapporto entra il corpo del soggetto con i corpi degli altri soggetti e con l’ambiente attraverso la mediazione dell’organizzazione dello spazio circostante. Le fasi del rapporto tra progettazione e scienze sociali - Fin dal rinascimento l’identità del progettista è stata vista come composta da tre componenti, quella dell’artista, del tecnologo e quella dell’ingegnere sociale. Ci sono molti esempi nella storia dell’architettura che mostrano in maniera lampante la relazione tra le prime due componenti identitarie (esempio il Brunelleschi artista e tecnologo nella realizzazione della cupola del Duomo); la terza componente, quella dell’ingegnere sociale, è invece più complessa da rintracciare e presuppone la capacità che il progettista riconosce a se stesso di poter intervenire sulle esperienze dei suoi destinatari attraverso l’intervento sulla variabile spazio, e dunque di produrre effetti sui comportamenti, le emozioni, le percezioni e sul significato che gli abitanti attribuiscono alle esperienze e agli spazi in cui le vivono. Nella storia della cultura progettuale la consapevolezza e la forza che i progettisti hanno associato a questa loro capacità sono state di intensità differente, massima nel momento in cui c’è stata un’adesione totale al cosiddetto determinismo architettonico, ovvero a quella visione secondo la quale si ipotizza un legame rigido tra le modalità di intervento sullo spazio e le conseguenze sui comportamenti che tale intervento provoca (esempio il Panopticon progettato da Jeremy Bentham). - Il rapporto tra architettura e scienze sociali non è mai stato piano e semplice, si possono però immaginare tre momenti di possibile interazione: un momento di elaborazione teorico-metodologica che precede la progettazione (ex ante); un momento di collaborazione nella progettazione (in itinere); un momento di valutazione degli esiti progettuali (ex post). - Nella fase ex ante la conoscenza prodotta in ambito sociologico può contribuire ad ampliare la sensibilità progettuale. Le teorie ad ampio raggio possono fornire uno sfondo teorico che dia al progettista una maggiore profondità conoscitiva, le teorie a medio raggio forniscono una conoscenza più mirata all’agire progettuale diretto, infine ad un ulteriore livello possono dare un contributo fornendo un’analisi del contesto su cui la progettazione andrà ad intervenire. - Le scienze sociali possono poi svolgere un ruolo nel corso stesso della progettazione (in itinere) contribuendo direttamente con le loro conoscenze a prendere alcune decisioni progettuali, nella cui adozione il progettista non agisce in maniera solitaria ma come soggetto in grado di dialogare con sociologi, economisti, antropologi, psicologi e geografi e dunque di elaborare con loro strategie e scelte progettuali. - La terza fase ex post è a valle dell’intervento progettuale. In questa fase le scienze sociali collaborano alla valutazione degli esiti del progetto e dei suoi effetti sui destinatari, e in particolare

della congruenza tra intenzioni progettuali e la loro interpretazione da parte dei destinatari. Una delle occasioni in cui tale collaborazione è potenzialmente molto proficua è la Post-Occupancy Evaluation (POE o valutazione post-occupativa), ovvero la pratica di valutazione ex post che studia gli spazi costruiti dopo che siano stati abitati e che assume come punto di vista quello di chi li vive. Concetto di emplacement e place-making - Lefevbre e Foucault danno il via ad una concezione dello spazio come “cornice strutturata e strutturante” dell’agire sociale. Per questi autori lo spazio fisico è soprattutto un campo di contesa sociale. L’espressione che esprime questa dialettica tra spazio-che-produce e spazio-che-è-prodotto si trova nell’espressione di Thrift, per cui lo spazio progettato è qualcosa di “attivamente passivo poiché è fatto e simultaneamente capace di fare”. - Sull’asse determinato dal rapporto persona-spazio la ricerca ha esplorato le due possibili direzioni del place-making (il soggetto fa lo spazio) e dell’emplacement (lo spazio fa il soggetto). - Da un lato la ricerca ha mostrato come i soggetti determinano lo spazio che vivono e abitano; dall’altro come, a sua volta lo spazio determina i soggetti, definendo la cornice materiale e simbolica per l’agire sociale. - La ricerca sul place-making si articola in tre grandi aree tematiche: 1) lo studio dei processi che producono l’assetto complessivo dello spazio, cioè come le forze sociali plasmano la forma dello spazio su larga scala, della città e del territorio. Studiano il mutamento della relazione tra città e territorio. 2) un secondo ambito riguarda la ricerca sui processi a piccola scala che determinano localmente effetti in termini di spazio progettato: è qui che si studiano le pratiche che costituiscono il dispositivo di attuazione delle trasformazioni strutturali che abbiamo visto al punto precedente. 3) la terza direzione di ricerca studia la vastità di pratiche attraverso le quali i soggetti abitano lo spazio, trasformandolo così in un luogo. E’ in questo ambito che sono analizzate le due modalità principali di rapporto tra soggetto e spazio: la percezione e l’attribuzione di significato. - Se si considera il rapporto tra soggetto e spazio dal verso opposto, si sceglie di mettere in evidenza come esso sia a sua volta matrice di questi rapporti. Lavorare sull’emplacement significa affrontare il problema di come lo spazio, pur essendo il risultato dell’agire, ne costituisca al contempo le condizioni, contribuendo così a fare i soggetti. - La ricerca sull’emplacement può essere ricondotta a queste tre grandi aree: 1) gli studi che analizzano come la struttura dello spazio costruito incorpori il potere e l’asimmetria con cui esso è distrib...


Similar Free PDFs