Età di Augusto latino PDF

Title Età di Augusto latino
Author Giorgia Pozzetto
Course Scienze umane
Institution Liceo (Italia)
Pages 21
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Summary

Tutti gli appunti su l’età di Augusto compresi i Giulio Claudi...


Description

ETÀ DI AUGUSTO !

L’età di Augusto è quella che va dal 44 a.C al 14 d.C ( l’anno della morte di Augusto). Viene definita l’età di Augusto perché è un periodo durante il quale campeggia la figura di Ottaviano Augusto con il quale ineluttabilmente si afferma una nuova forma politica che è il principato o l’impero -> una forma politica che presuppone oltre al senato, ai tribuni della plebe, anche un imperatore che sta al vertice di tutto. Augusto cambia completamente il volto di Roma. Passaggio dalla repubblica all’impero 31d.C -> battaglia di Azio tra Ottaviano e MarcoAntonio -> Ottaviano vincitore. Alla morte di Cesare tutto il mondo Romano rimane scosso perché questa figura aveva cambiato molte cose a Roma, era una figura molto importante. Per cui, le figure politiche che rimasero visibili dopo la sua morte erano : MarcoAntonio e Ottaviano. MarcoAntonio spaventa un po’ il senato perché era stretto collaboratore di Cesare. Ottaviano che era abbastanza giovane viene avvicinato dal Senato nella speranza di poterlo controllare. Il primo atto che porta avanti Ottaviano è quello di sconfiggere gli uccisori di Cesare nella battaglia di Filippi MarcoAntonio, Ottaviano insieme ad un altra figura che si chiama Lepido formano nell’anno 43 formano il secondo triumvirato, accordo politico provato tra i tre cittadini. Marco Antonio diventando alleato dell’Oriente e Il senato appoggia Ottaviano e gli da pieni poteri contro MarcoAntonio per cui il senato consente di adottare delle misure estremate contro Marco Antonio. Lo scontro deciso avviene il 31 .C. nella battaglia di Azio nella quale vince Ottaviano. Il senato ha paura che Marco Antonio acquisisca un eccessivo potere nelle province orientali. La figura di spicco diventa Augusto con il quale nasce l’impero -> all’interno della gens di Augusto (di Giulio Cesare), che è la gens Giulio Claudia dove si succederanno altri imperatori. Ottaviano dopo la vittoria inizia il percorso che avevano fatto Silla e Cesare -> accoglie nella propria persona una serie di cariche pubbliche, sia politiche che religiose che piano piano gli conferiscono un potere assoluto. Formalmente lui dichiara di non voler assumere nessuna carica ma di essere devoto al senato e alla Res publica romana. -> lo fa incidere su pietra e fa si che questi scritti sia collocati nei punti più importanti di quello che è diventato l’Impero. Rimane il senato, i tribuni, salvo il piccolo dettaglio che tutte le istituzioni politiche devono rendere a lui infatti dal 31 fino al 23 fu console, presidente del senato, accettò delle cariche che gli diedero potere come princeps senatus, imperator, Augustus e dopo il 23 riceve l’imperium proconsulare maius et infinitum -> comando militare assoluto su tutto le province e infinito. La res publica era debole ed Augusto era salito al potere proprio in queste circostanze. Augusto non si proclama imperatore ma nel tempo accumula una serie di incarichi per cui alla fine ha il potere assoluto e gli viene riconosciuta una certa superiorità rispetto agli altri. Pian piano l’accumulo di queste cariche sarà tale che in un breve lasso di tempo

