Famiglie del 900 PDF

Title Famiglie del 900
Course Educazione terapeutica e formazione
Institution Università degli Studi di Firenze
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STORIA DEI PROCESSI FORMATIVI...


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CAPITOLO I , Paul Ginsborg Scrivere la storia delle famiglie del '900: la connettività di un quadro comparato. Nel corso del novecento gli studi sociologici sono stati concentrati sul rapporto tra Stato, Famiglia e Società Civile; dando minore importanza sul rapporto tra Famiglia e Società Civile. Questo perché la società è stata studiata a livello internazionale alla fine del novecento ed inoltre la sfera del pubblico e del privato erano viste come due realtà separate. La famiglia secondo la tradizione liberale era considerata un’entità separata dalla vita pubblica e politica. Con l’emancipazione della donna e il suo riscatto dal dominio dell’uomo, la famiglia è stata vista come un’identità di genere piuttosto che come un’istituzione sociale. Nella società marxista, la famiglia viene incorporata progressivamente nella società civile e diventa una delle molte espressioni dei rapporti economici. Al contrario, i bolscevichi, Lenin incluso credevano che la famiglia non potesse adeguarsi allo sviluppo economico e politico della società. Mentre Trockij era convinto che se non esistesse una reale uguaglianza tra marito e moglie all’interno della famiglia, non si poteva parlare di uguaglianza nell’attività sociale e politica. Mentre le tradizioni liberali e marxiste si sono occupate poco dei rapporti tra famiglia e società civile, Hegel se ne occupò in maniera più approfondita. Secondo Hegel la disgregazione della famiglia avviene a causa di un processo articolato in 3 momenti: 1) la negazione nella Società Civile degli antichi valori etici della famiglia; 2) lo smembramento della famiglia d’origine nel momento in cui i figli procreano e costituiscono famiglie autonome; 3) l’ingresso dei soli capifamiglia maschi nella moderna Società Civile. Oggi la visione di Hegel non è accettabile. Secondo Budde la famiglia si distingue dalle altre associazioni dalle dinamiche relazioni ed emotive che nutrono le loro relazioni e dal ruolo dei giovani all’interno della vita domestica. Famiglia e società civile interagiscono reciprocamente quando alcuni membri familiari entrano a far parte della società civile e trasmettono i valori della famiglia ad esempio alle associazioni a cui appartengono e viceversa, quando gi rientrano in famiglia trasmettono ai loro figli ciò che hanno appreso fuori da casa. Gli studi sull’emancipazione della donna hanno mostrato che negli ultimi anni il numero di donne che partecipa alla vita dell’associazionismo e alla società civile è notevolmente aumentato, anche se non sono estranei gli uomini che si recano alle riunioni lasciando alla donna maggior spazio alla vita familiare e domestica. Un punto di incontro tra famiglia e società civile avviene ad esempio all’interno della casa quando i membri di un’associazione o alcuni abitanti vicini di casa si riuniscono insieme per parlare e confrontarsi su varie tematiche sociali, etiche o politiche. Malgrado ciò, il testo afferma che il tempo dedicato alla società civile è tempo rubato alla famiglia. Il concetto di famiglia non comprende soltanto il rapporto coniugale e i figli che essi procreano si considera famiglia anche quella d’origine dei genitori di uno dei due coniugi, o addirittura alcuni dei loro parenti. Nella categoria Delle famiglie si fa rientrare anche i conviventi o colui che vive da solo Lo spazio domestico è quello spazio in cui si svolgono tutte le attività di casa e dove i membri della famiglia interagiscono. La vita privata dell’individuo può essere considerata a stretto contatto con la famiglia o può risaltare il frutto del proprio impegno in ambito sociale (della società civile), che spesso si distingue dalla sfera familiare d’origine o da quella familiare che ha creato lui stesso. Ora saranno analizzate le connessioni tra individuo, famiglia, società civile e stato democratico. L’Italia è stata caratterizzata da famiglie diverse dal punto di vista del genere,

