Gestione delle Aree Protette Italiane PDF

Title Gestione delle Aree Protette Italiane
Course Scienze Naturali
Institution Università degli Studi di Milano
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Gestione delle aree protette Italiane con descrizione ed esempi di interventi sul territorio...


Description

AREE PROTETTE Quesiti principali 

Cosa succede se ho delle specie alloctone?

Le specie alloctone possono creare danni alla biodiversità per competizione diretta o indiretta con le specie autoctone oltre che modificare il territorio. Es: Lo scoiattolo grigio è stato introdotto anche nel Parco del Ticino, che connette i monti di pianura a quelli di montagna, la sua espansione è decisamente invasiva. È vero che è sempre buona la connessione dei parchi naturali, ma se ho una specie alloctona la connessione mi favorisce la sua espansione incontrollata. Anche la forma dell’area non è detto che debba essere per forza tondeggiante: se ho un fiume è meglio averla lunga, o anche nel caso di un corridoio. 

Unico habitat o tanti?

Tanti se ho molta superficie: se è piccola tanto vale averne uno solo altrimenti rischio di frammentare troppo gli ambienti non riuscendo a proteggerli adeguatamente. 

Riserve lontane o vicine?

Più sono lontane più si coprono aree biogeografiche ergo diverse specie ma sono meno connesse, se sono più vicine ho un vantaggio di connettività. Quindi dipende da cosa intendo ottenere dal mio progetto di gestione. 

Raggruppata o allineate?

Allineate proteggono il gradiente di ambiente. 

Solo grandi o sia grandi che piccole?

Quelle piccole fanno bersaglio su specie particolari, che farei fatica a proteggere con una grande. 

Divieto d’accesso totale o accesso parziale?

Parziale.

Classificazione e Legislazione La IUCN ha chiaramente sviluppato il loro sistema di classificazione delle aree protette, in sei categorie, basate sui progetti di gestione. I. II. III. IV. V. VI.

Riserve integrali e wilderness Parchi nazionali Monumenti naturali Gestione attività Paesaggi terrestri e marini Gestione risorse.

Non si considerano alcune aree protette, come in Italia e in quasi tutta Europa, perché nel 2005 non c’erano dei piani dei gestioni di Parchi, quindi non li hanno considerati tali.

Lo step fondamentale per la conservazione in Italia è stata la Legge Quadro del 1991: ha istituito le aree protette e ha dato una passaggio fondamentale per la nostra legislazione. Prima, l’unica via per chiedere delle conservazione delle aree era basarsi sulla Costituzione che difendeva i principi del paesaggio e dei Beni culturali. 10

Un elemento importante è il fatto che la tutela delle aree protette dello stato debba avvenire tramite una cooperazione tra gli enti e le Regioni, ciò ha anche dei difetti, ma porta molti vantaggi. Questo elenco viene approvato dal sito del Ministero dell’Ambiente. Abbiamo 6 diversi tipi di aree protette in Italia: •

Parchi nazionali.



Parchi naturali regionali, interregionali e via di seguito.



Riserve naturali.



Zone umide di interesse comunitario.



Altre aree naturali protette, spesso richieste da particolari associazioni.



Aree di reperimento risorse terrestri e marine.

Abbiamo una forte eterogeneità di queste tipologie di aree: tra l’estensione minima e massima c’è una fortissima differenza, alcune sono più piccole di 1 ha, altre sono molto grosse e via così. Ciascun ente ha un tipo di gestione a sé stante. La Legge Quadro ha una forte importanza perché ha stabilito la finalità delle aree protette: la conservazione è uno degli elementi cardini, insieme alle caratteristiche degli ecosistemi. Non si tiene in considerazione la singola specie. Altro elemento importante è il fatto che debbano avvenire una serie di metodologie da un punto di vista ambientale e ci deve essere un’integrazione tra le attività umane e l’ambiente.

