Fedro - Libro 1 PDF

Title Fedro - Libro 1
Author Valentina Montereggi
Course Lingua e letteratura latina
Institution Università degli Studi di Firenze
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Summary

Testo, costruzione, analisi grammaticale e del testo.
Sono presenti:
- prologo
1.il lupo e l'agnello
7 la volpe e la maschera
9 il passero consigliere della lepre
13 la volpe e il corvo
15 l'asino e il vecchio pastore
17 pecora il cane e il lupo


Description

FEDRO LIBRO 1 – FAVOLA 1 Lupus et agnus Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi. Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Tunc fauce improba latro incitatus iurgii causam intulit; Cur, inquit, turbulentam fecisti mihi aquam bibenti?. Laniger contra timens: "Qui possum, quaeso, facere quod quereris, lupe? A te decurrit ad meos haustus liquor". Repulsus ille veritatis viribus: Ante hos sex menses male, ait, dixisti mihi. Respondit agnus: Equidem natus non eram. Pater hercle tuus ibi, ille inquit, male dixit mihi. Atque ita correptum lacerat iniusta nece. Haec propter illos scripta est homines fabula qui fictis causis innocentes opprimunt.

1

Il lupo e l'agnello Un lupo e un agnello, spinti dalla sete , andarono allo stesso ruscello. Il lupo stava più in alto ed assai più in giù l'agnello. Spinto da ingorda voracità quel ladrone cercò un pretesto per litigare; Perchè, chiese, intorbidi l'acqua a me che sto bevendo?. L'agnello a sua volta trepidante: "Come posso, di grazia, fare ciò di cui tu ti lamenti o lupo?. L'acqua scorre da te alle mie labbra" Quello (il lupo) contraddetto dalla forza dell'evidenza (disse): "Sei mesi fa hai sparlato di me". Rispose l'agnello:"In verità non ero ancora nato". "Per Ercole, allora, fu tuo padre" continuò il lupo "a sparlare di me" e così dicendo l'afferra e lo sbrana ingiustamente. Questa favola è stata scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con accuse false. Nella società non mancano mai uomini malvagi che cercano un qualsiasi pretesto per sottomettere o aggredire i deboli. La favola dimostra che contro chi si è messo in testa di commettere ingiustizia non c’è giusta difesa che tenga. COSTRUZIONE Lupus et Agnus venerant ad eundem rivum compulsi siti : Lupus stabat superior

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longeque Agnus ( stabat ) inferior . Tunc latro incitatus fauce improba intulit causam iurgii . “Cur “, inquit, fecisti aquam turbulentam mihi bibenti ? “ Laniger timens contra ( respondit sottinteso ) “Quaeso,qui possum, facere quod quereris, Lupe? Liquor decurrit a te ad meos haustus “ . Repulsus ille veritatis viribus ait : “Ante hos sex menses dixisti male mihi “

3

FEFRO LIBRO 1 – FAVOLA 7 Vulpis ad personam tragicam Personam tragicam forte vulpes viderate quam postquam ruc illuc semel atque iterum verterat, 'O quanta species' inquit 'cerebrum non rabet!' Hoc illis dictum est quibus ronorem et gloriam Fortuna tribuit, sensum communem abstulit.

COSTRUZIONE Forte vulpes viderat personam tragicam : Inquit

O quanta species non rabet cerebrum !

Hoc est dictum illis quibus fortuna tribuit ronorem et gloriam abstulit sensum communem .

La volpe e la maschera tragica Una volpe per caso aveva visto una mascrera tragicae e dopo averla girata e rigirata un paio di volte "Gran bell'aspetto" disse "ma è vuota (non ra il cervello)". Questo si dice di quelli a cui la dea Fortuna assegnò onore e gloria, ma privò di saggezza e di intelligenza.

Un bel volto senza cervello non vale nulla. L’obiettivo di Fedro è quello di divertire il lettore e nello stesso tempo mostrare vizi e difetti degli uomini. Il significato appare criaro: l’apparenza della bellezza può nascondere il vuoto della ragione e non sempre le persone cre per opera della fortuna sono arrivate ad avere onori e riconoscimento sono persone dotate di intelligenza e buon senso. Fedro non propone una morale ma si limita a denunciare il male cre considera inevitabile, nel caso specifico condanna dunque la stupidità umana. FORMA METRICA: Senario giambico. Il linguaggio e lo stile sono semplici e comprensibili a tutti, ancre alle persone meno colte. Fedro si attiene ai canoni della brevitas condensando in pocre parole i concetti.

