Esempi di progettazione programmazione e attivita didattiche nella scuola secondaria di I grado PDF

Title Esempi di progettazione programmazione e attivita didattiche nella scuola secondaria di I grado
Author Benedetto Falciglia
Course Progettazione per l'integrazione sociale
Institution Università degli Studi di Bergamo
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SIMONE EDIZIONI Gruppo Editoriale Simone   Espansione on line Vol. TF16 Esempi di progettazione, programmazione e attività didattiche nella scuola secondaria di I grado Esperienza 1 – Festa d’autunno ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA IN RIFERIMENTO ALL’ALUNNO con disabilità E AL CONTESTO CLASSE I...


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  Espansione on line Vol. TF16

Gruppo Editoriale Simone

ESEMPI DI PROGETTAZIONE, PROGRAMMAZIONE E ATTIVITÀ DIDATTICHE NELLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO Esperienza 1 – Festa d’autunno ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA IN RIFERIMENTO ALL’ALUNNO cON DISAbILITà E AL cONTESTO cLASSE

Il contesto di riferimento

La classe I C è formata da 24 alunni, 11 femmine e 13 maschi, di cui un allievo con disabilità. Il gruppo si mostra eterogeneo sul piano delle autonomie e degli apprendimenti. Gli alunni hanno già instaurato rapporti positivi poiché provenienti in gran parte dalla medesima scuola primaria. L’allievo disabile necessita del supporto dell’insegnante sia nell’esecuzione delle attività che nel relazionarsi con i pari.

Dalla Diagnosi Funzionale emergono: • performances cognitive inferiori alla norma e ridotte capacità di memoria; • logopatia e disturbo della comprensione del linguaggio; • carenze nell’utilizzo del linguaggio verbale in produzione e comprensione; • faticabilità nell’attenzione; • difficoltà a organizzare immagini in sequenza; • deficit nella pianificazione; • carenze nell’orientamento spazio-temporale; Elementi emersi dai documenti specifici • irrequietezza e impaccio motorio; • affettività immatura. Dalla lettura del Profilo Dinamico Funzionale emerge che sono da potenziare soprattutto le seguenti aree: • area cognitiva: organizzazione dei modelli percettivi e abilità mnestiche; • area linguistico-comunicativa: competenza fonetico-fonologica; lessico, comprensione dei testi, pertinenza nei dialoghi; • area motoria: autoregolazione.

Elementi fondamentali del Piano Educativo Individualizzato (PEI)

I principali obiettivi educativi e didattici indicati nel Piano Educativo Individualizzato sono i seguenti: • area cognitiva: migliorare le capacità di organizzazione e pianificazione, nonché i tempi di attenzione; • area linguistico-comunicativa: migliorare nelle strutture frastiche complesse e nelle capacità di riorganizzare immagini in sequenza; ampliare il lessico e la capacità di verbalizzazione (espressione e comunicazione); • area affettivo-relazionale: migliorare nel riconoscimento degli stati emotivi e nel rispetto delle opinioni altrui; • area motoria: Imparare a gestire l’irrequietezza, migliorare nell’utilizzo dei movimenti per esprimersi e comunicare; migliorare nella motricità fine.

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Espansione on line Vol. TF16 ESEMPIO DI INTERvENTO DIDATTIcO: FESTA D’AUTUNNO

DIScIPLINE cOINvOLTE Musica, Arte, Tecnologia. DOcENTI cOINvOLTI

Curricolari e di sostegno.

TEMPI

Più lezioni di un’ora ciascuna.

SPAZI

Aula, atrio, teatro.

ObIETTIvI/TRAGUARDI • • • •

Migliorare la capacità espressiva. Discriminare eventi sonori. Riprodurre sequenze ritmiche con la voce, il corpo e gli strumenti. Elaborare le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti.

cONOScENZE

Fenomeni sonori, linguaggi musicali. Il ritmo e la musica. Immagini. Strumenti e tecnologie.

