Ezechiele e la visione della gloria del Signore PDF

Title Ezechiele e la visione della gloria del Signore
Course Teologia Sacra scrittura
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
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Presentazione del profeta Ezechiele e analisi ed esegesi della Visione della gloria del SIgnore Ez 1,1-28...


Description

EZECHIELE Il nome del profeta, Ezechiele, significa «Dio è forte, Dio prevale», oppure «Dio rende forte». Entrambi i significati si attagliano alla vicenda di Ezechiele, il quale, nel racconto della sua vocazione, viene afferrato dalla mano del Signore e riempito dalla presenza divina, ma, d’altro canto, appare anche come un profeta capace di opporsi agli avversari. Ezechiele era un sacerdote (1,3), che, come avvenne anche ad altri, ad esempio Isaia e Geremia, divenne un profeta. Questi due termini, sacerdote e profeta, rimandano a due tipi di esperienze molto diverse, tendenzialmente conflittuali. Il sacerdote in Israele, era infatti tale per nascita, viveva un’esistenza separata da quella ordinaria, era l’uomo del culto, attento alla purità rituale e, in generale, al mondo del sacro. I profeti, invece, erano suscitati direttamente da Dio, al quale solo rispondevano; erano dunque figure eminentemente carismatiche e per questa ragione spesso si opponevano Leggendo il libro di Ezechiele appare con chiarezza l’origine sacerdotale del profeta: Usa un linguaggio molto preciso, La sua cultura tipicamente sacerdotale è vicina a Gen 1 e al codice di santità del libro del Levitico, È sacerdotale anche la concezione del peccato come impurità e l’insistenza sul valore del sabato e la distinzione fra sacro e profano, Al centro delle preoccupazioni di Ezechiele c’è il tempio da cui prende l’avvio la sua profezia e a cui essa ritorna. Questo sacerdote si trova tuttavia al di fuori di Israele. In questa terra straniera, egli fa esperienza di Dio, come è attestato al verso 1,1. La visione di cui gode Ezechiele è una teofania che richiama l’esperienza fatta in precedenza da Isaia nel tempio di Gerusalemme. Nel caso di Ezechiele, però, la manifestazione di Dio non è più legata alla terra santa né al tempio. Per un sacerdote come lui, l’apparizione del Signore in un luogo impuro e pagano è straordinaria, capace di stravolgere completamente i suoi punti di riferimento tradizionali. Il sacerdote Ezechiele diventa così un profeta, ma egli sarà per il resto della sua vita diviso tra le tendenze tradizionaliste del sacerdote e la novità «carismatica» del profeta, una tensione che in lui appare in maniera più manifesta di quanto non trapeli dalla vicenda di Isaia o da quella di Geremia. Le fonti di Ezechiele Esiste una relazione abbastanza stretta tra Geremia ed Ezechiele, la cui missione si presenta come la continuazione della profezia di Geremia. Entrambi i profeti formulano infatti oracoli di giudizio e di condanna nei confronti del proprio popolo e lo fanno in maniera complementare: Geremia predica a coloro che si trovano ancora a Gerusalemme, prospettando loro la fine se non si convertono riconoscendo i loro peccati, mentre Ezechiele parla da Babilonia, cioè dal luogo in cui già si sperimentano gli effetti negativi del peccato. Come però Geremia non verrà ascoltato, così neppure Ezechiele avrà successo, per cui egli è costretto ad annunciare la fine della città santa, cinta d’assedio dalle truppe di Nabucodonosor. Oltre a Geremia e alla tradizione sacerdotale, Ezechiele presenta anche punti di contatto con la spiritualità deuteronomistica. Struttura La struttura generale del libro di Ezechiele è, a prima vista, molto lineare. Nella vita di quest’uomo, come abbiamo già detto in precedenza, Dio interviene in maniera sconvolgente rendendolo profeta (cc. 1-3). Egli annuncia in primo luogo il giudizio sia agli ebrei (4-24) che alle nazioni (25-32). In seguito il tono complessivo del discorso cambia, e nei cc. 33-37 si trovano invece oracoli di consolazione e il libro si chiude infine con la visione del tempio (40- 48). Gli autori fanno comunque notare che l’ordine cronologico è più apparente che reale. Il libro segue infatti un ordine teologico. All’interno di questo schema generale, la particolarità di Ezechiele consiste nel fornire una serie di date; esse sono quattordici, articolate in due serie. La prima serie riguarda gli oracoli rivolti contro Israele, la seconda invece quelli contro le nazioni. Il libro comincia dunque nel quinto anno della prima deportazione a Babilonia e termina nel ventisettesimo anno della stessa.

