Fussell guerra dei sette anni PDF

Title Fussell guerra dei sette anni
Course Storia moderna
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Riassunto della Guerra dei sette anni...


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LA GUERRA DEI SETTE ANNI, di Marian Fussell Introduzione •









Il 9 luglio 1755 nelle foreste nordamericane presso il fiume Monongahela, nelle vicinanze dell'attuale Pittsburgh, alcune truppe inglesi vennero annientate da un esercito formato da francesi e indiani. Il 29 agosto 1756, le truppe di Federico II di Prussia invasero la Sassonia. I due avvenimenti segnano due diversi momenti d'avvio di un conflitto combattuto nel '700 su scala globale: la guerra dei Sette anni. Essa può essere considerata come una vera e propria guerra mondiale del Settecento. Si combattè dal Bengala all'India meridionale, dalle Filippine attraverso l'Africa fino ai Caraibi, dall'America del Nord attraverso le Baleari fino alla Slesia, alla Prussia orientale e alla Vestfalia. In una prospettiva di questo tipo, la guerra dei Sette anni può essere considerata come un prolungamento della Guerra di successione austriaca: la controversia sulla Slesia fra Austria e Prussia e le irrisolte rivalità coloniali tra Francia e Inghilterra. Ciò che sta tuttavia a distinguerla dalle guerre precedenti è, per un verso, il cambiamento delle alleanze passato alla storia come “ rivoluzione diplomatica”: l'Inghilterra e l'Austria si separarono a favore di un'alleanza degli Asburgo con gli antichi rivali francesi; la Prussia prese a sua volta le distanze dalla Francia e strinse alleanza con l'Inghilterra. La portata globale raggiunse dimensioni destinate ad avere effetti più duraturi rispetto agli scontri precedenti (alcuni storici affermano che essa influì sulla rivoluzione americana del 1776 e sulla rivoluzione francese del 1789), e per alcune delle parti belligeranti (come la Prussia e gli indiani nordamericani) la guerra si tradusse in una lotta per la loro stessa sopravvivenza. Le stime parlano di circa un milione di morti, tra i quali approssimativamente 500.000 caduti sui campi di battaglia. Il conflitto fu inoltre caratterizzato da numerosi assedi e incendi di città, nonché della guerriglia asimmetrica che dispiegò una insospettabile dinamicità, in particolare sui teatri di guerra extraeuropei.