• • • •

ATTIvITà Prima lezione: La festa Gli insegnanti spiegano alla classe che nella scuola sarà organizzata una festa d’autunno e indicano le diverse attività connesse: • saranno create decorazioni d’aula e degli spazi comuni con temi e colori autunnali; • saranno eseguite alcune canzoni a tema. Con il supporto della LIM, viene presentata in particolare una canzone che sarà eseguita dagli alunni della classe e che sarà accompagnata da una loro coreografia. L’alunno con disabilità è supportato nella partecipazione verbale con la mediazione dell’insegnante. Seconda lezione: Al lavoro! Gli alunni, in piccoli gruppi, utilizzano gli strumenti (computer, libri, cataloghi) ed i materiali (foglie, legnetti, cartoncini ecc.) di cui dispongono per scegliere le decorazioni autunnali e prepararle. Allo stesso modo vengono scelti e poi costruiti strumenti musicali informali per sottolineare il ritmo delle canzoni scelte. Vengono infine ideati costumi e scenografia per la coreografia che accompagnerà la canzone. L’alunno con disabilità è supportato dai docenti e dai compagni nella pianificazione del lavoro, nell’espressione e nella selezione attentiva e materiale. Terza lezione: Esecuzione Le decorazioni ideate dagli alunni vengono affisse nelle aule e negli spazi comuni. Viene infine eseguito lo spettacolo. La partecipazione dell’alunno con disabilità è mediata dalla facilitazione nei momenti di espressione, performances ecc. Con apposite consegne, viene supportato nell’esecuzione motoria e nel canto. verifica e valutazione In itinere vengono rilevate le osservazioni dirette degli alunni, al fine di monitorare i loro progressi, la partecipazione e il ruolo attivo nelle attività. Molto importante sarà l’osservazione, con cui rilevare l’impegno profuso, la collaborazione ecc. La valutazione finale avverrà attraverso l’osservazione dei momenti di performances. L’alunno con certificazione viene valutato secondo gli obiettivi previsti dal PEI.

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Esperienza 2 - Esseri umani ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA IN RIFERIMENTO ALL’ALUNNO cON DISAbILITà ED AL cONTESTO cLASSE Il contesto di riferimento

La classe I A è formata da 25 alunni, 10 femmine e 15 maschi, di cui un allievo con disabilità. Il gruppo si mostra molto unito ed ha instaurato buoni rapporti. L’alunno con certificazione è ben integrato, anche se permangono piccole incomprensioni con alcuni compagni.

Dalla Diagnosi Funzionale emerge un marcato ADHD, che comporta: • performances cognitive inferiori alla norma e ridotte capacità di concentrazione; • episodi di importante iperattività; • carenze nell’utilizzo del linguaggio verbale in produzione e comprensione; • faticabilità nell’attenzione; • difficoltà a organizzare immagini in sequenza; • deficit nella pianificazione; Elementi emersi dai documenti specifici • irrequietezza motoria. Dalla lettura del Profilo Dinamico Funzionale emerge che sono da potenziare soprattutto le seguenti aree: • area cognitiva: organizzazione e pianificazione; • area linguistico-comunicativa: competenza espressiva e nell’organizzazione dei concetti logici, nella comprensione dei testi, nella pertinenza nei dialoghi; • area motoria: autoregolazione.

Elementi fondamentali del Piano Educativo Individualizzato (PEI)

I principali obiettivi educativi e didattici indicati nel Piano Educativo Individualizzato sono i seguenti: • area cognitiva: migliorare le capacità di organizzazione e pianificazione, nonché i tempi di attenzione; • area linguistico-comunicativa: migliorare l’organizzazione e la pianificazione del discorso; ampliare il lessico, l’espressione e la comunicazione; • area affettivo-relazionale: migliorare nel riconoscimento degli stati emotivi propri ed altrui; migliorare nell’adesione alle regole; • area motoria: Imparare a gestire l’irrequietezza, migliorare nell’utilizzo dei movimenti finalizzati, imparare ad autoregolarsi. ESEMPIO DI INTERvENTO DIDATTIcO: ESSERI UMANI

DIScIPLINE cOINvOLTE Musica, Italiano, Matematica DOcENTI cOINvOLTI

Curricolari e di sostegno

TEMPI

Quattro fasi, di due ore ciascuna

SPAZI

Aula ed aula video

ObIETTIvI/TRAGUARDI • • • • •

Migliorare la capacità espressiva. Promuovere lo sviluppo di abilità sociali. Incrementare la collaborazione tra gli alunni. discriminare eventi sonori. Potenziare le abilità di ascolto ed i tempi di attenzione.

cONOScENZE

Fenomeni sonori, linguaggi musicali. Il ritmo e la musica. Immagini. Strumenti e tecnologie.