ma incentrate su una potente figura materna, da una società civile debole, soprattutto nel Sud e da uno stato democratico di tarda formazione e poco efficiente. La connessione chiave italiana era ed è ancor oggi quella tra famiglia ed individuo, perché l’impegno che l’uomo offre alla vita familiare è maggiore della partecipazione alla vita pubblica. In Gran Bretagna la connessione dominante è quella tra individuo e stato perché le famiglie esercitano un minore controllo sugli individui rispetto a quelle italiane. La pedagogia di genere mostra che le donne britanniche partecipano maggiormente alla vita lavorativa e meno a q quella f familiare, poiché non hanno nemmeno obblighi verso i genitori anziani. In Svezia invece predomina la connessione tra Stato e individuo. Lo stato offre agli individui servizi di benessere, che viene incrementato dall’azione dei sindacati, dei movimenti ambientalisti e pacifisti. Generalmente tutte le famiglie dei Paesi si sono concentrate nelle attività inerenti alla vita domestica, nei divertimenti, nell’acquisto dei beni di prima necessità. Il moderno consumo può generare l’incremento dell’azione civica, ad esempio promuovere le iniziative dedicate alla protezione delle risorse comuni come l’acqua ed il commercio equo e solidale. Secondo Banfield nel 1950 il Sud - Italia era caratterizzato da famiglie povere contadine con una struttura nucleare ed esse contribuivano all’incapacità degli abitanti di agire insieme per il bene comune. Banfield contrapponeva questi gruppi familiari nucleari deboli del Sud alle famiglie estese più prospere e vitali dell’Italia centrale. Young e Willmott nel loro studio sulle famiglie del quartiere operaio londinese di Bethnal Green negli stessi anni dimostrarono, che avevano una struttura nucleare ed erano molto estese, grazie ai costanti contatti quotidiani tra madri e figlie. Questa comunità operaia unita tra famiglie era in contrasto con quella a del nuovo quartiere di edilizia popolare, di Green-leigh, dove regnava l’isolamento delle famiglie. Le famiglie del Medioriente arabo, caratterizzate dal matrimonio tra cugini primi, dalla coabitazione con i genitori, da parte dei figli maschi sposati e dal diritto alle pari eredità tra fratelli maschi, hanno avuto un’influenza fondamentale sulla formazione della società. Le strutture familiari deboli, formate dai giovani single sono impieganti nella società civile, in particolar modo nell’associazionismo e nel volontariato che comprendono le azioni a tutela dei diritti mani del terzo mondo, azioni alla comunità, ambientalismo e pacifismo. Le famiglie forti e patriarcali non sono uno stimolo alla crescita della società civile. Le famiglie deboli e meno gerarchiche s lasciano agli individui la possibilità di sperimentare l’associazionismo. Possiamo individuare due sistemi familiari diversi tra l’Occidente in cui le persone si sposano tardi e la maggior parte della popolazione rimane single, al contrario ad Oriente si sposano prima e pochi rimangono single. Un’ulteriore suddivisione fatta all’interno dell’Europa occidentale distingue i sistemi familiari deboli dove conta di più l’individuo e quelli forti dove ha più importanza la famiglia. Nei sistemi familiari deboli rientrano la Scandinavia, la gran Bretagna, l’Olanda il Belgio, alcune regioni della Germania e Austria. I sistemi familiari forti comprendono l’Europa mediterranea. In passato le donne per lo più madri si occupavano della famiglia e non avevano tempo per realizzarsi professionalmente e per partecipare alla vita della società. Mentre nella società odierna le donne si sono emancipate e perciò spendono più tempo al lavoro che alla famiglia. Ciò ha provocato una riduzione del tasso di fertilità. Le famiglie aperte vivono un forte impegno familiare e sociale al contrario di quelle chiuse che si relazionano solo all’interno del loro spazio circoscritto alla propria sfera domestica. Con il termine di società civile si indica una pratica associazionistica ed uno spazio analitico. Si pone in relazione con il governo le imprese e le famiglie, ma è separata dalla vita politica dello stato. Alcuni La società civile trae origine dall’Illuminismo europeo ed il progetto di società civile resta un progetto illuminista.