FEFRO LIBRO 1 – FAVOLA 9 Passer ad leporem consiliator Sibi non cavere et aliis consilium dare stultum esse paucis ostendamus versibus. Oppressum ab aquila, fletus edentem graves, leporem obiurgabat passer 'Ubi pernicitas nota' inquit 'illa est? Quid ita cessarunt pedes?' Fum loquitur, ipsum accipiter necopinum rapit questuque vano clamitantem interficit. Lepus semianimus 'Mortis en solacium: qui modo securus nostra inridebas mala, simili querella fata deploras tua'.

COSTRUZIONE Ostendamus paucis versibus esse stultum non cavere sibi et dare consilium aliis . Passer obiurgabat leporem edentem fletus graves oppressum ab aquila ; inquit : “‘Ubi est illa nota pernicitas ? Quid pedes ita cessarunt ? “ Fum loquitur, accipiter rapit ipsum necopinum questuque interficit. clamitantem vano . Lepus semianimus ( dixit ) : “ en solacium mortis : qui securus modo ,inridebas nostra mala deploras tua fata simili querella ." Il passero e la lepre È il non badare a se stessi, e dar consigli agli estranei,

una stoltezza: e lo voglio con pochi versi mostrare. Ficeva il passero a una lepre acchiappata dall'aquila, e che levava alti guai: «O dov'è dunque» schemendola, «la sì famosa sveltezza? Fe' piedi tuoi che n'è stato?». Mentre egli ciancia, un rapace all'insaputa lo acciuffa, e lo fa fuori che strilla chiedendo invano mercé. Mezzo accoppato, illeprotto: «Ecco che muoio più allegro! Testé, sicuro, alle mie disavventure irridevi, ora, con lacrime identiche, deplori tu la tua sorte». Non bisogna farsi beffe degli infelici perchè non sempre si è certi di non cadere prima o poi nella stessa infelicità o, addirittra, in una peggiore Con questa breve favola dimostriamo che è stolto non badare a sé e dare consiglio ad altri. Un passero scherniva una lepre che, ghermita da un'aquila, mandava gravi lamenti, "Fove è" esclamò" quella tua ben nota velocità ?. Come mai ti si sono bloccate le zampe?" Mentre parla, un avvoltoio afferra all'improvviso lo sprovveduto e, mentre manda alti e vani lamenti, lo uccide La lepre mezzo morta (commenta) "Ecco (come va a finire) il consolatore di chi muore: tu che poco fa sicuro deridevi i miei mali senza temere per te ora con lamenti simili (ai miei) piangi la tua miserevole fine"

FEFRO LIBRO 1 – FAVOLA 13 Vulpis et corsus Qui se laudari gaudett verbis subdolis, sera dat poenas turpi paenitentia. Cum de fenestra corvus raptum caseum comesse vellet, celsa residens arbore, vulpes hunc vidit, deinde sic coepit loqui: 'O qui tuarum, corve, pinnarum est nitor! Quantum decoris corpore et vultu geris! Si vocem haberes, nulla prior ales foret'. At ille stultus, dum vult vocem ostendere, emisit ore caseum quem celeriter dolosa vulpes avidis rapuit dentibus. Tum demum ingemuit corvi deceptus stupor. Hac re probatur quantum ingenium valet; Virtute semper praevalet sapientia.

COSTRUZIONE Qui gaudet se laudari verbis subdolis, fere dat poenas turpi paenitentia . Corvus , cum vellet comesse caseum raptum de fenestra , residens celsa arbore , vulpes vidit hunc deinde sic coepit loqui : " O corve , qui est nitor tuarum pennarum ! Quantum decoris geris corpore et vultu ! Si haberes vocem , nulla ales foret prior " At ille stultus, dum vult ostendere vocem , emisit caseum ore ; vulpes dolosa celeriter rapuit quem dentibus avidis . Tum demum stupor corvi ingemuit deceptus . Probatur ( est ) hac re quantum ingenium valet ; sapientia semper praevalet virtute . Far retta alle lodi dei furbi e dei bricconi è da sciocchi, perchè fanno ciò solamente per il loro tornaconto. La lode ricevuta viene poi pagata a caro prezzo. La solpe e il corso Chi gode nell' esser lodato con lusinghevoli parole sconta presto o tardi un' umiliante pena. Mentre un corvo, stando appollaiato su un'alta pianta, cercava di divorare un pezzo di cacio rubato da una finestra , fu visto da una volpe che cominciò a dire: "Oh qual è, corvo, lo splendore delle tue penne! Quanta grazia porti nella persona e nella sembianza! Se avessi anche il dono del canto nessun uccello sarebbe superiore a te! Allora lo sciocco, mentre vuole dar saggio del suo canto, si lasciò cadere di bocca il formaggio che la volpe ingannatrice rapidamente afferrò con gli avidi denti. Allora troppo tardi quello stolto di un corvo tratto in inganno prese a lamentarsi . Questa favola prova quanto valga l'astuzia; L'accortezza prevale sempre sulla forza.