verrà riconosciuto imperatore. Il rischio era che in uno stato dalla forte tradizione repubblicana venisse visto come rischioso (posizione scomoda) e allora attua una propaganda politica con la quale si presenta a tutti i cittadini romani nel migliore dei modi e giustifica il proprio comportamento. Per poter leggere quello che pensa del proprio ruolo basta che si legga un documento che si chiama Res Gestae Divi Augusti -> sintesi del suo operato dal triumvirato in poi. Aveva fatto incidere su pietra le sue imprese e aveva fatto porre la lapide con queste imprese nei punti più importanti dell’impero. È stato ritrovato ad Ancara in Turchia il cosiddetto MONUMENTUM ANCYRANUM (grande lapide che è stata ritrovata in Turchia che contiene le res gestae divi Augusti che sono le imprese di Augusto). In questo monumenti dice “io ho ricevuto l’incarico di proteggere il senato da un nemico pubblico (Marco Antonio) e dopo averlo sconfitto ho restituito la repubblica nelle mani del senato e del popolo romano” quindi lui si presenta come il PALADINO della Res Publica anche se alla fine dei giochi la Res publica si sarà trasformata in un impero. Augusto fu visto con piacere perché dopo lui ci fu un periodo di pace e stabilità. Fu un grande mediatore -> mediare -> cercare di comprendere le esigenze di tutte e cercare di trovare un equilibrio in modo tale da accontentare un po’ tutti. Lui cerca di accontentare tutti infatti tutela i redditi delle classi medie, riconosce con dei donativi di terre anche il merito dei soldati, e non dimentica nemmeno la plebe, la quale aveva bisogno di essere aiutata, da dei donativi concreti (PANEM ET CISTERCENS), presta attenzione anche alle rivendicazioni dei provinciali. Anche la pubblica organizzazione la organizza in modo tale che ognuno ricopra un ruolo ben preciso. Non solo, alla sua propaganda e organizzazione politica unisce anche un intelligentissimo lavoro di propaganda culturale -> utilizza la cultura come strumenti di sostegno alla politica. Attua una vera e propria politica culturale (programma politico che si avvale di uno stretto rapporto con gli intellettuali). Promuove in prima persona la cultura è la mentalità del tempo. Si rivolge ad un abile intellettuale e mediatore che si chiama Mecenate -> fare mecenatismo significa finanziare gli intellettuali gli artisti in modo tale da promuovere la cultura è deriva da una persona che era, appunto, Mecenate. Mecenate per conto di Augusto, appena trovava una poeta capace lo contattava e gli diceva che Augusto era interessato a lui. -> creava un alleanza tra intellettuali e potere. Ad esempio, La classe media italica, come tutte le zone periferiche, si caratterizzava per una forte tradizione culturale e questa classe era fortemente legata ai valori del Mos Maiorum e con la sua propaganda culturale Augusto si propone come il restauratore dei valori del Mos Maiorum -> ravviva i culti, le cerimonie ecc.. e chiede agli scrittori di scrivere delle opere che parlano proprio di questi temi. AUGUSTO RILANCIA I VALORI DEL MOS MAIORUM. (Dopo la sua morte la successione imperiale sarà all’interno della sua famiglia.)

Mecenate istituisce un vero e proprio circolo -> Circolo di Mecenate, di intellettuali accumunati da una certa simpatia verso la figura politica di Augusto. Aderiscono a questo circolo intellettuali come Virgilio, Orazio, Tito Livio, ecc ... i più grandi intellettuali dell’epoca, che scrivono delle opere con i fondamenti della cultura classica e infatti per questo l’età augustea viene anche ricordata come periodo aureo della letteratura romana/Latina. Non c’è solo questo circolo ma anche, il Circolo di Messalla Corvino(che accoglie poeti come Tibullo) e Asinio Pollione. I CANONI POETICI DEL CLASSICISMO AUGUSTEO Un canone è un modello, una serie di principi che in questo caso sintetizzano le caratteristiche della poesia in età augustea. Queste caratteristiche le troviamo all’interno dell’Epistolario del poeta latino Orazio, in particolare in un epistola metrica (in versi) che riceve il titolo di ARS POETICA. Come devono essere le caratteristiche delle poesie : 1. SÀPERE = pensare bene. Principio e fonte dello scrivere bene cioè l’intellettuale deve essere una persona saggia, equilibrata e in grado di avere dei pensieri ordinati. MISCERE UTILE DULCI = mescolare in maniera equilibrata ciò che è utile a ciò che è dolce(la poesia stessa). Unire utile al dilettevole 3. DECORUM= è l’equilibrio di un opera tra forma e contenuto come a dire che il

2.