• • • •

ATTIvITà Introduzione Per creare coesione, favorire l’affiatamento all’interno del gruppo ed incrementare la collaborazione tra gli alunni, in particolare dell’alunno con Disturbo da Deficit di Attenzione ed iperattività sono state presentate delle tecniche di gruppo sotto forma di gioco, attra-

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verso attività quali la visione del film «Quasi Amici», l’ascolto e la visione del video musicale della canzone «Esseri Umani», con la tecnica del «Diagramma di Ishikawa» (1), che ha aiutato a risalire ai problemi da risolvere. I Fase: Brainstorming-visione del film «Quasi Amici» Visione in aula video del film «Quasi amici». Il film è ispirato ad una storia vera e racconta l’incontro tra due mondi apparentemente lontani. Dopo un incidente di parapendio che lo ha reso paraplegico, il ricco aristocratico Philippe assume Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione, come badante personale, la persona meno adatta per questo incarico. L’improbabile connubio genera altrettanto improbabili incontri tra Vivaldi e gli Earth, Wind and Fire, dizione perfetta e slang di strada, completi eleganti e tute da ginnastica. Due universi opposti entrano in relazione: ne deriverà un’amicizia folle, comica, profonda quanto inaspettata. Al termine del film gli alunni commentano il film visto attraverso un brainstorming. II Fase: Gioco: cosa è un gruppo e Diagramma di Ishikawa (docente di sostegno e di italiano) Per creare un ambiente amichevole e favorire l’affiatamento all’interno del gruppo, è stata presentata un’attività di Team building sotto forma di gioco. In questa fase di «riscaldamento» (warming up) la classe prende consapevolezza del gruppo e delle sue funzioni. Titolo del gioco: «Tutti legati» Scopo: lavorare in Team per raggiungere l’obiettivo comune Istruzioni — La classe si dispone in cerchio guardando verso l’interno e mettendo le mani in avanti. — I componenti del gruppo vengono legati tra di loro, in modo che ciascun partecipante sia legato ai polsi del vicino. — Quando sono «tutti legati» viene dato loro un compito da svolgere insieme: versare un bicchiere d’acqua a ciascuna persona nel cerchio. Alla fine del gioco, al fine di renderli consapevoli, vengono poste le seguenti domande: — Perché siete riusciti (o non siete riusciti) a svolgere il compito assegnato? — Tutti i partecipanti hanno dato il loro contributo per svolgere il compito? — Cosa è successo quando qualcuno non ha aiutato? — Cosa avete riscontrato all’interno del vostro gruppo? L’Insegnante, man mano che procede la discussione, trascrive sulla lavagna l’elenco delle risposte. Gli aspetti più significativi dell’esperienza riguardano l’opportunità che il gruppo ha di imparare giocando, di affrontare insieme le difficoltà, nonché l’importanza del corretto funzionamento della comunicazione interna al gruppo. Gli alunni possono così sperimentare che il mancato scambio di informazioni ostacola il gioco e che quando un compagno cade, cadono anche gli altri. Ne deriva un confronto metacognitivo che porta alla constatazione che uniti si lavora meglio per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e comuni. L’insegnante, per stimolare la discussione, pone agli alunni la seguente domanda: «Che cosa vuol dire secondo voi «diversi?». I contributi vengono trascritti sulla lavagna, come nell’esempio: • • • •

Abitudini e culture differenti. Ognuno pensa con la propria testa. Diversità di carattere e personalità. Lingue diverse.

(1) Il diagramma di Ishikawa è una tecnica manageriale utilizzata per individuare la/le causa/e più probabile/i di un effetto (problema). Sono anche chiamati diagrammi causa-effetto o a lisca di pesce dalla sua forma.