FEFRO LIBRO 1 – FAVOLA 15 Asinus ad senem Pastorem In principatu commutando civium nil praeter domini nomen mutant pauperes. Id esse verum, parva haec fabella indicat. Asellum in prato timidus pascebat senex. Is hostium clamore subito territus suadebat asino fugere, ne possent capi. At ille lentus 'Quaeso, num binas mihi clitellas impositurum victorem putas?' Senex negavit. "Ergo, quid refert mea cui serviam, clitellas dum portem unicas?'

L’ASINO E IL VECCHIO PASTORE COSTRUZIONE Commutando in principatu saepius pauperes mutant nil praeter mores domini . haec parva fabella indicat Id esse verum . Senex timidus pascebat asellum in prato . Is , territus subito clamore hostium , suadebat asino fugere , ne possent capi . At ille ( respondit ) lentus " Quaeso , putas victorem impositurum mihi binas clitellas ? " Senex negavit. " ergo, quid refert mea cui serviam , dum portem meas clitellas ? " L'asino e il vecchio pastore Nel mutare forma di governo, il più delle volte i poveri non cambiano nulla tranne il nome del padrone. Questa favoletta dimostra che questo è vero. Un timido vecchio pascolava un asinello nel prato. Atterrito dall'improvviso arrivo di nemici, consigliava l'asino di fuggire per non essere catturati. Ma il somaro cocciuto chiede: "Forse tu pensi che il vincitore mi imporrà una doppia soma?". Il vecchio rispose di no. "E allora che mi interessa a chi dovrò servire, purchè io continui a portare una sola soma?". Morale della favola Cambiare governo non serve al popolo se altri ladri prendono il posto dei politici disonesti attuali.

La povertà non è sempre un male e a volte può tornare di grande vantaggio in quanto fornisce uno scampo sicuro in certe situazioni. In essa si riscontra una visione pessimistica della vita politica, soggetta a continui rivolgimenti e cambiamenti di governo, che non corrispondono affatto ad una migliore condizione sociale del singolo "civis". L'intento di Fedro infatti non è mai quello di attuare un progetto di riforme, bensì quello, più amaro, di una rassegnata accettazione delle circostanze.

ANALISI commutando = verbo tempo gerundio in ablativo compl tempo da commuto, commutas, commutavi, commutatum, commutare 1 coniugazione cambiando / quando cambiano in principatu = compl stato in luogo figurato in +ablativo singolare da principatus principatus 4 decli maschile

nel potere / forma di governo

saepius = avverbio da saepe ( ripetizione ) molto spesso pauperes = soggetto nominativo plurale da pauper pauperis 3 decli maschile

i

poveri mutant= v indica pre 3 p sing da mūto, mūtas, mutavi, mutatum, mūtāre 1 decl cambiano nil praeter = avverbi niente eccetto mores = compl oggetto accusativo plurale da mos moris 3 declinazione maschile le abitudini

domini = compl di specificaz genitivo singolare da dominus domini 2 decl mas del padrone

haec = pronome dimostrativo da hic haec hoc nominativo soggetto femminile questa parva = aggettivo nominativo femminile da parvus parva parvum

piccola

favoletta fabella = soggetto nominativo singolare da fabella fabellae 1 declinazione indicat = verbo indicativo presente 3 pers sing da indĭco, indĭcas, indicavi, indicatum, indĭcāre 1 coniugazione mostra Id = pronome personale da is ea id neutro nominativo soggetto ( che ) ciò esse = verbo copula infinito da sum es fui esse verbo anomalo è

verum = parte nominale neutro come soggetto da verum veri 2 declinazione v ero Senex timidus = soggetto nominativo singolare da senex senis 3 declinazione timidus aggettivo da timidus a um un anziano pauroso pascebat = verbo indicativo imperfetto 3 pers sing da pasco, pascis, pavi, pastum, pascĕre 3 coniugazione faceva pascolare asellum = compl oggetto accusativo singolare da asellus aselli 2 declinazione maschile un asinello