contenuto non deve essere così pesante da schiacciare la bellezza della forma, ma la forma non deve essere così complessa da offuscare il contenuto. 4. LABOR LIMAE (limatura/rifinitura formale)= è un elemento imprescindibile per la poesia di età Augustea che ricorrere alla limatura formale la quale è stata introdotta a Roma dai poeti nuovi, mescolando l’ INGENIUM(innato) e l’ARS(acquisita con lo studio). 5. ARTE ALLUSIVA = consiste nell’inserire dei riferimenti colti ad opere importanti. Inserire all’ interno della proroga opera citazioni, riferimenti di contenuti, nomi di personaggi che traggono ispirazione dalla tradizione greca. L’arte allusiva, dunque non può essere alla portata di tutti quindi si tratta di una letteratura elitaria, destinata alla cerchia degli intellettuali. Quindi il presupposto fondamentale è leggere e rileggere i modelli greci. 6. MATERIAM AEQUAM VIRIBUS = il poeta deve affrontare una materia pari alle proprie forze. Questo concetto porta con se una sorta di corollario ovvero il concetto di RECUSATIO = viene riconosciuto al poeta il diritto di rifiutare dichiarando la propria incapacità di affrontare un determinato argomento. 7. METRICA E STILE ADEGUATI AL GENERE DI APPARTENENZA = bisogna rispettare la forma metrica e lo stile del genere di appartenenza, appunto. Bisogna essere rispettosi dei determinati aspetti formali. La poesia augustea fa un passo avanti rispetto a tutti gli altri tipi di poesie perché ha colto dalla poesia neoterica il labor limae ma si tratta di una poesia colta, fortemente elaborata

PUBLIO VIRGILIO MARONE Virgilio nasce nel 70 a.C e muore nel 19 d.C. Nasce in una zona rurale vicini Mantova da una famiglia agiata e poté per tanto completare i suoi studi a Roma e poté completare la sua formazione filosofica preso una famosa scuola filosofica Epicurea con sede a Napoli. Ha, quindi, un’eccellete formazione sia retorica che filosofica. Nel 41 a.C. A seguito della battaglia dei Filippi, Augusto per ricompensare i soldati aveva dato loro delle terre ma le aveva espropriate ai proprietari terrieri, agli agricoli. Cosicché Virgilio si era trovato privo delle sue terre presso Mantova perché gli erano state tolte e date ai veterani della battaglia di Filippi. Da lì a poco pero, Virgilio poté riavere le sue terre in virtù delle amicizie influenti che aveva. Tra il 42 e il 39 lui si accinge a comporre un opera poetica intitolata Bucoliche ed è in questa opera che vedremo il riferimento al fatto storico. Quest’opera du tipo poetico lo ha subito reso noto come poeta tant'è che venne subito contattato da Mecenate che lo accolse all’interno del circolo che da lui prese il nome. Mecenate gli permise di dedicarsi continuamente all’attività poetica, senza lavorare, riturandosi alla vita privata. Tra il 38 e il 30 scrive invece, le Georgiche che è la sua seconda opera di valore propagandistico. Dal 29 fino alla sua morte, motivo per cui l’opera fu pubblicata postuma, senza la revisione finale dell’autore, scrisse l’Eneide. Era estremamente puntiglioso, era un cultore del labor limae, e anche nella descrizione degli ambienti era esattamente rigoroso, per cui compi un vero e proprio viaggio in Grecia per fare un sopralluogo sui luoghi che voleva citare. Si ammalò e morì all’arrivo sul porto di Brindisi. LE BUCOLOCHE = Canto dei bovari Si tratta di un genere letterario che prende il nome da Poesia bucolico pastorale. Si tratta di un tipo di poesia di origine greca e si caratterizza per avere come contesto, un contesto rurale/ pastorale, i protagonisti di ciò che viene raccontato in queste poesie sono dei pastori che si muovono all’interno di un ambiente agreste non così realistico come un contadino se lo immaginerebbe -> ambiente pastorale idealizzato in cui non si percepisce la fatica della vita in campagna ma si pone l’accento sugli aspetti belli e gradevoli di una vita in campagna senza fatica = si sottolinea la piacevolezza dello stare all’ombra di un albero, addormentarsi accompagnati dal ronzio delle api, ecc.. i temi di questa poesia sono il CANTO, e l’AMORE. PVirgilio prende come modello il poeta greco Teocrito, considerato il padre della poesia pastorale e che ambienta le sue bucoliche in una regione della Grecia (Arcadia) che rimarrà nella tradizione letteraria. Offre l’occasione di immergersi nel bello, volendosi lasciare alle spalle il brutto delle guerre civili (sono stata e composte tra il 39 e il 42). Queste bucoliche vengono composte come una sorta di consolazione dopo la fine della guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio. Tra i temi della propaganda di Ottaviano c’è il fatto di essere stato il restauratore dei valori del Mos e allora Virgilio accoglie questa