Il sistema degli Stati e la guerra nell'età dell'Illuminismo •







Principale attore globale del secolo nel panorama delle grandi potenze europee: GRAN BRETAGNA. - La politica di guerra e di pace del sovrano inglese era sottoposta al controllo del parlamento, che contribuiva a determinarne l'indirizzo. Nel 1714 gli Hannover erano subentrati sul trono agli Stuart, cosa che era destinata a diventare un fattore di influsso durevole della politica estera britannica. Continental commitment o blue water policy? - Fuori Europa gli inglesi diponevano di zone d'influenza e di possedimenti immensi in America settentrionale, in India, nelle Indie occidentali e in Africa occidentale. Il suo era un impero prevalentemente commerciale. Rivale in questo senso era la Francia. - La potenza militare inglese contava di 30-45.000 uomini (in tempo di pace) e circa 170.000 in tempo di guerra; 1700-1780/90 da 300 a 600 navi nella flotta britannica. Finanziamento reso possibile da un sistema fiscale estremamente efficiente, che si componeva di un'imposta fondiaria (land tax) e di un'imposta di consumo (excise). Verso la fine della guerra spese militari: 12 milioni di sterline. FRANCIA A livello coloniale secondi alla GBR (America del Nord, Caraibi, Africa e India: ma la sua sempre stata politica di grande potenza europea e non di potenza coloniale marittima), ma primi per numero di abitanti e consistenza dell'esercito (160.000 uomini in tempo di pace; 500.000 in tempo di guerra). Marina francese: non più di 100 navi. Deficit di bilancio che non consente di avere ampi margini di manovra in politica estera. SACRO ROMANO IMPERO L'impero era un'unione orientata strutturalmente in senso difensivo per la salvaguardia della pace e del diritto, che minacciava progressivamente di saltare a causa dei processi di formazione statale interni dei suoi membri più potenti. Particolarmente dinamici in politica estera: Austria, Prussia, Hannover, Baviera e Sassonia. - AUSTRIA In virtù della Prammatica sanzione emanata dall'imperatore Carlo VI nel 1713, nel 1740 toccò a sua figlia Maria Teresa (1717-1780) di assumere il potere e di essere incoronata regina d'Ungheria. Tale disposizione garantiva agli Asburgo la possibilità di una successione femminile in caso che la linea maschile si fosse estinta (guerra di successione austriaca ==> eletta imperatrice solo nel 1745) Anche per Austria forte indebitamento. Esercito imperiale restava di norma ampiamente al di sotto dei 155-175.000 uomini circa + scarsità di risorse economiche e incapacità organizzative. Bipolarismo della politica estera: da un lato poltiica imperiale, dall'altro politica per la casa d'Austria. - PRUSSIA All'inizio del secolo conta 2,2 mln di abitanti (crebbero poi fino a 5,5 nel 1780). Esercito assolutamente sovradimensionato: 1 soldato ogni 29 abitanti. 1740: 80.000 uomini nell'esercito. Per ampliarlo: quasi 80% imposte finiva nel mantenimento dell'esercito. Sotto Federico II l'esercito passa a 160.000 uomini (1760). Inoltre alto grado di disciplina e coesione interna. Promossa nascita di un'industria bellica locale che permise ai prussiani di avere nella Guerra dei sette anni vantaggi a livello di armamento. Politica estera: volontà di salvaguardare la conquista della Slesia; sguardo ai confini polacchi e alla cooperazione con la Russia. - SASSONIA Sotto il principe elettore Federico Augusto II la Sassonia aveva ambizioni di ampia portata, ma mancava dei mezzi militari per affermarle contro un concorrente come la Prussia. Malgrado il pesante indebitamento dello Stato, risorse importanti che permettono di minacciare – almeno sulla carta – l'integrità della compagine imperiale. RUSSIA Trasformazione piuttosto brusca verso lo Stato assoluto, cui si accompagnò un indirizzo sempre più occidentale. Sotto Pietro I (primi vent'anni del '700) nasce il consiglio della guerra, della marina e degli affari esteri. Più grande esercito d'Europa: all'inizio della Guerra dei sette anni, 330.000 uomini, ma l'amministrazione e l'organizzazione erano al confronto mal sviluppate, sebbene sotto Elisabetta I fossero state adottate numerose misure di riforma che valsero ad avvicinare gli standard occidentali nella formazione, nell'equipaggiamento e nel reclutamento degli uomini. Peculiarità esercito russo: alta quota di formazioni irregolari a cavallo, provenienti dalle etnie assoggettate come quelle dei cosacchi e dei calmucchi. Politica estera: a partire da Pietro I il Grande indirizzo espansivo verso occidente (interesse verso Prussia orientale e i suoi porti, utili sbocchi sul mar Baltico; generale interesse ad indebolire Prussia, pericolosa ai confini occidentali del paese). Elisabetta zarina durante la