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A questo punto, l’insegnante presenta K. Ishikawa, guru giapponese della Gestione totale della qualità, modello organizzativo adottato dalle aziende leader mondiali negli anni ‘50. Ishikawa sostiene che di fronte ad un problema dobbiamo domandarci quattro volte «Perché?». Ciò aiuterebbe a risalire alle vere cause e, quindi, ai veri problemi da risolvere. Infatti, se di fronte ad un inconveniente ci si chiede chi è stato? si considera l’effetto. Se ci si chiede invece perché è successo? si considerano le cause per poi risalire a come fare per modificare la situazione attuale e risolvere il problema. Dalla tematica si risale alla • Causa 1: «Siamo diversi!» Perché? • Causa2: Ognuno è sicuro delle sue idee. Perché? • Causa 3: Ognuno è chiuso nel suo mondo e non riesce a esprimersi! Perché? • Causa 4: Non ci si conosce! La soluzione verso cui convenire è: conoscersi e rispettarsi nella diversità reciproca. Partendo da questa semplice constatazione, si riflette poi sulla possibilità che ciascuno ha di conoscere gli altri ed imparare attraverso di essi ad essere più completi. III Fase: Ascolto brano, visione video musicale e riflessioni Riprendendo il tema della diversità, il docente propone l’ascolto di un brano «Esseri umani» di M. Mengoni sotto forma di video musicale. Il tema di fondo è l’uguaglianza nonostante le diversità. Come compito da svolgere i ragazzi scrivono delle riflessioni spontanee usando come riferimento il video musicale e il film visto in precedenza. IV fase: realizzazione di disegni sul tema «Diversità = uguaglianza» – Lavoro di gruppo Durante quest’ora di lezione i discenti, divisi in gruppi, devono rappresentare il tema Diversità = Uguaglianza, per poi realizzare un cartellone. verifica e valutazione In itinere vengono rilevate le osservazioni dirette degli alunni, al fine di monitorare i loro progressi, la partecipazione e il ruolo attivo nelle attività. Molto importante sarà l’osservazione, con cui rilevare l’impegno profuso, la collaborazione ecc. Si terrà conto soprattutto delle varie fasi di tali macro-aree: • partecipazione; • autonomia; • impegno; • comportamento durante l’attività; • comportamento dopo l’attività. L’alunno con certificazione viene valutato secondo gli obiettivi previsti dal PEI.

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Esperienza 3 - che emozione! ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA IN RIFERIMENTO ALL’ALUNNO cON DISAbILITà ED AL cONTESTO cLASSE Il contesto di riferimento

La classe II B è formata da 27 alunni, 15 femmine e 12 maschi, di cui una studentessa con disabilità. La ragazza è ben accolta dal gruppo classe ma, a causa dell’immaturità affettiva, a volte fatica a stabilire relazioni serene e continuative. Nella gestione dei conflitti e nella attività didattiche l’allieva necessita del supporto dell’adulto.

Dalla Diagnosi Funzionale emergono: • diagnosi di Sindrome di Down e RM di grado medio-grave; • immaturità affettiva; • scarsa autostima; • tempi di attenzione brevi; • autonomia organizzativa parziale; • difficoltà nella motricità fine e nella coordinazione oculo-manuale; • necessità di operare con il concreto. Elementi emersi Dalla lettura del Profilo Dinamico Funzionale emerge che sono da potenziare sodai documenti specifici prattutto le seguenti aree: • area cognitiva: abilità mnestiche, le potenzialità espressive e strutturazione spazio-temporale; • area linguistico-comunicativa: competenza fonetico-fonologica, lessico, comprensione dei testi, pertinenza nei dialoghi; • area motoria: fluidità; • area affettivo-relazionale: abilità sociali, senso di appartenenza, partecipazione, crescita dell’umore.