retorica e questa propaganda e scrive le bucoliche come poesia consolatoria che, con la bellezza del paesaggio e la descrizione di un luogo perfetto, vuole creare un momento di fuga dalla realtà, di consolazione. Se pur in questa cornice perfetta però, Virgilio inserisce dei riferimenti ben precisi alle guerre civili, ecc.. perché consapevole. Quindi si tratta di una FUGA CONSAPEVOLE. STRUTTURA DELLE BUCOLICHE Nella prima e nella nona eglode(poesia) troviamo un riferimento all’esproprio che ha subito -> emerge un quadro che fa riferimenti alla realtà è all’onestà di non negare gli aspetti negativi del potere. Nel descrivere il rapporto tra poesia e potere, Virgilio non nasconde il volto oscuro del potere, lo lascia trapelare. Nella quarta invece, i critici letterari si sono impegnati molto nell’interpretazione -> questa eglode presenta un linguaggio più elevato e un tono oracolare perché parla di un puer che sarebbe nato di li a poco e che avrebbe riportato sulla Terra l’età dell’oro. Nella tradizione l’età dell’oro, chiamata anche Saturnia Regna, è un epoca mitica che appartiene al mito della tradizione romana -> prima dell’età degli uomini ci sarebbe stata un era d’oro, in cui l’uomo non doveva far nulla -> viveva in un eden perfetto. Sennonché Giove, temendo che l’uomo si impigrisse decise di toglierli ciò che Saturnio gli aveva regalato e rese la vita difficile e insidiosa. Sono composte da 10 egloge scritte in esametri la cui cronologia è incerta (le ha pubblicate secondo una studiare relazione fra loro). Si dispendono simmetricamente attorno alla quinta egloga che racconta della morte di Dafni (poeta pastore). Le dispari sono dialogiche, le pari sono discorsive. La decima contiene il compianto per la morte del poeta Cornelio Gallo. -> DAMNATIO MEMORIAE. Nella sesta invece un satiro, Sileno, canta le origini del mondo e ricorda diversi miti legati alla tradizione romana -> si tratta di un mondo rarefatto. LE GEORGICHE la seconda delle opere che Virgilio scrive tra il 28 e il 30 sono le georgiche -> che significa contadino. Sono i fatti dei contadini. In questo caso utilizza il genere del poema didascalico -> il poema è un componimento poetico di grandi dimensioni, e in particolare il poema didascalico serve per insegnare un qualcosa. Virgilio vuole insegnare le cose che riguardano i contadini, quindi la campagna e l’agricoltura. In questo modo da sostengo alla propaganda augustea riportando alla memoria della collettività gli strumenti di vita che sono stati la culla della civiltà romana, quindi la formazione in campagna (bonus agricola). Virgilio va a sostenere la classe media italica che è formata da proprietari terrieri e che vivono quotidianamente la vita in campagna. -> si stratta di un opera incentrata proprio sulla radice contadina dei valori che hanno costruito Roma. STRUTTURA