È indicato l’importanza della ricerca scientifica: la legge può richiedere che possa venire emesso un sostegno per la ricerca! Si seguono diversi tipi di approccio: • Alla specie: più usato in passato (come lo stambecco in Gran Paradiso), ci si basa su una specie che è in pericolo. • Ecosistema: non solo una specie, ma tutti gli ambienti in cui è immerso il sistema. È sicuramente una visione più moderna. • Umano: non viene più considerato come un elemento esterno, solitamente è l’ostacolo alla definizione di area protetta, ma una cooperazione per la gestione dell’aerea è molto positiva. Molte aree protette in Lombardia sono in montagna, dove l’uomo non interagisce molto.

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Parchi nazionali Sono stati il primo elemento di tutela a livello nazionale, spesso è devo viene fatta ricerca, oltre alle università. Il primo parco nazionale ufficiale è Yellowstone, ma in passato c’erano molti luoghi preservati in quanti luoghi di caccia o sacri. Dall’inizio del ‘900 sono stati fatti i primi Parchi nazionali. In USA l’uomo tende ad essere escluso, mentre in Italia si cerca di condividere il territorio: sia aspetti positivi che negativi. In UE, la presenza umana è molto vicina a quella naturale, per spazio: in USA ci sono km senza nulla • Il primo Parco in Italia è quello del Gran Paradiso, che in realtà era stato istituito con riserva di caccia da parte dei Savoia, Vittorio Emanuele III, che poi ha decotto i diritti all’ente Parco: ha una forma di controllo in termini forestali, perché il re aveva i proprio guardia caccia che controllavano il bosco. • Cervo del padre David: questa specie della Cina è stata cacciata e sterminata in tutto il suo areale tranne che nella riserva di caccia dell’Imperatore. Alla fine dell’Impero, si sono distrutte le barriere della riserva, i cervi sono usciti e sono stati mangiati tutti portando all’estinzione di tale specie. Prima della fine, l’Imperatore aveva inviato alcuni individui di cervo alla Zoo di Londra e alcuni nobili. Dopo l’estinzione nella loro terra d’origine l’intero numero degli esemplari europei (18) vennero raggruppati nel parco dell'abbazia di Woburn Abbey, dove, unico in Europa, il duca di Bedford era riuscito a riprodurre questo cervo. Nel 1986, 39 cervi furono reintrodotti in Cina, nella riserva di Dafeng. Attualmente, gli esemplari censiti sarebbero circa 2000, 500 dei quali in Cina. È uno dei casi più famosi di estinzione totale in situ, ma conservazione in zoo. Prima del 1991, in Italia c’erano alcuni santuari riconosciuti, e man mano i si sono avvicinati fino alla condizione attuale. Il 5% di tutta l’Italia è coperto da Parchi Nazionali: non è molto.  Molto importante per il Parco è la comunità del Parco: tutti gli enti locali (Regione, Comuni) ha interessi che condizionano in molti aspetti (economici, amministrativi…) il funzionamento del Parco. Sorveglianza: Alcuni hanno i Carabinieri Forestali, altri invece affidano ad altre figure private (in Italia 5 Parchi con situazioni autonome.) La possibilità di effettuare i prelievi selettivi della fauna e il controllo venatorio. WWF Italia ha fatto compilare un questionario a tutti i Parchi Nazionali, per conoscere quale fosse la situazione a livello di finanziamento e di attività da mettere in pratica: la cifra messa per tutti i Parchi all’anno è di circa 80 milioni. I problemi principali riscontrati sono la carenza di personale qualificato e la carenza di risorse per la conservazione. Per ricevere il denaro i Parchi devono basarsi sulla fruizione. Questo può portare a degli impatti considerevoli: il varano di Komodo ad esempio ha attrazione turistica forte, ciò causa un notevole impatto turistico. Sono però pochi gli studi zoologici che guardano quali siano le conseguenze che colpiscono un Parco dopo un’eccessiva fruizione. In alcuni casi come a Bunaken National Park il trend tra presenza di turisti e perdita di corallo è positivo. La fruizione eccessiva e non gestita può provocare grossi danni alle aree protette per l’introduzione di specie alloctone o danni all’ambiente.

