Esercitazione ambiente PDF

Title Esercitazione ambiente
Course Tutela ambientale
Institution Università degli Studi di Genova
Pages 6
File Size 407.2 KB
File Type PDF
Total Downloads 83
Total Views 147

Summary

Progetto per il laboratorio online di sostenibilità ambientale ...


Description

Esercitazione per il laboratorio online di Ambiente, Sostenibilità ed Emergenze Umanitarie

L’avvio viene dato dalla curiosità che ha suscitato la targa, posta nel quartiere di Marassi, a ricordo delle sei vittime dell’alluvione del 4 novembre 2011. (all. A) L’intervento didattico è destinato a ragazzi della scuola primaria di II grado nell’ambito di un progetto di educazione ambientale. L’attività viene svolta da educatore esterno alla scuola che integra la proposta formativa della scuola stessa. L’attività si compone di un primo incontro in aula (tempo stimato circa due ore), una intera mattinata con uscita didattiche e un incontro conclusivo in aula (due ore circa). Nella prima attività in aula si spiega il significato della terminologia adottata: -

inondazione: grande ed esteso allagamento che avviene in tempi brevi provocato da masse di acque straripanti

-

esondazione: copiosa fuoriuscita di acque sovrabbondanti che fuoriescono dagli argini di un fiume

-

alluvione: inondazione dovuta a straripamento di corsi d’acqua per forti piogge

-

tracimazione: superamento della cresta di un argine, straripamento di masse d’acque

Successivamente si fa la cronostoria degli avvenimenti iniziati la sera del 3 novembre e culminati nella tarda mattinata del giorno seguente. Il ciclone mediterraneo Rolf ha portato copiose precipitazioni che in poche ore hanno innalzato il livello di acqua del Bisagno e del Fereggiano al punto di provocarne l’esondazione. Il Fereggiano, il cui letto è in parte urbanizzato e coperto, rompendo gli argini si è riversato sulla strada trasformandola in un fiume in piena che, scorrendo rapido, ha travolto tutto quello che ha incontrato (dalle decine di auto alla moltitudine di motorini) ed ha allagato scantinati, androni, portoni. La furia dell’acqua ha tragicamente provocato la morte di tre persone che, a causa di una ritardata diramazione di allerta, erano per strada. Non solo le forti piogge, ma anche le condizioni meteomarine avverse, che non hanno permesso il defluire delle acque pluviali verso il mare, hanno contribuito all’innalzamento repentino della portata d’acqua del Bisagno e del suo affluente Fereggiano. A tragedia consumata sono iniziate le polemiche circa la mancata considerazione delle allerte diramate dalla protezione civile e non tenute in dovuta considerazione dal Comune. Se fossero state chiuse le scuole e la gente fosse stata avvisata del pericolo, quel giorno

probabilmente non ci sarebbe stata alcuna vittima. Si sono accesi dibattiti sulla prevenzione e gestione dei cambiamenti climatici e sull’importanza della messa in sicurezza dell’assetto idrogeologico del territorio. Da questo punto in poi si focalizza l’attenzione sulla morfologia e idrologia della nostra città. Genova è stretta tra l’Appennino e il mare (all. B); i corsi d’acqua che la attraversano longitudinalmente sono tutti a regime torrentizio, a portata variabile, caratterizzati da lunghi periodi di secca interrotti da piene improvvise anche di breve durata. Dallo spartiacque ligure-padano le valli scendono verso il mare incontrando un territorio fortemente urbanizzato. Nel ponente i principali corsi d’acqua sono il Chiaravagna, il Cerusa, il Leira, il Varenna, il San Pietro e il Branega. A levante scorrono lo Sturla e il Nervi, oltre ai minori Castagna, Bagnara, Vernazza e Priaruggia. Il Polcevera a ponente e il Bisagno a levante scorrono nelle omonime valli e sono i torrenti che hanno portata maggiore. Nel loro procedere verso il mare raccolgono le acque di diversi affluenti. Torbella, Maltempo, Pianego, Burba e Geminiano sono gli affluenti del Polcevera che scorrono in territorio cittadino. Affluenti del Bisagno sono Mermi, Lentro, Noce, Canate, Torbido, Geirato, Trensasco, Cicala, Veilino e il principale, che è il Fereggiano. (all. C) Tra queste due valli si estende il centro di Genova dove scorrono, principalmente tombinati, i rivi minori San Teodoro, San Lazzaro, Lagaccio, Sant’Ugo, Santa Brigida, Carbonara, Rio Torbido e Sant’Anna. Durante il secondo incontro si effettua l’uscita. Partendo con il bus n. 82 dalla stazione Brignole si arriva nel quartiere di Quezzi in località Pedegoli dove il rio Molinetto e il rio Finocchiara confluiscono nel Fereggiano. Da lì, a piedi, si scende verso il quartiere di Marassi costeggiando il torrente. Si fa notare che il corso d’acqua a tratti è a vista e a tratti tombinato. Si racconta come questo torrente sia stato sacrificato, negli anni sessanta del secolo scorso, alla cementificazione. Si chiede ai ragazzi di interagire con la narrazione immaginando come potesse essere la zona un secolo fa; come avrebbero vissuto i loro bisnonni se avessero abitato in quelle terre. Sicuramente qualcheduno avrebbe avuto un frantoio, le donne sarebbero state lavandaie. Si scende ancora, si gioca a indovinare se il corso d’acqua è a destra o a sinistra della strada, in che punto scompare inglobato dalla strada e dai palazzi e quando

riappare per poi scomparire di nuovo. Si sosta davanti alla lapide commemorativa che ha dato lo spunto per l’attività e poi si riparte fino a quando il Fereggiano si getta nel Bisagno. Il terzo incontro è dedicato all’esercitazione in classe e alle conclusioni A partire da la carta del reticolo idrografico, con l’ausilio della carta lucido, si ricalcano, individuano e riportano i rivi invisibili sulle carte comuni tipo stradario. (all. D) (all. E) Si sovrappongono per avere una visione globale di tutti i rivi, rii, torrenti o parte di essi che scorrono sotto la nostra città. Si chiede agli studenti se immaginavano che magari proprio la loro casa o la loro scuola o la palestra che frequentano sono costruite sopra un corso d’acqua. Senza provocare inutili paure si conclude spiegando che comprensibilmente l’uomo cerca di addomesticare la natura per creare migliori condizioni di vita, ma che essa va comunque ascoltata e rispettata. Se le opere di messa in sicurezza dei rivi sono effettuate con perizia e competenza i pericoli vengono minimizzati. Se la Protezione Civile è competente e viene altresì ascoltata sia dalle istituzioni che dalla popolazione i rischi si riducono sensibilmente. Se si limitano le nuove cementificazioni a vantaggio del verde e si opera una pulizia capillare e sistematica delle colline intorno alla città e degli stessi corsi d’acqua, si avranno solo vantaggi in termini di vivibilità e sicurezza.

All. A

All. B

All. C

All. D http://www.comune.genova.it/sites/default/files/upload/protezione_civile/carta_del_reticolo_idrogra fico_-_tavola_4.jpg All. E http://www.comune.genova.it/sites/default/files/centro.pdf Geoportale: https://mappe.comune.genova.it/MapStore2/#/viewer/openlayers/1000000604...


Similar Free PDFs