Eugenio Montale-la tesina per la letteratura italiana contemporanea. PDF

Title Eugenio Montale-la tesina per la letteratura italiana contemporanea.
Course Letteratura italiana
Institution Università di Bologna
Pages 5
File Size 128.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 44
Total Views 130

Summary

la tesina per la letteratura italiana contemporanea. Il tema del paesaggio in Montale in “Ossi di Seppia” e “Le Occasioni”...


Description

Neslihan Toraman

Il tema del paesaggio in Montale in “Ossi di Seppia” e “Le Occasioni” Eugenio Montale è un poeta vissuto tra il 1986 ed il 1981. Essendo nato a Genova, porta con sé il paesaggio ligure nelle sue opere. Ha avuto un’infanzia problematica ed i suoi problemi di salute l’hanno allontanato dalla vita borghese, avvicinandolo alla vita reale; consapevole dei dolori dell’uomo. Così da ragazzino, era già diventato attento e sensibile. La Prima Guerra Mondiale l’ha avvicinato al mondo letterario ligure, facendogli acquisire una visione precisa del mondo che lo ha portato a diventare uno degli intellettuali antifascisti di quell’epoca (“Manifesto degli intellettuali antifascisti”). È un poeta che parla principalmente della crisi esistenziale dell’uomo ed il suo mondo è amaro, pieno di dolore e sofferenza. Gli eventi che uniscono le persone hanno in comune un elemento solo: il dolore. Tutto il resto è casuale e niente di quello che accade ha senso. La poesia non ha come fine ultimo quello di “aprire mondi”, ma bensì descrivere, far capire ed illustrare ciò che c'è di male. Porgere una “storta sillaba e secca come un ramo”.* Nel 1925, anno in cui Montale firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti”, esce la sua prima raccolta di poesie: “Ossi di Seppia”. Un libro che dal titolo dà la sensazione della morte, la negatività sulla terra e la disperazione: gli ossi sparsi sulla spiaggia, senza vita… Il tema è quello del paesaggio ligure che si mostra efficacemente attraverso l’immagine che crea il poeta. Uscita nel 1939, “Le Occasioni”, è la sua seconda raccolta di poesie, in cui la poetica del “correlativo oggettivo” ed il suo stile linguistico, vengono ampiamente espressi. E’ anche un libro che può presentare dei tratti stilistici di tipo ermetico, poiché il linguaggio è assai chiuso e simbolico. Ossi di Seppia Ossi di Seppia, uscito nel 1925, è la prima raccolta di poesie di Eugenio Montale. Il poeta usa un approccio d'annunziano per la scelta del titolo, volendo creare l’immagine dei resti degli animali marini defunti sulla riva del mare. Gli ossi di seppia sbattuti dalle onde sulla sabbia rappresentano l’insensatezza della vita dell’uomo sofferente, creando un binomio (opposizione) tra mare e terra, che poi si ripeterà in tutta l’opera. La terra in cui si trova l’uomo è lo spazio della morte, dell’esilio, del sacrificio e la sofferenza; il mare, invece, è beatitudine e vita. Dal titolo del libro si capisce anche che lo stile di Montale appartiene alla poesia ottocentesca, dove le opere non assumono nessun significato positivo, ma solo la negatività del mondo e dell’esistere, come il pensiero negativo di Leopardi.

Montale scrive delle poesie scarne, apparentemente semplici nel concetto ma non molto facili da capire ad un livello più profondo. Le sue poesie parlano della crisi esistenziale dell’uomo attraverso i suoi disagi esistenziali. Il poeta si serve di uno stile chiuso, simbolico e, nella prima parte, dannunziano. La ricerca di un'identificazione con la natura come fa d’Annunzio non esiste nella poesia di Montale. Il legame tra la natura e l’uomo in Montale viene espresso tramite la descrizione della povera e arida realtà. La sua poesia è formata da immagini simboliche, eventi e situazioni che evocano un sentimento particolare. Le tematiche di “Ossi di Seppia” sono l’angoscia, il male di vivere e il paesaggio ligure. L’agonia dell’uomo nel vivere e nell’esistere, prende forma nel paesaggio ligure. Il modo di scrivere di Montale è influenzato da Leopardi e dall’ermetismo. Possiamo dire che il paesaggio della Liguria descrive perfettamente l’angoscia dell’uomo: uomo che soffre, pessimista e che crede che la vita vada male per una conseguenza di un passaggio ad una vita eterna. Il paesaggio ligure è il tema principale ed elemento fondamentale per il libro, diventando il mezzo per esprimere le difficoltà e le sofferenze dell’uomo vivo. L’uomo che rifiuta l’ottimismo, il senso della vita, imprigionato dall’angoscia. Il paesaggio definisce anche la visione pessimistica che ha il poeta nei confronti del mondo, che prende corpo attraverso gli oggetti e gli eventi della natura. Le coste, i colli, il sole di mezzogiorno, il vento che getta le onde contro gli scogli… così prende forma quella tecnica di Eliot che si chiama “correlativo oggettivo”. “Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed è l’odore dei limoni.”* Il poeta, disegnando il paesaggio ligure con i ciglioni, gli alberi e l’odore di limone, trasmette la sensazione che l’uomo ha nei confronti della sua vita. La descrizione olfattiva dell’odore dei limoni che si sentono in un momento di silenzio tra tutte le sofferenze del mondo, simboleggiano la speranza e la felicità. Così i limoni diventano il correlativo oggettivo della speranza, facendo riferimento a “a noi poveri…”. La correlazione tra la natura e l’uomo è ben presente nelle poesie di Montale. Le caratteristiche ed i principi della natura spesso portano l’uomo ad identificarsi nel suo modo più naturale d’esistere. “E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia

