Title | Forma canonica di Jordan |
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Course | Fondamenti di Automatica |
Institution | Politecnico di Milano |
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appunti sulla forma canonica di jordan del corso di fondamenti di automatica...
Forma canonica di Jordan Sia A una matrice n n che ammette k autovalori distinti i di molteplicità algebrica a i ; in altri termini: k
A ( ) det ( I A ) ( i ) ai . i 1
Teorema: TJ non singolare tale che
J1 0 . . 0
AJ TAT 1
0 J2 . . 0
J i1 0 Ji . . 0
Ji
j
i 0 . . 0
0 0 0 0 0 0 . . . è diagonale a blocchi, dim J i ai ; ogni blocco . . . 0 0 J k 0 0 0 0 . . . è diagonale a blocchi, composto da g i mini-blocchi di Jordan . . . 0 0 J i g i
0 Ji 2
0 0
. . 0
1
i . . 0
0 0 0 1 0 0 . . . . . 1 0 0 i
.
L’intero g i è la molteplicità geometrica dell’autovalore i , mentre
i max dim J i j , j 1, .., g i è detto indice di i . Osservazione: i
1 gi ai
: in questo caso ogni mini-blocco di Jordan J i si riduce a i e j
il blocco di Jordan J i è una matrice diagonale. Se ogni autovalore ha indice unitario, allora la matrice A è diagonalizzabile. Osservazione:
g i n rg (i I A) : la molteplicità geometrica indica il numero di autovettori
linearmente indipendenti che possono essere trovati come soluzione dell’equazione
A vˆ i vˆ ; evidentemente
gi ai .
Osservazione: La presenza di autovalori di indice non unitario comporta la comparsa, nella matrice esponenziale
e AJ t e di conseguenza nell’operatore di evoluzione temporale (t) di esponenziali
moltiplicati per polinomi in t . Questo non pregiudica le caratteristiche di stabilità di un sistema dinamico se non quando
l : l 0 e l 0 . In questo caso, se e i 0 i e l 1 si ha semplice stabilità, mentre per i 1 parliamo di instabilità debole (o polinomiale). Per discriminare tra i due casi precedenti, è sufficiente calcolare il rango della matricei I A e verificare se
rg ( i I A) n ai gi ai
Se siamo invece interessati a conoscere il grado del polinomio in t è necessario calcolare l’indice i . Questo può essere fatto cercando il polinomio minimo, ovvero il polinomio di grado minimo per il quale A ( A) 0 . Questo polinomio è un divisore del polinomio caratteristico e assume la forma k
A( ) ( i) . i
i 1
Questo giustifica la affermazione per cui “un sistema dinamico lineare a tempo continuo è semplicemente stabile sse e i 0 i e tutti gli autovalori con parte reale nulla sono radici semplici del polinomio minimo”. 1
La matrice non singolare T che definisce le nuove coordinate z Tx nelle quali la matrice è in k
forma canonica di Jordan è composta da n colonne di cui
g
i
sono gli autovettori relativi agli
i 1
autovalori
i , soluzioni delle consuete equazioni A vˆi , j i vˆi ,j , mentre le rimanenti
corrispondono ai cosiddetti autovettori generalizzati. Questi ultimi sono definiti da ˆ i 0 ; ( A i I )i w ˆi 0 ; ( A i I ) i 1 w si osservi che, quando l’indice i 1 , questa è l’abituale equazione agli autovettori.
Un modo di trovare gli autovettori generalizzati è quello di risolvere ricursivamente le equazioni
ˆ i ˆvi ; ( A i I ) vˆ i 0 ; ( A i I) w
Questa procedura consente inoltre di determinare i senza introdurre il polinomio minimo.
Esempio:
A
0 1 0 2 0 0 ; A ( ) det (I A ) ( 1)3 ( 2) : a1 3 , a 2 1 0 1 1 0 0 0 0 1 1
2
0 2 0 1 0 1 0 0 ; rg ( I A) 2 , g n rg (I A ) 4 2 2 a I A 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 1 2 0 1 0 0 0 0 2 I A ; 0 1 1 0 0 0 0 1
rg (2 I A) 3 ,
g1 n rg ( I A) 4 3 1 a2
0 2 0 1 v11 1 0 0 1 0 0 v 0 0 12 ; vˆ1,2 . ( I A) vˆ 1, j 0 0 v12 v14 0 ; vˆ1,1 0 1 0 0 v13 0 1 0 0 0 0 v14 0 0 0 2 0 0 w11 0 0 0 1 0 0 w12 2 ˆ ˆ ( I A) w1 0 0 w12 0 ; w1 ; 0 1 0 0 w13 0 0 0 0 0 w14 1 è immediato verificare che (I A) wˆ1 0. In alternativa,
ˆ 1 vˆ1 ( I A) w
0 2 0 1 w11 1 0 0 0 1 0 0 w12 0 w12 0 ; wˆ1 , 0 0 1 0 0 w13 0 0 0 0 0 w14 0 1
il che mostra i margini di arbitrarietà nella scelta degli autovettori, generalizzati o meno: altre scelte 1 0 possibili potevano essere, per esempio, wˆ 1 . continua… 0 1
(2 I A) vˆ2 0
1 2 0 1 v21 0 0 0 0 v22 0 v 24 0 ; v 22 v 22 ; v 21 2 v 22 ; 0 1 1 0 v23 0 0 0 1 v24
2 1 vˆ2 . 1 0
In conclusione, posto
T 1 vˆ1,1
1 2 0 0 1 TA T AJ 0 1 0 1
0 0 0 1 1 0 0 0
ˆ1 w
vˆ1, 2
0 1 1 0 2 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 1 0 1
2
1 0 vˆ2 0 0
0 0 0 0 0 1 1 0
2 1 , 1 0
2 1 0 0 1 0 0 1 1 0 1 0 0 0 0 0
1 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 2
J11 0 0
0 J12 0
0 0 J 2
è in forma canonica di Jordan, inoltre
1 max j 1, 2 dim J 1 j 2 . Allo stesso risultato si poteva giungere valutando i polinomi che fattorizzano il polinomio caratteristico e valutandoli in A :
p1 ( ) ( 1) ( 2) p2 ( ) ( 1)2 ( 2)
p1 ( A) 0 p 2( A) 0 A ( ) p 2( ) , 1 2 ....