Rapporto tra Ezechiele e il messaggio profetico che egli annuncia Uno dei modi caratteristici con cui Ezechiele viene indicato nel libro è «figlio dell’uomo», una formula che ricorre più di cento volte. «Figlio dell’uomo» significa semplicemente uomo; Ezechiele è l’uomo assunto da Dio come suo interlocutore. Quello che accade a Ezechiele, le parole che pronuncia, il modo in cui Dio gli si rivolge, diventano un segno del modo in cui Dio interpella l’umanità, cioè ogni uomo. D’altro canto, nel libro è anche molto sottolineato il rapporto che Ezechiele ha con il suo popolo. Egli non deve illudersi, anche se il suo popolo si mostra duro di cervice e pervicace nel commettere il male, di non farne parte. Questa appartenenza è così forte che Ezechiele è invitato ad assumersi la responsabilità per il peccato commesso dal popolo. Anche il rapporto tra il profeta e Dio è molto particolare. Nel libro si dice che Dio posa la sua mano su Ezechiele, facendogli fare esperienza dell’irresistibile sua potenza, a cui nulla può resistere. Ezechiele è un uomo che ha fatto esperienza di Dio, che è stato trasformato dallo Spirito, quasi suo malgrado. Egli ha accettato la vocazione e la missione che Dio gli ha affidato, si è nutrito della Parola e l’ha annunciata al suo popolo, a coloro che non volevano ascoltarlo e lo contestavano. Egli si è tuttavia assunto una responsabilità nei confronti dei suoi fratelli, portandone il peccato, e accettando di restare in una situazione difficile e dolorosa, di cui ha cercato di decifrare il senso alla luce della parola di Dio. LA VISIONE DELLA GLORIA DEL SIGNORE Ez 1,1-28 Questo capitolo parla della visione della gloria di Dio. La gloria del Signore è uno dei temi chiave in Ezechiele. Quattro sono gli aspetti fondamentali della visione della gloria di Dio: 1.

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LA GLORIA DEL NOSTRO DIO NEL VENTO TEMPESTOSO E NELLA NUVOLA: l’attenzione di Ezechiele fu attirata da un forte vento e dalla vista di un’enorme nuvola come un fuoco folgorante. Anche dalla tempesta Dio si rivelò a Giobbe. Nella Bibbia, una tempesta è spesso l’immagine del giudizio divino. LA GLORIA DEL NOSTRO DIO NELLE CREATURE VIVENTI: i cherubini. Secondo alcuni questi esseri viventi hanno il compito di prevenire e bloccare tutto ciò che è profano affinché non giunga alla presenza di Dio. Così, in questo testo in Ezechiele, i cherubini segnalano la presenza, la magnificenza, ma anche la protezione di Dio. Caratteristiche dei cherubini:  Aspetto umano (v.5),  Quattro facce di animali e quattro ali (vv.6,10),  Avevano le gambe dritte e piedi come zoccoli (v.7)  Avevano braccia umane sotto le ali (vv.8-9),  Camminavano diritto davanti a se (v.9)  Ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che velavano i loro corpi,  Le creature viventi andavano dove lo spirito li faceva andare (v.12),  L’aspetto di queste creature era come di carboni infuocati,  Queste creature correvano in tutte le direzioni, simili al fulmine,  Il rumore delle loro ali era forte. LA GLORIA DEL NOSTRO DIO NELLE RUOTE E IL TRONO SUL CARRO: ogni creatura aveva una serie identica di ruote. V.16 tutte e quattro avevano la stessa forma, aspetto e struttura come se una ruota fosse dentro l’altra. Inoltre vengono paragonate al crisolito  pietra preziosa. Quando si muovevano andavano tutte e quattro secondo il proprio lato e non si voltavano  la mobilità suggerisce l’onnipresenza di Dio. Inoltre, i cerchi di queste ruote erano pieni di occhi tutt’intorno. Per occhi possiamo indicare il bagliore. Infine, si muovevano contemporaneamente ai cherubini dovunque voleva lo Spirito. (vv.19-21). Le ruote si muovevano quando gli esseri viventi camminavano e se si alzavano da terra si alzavano anche le ruote dovunque lo Spirito voleva andare, andavano anche esse. LA GLORIA DEL NOSTRO DIO NELLA PIATTAFORMA E NEL TRONO: vediamo  1. Una distesa splendente sopra i cherubini che si estendeva in altro (v.22); 2. Un torno di zaffiro sopra la piattaforma con figura di uomo (vv.2628). Due caratteristiche delle immagini sono particolarmente significative. a) In primo luogo, Ezechiele riconosce la figura di un uomo. (v.26). b) In secondo luogo, non era un uomo ordinario. (v.27).

Quello che sembrava essere la sua parte superiore del corpo irradiata con bagliore di metallo come del fuoco; la parte inferiore del corpo sembrava avvolto in una luce abbagliante di fuoco. Sempre con il fuoco viene descritta in altre parti le manifestazioni di Dio. (Esodo 3:2-15; 24:17).

Conclusione La visione proclama la gloria del Dio trascendente. La trascendenza di Dio indica che: a) Dio è superiore all’uomo, b) Dio non può mai essere completamente inscatolato in concetti umani. Questo significa che tutte le nostre idee dottrinali anche se corrette per quanto utili possano essere, non ci faranno capire profondamente la natura di Dio. c) La salvezza è possibile solo per rivelazione di Dio, non è per il nostro merito. La salvezza è possibile solo per rivelazione di Dio, non è per il nostro merito. la visione della gloria di Dio rassicura il profeta Ezechiele. Anche se ora in esilio babilonese, è stato chiamato da Dio, non importa dove si trova e dove andrà, il Dio vivente in tutta la sua magnificenza e gloria andrà con lui ovunque e in qualsiasi direzione. la visione della gloria di Dio proclama l’interesse del Signore per suo popolo. Dio, rivelandosi a Ezechiele in Babilonia, dichiara che egli è sovrano in tutto il mondo e può aiutare e benedire il suo popolo, ovunque si trovino....


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