Guerra dei sette anni. ALTRE POTENZE - SPAGNA Declino significativo, pur possedendo oltremare un impero coloniale. Nel '700 il commercio così fruttuoso nei secoli precedenti aveva smesso di realizzare i profitti dei tempi passati. Inoltre crisi della guerra di successione spagnola (1701-1714) che aveva segnato il passaggio dalla dinastia degli Asburgo a quella dei Borbone (con l'avvento di Filippo V, 1700-1746, un Borbone nipote di Luigi XIV). Debolezza dei sovrani e cronico deficit di bilancio costrinsero la Spagna in una posizione puramente difensiva. - SVEZIA In declino dopo la Grande guerra del nord. Nel 1721 sull'orlo di una bancarotta di stato. Re pressochè escluso dalla politica estera a tutto vantaggio dei 4 stati che componevano il regno (e in particolar modo gli esponenti della nobiltà). Nel 1751 viene eletto re il principe Adolfo Federico di Holstein-Gottorp, sposatosi con la sorella di Federico II di Prussia. Ma i nobili ancora prevalsero e la Svezia si presentò alla Guerra dei sette anni contro la Prussia e a fianco della Francia, dichiarandosi garante della pace di Vestfalia. - PAESI BASSI Dopo l'età aurea del '600, nel '700 aveva perso la propria posizione di forza dal punto di vista commerciale. La Guerra di successione spagnola aveva prodotto forte indebitamento dello stato, che da allora in poi indusse i Paesi Bassi ad una politica di non ingerenza. Destinati a rimanere neutrali nella Guerra dei sette anni, per salvaguardare i propri interessi commerciali. - PORTOGALLO Legato indissolubilmente al destino politico della Spagna, durante la Guerra di successione spagnola il Portogallo si era impegnato dalla parte austro-britannica. Tra il 1706 e il 1750 regnò sul paese Giovanni V, un sovrano pressochè disinteressato alla politica estera. Sebbene il successore, re Giuseppe I (1750-1777) era sposato con una Borbone, nella Guerra dei sette anni il Portogallo rimase fedele agli inglesi. - TRIBÙ INDIANE DEL NORD-AMERICA Indian nations: erano anch'essi soggetti di diritto internazionale e come tali venivano considerati nei trattati europei. Fu probabilmente sotto l'influsso delle dottrine giuridiche di matrice europea che nel '700 le cosiddette “Sei nazioni indiane” rivendicarono i propri diritti di sovranità sul continente nordamericano in un territorio che si estendeva dalla Virginia occidentale ai Grandi Laghi del nord. - DINASTIA MOGHUL NEL SUBCONTINENTE INDIANO Dal '500 i principi musulmani della dinastia moghul erano presenti nel subcontinente indiano, e avevano la propria capitale a Delhi. Col '700 il grande impero entrò in crisi trasformandosi in una “statualità segmentata”. Comunque dal punto di vista militare disponevano di eserciti potenti, seppur per organizzazione ed armamenti inferiori alle modeste truppe coloniali.

L'inizio della Guerra. La lotta per la Slesia, la rivoluzione diplomatica e i conflitti di interesse globali •













Anche il '700 fu un'epoca di guerra continua. Fu soprattutto la lotta per la successione dinastica negli stati assoluti a fornire la causa conflittuale che diede nome a molte guerre del tempo, come quella palatina, spagnola (1701-1714), polacca (1733-1738), austriaca (1740-48) o bavarese. Esisteva una correlazione tra la crescita dell'amministrazione dello stato, delle finanze e dell'apparato militare, cosicchè si crearono persistenti influenze reciproche fra “condensazione statuale” e “condensazione conflittuale”. Quanto più gli stati europei riuscivano ad imporre un monopolio della violenza all'interno, tanto più cresceva anche la capacità di risolvere i conflitti esterni con la forza militare. Gli eserciti permanenti potevano così essere impiegati in ogni momento, quale che fosse lo scopo dei governi, senza passare per il grande lavoro necessario a fondarli. In campo economico, la dottrina mercantilista generava un effetto di incentivazione alla guerra, perchè il sistema economico era concepito come una specie di “gioco a somma zero”: la propria crescita economica sembrava realizzabile soltanto attraverso una redistribuzione dei beni compiuta, all'occorrenza, con la forza. Il conflitto è stato descritto grosso modo come una tardiva “guerra di formazione statale”: quella dei Sette anni infatti non andrebbe interpretata come una guerra di stati, trattandosi soltanto di mutamenti degli assetti territoriali, bensì come una guerra intesa a fare comunque della Prussia un attore riconosciuto nel concerto delle potenze europee. Motore essenziale per la buona riuscita del processo di formazione statale fu anche qui, accanto alla strategia di guerra, il sistema tributario. Nella guerra dei Sette anni venne infine mobilitata anche l'appartenenza confessionale in quanto risorsa ideologica. Lo scontro delle potenze cattoliche di Austria e Francia con la coalizione protestante e anglicana formata da Prussia e Inghilterra rappresentò infatti una guerra di religione (in realtà virtuale). Quadro della storia precedente alla Guerra dei sette anni. - Pace di Aquisgrana (1748): fine della Guerra di successione austriaca. La Prussia si vede confermate la conquista della Slesia e della contea di Glatz, e la Francia dovette restituire i suoi incrementi territoriali nei Paesi Bassi austriaci e nel sud dell'India. Questo accordo lasciò molti attori insoddisfatti, primi fra tutti Francia ed Austria, e dunque non valse a porre alcuna base davvero solida per una pace duratura. Come favorire l'integrazione di Prussia e Russia nel sistema di stati? - Rivoluzione diplomatica: ruolo centrale per cancelliere di Stato austriaco Wenzel Anton principe di Kaunitz-Rietberg. Obiettivo era il declassamento della Prussia dal suo status di potenza centrale del Sacro romano impero, senza però esautorarla né disgregarla completamente. Così cercò l'alleanza con la sua eterna rivale storica, la Francia, come pure con quell'impero degli zar russi che veniva orientandosi sempre più verso occidente. Fu solo nel 1756, con l'avvicinamento Prussia-Inghilterra, che Luigi XIV si trovò pronto ad aderire alle offerte austriache, che comprendevano tra l'altro anche alcune cessioni territoriali nei Paesi Bassi asburgici. - Il quadro coloniale: ENG ==> graduale trasformazione della politica coloniale in politica imperiale: motore di tale sviluppo può considerarsi il fiscal-military state della Gran Bretagna. La rivalità coloniale con la Francia fu uno dei fattori che spinse l'Inghilterra verso questa direzione. Nel frattempo, a) in Nordamerica: coloni britannici spingevano per espandersi verso ovest entrando in conflitto con gli indiani e con le attività commerciali francesi (in Canada e Louisiana). b) in India: a sud-est (Carnatico) e a nord-est (Bengala), le succursali inglesi e francesi coesistevano immediatamente vicine le une alle altre e lottavano per la supremazia sul mercato indiano. Il 16 gennaio 1756 Prussia ed Inghilterra stipularono la convenzione di Westminster, che richiamava entrambe le parti a difendere la