in quest’opera Virgilio fornisce indicazioni di carattere tecnico specifiche per gestire una proprietà agricola. L’opera formata da circa 1000 esametri, consta di 4 libri : Il primo libro tratta della coltivazione dei campi. La conclusione fa riferimento alle guerre civili e si chiude in maniera cupa. Il secondo libri parla, invece, della arboricoltura cioè della coltivazione degli alberi e si chiude con un finale positivo -> è una lode rivolta all’Italia. Il terzo libro parla dell’allevamento del bestiame e si chiude, anch’esso con un finale cupo -> epidemia di peste. L’ultimo libro parla dell’apicoltura e si chiude con un tono lieto dove viene raccontato un doppio mito -> di Aristeo e Orfeo. Alcune conoscenze che mette campo in quest’opera sono dettagliatamente tecniche -> prende ispirazione dal DE AGRICOLTURA di Catone il Censore, e anche da un’ opera di Varrone. Oltre a queste fonti ha anche delle fonti letterarie -> modello Lucrezio. Osservando la scelta della distribuzione degli argomenti la scelta non è casuale perché parlando di fatica fisica dell’uomo il primo risulta essere il più faticoso mentre l’ultimo è il meno faticoso -> dal primo all’ultimo Virgilio dispone le attività in ordine decrescente di fatica e la parola chiave di questo testo è LABOR -> fatica. Il labor è cio che, dopo l’età dell’oro, Giove introduce affinché l’uomo si impegni per trovare le varie attività della vita umana che comportano fatica. Augusto fonda gran parte della sua propaganda sulla conservazione della tradizione e il labor si collega a ciò attraverso il ritorno alla campagna che è l’origine della civiltà romana per cui la gestione del fondo agricolo viene considerata come un’attività formativa -> i valori del mos sono nati in una mentalità e civiltà cittadina che per sua caratteristica intrinseca è una civiltà conservatrice, al rigido rispetto di certe regole, ecc... Nell’opera c’è un’incongruenza perché Virgilio spiega di coltivare dei campi che non esistono più -> l’opera risulta apparentemente tecnica ma non è utilizzabile concretamente perché le proprietà sono cambiate. Inoltre, è un opera di carattere tecnico ma è scritta in poesia, dove troviamo i canonici della poesia augustea. Il destinatario apparente dell’opere è l’agricoltore ma quello reale è il cittadino romano di classe elevata che ha accesso a tutti i livelli dell’istruzione e che fa parte di quella che l’elite (circolo di Mecenate) -> l’opera è scritta per coloro che fanno parte dei circoli culturali che possono effettivamente comprendere tutti i livelli di senso dell’opera. L’opera ha una valenza ideologica-propagandistica. -> la sua finalità è sostenere, attraverso la poesia, la propaganda augustea. Virgilio vuole aiutare la società a rinnovarsi con un salto nel passato. Ci sono due parti dell’opera fondamentali : una nella quale Virgilio descrive l’origine del labor che viene abbinata al regno di Saturno e di Giove, l’ altra comprende gli ultimi duecento versi del quarto libro (dedicata all’apicoltura). Nel proporre questa società delle

api Virgilio vuole evocare metaforicamente l’organizzazione della nuova società sotto Augusto -> nello specifico lui parlerà di Rex -> in tutti gli aspetti l’opera si vede coerente con la propaganda e in particolare gli ultimi duecento versi contengono il doppio mito a incastro di Aristeo e Orfeo -> il mito a incastro è tipico della cultura ellenistica e consiste in un mito intrecciato ad un altro mito secondo una relazione tra i personaggi e gli eventi. Circolavano voci secondo le quali in realtà questi ultimi duecento versi in origine non contenessero il mito ad incastro ma bensì un elogio nei confronti del poeta elegiaco ovvero Cornelio Gallo -> sennonché questi poeta entrò in conflitto con Augusto per cui sarebbe stato condannato alla Damnatio Memoriae che vuol dire ‘condanna del ricordo’ -> punizione molto pesante -> dopo la morte di un personaggio si cancellavano i segni della sua esistenza. Si diceva che gli ultimi duecento versi fossero dedicati a Cornelio ma che a Causa della Damnatio Virgilio fosse stato costretto ad eliminare quei versi e sostituirli con qualcos’altro. A sostegno della sua correttezza si può dire che questo doppio mito sembra messo un po’ li così quindi si potrebbe anche credere che sia così, ma se si legge il contenuto del mito, esiste con l’intera opera un legame di tipo etico molto forte. Aristeo è un allevatore particolare perché é un apicultore, improvvisamente perde il suo sciame a causa di una malattia, una moria fra le api, per cui muoiono tutte. Interroga un oracolo per capire cosa fare e anche l’origine di questa moria e l’oracolo spiega che Aristeo si è macchiato di una grave colpa è a causa di ciò gli dei lo hanno punito, l’ero, gli indica anche il modo per recuperare lo sciame perduto -> un rituale molto preciso -> deve prendere un vitello, portarlo in una casucula con 4 aperture esposte ai venti, e lo deve sacrificare uccidendolo con delle bastonate e pazientando di li a poco dalla sua carcassa nasce un nuovo sciame. Questo rituale si chiama BUGONIA. La grave colpa che ha commesso è il punto di contatto con il mito di Orfeo -> Orfeo era un cantore che, accompagnato dalla lira s...


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