che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”* Nella poesia che si chiama “Meriggiare pallido e assorto”, Montale crea un’immagine del paesaggio della Liguria descrivendo gli orti che si vedono dalla spiaggia (meriggio estivo). Vuole raffigurare l’uomo a immagine assomiglianza della natura. Lo personifica con la sua particolarità. “Non domandarci la formula che mondi possa aprirti sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”* Il poeta rimane osservante e passivo. La sua poesia non rivela nessun segreto, non può più indicare la strada giusta per salvarsi e non può dire la verità, perché non lo sa. La condizione dell’uomo è incerta: sa quello che non è, ma non sa quello che sia.

“Spesso il male di vivere ho incontrato era il rivo strozzato che gorgoglia era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato.”* “Spesso il male di vivere” è una poesia in cui viene espresso perfettamente il correlativo oggettivo montaliano. La sofferenza di vivere viene descritta in modo emblematico con l’aiuto della scelta del vocabolario che intesse con gli oggetti che vengono descritti, come il cavallo stanco e le foglie affaticate.

Le Occasioni “Le Occasioni” è la seconda raccolta di poesie di Eugenio Montale. In questo libro il tema si sposta verso una figura femminile, cioè, una donna amata di nome Clizia. Il libro si focalizza su un tema che è legato agli eventi imprevedibili della vita. La questione è quella di riempire il varco della vita e dell’essere umano attraverso le occasioni. Il tema è principalmente il viaggio che viene percorso da una donna angelica. Non si può tornare indietro nel tempo e le sue poesie infatti esprimono l’impossibilità di recuperare il tempo passato.

“ne tengo ancora un capo; ma s’allontana la casa e in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza pietà.”*

Il poeta si trova in uno stato d’animo molto disperato, non avendo minima idea di cosa può diventare la realtà. La difficoltà nel trovare la strada giusta da prendere e nel cercare di trovare una direzione seguibile e affidabile, rendono difficoltoso l'esistere in serenità. La salvezza da questo dolore viene trovata vicino ad una donna, una casa, che lui ha tanto amato e con cui sperava di poter uscire da quella speranza principalmente esistenziale.

“libeccio sferza da anni le vecchie mura e il suono del tuo riso non è più lieto: la bussola va impazzita all’avventura e il calcolo dei dadi non più torna.” Il riso della donna viene associato alla felicità. Il poeta si sente triste, non è capace di capire il senso della vita e non vivendo si ritrova semplicemente a respirare per sopravvivere. Così rimane solo il vuoto e poiché non ha un altro motivo con cui riempirlo, si desola. L’individuo cerca di capire il senso della vita e il significato della sua esistenza e le conseguenze. “Non il grillo ma il gatto del focolare or ti consiglia, splendido lare della dispersa tua famiglia. La casa che tu rechi con te ravvolta, gabbia o cappelliera?” L’identificazione del gatto con la casa, rafforza il senso del portare il gatto dentro una valigia con sé perché simboleggia quello di cercare di sopravvivere. Il bagaglio in cui si trova il gatto, cioè la casa è protetta dalle sofferenze e hanno un legame forte tra la memoria. Si vede che il poeta sfrutta la tecnica del correlativo oggettivo. Il tema del paesaggio nel “Le Occasioni” rimane quello del ligure. Il paesaggio è arido e desolato, l’uomo è in disarmonia con la natura.

Conclusione Lo scopo del poeta rimane quello di non essere capito facilmente, di essere incomprensibile. Abbandona il linguaggio quotidiano assumendone uno più aulico e aumenta la poeticità del suo stile di poesia. Quindi le sue poesie in “Le Occasioni” danno grande importanza alla bellezza della forma, quindi anche del fatto che la donna sia angelica è un fatto notevole.

Invece nel libro che si chiama “Ossi di Seppia”, il linguaggio è più facile da comprendere nella descrizione dei sentimenti dell’uomo. Il mondo amaro e la sofferenza dell’uomo prendono forma nella natura, come le foglie che si strusciano faticosamente, o il cavallo che è stramazzato o il rivo strozzato. Il tema del paesaggio ligure viene mostrato in diversi modi. Prende la forma dei sentimenti e gli eventi che accadono durante la vita umana, o il ciclo della natura. Nel suo primo libro che si chiama “Ossi di Seppia”, il paesaggio ligure è ben chiaro nelle immagini delle poesie. I limoni, rappresentano la felicità e la speranza che la natura porta all’esistenza umana. La solitudine dell’uomo trova un significato nell’immagine del mare, il distacco dell’uomo crea la disarmonia. La conoscenza dell’inesistenza della realtà porta l’uomo a un punto negativo nel suo percorso vitale. La consapevolezza dell’uomo di non essere capace di raggiungere la comprensione profonda della vita lo spaventa, ritrovandosi così a portare dentro di sé questo segreto....


Similar Free PDFs