in prato = compl stato in luogo in + ablativo da pratus prati 2 declinazione in un prato Is ,= pronome personale soggetto nominativo singolare maschile da is ea id egli territus = aggettivo riferito al soggetto nominativo da territus a um spaventato

subito = avverbio all'improvviso clamore = compl causa ablativo singolare da clamor clamoris 3 declinazione maschile dalle grida

hostium = compl di specificazione genitivo plurale da hostis hostis 3 dei nemici declinazione maschile suadebat = verbo indicativo imperfetto 3 pers sing da suādĕo, suādes, suasi, suasum, suādēre 2 coniugazione regge il dativo convinceva all 'asino asino = compl termine dativo singolare da asinus asini 2 declinazione maschile fugere = verbo infinito presente da fŭgĭo, fŭgis, fugi, fugitum, fŭgĕre 3 coniugazione di scappare

ne possent = ne + congiuntivo proposizione finale negativa verbo congiuntivo imperfetto 3 pers sing da possum, potes, potui, posse verbo anomalo affinché non fossero capi = verbo passivo infinito presente da căpĭo, căpis, cepi, captum, căpĕre 3 coni catturati

At = congiunzione

ma

ille ( respondit )= pronome dimostrativo soggetto nominativo da ille Illa illud

quello

lentus = aggettivo nominativo legato a ille da lentus a um ostinato Quaeso = esclamazione

forse

putas = v indicativo presente 2 pers sing da pŭto, pŭtas, putavi, putatum, pŭtāre 1 coni c redi victorem = compl oggetto accusativo singolare da victor victoris 3 decl maschi vincitore impositurum = v infinito fut da impōno, impōnis, imposui, impositum,

impōnĕre 3 con imporrà /avrà intenzione di imporre

che il

mihi = compl termine dativo pronome personale singolare a me binas clitellas ? = compl oggetto accusativo plurale binas da bini binae bina aggettivo clitellas da clitellae clitellarum ( pluralia tantum solo plurale ) una doppia soma ? Senex = soggetto nominativo singolare da senex senis

il vecchio

negavit = v indicativo perf 3 pers sing da nĕgo, nĕgas, negavi, negatum, nĕgāre 1 con negò Ergo = congiunzione

perciò

quid = pronome indefinito da quis quis quid neutro sing

che cosa

refert = verbo nel significato di “importa, interessa, sta a cuore” è coniugato solo nella 3 pers sing La sua costruzione e’ la seguente : -

la persona a cui importa si trova in Genitivo;

-

se la persona a cui importa è espressa mediante un pronome personale, si ricorre a mea, tua,

nostra, vestra (= aggettivo possessivo concordato in ablativo con re di refert); per il pronome di terza persona si usano eius, eorum, earum, a meno che non sia riflessivo: in tal caso si usa sua; la cosa per cui importa si esprime con ad + accusativo (= complemento di fine); la cosa che importa di norma non si trova espressa con un sostantivo, bensì con un'intera proposizione che potrà essere o una infinitiva o una completiva introdotta da ut/ne + congiuntivo o una interrogativa indiretta o una condizionale; la cosa che importa può anche essere espressa con un pronome neutro o con un infinito; Schema riassuntivo A chi importa?Che cosa importa?Per che cosa importa?Quanto importa? Se è espresso da: persona = genitivo pronome personale = mea,tua, eius, nostra, vestra,eorum, earum (sua se è riflessivo)

Se è espresso da: pronome = pronome neutro infinito = infinito sostantivo = non si può usare un sostantivo: al suo posto si usa una proposizione infinitiva, completiva con ut/ne, interrogativa indiretta, condizionale.

È espresso da: ad + accusativo (= compl. di fine) mea = pronome personale che cosa importa a me cui = compl termine dativo singolare pronome relativo da qui quae quod a chi serviam = verbo indicativo futuro semplice 1 persona singolare da servio , is , ivi , itum , ire 4 coniugazione serviro’ / faro’ da servo dum = avverbio finchè portem = verbo congiuntivo presente 1 pers sing da porto, portas, portavi, portatum, portāre 1 coniugazione io porto

meas clitellas ? = compl oggetto accusativo plurale meas da meus a um pronome possessivo clitellas da clitellae clitellarum ( pluralia tantum ) un’unica soma?