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Le Zone Umide Molte Zone umide sono considerate di interesse internazionale, in Italia sono 53, distribuite in 15 regioni. Sono state istituite con la convezione di Ramsar, con quasi 200 Paesi in tutto il Mondo. Sono approvate da un decreto nazionale, ma ad un livello applicativo riscontrano qualche problematica: il livello di conservazione e di controllo è basso, quindi diventano delle aree protette solo sulla carta, sono poco considerate e finanziate. In Lombardia, ce ne sono 3: una funziona molto bene, importante per l’avifauna, abbastanza ampia, lungo il fiume Mera e Adda.

ESEMPIO DI GESTIONE DI UNA SPECIE ENDEMICA – Creazione di aree protette apposite. Tyrrhenaria (Helix) ceratina, un gasteropode endemico della Corsica, inserito nel 2000 come CR nella red list IUCN. Attualmente l'areale della specie si limita a una ristretta fascia costiera di circa 3 ettari dietro alla spiaggia di Ricantu a sud-est di Ajaccio, nelle immediate vicinanze dell'aeroporto di Ajaccio Campo dell'Oro. Dopo la sua scoperta nel 1843 è stata osservata solo nello stesso settore di Campo dell'Oro. In epoca storica, cioè durante il XIX secolo, la sua distribuzione massima in questa zona così ristretta non avrebbe potuto superare una cinquantina d'ettari. Scavi archeologici nelle regioni di Bastia e Bonifacio riferiti ad epoche comprese tra i 7000 ed i 2500 anni a. C. hanno tuttavia permesso di rinvenire conchiglie che, sebbene leggermente più grandi delle attuali, sono state riferite a questa specie. Durante il Neolitico, la distribuzione di Thyrrenaria in Corsica era dunque ben più ampia di oggi. Non è noto se la regressione è dovuta a cause climatiche o antropiche (modifiche ambientali, utilizzo alimentare...). L'ambiente della chiocciola corsa sul Campo dell'Oro è costituito da duna e da una piana sabbiosa parzialmente inondata, quest'ultima colonizzata da una vegetazione arbustiva dominata dalla ginestra di Salzmann e dalla scrofularia ramosa. Fattori limitanti per la specie:   

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Disponibilità di risorse vegetali dell’area retrodunale - dunale Continuità della copertura sabbiosa con ginestre e Scrophularia ramosa Qualità della sabbia per favorire infossamento

I parchi della Lombardia

La normativa di riferimento è la Legge 86/83: una delle prime con una sistema di aree protette, molto avanti. Ha indicato due categorie di aree protette: Parchi naturali: spesso fa parte di quello regionale. Tutelano le aree con un elevato grado di naturalità. Parchi regionali: sono zone che comprendono anche parti antropiche nel suo territorio, con una grado di tutela più largo. Costituiscono generale riferimento per la comunità lombarda e sono organizzati di conseguenza in modo unitario con particolare riguardo alle esigenze di protezione della natura e dell’ambiente. Le aree protette in Lombardia sono 24 parchi regionali e 1 nazionale.

Classificazione dei Parchi regionali Esistono vari tipi di parco regionale, classificati in relazione alle specifiche finalità: •

Fluviali.



Montani.



Agricoli.



Forestali.



Di cintura metropolitana.

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Parchi fluviali Per tutelare i corsi d’acqua, spesso diventano dei corridoi molto importanti. Ci sono vari punti importanti. •

Tutela delle zone umide e dei complessivi di ripa.



Recupero delle aree degradate.



Ricostituzione della continuità dell’ambiente naturale lungo l’asta del corso d’acqua.



Difesa dai fenomeni di inquinamento e di degrado ecologico.



Consolidamento idrologico.

