Giovanni Pascoli - biografia PDF

Title Giovanni Pascoli - biografia
Author Fiammetta Farnetani
Course Italiano anno 5
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Biografia di Giovanni Pascoli....


Description

Giovanni pascoli VITA E OPERE: Giovanni Pascoli nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna, • da famiglia benestante. È il quarto di 10 figli, il 10 agosto 1867 Ruggero Pascoli, il padre, viene assassinato da ignoti mentre torna in calesse dalla fiera di Cesena. L’assassinio del padre È destinato a rimanere impunito, il ciò ritornerà ossessivamente nelle liriche di Pascoli, facendosi simbolo di un mondo ingiusto e minaccioso, capace di distruggere per sempre quel “nido” familiare. A questo evento drammatico si sommano nel volgere di pochi anni altri gravi lutti familiari, moriranno la sorella maggiore Margherita e la madre, successivamente moriranno anche i fratelli Luigi e Giacomo. Nel 1873 Pascoli vince una borsa di studio all’università di Bologna nella facoltà di lettere. Inizia frequentare ambienti anarchici E spinto da una viva esigenza di giustizia sociale, si avvicina al socialismo e al movimento Internazionalista, parteciperà a numerose manifestazioni e verrà messo in carcere per tre mesi. Una volta liberato abbandona la politica e riprende gli studi e tenendo la laurea con lode e il 1882. Viene nominato professore di latino e greco al liceo di Matera e dopo due anni si trasferisce a Massa e successivamente a Livorno dove e con le sorelle Ida e Maria tenta di ricostruire il nido familiare. Nel 1891 viene pubblicata la prima raccolta poetica intitolato Myricae, Questa opera è più volte rivisitata fino alla edizione definitiva del 1900 essa si incentra sulle piccole cose della campagna ed il tema centrale è il doloroso ricordo della morte del padre e dei tanti lutti familiari. Nel 1895 sua sorella Ida si sposa, questo matrimonio è vissuto dolorosamente dal poeta come un nuovo abbandono è un tradimento. Successivamente Pascoli prenderà in affitto una casa a Castelvecchio di Barga, in Garfagnana, che considera una sorta di rifugio e dove vive in compagnia di Maria, sua sorella. Qui Pascoli si illude di ricostruire il nido familiare originario ma non riuscendoci. Nello stesso anno conosce a Roma Gabriele D’Annunzio e nel 1895 viene nominato professore incaricato di grammatica greca e latina presso unità di Bologna e l’anno seguente di venerdì nario di letteratura latina Messina in seguito a Pisa. Le sue opere continuano, e nel 1897 vengono editi i poemetti, sono test incentrati sulla vita di una famiglia di contadini della campagna lucchese. Per quanto riguarda la prosa, il fanciullino è un fondamentale testo che fa comprendere la sua poetica. Nel 1903 viene pubblicata la prima edizione dei canti di Castelvecchio i temi sono ancora la tragedia familiare e la rappresentazione della natura. L’anno seguente vedono la luce i poemi conviviali, poemetti ispirati al mondo classico e nel 1904 saranno pubblicati i primi poemetti e successivamente nel 1909 i nuovi poemetti.Nel 1905 succedere a Carducci come professore all’università di Bologna e quando, nel 1907 Carducci muore, Pascoli scriverà il suo necrologio ma non riuscendoci per il troppo dolore. Tra le ultime raccolte di Pascoli ci sono raccolte Dal contenuto fortemente storico patriottico, tra queste troviamo; Odia inni del 1906 ed i poemi del Risorgimento del 1913. Questi ultimi sono stati pubblicati postumi. Una delle sue ultime opere più importanti È la grande proletaria si è mossa dove Pascoli plaude l’impresa militare in Libia. . Muore a Bologna malata di cancro nel 1912 PENSIERO E POETICA: il punto di partenza per l’analisi della poetica di • Pascoli è la prosa teorica intitolata il fanciullino, secondo il poeta nell’animo di