Elementi fondamentali del Piano Educativo Individualizzato (PEI)

I principali obiettivi educativi e didattici indicati nel Piano Educativo Individualizzato sono i seguenti: • area cognitiva: migliorare le capacità di organizzazione e pianificazione, nonché i tempi di attenzione e di concentrazione; • area linguistico-comunicativa: migliorare nell’espressione e nella comunicazione intenzionale, verbale e non; • area affettivo-relazionale: saper leggere le emozioni altrui ed esprimere le proprie; • area motoria: superare l’impaccio; • area sensoriale e percettiva: saper osservare, ascoltare, interpretare e descrivere. ESEMPIO DI INTERvENTO DIDATTIcO: chE EMOZIONE!

DIScIPLINE cOINvOLTE

Musica, Arte, Ed. Fisica.

DOcENTI cOINvOLTI

Curricolari e di sostegno.

TEMPI

Tre lezioni di un’ora e mezza ciascuna.

SPAZI

Aula, palestra, cortile.

ObIETTIvI/TRAGUARDI • • • • cONOScENZE

Riconoscere le proprie emozioni. Esternare sentimenti di gioia, rabbia ecc. Agire in base al contesto. Gestire la propria ansia e le proprie paure.

• Suoni. • Disegni. • Movimenti.

ATTIvITà Prima lezione: Introduzione all’esperienza I docenti, con il supporto della LIM, mostrano diversi volti con immagini, foto e in movimento, che esprimono diversi stati d’animo. Propongono poi anche la visione di filmati in cui i

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personaggi manifestano attraverso le espressioni del volto le diverse emozioni che provano. Si chiede poi ai ragazzi di commentare le immagini e i filmati visionati e di confrontarsi sulle sensazioni che ne sono derivate. Seconda lezione: Leggere e scrivere le emozioni Tramite brainstorming, i ragazzi vengono stimolati ad esprimere le proprie emozioni e la conoscenza che hanno di esse. Vengono loro fornite immagini, suoni, registrazioni di voci, colori, atteggiamenti posturali tramite filmati e viene loro chiesto di verbalizzare le emozioni che ritengono proprie di ogni stimolo presentato. Viene poi chiesto loro di esplicitarle in forma scritta. In un secondo momento vinee riproposta l’esperienza con il supporto della musica. Terza lezione: Noi siamo un’emozione! Gli alunni, divisi in piccoli gruppi, devono interpretare un’emozione. I compagni devono quindi indovinare di quale emozione di tratta e spiegare come sono arrivati a comprenderla. L’alunna con disabilità viene inserita in un gruppo che dovrà esprimere uno stato d’animo gioioso. L’attività si conclude con una riflessione condivisa, nella quale possano emergere le sensazioni che accompagnano le emozioni positive e quelle che, invece, sono proprie delle emozioni negative. verifica e valutazione In itinere vengono rilevate le osservazioni dirette degli alunni, al fine di monitorare i loro progressi, la partecipazione e il ruolo attivo nelle attività. Molto importante sarà l’osservazione, con cui rilevare l’impegno profuso, la collaborazione ecc. Si valuta la piena consapevolezza e l’acquisizione delle proprie e delle altrui emozioni. L’alunna con certificazione viene valutata secondo gli obiettivi previsti dal PEI.

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Esperienza 4 - benvenuti alle scuole secondarie ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA IN RIFERIMENTO ALL’ALUNNO cON DISAbILITà ED AL cONTESTO cLASSE

Il contesto di riferimento

L. ha 12 anni e frequenta la classe prima della scuola secondaria di primo grado. È stato trattenuto un anno in più alla scuola primaria. Presenta esiti di idrocefalo congenito su base malformativa, danni neurologici ed insufficienza mentale significativa. È sempre stato ben integrato in classe ma, avendo appena iniziato le scuole secondarie, si rende necessario costruire i rapporti con diversi nuovi compagni, provenienti da altre classi o scuole.

Dalla Diagnosi Funzionale emergono: • deficit di memoria; • difficoltà di concentrazione; • deficit cognitivi; • Problemi neurologici; • deficit motori; • deficit di attenzione; • carenze nel linguaggio espressivo. Elementi emersi dai documenti specifici Dalla lettura del Profilo Dinamico Funzionale emerge che sono da potenziare soprattutto le seguenti aree: • area motorio prassica: potenziamento delle capacità motorie e fine-motorie; • area linguistico-comunicativa: aumento del lessico, sviluppo in produzione e comprensione; • ar...


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