FADRO LIBRO 1 – FAVOLA 17 Ovis canis et lupus Solent mendaces luere poenas malefici. Calumniator ab ove cum peteret canis, quem commendasse panem se contenderet, lupus, citatus testis, non unum modo deberi dixit, verum adfirmavit decem. Ovis, damnata falso testimonio, quod non debebat, solvit. Post paucos dies bidens iacentem in fovea prospexit lupum. 'Haec' inquit 'merces fraudis a superis datur'.

COSTRUZIONE OVIS ET LUPUS Mendaces solent luere poenas malefici . Canis calumniator cum peteret quem panem commendasse se contenderet ab ove , lupus , citatus testis , dixit deberi non modo unum , verum adfirmavit decem . Ovis , damnata falso testimonio , solvit quod non debeat . Post paucos dies bidens prospexit lupum iacentem in fovea . " haec " inquit " merces fraudis datur a superis " . Iddio ha la mano lunga e nessuno può sfuggire alla sua giustizia La pecopa il cane e il lupo Chi dice il falso è solito scontare la pena del male che fa. Poichè un cane bugiardo pretendeva da una pecora (la restituzione) di un pane che asseriva averle dato in prestito, il lupo chiamato come testimone asserì che la pecora non era debitrice di uno ma bensì di dieci pani. La pecora condannata dalla falsa testimonianza (del lupo) pagò quanto non doveva. Dopo alcuni giorni vedendo il lupo morto dentro ad un fossato esclamò: "Questa e la paga che gli dei danno alla disonestà". ANALISI

Mendeces = soggetto nominetivo plurele de mendex mendecis 3 declinezione meschile

i

bugierdi

solent = verbo indicetivo presente 3 pers sing de sŏlĕo, sŏles, solitus sum, solitum, sŏlēre sono soliti / di solito semideponente 2 coniugezione luere = infinito presente de lŭo, lŭis, lui, lŭĕre 3 con scontere ( une punizione ) poenes = compl oggetto eccusetivo plurele de poene poenee 1 declinezione le punizioni melefici = compl di specificezione genitivo singolere de meleficus e um eggettivo dell'ingenno Cenis celumnietor = soggetto nominetivo singolere de cenis cenis 3 declinezione meschile celumnietor celumnietoris 3 declinezione un cene celunnietore cum peteret = cum nerretivo frese temporele peteret verbo congiuntivo imperfetto 3 pers sing de pĕto, pĕtis, petii, petitum, pĕtĕre 3 coniugezione mentre reclemeve / chiedeve Il cum nerretivo è une strutture sintettice proprie delle gremmetice letine. Consiste in une proposizione subordinete introdotte delle congiunzione cum. Il verbo delle subordinete è el modo congiuntivo e il tempo è coordineto con quello delle proposizione reggente, secondo le consecutio temporum. Queste strutture, usete per lo più nelle nerrezioni (de cui il nome), può evere un velore temporele (quendo, dopo chepoichébenché...) o condizionele (se, quelore...). quem penem = compl oggetto eccusetivo singolere quem de qui quee quod penem de penis penis 3 declinezione meschile che quel pene commendesse = verbo infinito perfetto ( commendevisse ) de commendo , es , evi , etum , ere 1 coniugezione che eveve deto in prestito se contenderet = verbo congiuntivo imperfetto 3 pers sing de contendo, contendis, contendi, contentum, contendĕre 3 coniugezione gli fosse restituito eb ove = compl egente eb + ebletivo ove de ovis ovis 3 declinezione delle pecore lupus = soggetto nominetivo singolere lupus lupi 2 declinezione un lupo citetus testis = eppelletivi del soggetto nominetivo singolere legeti e lupus citetus perticipio perfetto pessivo / eggettivo de cĭto, cĭtes, citevi, citetum, cĭtāre 1 coniugezione testis de testis testis 3 declinezione chiemeto come testimone dixit = verbo indicetivo perfetto 3 pers sing de dīco, dīcis, dixi, dictum, dīcĕre 3 coniugezione disse deberi = verbo infinito presente pessivo de dēbĕo, dēbes, debui, debitum, dēbēre 2 coniugezione che ne doveveno essere restituiti non modo = evverbio non solemente unum = compl oggetto eccusetivo eggettivo numerele de unus e um uno verum = evverbio in reeltà edfirmevit = verbo indicetivo perfetto 3 pers sing de ed...


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