Esercitazione 62 Il Barocco ed Il cannocchiale aristotelico PDF

Title Esercitazione 62 Il Barocco ed Il cannocchiale aristotelico
Course Letteratura Italiana
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Esercitazione 62 Il Barocco ed Il cannocchiale aristotelico. Già svolta e corretta....


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Esercitazione n.62

Il Barocco

In paesi come Italia e Spagna, a causa dell’azione conservatrice messa in atto dalla Controriforma, le esigenze di rinnovamento si esprimono attraverso una trasformazione della sensibilità e del gusto, che va sotto il nome di Barocco, che diviene una vera e propria tendenza artistica e letteraria. Sull’origine del nome Barocco ci sono varie ipotesi, secondo alcuni studiosi deriverebbe dal portoghese “barroco” indicante una perla irregolare, non sferica; secondo altri studiosi l’origine va ricercato nel termine “baroco” usato nella filosofia scolastica per indicare un sillogismo inficiato da una debolezza interna. Altri credono che il termine derivi dal francese baroque e fu inventato nel corso del Settecento per contrapporre l'enfasi e l'esagerazione del Seicento alla razionalità illuminista. Sembra comunque che la parola derivi anche dall’italiano regionale settentrionale, con il significato dispregiativo di balordo. Il termine barocco iniziò ad essere riferito all’arte e alla sensibilità del Seicento solo un secolo più tardi, con intento polemico, per mettere in evidenza il suo amore per la bizzarria e per l’irregolarità. L’arte figurativa preferiva la finzione: le chiese barocche presentano volte affrescate in modo da suscitare la sensazione di uno spazio verticale infinito, che si identifica con il cielo. L’uomo che è in grado di orchestrare la finzione è anche in grado di affrontare gli inganni che la realtà presenta ogni giorno ai suoi sensi. L’acutezza d’ingegno ricercata dal letterato e posta dai teorici alla base dell’operazione artistica si presta a giustificare concetti e collegamenti che non riescono a superare i limiti della bizzarria individuale e che sono destinati ad essere ripudiati dal pubblico nell’arco di qualche decennio. Per l'uomo del 1600 l'unica certezza è l'incertezza di tutte le cose, percepiva la relatività del tutto e questo si rifletteva nella produzione poetica. Il barocco letterario nasce e si definisce come consapevole e volontaria rottura con quegli ideali di equilibrio e di composizione delle tensioni che la realtà generale del mondo rende sempre meno credibile e praticabili. La novità è l’emergere della volontà di liberarsi dell’insieme delle regole basate su una prescrittiva della Poetica di Aristotele elaborate a metà del secolo precedente e fino a quel momento rispettate anche se snaturate dai manieristi. Preceduta e preparata dalle polemiche su Ariosto e Tasso, la polemica degli scrittori innovativi si rivolge contro l’immobilismo del modello sancito in nome dei diritti della modernità. La difesa della classicità è definita da Alessandro Tassoni nel 1602 “la stitichezza di una mano di zucche secche che non vogliono nel che sia lecito dir cosa non detta da lui, né diversamente da quello ch’egli disse, né che pur fra tante sue rime , alcuna ve n’abbia che si possa dir meglio”(Considerazioni sopra le rime del Petrarca).Tassoni contesta i limiti imposti dalla tradizione e rivendica al poeta un diritto-dovere di innovazione per adeguare i modelli classici alle mutate esigenze dei tempi. Nel barocco ci sono tre poetiche dominanti: la poetica del concettismo cioè il concetto è il collegamento tra due immagini o temi appartenenti a due ambiti molto diversi tramite nessi imprevedibili con lo scopo di suscitare meraviglia nel lettore. Il concettismo è principalmente in poesia; la poetica dell'arguzia/acutezza in cui l'acutezza viene teorizzata da Baldasar Gracian in un trattato del 1648. L'arguzia è la capacità di evidenziare stretti rapporti tra le cose e tramite questa si può far emergere la disarmonia del reale ricorrendo ai paradossi, iperboli, contraddizioni. Il lettore del 600 apprezza questa acutezza, c'è un “gioco” intellettuale tra l'autore e il lettore che coglie i procedimenti ingegnosi dell'artista. Tanto più i procedimenti sono nascosti tanto più l'opera è apprezzata; e la poetica della metafora. Emanuele Tesauro nel 1654 scrive un saggio 'il cannocchiale aristotelico' con cui teorizza e esalta la metafora come l'unica figura retorica, l'unica in grado di scoprire i segreti rapporti tra le cose e come mezzo per mettere in risalto le capacità creative del letterato. La poetica della metafora esalta l'originalità del singolo, mentre quella umanistico-rinascimentale si basava sul principio di imitazione: è il punto di contrasto. Il barocco è importante anche per il ruolo dell'intellettuale che nel 600 è ancora impiegato alle corti ma la censura della chiesa fa entrare l'editoria in crisi e fa rimanere isolata la cultura italiana da quella europea. Fino al 1600 quella italiana era la guida e la più apprezzata, dalla fine del secolo rimane indietro di 100 anni. La presenza della chiesa fa si che si stampino quasi solo libri religiosi o testi accademici. I poeti barocchi italiani prendono dalla tradizione temi che combinano in uno nuovo: la letteratura barocca fa commistione di genere, predilige la poesia alla prosa, in particolare giocosa e satira. Gianbattista Marino ed il suo 'Adone' è l'esempio maggiore di barocco letterario che ha per protagonista l'eroe Adone, bellissimo e disimpegnato le cui imprese sono amorose ed erotiche.