pace nell'impero e ad impedire l'ingresso di truppe straniere sul suolo tedesco. Dopo questo avvicinamento PRU-ENG, la Francia temette di restare isolata e fu adesso anche propensa ad andare seriamente incontro alle proposte di collaborazione provenienti da parte austriaca. Le relazioni tra ENG e RUS si raffreddarono (dopo un trattato stipulato nel 1755 nell'eventualità di una minaccia prussiana: ma ora l'ENG aveva firmato un trattato conla PRU) e l'impero zarista si avvicinò a FRA e AUS. Ne risultò un rovesciamento insolito delle alleanze, giacchè l'opposizione tra gli Asburgo e i Borboni rappresentava uno dei fondamentali immutabili dell'ordine delle potenze europeo. Riguardo alle cause della guerra, fu solo dopo la Seconda guerra mondiale che la storiografia superò i due modelli interpretativoideologici che, da un lato, ritenevano Federico II di Prussia responsabile di una guerra offensiva, dall'altro, invece, lo ritenevano semplicemente fautore di una guerra preventiva di difesa. In ogni caso, preventive od offensive che fossero, le misure militari attive prese da Federico II quando capì che si stavano tessendo le fila per la nascita di una coalizione anti-prussiana, portarono ad una reazione a catena. - primo trattato di Versailles (maggio 1756) ==> FRA e AUS stringono alleanza difensiva (entrava in vigore in caso di aggressione): se Federico II avesse attaccato la Sassonia (come voleva, guardando anche alla facilità con cui aveva annesso in precedenza la Slesia) avrebbe messo in moto una guerra imperiale contro di sé, invadendo un territorio neutrale del Sacro romano impero. Occorre dunque capire che la Guerra dei sette anni non fu il risultato di un disegno geopolitico mondiale dell'ENG, né di un meditato piano di espansione prussiano o russo, così come non si può ridurre a un tentativo di reazione o restaurazione austro-francese. Occorre partire da una dinamica situazionale che, di fronte al sistema europeo e globale di stati in corso di differenziazione, condusse a conseguenze incontrollabili. LE AREE PROBLEMATICHE DI BRANDEBURGO-PRUSSIA, AMERICA DEL NORD E INDIA COSTITUIVANO IN CIÒ TRE POLI DI UN COMUNE FOCOLAIO DI TENSIONI, CHE ERA CARATTERIZZATO DAGLI INTERESSI DI SICUREZZA DELLE POTENZE COLONIALI NEL VECCHIO CONTINENTE.