Lo Stato democratico può promuovere o ostacolare la società civile. Per esempio il governo laburista dopo la Seconda guerra mondiale era interventista nelle politiche pubiche si pose raramente il problema di promuoverla società civile attraverso le riforme volte al benessere sociale. Infatti, i laburisti non riuscirono a elaborare un moderno sistema di connessioni. Un esempio è costituito dalla vita familiare nei nuovi complessi di edilizia popolare dove le famiglie dedicavano scarsa attenzione alla comunità e al vicinato. I motivi erano molti: composizione sociale eterogenea, assenza di strutture sociali ricreative e disfacimento delle reti di parentela estesa. Un altro elemento che promuove buone relazioni tra famigli, società civili e stato democratico è la democrazia partecipativa o deliberativa. Nell’Ottocento vi era la convinzione che le istituzioni rappresentative fossero presenti sia a livello nazionale che locale. Mentre oggi a livello internazionale si crede sempre più nella validità della combinazione della democrazia rappresentativa e partecipativa. Accennando ai rapporti tra famiglia e stati democratici possiamo dire che lo Stato democratico può essere accusato da un lato di un interventismo troppo sprecato che invaderà la privacy della vita familiare; mentre un intervento debole potrebbe essere passivo nei confronti delle scelte nella vita familiare. Lo stato può incoraggiare le famiglie a sviluppare la cultura di apertura che ha tanta importanza nel futuro della moderna società civile. L’intervento statale è risolutivo rispetto ad una serie di problematiche:  i tempi, fornendo adeguata assistenza all’infanzia in modo che le madri e i padri siano liberi di partecipare alla vita della sociale; l’informazione, per effettuare scelte adeguate; gli spazi compresi le sale per le riunioni e le procedure a livello municipale. CAPITOLO 2, Matteo Baragli Famiglie mezzadrili e culture religiose nella Toscana di inizio secolo. All’inizio del 900 in Toscana la popolazione era corrotta, brutta e poco religiosa nelle aree pianeggianti presso l’Arno dove era assai forte la presenza di braccianti. Queste aree all’inizio del XX secolo avevano già conosciuto una certa industrializzazione. Nelle vaste aree rurali delle colline circostanti erano presenti gli agricoltori. Queste aree si consideravano sane grazie alla configurazione fisica tipica delle aree mezzadrili, caratterizzate da famiglie mezzadrili e da abitazioni sparse che si raggruppavano in centro vicino alla parrocchia. Il modello di famiglia da considerare per una buona educazione pedagogica era costituito dalla famiglia mezzadrile e cattolica che popolava le campagne. Secondo la visione cattolica la vita urbana veniva considerata corrotta perché allontanava gli individui dai valori della religione cattolico-cristiana. La famiglia assume un ruolo importante nella formazione cattolica dell’individuo: infatti, nell’Enciclica Rerum Novarum viene definita come la piccola entità domestica anteriore allo Stato, deve educare i figli secondo i precetti cattolici, ha obbligazioni e diritti indipendenti da quelli dello Stato. Nella famiglia mezzadrile - cattolica prevale il modello di famiglia autoritario dove la donna è subordinata e dominata dall’’uomo. La donna si doveva occupare della casa e della crescita dei figli. Sempre secondo la religione cattolica il modello giusto di donna da seguire era quello rappresentato dalla Vergine Maria. Nelle campagne prevalevano le famiglie religiose e praticanti rispetto alle aree urbane. Le famiglie mezzadrili di appartenenza cristiana per far valere i propri diritti anche contro i proprietari terrieri e i datori di lavoro che li sottopagavano si organizzarono in leghe. Queste leghe erano chiamate leghe bianche, ben organizzate e più numerose rispetto alle leghe rosse di stampo socialista. Le leghe rosse erano meno organizzate perché agivano individualmente, a differenza di quelle bianche che si muovevano in un’unità colletti va di famiglie. Le famiglie contadine mezzadrili di appartenenza alle leghe bianche erano caratterizzate da una fede religiosa, grazie alla quale rafforzarono il loro sostegno e partecipazione attiva alla vita politico-sociale.