Non si tutelano tuttavia gli affluenti. Parco Lombardo della Valle del Ticino: È uno dei parchi fluviali più importanti, con due fasce boscate molto ampie per un’area protetta, fino a 7 km. Lungo 900 km2, protegge la maggior parte dei boschi planiziali padani, 220 km2 di aree naturali (il resto è agricolo o urbanizzato). Parco Regionale della Valle del Lambro: Molto più piccolo del parco del Ticino, con fascia ampia in alcuni punti solo 1 Km (massimo 3km), in un contesto molto antropizzato, è importante per la presenza di vasche di laminazione. Nel Parco è presente un Piano Territoriale di Coordinamento (PTC): strumento centrale del parco, prevede il coordinamento di tutte le attività che il parco deve effettuare per la gestione e per funzionare correttamente.

Parchi montani Tutelano gli ambienti di montagna, sia gli ambienti naturali che la cooperazione con gli umani. -conservazione attiva, protezione e recupero degli organismi ed ecosistemi naturali e seminaturali. -conservazione dei valori umani, antropologici, sociali e culturali o che rivestono importanza ai fini del mantenimento dell’ambiente o costituiscono rilevante testimonianza storica -promozione sociale, economica e culturale delle popolazioni umane residenti, con speciale attenzione al sostegno delle attività tradizionali. Si tendono a fare progetti che facilitano la pratiche tradizionali agricole, come la pastorizia, il pascolo… Più facile da proteggere, perché lo sviluppo urbano è meno accentuato. Abbiamo ad esempio l’Adamello, con importanti specie come la pernice, l’ermellino… Presente anche il Parco Regionale del Monte Barro, di un’area Pedemontana. Quando è stato fatto il tunnel al di sotto del monte che ha sconvolto la circolazione idrica, prosciugando le zone umide della montagna.

Parchi forestali Tutela, miglioramento e potenziamento dei boschi, mediante interventi che ne assicurino la funzione ecologica e l’evoluzione verso un equilibrio naturale, valorizzandone le attitudini in funzione naturalistica, protettiva, faunistica, paesaggistica, ricreativa e produttiva. Parchi agricoli Mantenimento e valorizzazione dei caratteri ambientali e paesaggistici delle aree rurali e dei loro valori naturali e seminaturali tradizionali: Salvaguardia, qualificazione e potenziamento delle attività agro-silvo-colturali, in quanto funzionali alla tutela, ripristino, valorizzazione delle potenzialità naturali ed estetiche della campagna, prevenzione degli effetti nocivi di origine antropica, fruizione educativa, culturale, scientifica e ricreativa. Esempio il Parco Agricolo Sud di Milano, si tutela l’agroecosistema!

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Parchi di cintura metropolitana Zone di importanza strategica per: -l’equilibrio ecologico dell’area metropolitana, -la tutela e il recupero paesistico e ambientale delle fasce di collegamento tra città e campagna -connessione delle aree esterne ai sistemi di verde urbani, -ricreazione dei cittadini mediante una efficace gestione del paesaggio Sempre il caso del Parco Agricolo Sud di Milano, si son create delle fasce di protezione intorno alle aree urbane. Dentro al Parco Agricolo Sud di Milano, ci sono una serie di organismi acquatici fondamentali per la nostra regione.

Legge Regionale 28/2016 “Riorganizzazione del sistema lombardo di gestione e tutela delle aree regionali protette e delle altre forme di tutela presenti sul territorio” Oltre ai parchi regionali, c’è una serie di riserve naturali, anch’esse aree protette, con un grado di protezione inferiore: abbiamo le riserve naturali molto piccole, istituite per proteggere specifici habitat e anche i Parchi Locali di Interesse Sovracomunali (PLIS). I PLIS sono più veloci da costituire da un punto di vista burocratico, per un Parco regionale vi è bisogno di molto più tempo. La legge R.28/2016 prevede di rendere i Parchi regionali soggetti di riferimento per l’esercizio di tutte le funzioni: 

Favorire la realizzazione di un sistema integrato delle aree regionali protette e un incremento delle competenze e delle potenzialità dei servizi offerti;



Consolidare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale e dei valori paesaggistici del territorio, incrementando gli standard di tutela ambientale stabiliti dalla normativa statale;



Incrementare i modelli di sviluppo sostenibile delle attività antropiche e riconoscere la rilevanza dei servizi ecosistemici;



Promuovere il completamento della Rete Ecologica Regionale e della la Rete Verde Regionale;



Potenziare la governance per la salvaguardia del paesaggio e della biodiversità.

