Giusnaturalismo moderno PDF

Title Giusnaturalismo moderno
Course Storia del Diritto Europeo
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Pages 2
File Size 48.9 KB
File Type PDF
Total Downloads 10
Total Views 133

Summary

europeo...


Description

Giusnaturalismo moderno Nel 600 il diritto naturale assunse un’importanza determinante. Fu proprio nel 600 che le dottrine giusnaturalistiche entrarono nell’orizzonte visibile della cultura giuridica influenzandone lo svolgimento. Posizione centrale nelle dottrine giusnaturalistiche ebbero i diritti soggettivi inalienabili della persona umana che stanno alla base dell’enunciazione dei diritti di libertà delle moderne costituzioni. L’istituzione del diritto naturale è stato voluto per cercare di risolvere i problemi di quell’epoca, infatti il diritto naturale è anche volto a disciplinare i rapporti tra gli stati, la natura e i limiti del potere pubblico nei confronti dell’individuo. Comune a molti esponenti della dottrina giusnaturalistica è la teoria di un “contratto sociale” volto a garantire la pace e la sicurezza tra gli uomini. La scuola giusnaturalistica è convinta del fatto che sia possibile istituire un complesso di norme valide in ogni tempo e in ogni luogo: il diritto naturale. In quanto la natura viene ritenuta immutabile nel tempo. Grozio L’influenza profonda di cui godette il pensiero di Ugo Grozio è legato all’opera De Iure Belli Ac Pacis scritta in Francia dopo che l’autore si era sottratto con la fuga al carcere in Olanda. Il fine dell’opera era quello di emanare dei principi che potessero valere per tutti gli uomini. Da questa esigenza nasce l’enunciazione del principio da Grozio ritenuto fondamentale che impone di osservare i patti. L’autore ne fa derivare ogni altra regola come risarcire i danni arrecati ad altri, restituire ciò che si è sottratto, pagare con la pena le conseguenze dei propri atti criminali. Nel De iura belli ac pacis veniva stabilito che la ragione non risiedeva nel comando diretto di Dio ma nella natura razionale dell’uomo. Egli muoveva sia da una considerazione che “nel mondo cristiano le guerre si conducono con mancanza di freni” per questo propose una legge comune a tutte le nazioni in modo da arginare questa violenza e inoltre muoveva anche da una concezione in cui figurano da un lato i fondamenti del diritto di natura, all’altro le regole di diritto delle genti. Hobbes Thomas Hobbes è un pensatore di importanza centrale nella storia del pensiero politico-giuridico. Le sue opere più importanti furono il De cive e il Leviatano entrambe focalizzate sull’assolutismo. Egli pensava che ogni uomo si trova a lottare con gli altri per soddisfare i propri bisogni vitali e per conquistarsi spazio e potere: guerra di tutti contro tutti. Per far cessare questa lotta tra gli uomini l’unica soluzione secondo Hobbes è di affidare tutti i poteri ad un unico soggetto: il sovrano, che è assoluto. Solo ciò che il sovrano stabilisce ha valore di legge e nessuno può ribellarsi. Locke Alle tesi assolutistiche di Hobbes si contrappose Locke. Secondo Locke il potere principale era quello legislativo che si doveva conferire ad un organo rappresentativo. Secondo Locke la fonte prima del potere legislativo, dunque la vera sovranità, risiedeva nel popolo che l’affidava all’organo rappresentativo ma se conservava le “chiavi”. Il patto fiduciario tra il legislatore e il popolo si doveva considerare infranto quando il potere legislativo cercasse di rendere se stesso o una parte della comunità padrone o arbitro delle vite, della libertà e dei beni de popolo.

Per Locke inoltre la proprietà privata costituiva un diritto innato e inalienabile. Pufendorf Tra gli esponenti della scuola di diritto naturale l’autore più largamente citato e letto è Pufendorf. Nel 1661 fu chiamato a ricoprire a Heidelberg la cattedra in Europa di diritto naturale. Le sue opere più famose furono De iure naturae ac gentium e De officio homiis et civis. Anche per Pufendorf, come per Grozio, il diritto naturale è comune a tutti gli uomini perché fondato sulla ragione ma lo distingue l’idea che l’essenza della legge consiste in un comando di un superiore che vincola i soggetti-sudditi. Leibniz Una concezione molto diversa da quella di Pufendorf fu offerta da Leibniz: sua aspirazione fu dimostrare come sulla base di pochi principi di base fosse possibile disegnare un sistema coerente di norme applicabili a ogni caso concreto. Egli inoltre criticò l’insegnamento del diritto affermando che in soli 2 anni si poteva apprendere le nozioni storiche, l’esegesi, i tirocinii pratici e l’addestramento alla soluzione dei casi. Domat L’opera più importante di Domat è il trattato intitolato Le leggi civili nel loro ordine naturale, con cui volle esporre le regole del diritto della Francia sulla base di alcuni principi fondamentali. La natura imperfetta dell’uomo, lo condanna al lavoro e alla fatica vincolandone le attività entro le regole naturali che sono comuni a tutti i popoli. Anche la cura di se stessi e dei propri interessi può essere foriera di attività utili alla collettività. Thomasius Nella sua opera più nota egli sostenne che occorreva distinguere l’ambito del diritto da quello della morale individuale e sociale. Da qui la sua teoria sulla distinzione tra ciò che è giusto, ciò che è onesto e ciò che è decoroso. Egli criticò il metodo universitario, la tortura giudiziaria, la configurazione dei reati di eresia e stregoneria e sostenne che comportamenti come la convivenza fuori dal matrimonio o il rapporto sessuale tra consenzienti adulti non dovessero venire sanzionati dal diritto ma dovessero essere valutati ed eventualmente respinti solo sul piano etico....


Similar Free PDFs