Le famiglie cattoliche avevano costituito una vera e propria rete territoriale: sorsero organizzazioni professionali, casse rurali sezioni locali dell’unione popolare della gioventù cattolica, istituirono la loro sede legale antiche misericordie. Spesso le sedi delle riunioni delle leghe bianche erano le parrocchie. Nel primo dopoguerra ci fu una lenta modernizzazione del mondo rurale, i giovani lasciarono le campagne e le loro famiglie per lavorare nelle città. Le leghe bianche si appoggiarono alla parrocchia dando origine ad un ideale di tipo religioso, presenta nel paese in particolar modo nell’Italia contadina. I mezzadri bianchi volevano far valere i loro diritti tramite degli scioperi, infatti, scesero in piazza innalzando sulle proprie case bandiera bianca. Le famiglie delle leghe bianche erano unite dalla gioia della condivisione, dello stare insieme e dell’aiuto reciproco. Nella prospettiva delle leghe bianche la famiglia ebbe un ruolo importante anche nel progetto di società. Che si contrapponeva a quello delle leghe rosse socialiste in cui prevaleva l’individualismo e il libertinaggio. Per le leghe bianche avveniva un tesseramento per famiglia dove sotto il nome del capofamiglia, al contrario per le leghe rosse il tesseramento venivano indicato con il nome dell’individuo. Le leghe bianche per farsi propagande usavano alcuni passi del Vangelo appellandosi al fatto che Cristo, essendo stato un lavoratore era vicino alle famiglie contadine. Un altro con cui diffondevano le loro idee era costituito dai giornali cattolici. Le leghe bianche avevano conservato uno stile di vita legato, al modello di famiglia patriarcale, alla religione cattolica e al raccolto mezzadrile. Le leghe bianche nella loro azione di lotta per rivendicare i diritti persero l’appoggio della chiesa, che offrì il sostegno alle classi conservatrici. Ad appoggiare le leghe bianche furono i giovani coloni che facevano propaganda attraverso il giornale e spesso veniva usata anche la violenza. Le leghe bianche ebbero un voltafaccia da parte delle leghe rosse: il Senatore Marangoni votò in Parlamento la proposta per la legge sul divorzio, alla quale furono contrarie le leghe bianche. Al contrario le leghe rosse e l’associazione agraria manifestarono la loro adesione tramite un concordato. denominato patto di tradimento da parte delle leghe bianche. CAPITOLO 3, Anna Scattigno Matrimonio, famiglia ed eugenetica nell'Italia cattolica degli anni '20. Il primo libro sull’eugenetica del matrimonio fu pubblicato da Giuseppe Cattani a Milano nel 1925. Il testo che trattava il tema del matrimonio sotto l’aspetto dell’etica cattolica e dell’igiene, suscitò polemiche sulla stampa periodica cattolica. Fu criticato da Gemelli e dalla Chiesa perché affrontava temi come la sessualità, la procreazione, la contraccezione e l’aborto. Nel libro il tema più rilevante è quello legato alla vita e ai suoi attributi.L’autore afferma che la vita non si crea ma si trasmette e si rinnova; anche l’amore è sinonimo di vita. Cattani esalta il diritto alla vita e i diritti individuali: prima della vita vi è la procreazione di ogni individuo, ognuno di noi ha il diritto e il dovere di conservare e trasmettere l’esistenza ad altri esseri. La Chiesa enunciava che il rapporto sessuale, doveva avvenire all’interno del matrimonio e doveva essere finalizzato alla procreazione di figli sani e non legato al vero soddisfacimento dei bisogni fisiologici della persona. Cattani concepiva l’educazione come dovere dei genitori nei confronti dei figli, da assolvere in modo autoritario finalizzato all’obbedienza e ai valori della religione. L’educazione concepita da Cattani, doveva essere un compito che spettava al Governo e mirava a valorizzare, secondo i principi religiosi, la volontà e il sentimento. Nell’ambito dell’educazione sessuale Cattani riteneva che i vizi dell’uomo dovessero essere eliminati in modo da educarlo al senso del dovere e per quello che riguarda la donna doveva essere vista come la figura materna. Cattani vedeva il