Una Guerra di battaglie. Il conflitto nello scenario europeo •





Nel teatro di guerra europeo i primi colpi caddero non in Sassonia, ma sulle Baleari. Nel febbraio 1756 il duca di Belle-Isle, comandante di un esercito francese concentratosi sull'Atlantico, si era deciso ad adottare una duplice strategia progettando un'invasione dell'Inghilterra e una spedizione contro l'isola di Minorca. Apr-Giu 1756: assedio di Fort St. Philip presso la base inglese di Port Mahon (isola di Minorca). Esercito francese di 15.000 uomini guidato dal maresciallo Francois-Armand du Plessis, duca di Richelieu contro 5.000 truppe inglesi in posizioni di difesa (guidate da William Blakeney). Il 28 giugno ci fu la resa. Giunta la notizia del fallimento della spedizione inglese via mare per liberare dall'assedio Port Mahon (guidata da John Byng, in seguito condannato a morte), il 18 maggio 1756 seguì la dichiarazione ufficiale di guerra della Gran Bretagna alla Francia. 29 agosto 1756: Federico II invade la Sassonia con 70.000 soldati. L'intenzione era di assestare un colpo veloce e decisivo all'Austria: in piena conformità alla strategia militare del tempo, tutt'e due le parti progettavano di risolvere il conflitto con una sola spedizione militare. Già il 9 settembre Federico marciava inconstrastato su Dresda e il 13 dichiarò formalmente guerra a Maria Teresa, regina di Ungheria e Boemia, per prevenire l'aggressione che egli riteneva incombente. Gli austriaci si erano preparati militarmente ad eventuali attacchi, dislocando in Boemia due armate (guidate da Browne e Piccolomini). 1 ottobre 1756: prima grande battaglia sullo scenario di guerra europeo => battaglia di Lobositz (Browne vs Federico): due cariche di cavalleria prussiana andarono a vuoto, prima che la fanteria riuscisse a conquistare Lobositz, costringendo alla ritirata Browne e le sue truppe, che si diressero verso Pirna (dove l'esercito sassone era assediato dalle truppe prussiane). 17 ottobre 1756: l'assedio di Pirna si rompe, il feld-maresciallo Rutowski vince. 17.000 dei 18.000 soldati sassoni furono costretti a entrare nell'esercito prussiano, una misura che non soltanto fu oggetto di aspre critiche ma che nella sostanza si rivelò inefficace. 11 gennaio 1757: la Russia aderisce all'alleanza franco-austriaca. Zar pronto a schierare 100.000 uomini. Maggio 1757: anche la Svezia aderisce al trattato in nome del trattato di Vestfalia contro Federico II per la sua azione di perturbatore dell'antico ordine imperiale. 22 settembre aderisce ufficialmente all'alleanza franco-austriaca. Dunque il 1757 vede sostanzialmente coalizzarsi la gran parte delle potenze (tranne l'Inghilterra) contro Federico II di Prussia. Aprile 1757: parte l'invasione prussiana della Boemia (obiettivo: Praga). Il 6 maggio i prussiani riuscirono a riunire le due parti del loro esercito nei pressi di Praga, mentre gli austriaci la difendevano guidati da Browne e Carlo Alessandro di Lorena. Non contando i circa 30.000 uomini dislocati da Federico II per coprire un'eventuale ritirata, i rapporti di forza erano uguali. 6 maggio 1757: battaglia di Praga => cercando la battaglia di annientamento (lo scontro decisivo), Federico II ottenne la vittoria e gli austriaci ripiegarono dietro le mura di Praga. In totale circa 30.000 morti (più o meno divisi equamente). Parte un assedio che durò fino a metà giugno, condotto dal feldmaresciallo Daun. Per impedire il raggruppamento dei due eserciti austriaci, il monarca prussiano distaccò una parte delle forze impegnate nell'assedio marciando in direzione di Kolin, una città a sud-est di Praga. 18 giugno 1757: battaglia di Kolin => 66.000 soldati austriaci contro 33.000 prussiani. In inferiorità, Federico II cercò di muovere contro l'ala destra, evitando lo scontro frontale. Non riuscendo ad accerchiare completamente l'ala destra, Federico giocò la rischiosa carta dello sfondamento centrale, fallendo. Le forze prussiane ripiegano verso Praga. Ma l'esercito austriaco guidato da Carlo di Lorena inseguì quello prussiano, costringendolo in agosto alla ritirata in Sassonia. Durante l'inse...


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