Tale legge individua in Lombardia 9 macroaree:

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Superare l’attuale frammentazione degli enti gestori ha sia effetti postivi che negativi: Aspetti positivi: ridurre la frammentazione degli enti gestori permette ad una gestione più integrata. Aspetti negativi: si rischia di ridurre il numero di aree protette, gestione delle risorse e inoltre manca una forte idea strategica. Ruolo e gestione di Riserve Regionali e Monumenti naturali I Parchi devono stipulare apposite convenzioni con i Monumenti e le Riserve naturali dei quali diventeranno gestori ed effettuare la ricognizione degli apporti attivi e passivi connessi alla gestione che saranno concordate tra gli enti in fase di subentro. Monumento naturale Altopiano di Cariadeghe: di circa 500 ha e stato costituito per preservare l’ambiente carsico, gestito dal Comune di Serle. Secondo la legge dovrebbe essere controllato dal Parco dell’Adamello, che è molto lontano: i soldi passano prima al Parco, che poi li gestisce, ergo va sempre meno all’ente. (Difficoltà di gestione) Riserva Naturale della Fontana del Guercio: nata per proteggere la foresta planiziale, controllato dal comune di Carugo, che faticava, non riusciva a fare quasi nulla: con la legge, la gestione è passata al Parco delle Groane.

Attenzione! Il 20-30% del territorio regionale deve essere destinato alla protezione della fauna (caccia vietata) La creazione di troppi parchi periurbani fa salire la percentuale di territorio protetto, ma tutela solo le specie generaliste.

Legge Regionale31 marzo 2008, n. 10 Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea (BURL n. 14, 1°suppl. ord. Del 04 Aprile 2008) a) salvaguarda la piccola fauna e la flora tutelandone le specie, le popolazioni e gli individui, e proteggendone i relativi habitat Molto importante perché la Lombardia si è dotata di una legge per salvaguardare la piccola fauna.

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Indicatori e surrogati per la conservazione La maggior parte dei progetti si concentra su specie carismatiche, soprattutto su grandi uccelli o mammiferi. Le specie più numerose sono negli Invertebrati, ma sono anche quelli meno protetti. Biodiversità degli invertebrati •

Regolazione dei processi ecologici:

• Servizi ecosistemi finali, cibo per l’uomo, polline per il miele oltre che l’impollinazione. •

Fattori benefici per culture, ricreativi e spirituali.

Per la IUCN, ci sono fattori molto negativi che comportano alla messa in crisi degli Invertebrati: •

Inquinamento.



Gestione delle acque.



Habitat persi per l’agricoltura.



Cambiamento climatico.



Specie alloctone.



Disturbo umano. Es Conus spp Sono dei molluschi marini predatori, apprezzati dai collezionisti: IUCN ha finanziato un gruppo apposito per fare l’assessment di queste specie. La maggior parte sono Cr, soprattutto nelle isole delle Est Atlantico, e molto soggette al cambiamento climatico. La gestione degli invertebrati è molto difficile, soprattutto in mancanza di risorse: basta vedere quanti risorse sono state disposte per le ricerche per i vari gruppi di animali, molto poche agli invertebrati.

Si devono trovare delle specie surrogato, ossia quelle che possono avere a livello di gestione una ricerca più ampia: funzionano da surrogati di protezione per un grande numero di specie. Si seguono diversi concetti: •

Gli ecosistemi sono molto complessi: far capire che alcuni meccanismi non si è in grado di capirli.

• Impossibile capire un ecosistema e proteggerlo tutto: si devono scegliere quelle specie la cui conservazione sia possibile, soprattutto se surrogato. •

Considerare molte scale s...


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