Esercitazione 62 Ricerca sul Cannocchiale aristotelico di Tesauro Tutta la produzione lirica italiana del secolo barocco, sull’esempio di Marino, presenta un’accentuata varietà di temi. Così trovano ampio spazio nei canzonieri barocchi gli oggetti legati alla donna ( occhialini, ventagli) che diventano particolari preziosi su cui l’attenzione del poeta si esercita per trasformarli attraverso la metafora e la ricerca di sorprendenti analogie in particolari allusivi di mondi più ampi e distanti che creano meraviglia, comportando velocità di associazioni e portando in primo piano l’ingegno dello scrittore. Alla metafora Emanuele Tesauro attribuisce una fondamentale funzione conoscitiva, che pone questa figura retorica al centro dell’esperienza della poesia. “Il più ingegnoso e acuto, il più pellegrino e mirabile, il più gioviale e giovevole, il più facondo e fecondo parto dell’umano intelletto” la metafora “quasi in miracolo modo…ti fa mirar molti obietti per un istraforo di prospettiva”, in modo che “il vero vi traspaia come per un velo, acciocchè da quel che si dice velocemente tu intenda quel che si tace; e in quello imparamento veloce è posta la vera essenza della metafora”. La ricerca di una emozione attraverso un gioco intellettuale scoperto e compiaciuto è lo scopo che la poesia barocca persegue. Nel 1654 Tesauro elaborò il Cannocchiale Aristotelico, il più importante trattato di retorica barocca ristampato in varie edizioni con notevole successo. Porta in evidenza e definisce con chiarezza i rapporti tra le forme privilegiate dai letterati e dagli artisti del nuovo secolo e le tendenze innovative. L’originale “ Trattato della metafora” si trasforma col tempo in un trattato generale sulle forme e sulla potenzialità dell’ elocuzione umana. “Il cannocchiale aristotelico o sia idea dell’arguta e ingegnosa elocuzione che serve a tutta l’arte oratoria, lapidaria e simbolica esaminata co’ principi del divino Aristotele dal conte e cavaliere di gran croce Emanuele Tesauro patrizio torinese” è il frontespizio del opera del Tesauro che si cimenta in un trattato di retorica che coglie le evoluzioni linguistiche del barocco italiano e le tramuta in metodo. L’opera porta in evidenza e definisce con chiarezza i rapporti che intercorrono tra le forme privilegiate dai letterati e dagli artisti e le tendenze innovative che la trasformazione del mondo impone alla mentalità degli uomini nell’età barocca. Il Barocco letterario cessa di essere una moda per proporsi come espressione della sensibilità del tempo. L’elocuzione di cui tratta Tesauro è arguta ed ingegnosa perché con le capacità inventive ed intellettive mobilita le capacità di comunicazione espressiva dell’artista impegnato ad inventare. L’arguzia in Tesauro indica la capacità intellettuale che porta a superare le apparenze convenzionali della realtà spezzando i limiti imposti alla percezione dal cristallizzarsi nel tempo dei codici e delle convenzioni linguistiche approvate dalla tradizione, per osservare la realtà con occhio nuovo attraverso “ il cannocchiale” della metafora. La metafora non è per Tesauro una semplice figura retorica ma la forma che nell’invenzione, nella creazione di nuovi rapporti tra le parole rivela nuovi rapporti tra le cose (il concetto). La metafora rivela l’analogia di fondo che collega fenomeni tradizionalmente considerati distanti, non correlati. Il piacere, la meraviglia che unisce il poeta ed il lettore nel riconoscimento della novità è un piacere di natura intellettiva basato sulla scoperta delle correlazioni nascoste nella varietà caleidoscopica del mondo, di un nuovo principio di catalogazione della realtà, di cui è strumento e fonte il linguaggio umano, o meglio le sue potenzialità non ancora sfruttate. Tesauro ha una concezione dell’arte come azione creativa personale che travalica ogni criterio classicistico di riproduzione o di emulazione di modelli canonici e le prescrizioni della retorica cinquecentesca. Le figure retoriche più usate dell’arte barocca saranno oltre alla metafora l’antitesi e l’ossimoro. L’arguzia metaforica esprime, stimola e soddisfa la necessità dell’uomo barocco di risalire dalle apparenze a una realtà più profonda rappresentata da un nucleo di esperienza che sfugge ad una definizione univoca e lineare e trova rappresentazione adeguata solo nell’immagine proposta dal concetto. La riduzione della realtà a segno comporta che l’arte estende il suo dominio fino a comprendere ogni aspetto della realtà e si installa da padrona in quella zona intermedia tra le cose rappresentate e i segni che la rappresentano, in quella zona in cui si incontrano dialetticamente, per dare origine al segno, i significanti e i significati. La rottura della convenzione che regola i rapporti tra i significanti e significati ad opera della metafora apre la strada al rinnovamento attraverso la concentrazione dei significati, della potenzialità significativa dei singoli termini. La forza di suggestione delle invenzioni proposta dall’arte barocca trova nell’elaborazione di Tesauro una spiegazione coerente e soddisfacente. L’ossimoro del titolo, che collega tra lor due nozioni contrastanti come la sperimentazione galileiana ed il sistema del pensiero classico aristotelico dichiara l’ambizione di Tesauro di presentare la propria opera innovativa come lo stabile e organico fondamento di una nuova fase nella storia della creatività dell’uomo....


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