matrimonio soltanto come un’istituzione vincolata alla formazione della famiglia . Secondo Cattani l’anti-concezionalismo all’interno del matrimonio era motivo di patologia sociale per la famiglia e per il matrimonio stesso. L’infecondità volontaria invece ostacolava il progresso civile ed economico. L’unica istituzione che poteva cambiare lo stato delle cose era soltanto il Governo. Cattani era contrario all’uso degli anticoncezionali che riteneva potessero uccidere il genere umano, perché causano ad esempio nella donna patologie tumorali. Inoltre Cattani vietava ogni forma di diffusione di una cultura legata alla vita materiale. Secondo Cattani si poteva limitare il concepimento all’interno di una coppia sposata cercando di praticare una castità temporanea e non usando gli anticoncezionali. La Famiglia è quell’entità che contribuisce a consolidare i diritti e i valori di sicurezza e rispetto all’interno del’istituzione di Stato e di Nazione. Secondo Cattani lo Stato dovrebbe dare degli incentivi anche di tipo economico alle famiglie numerose. Ciò successe con il Governo Mussolini, il quale offriva incentivi alle famiglie per aumentare la procreazione e costruire con il tempo una razza superiore. Inoltre Mussolini aveva avviato una politica di crescente natalità con la creazione dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI), con l’istituzione dell’imposta sui celibi e inoltre le famiglie numerose non dovevano pagare le tasse. Conclusioni - Vedere appunti sulla famiglia patriarcale mezzadrile e sulla crisi di questo modello di famiglia. CAPITOLO 4, Ayse Saracgil Famiglie, società e Stato dall'Impero ottomano alla Repubblica turca. Durante la transizione dall’Impero ottomano alla Repubblica turca ci furono radicali innovazioni nelle strutture della famiglie e dello Stato ( le élite ottomane e turche hanno trascurato la creazione delle condizioni x l’esistenza di una società civile). Ranghi più elevati della società ottomana erano divisi secondo parametri religiosi: i burocrati e i militari erano musulmani mentre la classe mercantile proveniva in maggioranza da comunità non musulmane.  privilegi dei musulmani tutelati quando emerse il concetto di cittadinanza ottomana alla fine del XIX profonde difficoltà a integrare nel nuovo Stato la massa dei contadini analfabeti conflitto tra 2diverse visioni di riforma:prima ispirata modello francese dello Stato centralizzato /la seconda sosteneva l’unità ideale di una umma (comunità dei fedeli) e rivendicava la necessità di un ritorno alla purezza dell’Islam 4.1 L’Islam non concepisce l’esistenza di uno spazio pubblico autonomo con regole proprie. I credenti costituiscono la umma che rendono testimonianza a Dio, garantendo la fedeltà degli individui ed educandoli ai voleri di Allah con l’aiuto degli ulema (i dotti). Non esiste distinzione privato-pubblico entrambi devono obbedire a Dio. - -potere ottomano ossessionato dalla necessità di mantenere separate le varie categorie di popolazione garantendo a ciascun gruppo alcune libertà e autonomie Nella società ottomana  spazio individuo rigidamente limitato Dominio maschile è automatico ma esercitato grazie alla collaborazione femminile,due potenti dicotomie(divisione di un’entità in due parti) uomo-donna e govani-anziani capofamiglia maschio rappresentante della famiglia/ la figura materna è responsabile delle regole patriarcali,dell’organizzazione della sessualità e della riproduzione delle giovani generazioni (donne prive di potere in quanto mogli ma potenti in quanto madri). Donne e bambini vivevano nell’harem (solo spazio interno), il capofamiglia maschio nel selamik (tra spazio esterno ed interno) x svolgere i proprio affari senza invadere l’harem.

Sessualità femminile era un dono di Dio/ sessualità maschile era libera, era accettata la poligamia Modelli di matrimonio erano esogamici (matrimoni solo con persone di altre tribù) mentre quelli arabi endogamici (tra parenti). Il potere del sultano era il più grande,ma le cose cambiarono con g...


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