Giovanni Pascoli PDF

Title Giovanni Pascoli
Author Ramona Pintus
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Cagliari
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Summary

Riassunto su Pascoli...


Description

Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna 1855-Bologna 1912) Vita Nasce a San Mauro di Romagna da una famiglia piccolo – borghese, 4° di 10 figli. A 10 anni (10 agosto 1867) il padre è assassinato da ignoti. Nei successivi 7 anni perde la madre, la sorella e due fratelli: ne deriverà un’angoscia per la distruzione del «nido» familiare. Studia al liceo classico di Urbino e Firenze; all’università di Bologna è allievo di Carducci. Qui aderisce alle idee anarchiche e socialiste e a 24 anni viene arrestato per aver partecipato a manifestazioni politiche contro il governo. Nel 1882, a 27 anni, si laurea in lettere e insegna latino e greco. Va ad abitare a Castelvecchio con la sorella e successivamente rileva la cattedra di letteratura italiana a Bologna, succedendo a Carducci. Conduce una vita appartata, a contatto con la campagna, gli studi e gli affetti familiari. Una vita solo esteriormente serena, ma, in realtà, turbata da paure e angosce, specie per gli incombenti cataclismi storici. Muore nel 1912, a 57 anni, per un tumore allo stomaco. La Poetica (è esposta nel saggio “Il fanciullino” 1903) Poetica=Fanciullo  In ogni uomo è nascosto un fanciullo, la cui voce in età adulta si spegne.  Il poeta, però, come un fanciullo, riesce a guardare la realtà con sguardo meravigliato e sognante, cogliendone l’essenza profonda Poesia=Intuizione Razionale  Il poeta, come un veggente, ha una vista più acuta dell’uomo comune, spinge lo sguardo oltre le apparenze, carica di molteplici significati la realtà, le cose La finalità della poesia  La poesia non ha finalità estrinseche, pratiche: il poeta non scrive per consigliare o ammonire.  Tuttavia la poesia può ottenere effetti di «utilità sociale e morale». In questo senso la poesia pascoliana professa un socialismo umanitario e utopico che realizzi la solidarietà fra gli uomini, al di là delle barriere di classe («La grande proletaria si è mossa», in cui celebra la campagna di conquista della Libia) I temi della poesia pascoliana Il nido → la vita di P. è dominata da un forte attaccamento alla famiglia d’origine, sentita come un rifugio dal male. Quando il nido si spezza, la famiglia si disperde e non ha più futuro. La campagna e la natura → contrapposte alla vita nelle metropoli moderne (alienazione dell’uomo), danno serenità e aiutano a sconfiggere le paure e l’angoscia Il sogno e la visione → il mondo è visto come in un sogno, perde ogni consistenza oggettiva: la conoscenza del mondo avviene con l’analogia La morte → motivo ricorrente, legato ai lutti familiari La poesia e il fanciullino → il poeta, guardando alla realtà con gli occhi del bambino, ne coglie la meraviglia e l’incanto: profumi, suoni, suggestioni descritti da immagini che evocano, per analogia, stati d’animo

Le opere Le Myricae: è la 1^ raccolta poetica. Le «myricae» sono in latino le «tamerici», piante basse, che crescono al livello del terreno. Rappresentano la poesia umile che P. intende comporre, fatta di piccole cose osservate con la meraviglia dl fanciullo. Quadretti di vita campestre descritti con un linguaggio semplice: soggetto, verbo e complemento I Poemetti: racconti in versi che celebrano la vita di campagna e i suoi valori: solidarietà familiare, laboriosità, bontà, saggezza I Canti di Castelvecchio: raccolta poetica dedicata alla madre («Il gelsomino notturno») Il Fanciullino: opera teorica in prosa in cui P. illustra la sua idea di poesia La grande proletaria si è mossa: discorso scritto nel 1911 per celebrare la conquista coloniale della Libia voluta da Giolitti Da Myricae: X Agosto Metrica: 6 quartine di decasillabi e novenari a rima alternata Il testo, autobiografico, si riferisce alla morte del padre del poeta (10 agosto 1867), per mano di ignoti Le strofe iniziale e finale sono riflessive, le 4 centrali narrative I temi prevalenti sono: il male nel mondo e il dolore che causa all’uomo; il nido, la famiglia che protegge l’uomo dal male e che è precocemente distrutto dai lutti precoci Analogie: uomo-rondine, stelle cadenti-pianto, Cristo-padre Ritmo franto e spezzato dato da: i segni di punteggiatura e le sequenze di 3 parole separate da virgole (di ascendenza petrarchesca) Da Myricae: Temporale Metrica: ballata di settenari Il testo descrivo l’arrivo di un temporale attraverso i sensi Testo ricco di corrispondenze simboliche: casolare=nido; ala=protezione; volo=liberazione dalle sofferenze della vita; rosso e nero=male; bianco=speranza Ritmo franto, spezzato, fatto di brevi frasi nominali separate da punteggiatura Da Myricae: Novembre Metrica: strofe saffiche (3 endecasillabi e un quinario) a rima alternata Significato: una serena giornata di novembre può dare l’illusione della primavera, ma subentra subito l’inverno che è una metafora della precarietà dell’esistenza, minacciata dal male incombente. A novembre cade sia l’estate di San Martino sia la ricorrenza dei morti. Richiamo a Leopardi («piacer figlio d’affanno»): la felicità è illusoria e transitoria Silenzio, cader fragile, stecchite piante=analogie della morte Da Myricae: Arano Madrigale di 3 strofe di endecasillabi: due terzine (a rima incatenata) e una quartina (a rima alternata)

Scena di vita campestre in autunno: i contadini seminano e pettirosso e passero pregustano il momento in cui potranno beccare i semi residui Figure retoriche: sinestesia: «lente grida», «sottil tintinnio»; onomatopea: «tintinnio»; similitudine: «come d’oro». L’anafora dell’aggettivo «lente» rende la lentezza e la calma del lavoro del contadino. Da Myricae: Lavandare Madrigale di 3 strofe di endecasillabi: due terzine (a rima incatenata) e una quartina (a rima alternata) 1^ strofa: sensazioni visive; 2^ strofa: sensazioni uditive L’aratro abbandonato è per analogia la solitudine, rappresenta l’angoscia del poeta abbandonato dai suoi cari defunti Da I Canti di Castelvecchio: Il gelsomino notturno Metrica: quartine di novenari a rime alternate Scritta nel 1903 in occasione delle nozze dell’amico Gabriele Briganti: il poeta immagina la casa in cui l’amico si prepara a consumare la prima notte di nozze. Temi: la vita che nasce attraverso il rito sessuale; il nido spezzato dal lutto; la morte che ha spezzato il nido bloccando il poeta alla condizione infantile: legarsi ad una donna e generare sarebbe una violazione del nido. Numerosi sono i riferimenti all’erotismo attraverso le analogie con la natura: il gelsomino, fiore che si apre nella notte e si richiude all’alba (=la fecondazione), le farfalle crepuscolari, l’odore di fragole rosse (sinestesia che allude all’atto sessuale), «l’urna molle e segreta» (l’utero). Il poeta si sente tagliato fuori da tutto ciò, come «l’ape tardiva» che trova tutto l’alveare occupato Prevalenza di paratassi per asindeto...


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