ogni uomo vive un fanciullino, un bambino capace di guardare il mondo con meraviglia e stupore. Mentre per la maggior parte degli uomini , Crescendo, abbandona questa attitudine infantile, solo il poeta resta bambino nell’animo, ed è quindi capace di dar voce alle proprie emozioni. Pascoli Individua nell’arte l’unica vera forma di conoscenza, di natura pre logica e intuitiva. Infatti la sua poetica si basa sull’improvvisa rivelazione del mondo. Al contrario di altri poeti come D’Annunzio Pascoli non ho conoscenza diretta della cultura francese come ad esempio il simbolismo. La drammatica esperienza autobiografica del poeta lo induce a sviluppare un atteggiamento intimistico e di esasperata sensibilità. La metafora del fanciullino è del resto solo in apparenza umile e dimessa, poiché implica l’idea, che solo il poeta sia concesso il privilegio di vedere oltre l’apparenza. L’immagine del poeta fanciullo rimanda alla dimensione infantile, agli aspetti più semplici e quotidiani della natura. Pascoli si sofferma descrivere con esattezza e precisione lessicale gli alberi, gli uccelli e suoni della natura, attingendo a un repertorio lessicale talora specificatamente botanico e ornitologico. Questa attenzione per i dettagli serve a restituire alle singole cose il loro aspetto più autentico, così Pascoli riesci a contarle di un valore simbolico specifico, che deriva dalle misteriose corrispondenze che legano gli aspetti la realtà e che solo il poeta può cogliere. Il mondo esterno viene sistematicamente interpretato in chiave soggettiva e i diversi elementi alludono a verità più profonde. Le liriche pascoliane sono quindi fitte di immagini simboliche attraverso le quali la realtà Naturale rimanda ai traumi del poeta e ai suoi turbamenti. Al centro dell’ispirazione pascoliana si pone La rappresentazione della natura e della campagna, la quale si configura come un rifugio sicuro dalle minacce del mondo esterno, dall’altro esso stesso appare intriso di echi funebri e luttuosi che rimandano i traumi del poeta. Il ricordo della morte del padre che si fa agli occhi di Pascoli emblema tangibile del male, è uno degli argomenti ricorrenti in Myricae, questa intera opera è stata dedicata alla memoria del padre. Fondamentalmente nella poesia pascoliana il tema ricorrente è quello della morte, vista come una presenza minacciosa ma anche vagheggiata come unica via per ricongiungersi con i cari morti familiari. Traumatizzato dai precoci lutti familiari, Pascoli rifiuta la violenza del mondo esterno e ricerca costantemente una dimensione protetta è chiusa, e lo spinge a desiderare la regressione a uno stato infantile. L’immagine simbolo della poesia pascoliana è quella del nido, emblema dell’unità familiare per sempre perduta E sempre ricercata. Questa ambigua desiderio di protezione in regressione induce il poeta il tentativo costante e sempre frustrato di ricostruire il nido, impedendo ogni apertura verso l’esterno e creando una costante tensione tra nostalgia della serenità perduta e la paura del mondo esterno. Nelle sue liriche Pascoli rinuncia alla costruzione di un tessuto logico articolato a vantaggio del libero accostamento di immagini e suggestioni, riflesso di una visione intuitiva del mondo. La sintassi abbandona quindi le strutture fondate sulla subordinazione e predilige invece le frasi brevi, spezzate da un uso insistito dei segni di interpunzione, talora ellittiche del verbo e coordinate fra loro o, talora, semplicemente accostate per asindeto. Lo Scadimento del tessuto sintattico è controbilanciato dal ricorso a strutture iterative come ripetizioni, anafore, e parallelismi, che creano all’interno del testo un fitto tessuto di rimandi interni di natura suggestiva e analogica. Pascoli alterna liberamente nei suoi componimenti termini elevati e classicheggianti a parole quotidiane e talora vicina al parlato, cui si alternano spesso vocaboli quasi tecnici dell’ambito agreste, di grande precisione

descrittiva. Vi è anche un’estrema precisione terminologica come ad esempio la nomenclatura botanica. Non minare con precisione gli oggetti significa per il poeta appropriarsi del loro più recondito significato e svelarne il mistero nascosto. Tra le figure retoriche più te lizzare da Pascoli, accanto alle allitterazioni e ai giochi fonici, un ruolo centrale è svolto dall’analogia, con cui il poeta stabilisce relazioni in edite tre elementi tra loro distanti. Al simbolismo della poesia pascoliana Contribuiscono anche le frequenti sinestesie, che accostano elementi appartenenti ad ambiti semantici differenti. Pascoli utilizza di preferenza schemi metri chiusi, la musicalità imposta dagli schemi delle rime viene però spesso modificata in modo originale sia dalla presenza di marcate cesure Metriche e di frequenti enjambement ed anche attraverso la presenza di una fitta rete di allitterazioni, assonanze, consonanze rime interne liberamente disposte nel .verso Myricae: Questa è la prima e più significativa raccolta poetica di Pascoli, • scritta in più di vent’anni. L’edizione definitiva del 1900. In questa opera si riscontra il desiderio di Pascoli di dare voce a una poesia apparentemente umile e semplice, che abbia come oggetto la semplicità della campagna. La raccolta comprende 15 sezioni cui si alternano altrettanti componimenti isolati. Le sezioni si richiamano tra loro sul piano tematico, spesso per opposizione, ma il raggruppamento delle liriche segue perlopiùun criterio metrico. Prevalgono i testi di breve estensione, talora ai limiti del frammento. Mi Rice si presenta come una sorta di diario di impressioni, e al tempo stesso come un romanzo autobiografico. Nell’ispirazione della raccolta infatti centrale il lacerante ricordo della morte del padre e dei tanti lutti familiari, i quali diventano agli occhi del poeta, l’emblema della malvagità e della violenza degli uomini. Da questi Pascoli tende a fuggire rifugiandosi e cercando accoglienza nella dimensione protettiva di una natura consolatoria. Il paesaggio naturale assume spesso messaggi misteriosi e mortuari e inquietanti richiami funebri, che alludono alla presenza ossessiva dei cari morti familiari. Il rapporto con la natura, quindi, si risolve spesso in un desiderio di regressione, nel vano tentativo di recuperare un contatto con il nido familiare per sempre perduto. La maggior parte dei testi sono costituiti da scenette campestri. Fedele alla poetica decadente del fanciullino, Pascoli è buona la realtà naturale nei suoi particolari più minuti per trascenderla, per scoprire il mistero che si nasconde oltre la realtà.Nella metrica, pascoli sperimenta una grande varietà di forme strutture, privilegiando il novenario. La scelta di forme metriche chiuse si accompagna però a una tensione fra metro e sintassi, che si esprime attraverso la frequenza dei enjambement È un uso insistito della punteggiatura, che tende a spezzare il verso in unità minori, creando un ritmo franto e diseguale. Pascoli ricorre inoltre a una sintassi spesso nominale, con l’uso frequente di metafore, di analogie e delle sinestesie, che creano collegamenti analogici fra le diverse immagini e sensazioni. Fondamentale è anche l’attenzione alle figure di suono, con frequenti onomatopee, allitterazioni e assonanze. Queste figure retoriche servono a trasmettere particolari sensazioni stati d’animo. Nel lessico, Pascoli introduce importanti innovazioni nella tradizione letteraria , Spaziando con estrema libertà dei termini letterari avvocato Boni specialistici dell’ambito botanico e zoologico...


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