Gli Anormali - Focault PDF

Title Gli Anormali - Focault
Author Raffaella Bartesaghi
Course SOCIOLOGIA DELLA DEVIANZA
Institution Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
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Foucault “gli Anormali" M. Foucault ha insegnato al Collegè de France, il quale ha tenuto delle interessanti lezioni tra il 1974/1975, il cui corso venne intitolato “gli anormali”. In questo percorso cerca di raccontarci la storia della follia nel corso dei secoli, l'analisi delle istituzioni manicomiali, fino a giungere al dispositivo di potere psichiatrico. Questo volume rende esplicita la tematica che F. ha trattato all'interno delle sue lezioni, “incentrate sulla formazione dei sistemi di potere dell'età moderna, il cui lo strumento non sarebbero state leggi esplicite e impostazioni coercitive, ma l'instaurarsi gradualmente di meccanismi disciplinari inscritta nel corpo sociale e nei corpi individuali”. Oltre alla legge e la sua norma, l'anormale risulta → "colui che sfugge al potere disciplinare della società e al cui intento dev'essere ricondotto". In questo lavoro dedicato alla follia e alla sessualità, F. mostra il suo grande talento nella "decostruzione dell'archeologia dei saperi", riportando alla luce documenti storici molto importanti che gli permettono di soffermarsi nella riflessione di alcune tematiche, come : la confessione, la repressione, la medicalizzazione della famiglia, la nascita della psichiatria e il pervertito sessuale. Foucault cerca di mettere le basi per la sua indagine sulla nascita storica "dell'individuo anormale" offrendo un'analisi medico-legale della psichiatria contemporanea. Da sempre la paura del diverso, da ciò che non si riesce a conoscere, di ciò che non si riesce a comprendere, ha caratterizzato la vita dell'uomo dando origine a una sorta di divisione, operata mediante un linea, tra ciò che si ritiene normale e ciò che non lo è. Nell'arco temporale che va dal Medioevo fino al XIX sc, l'opera di Foucault cerca di mettere in atto una ricostruzione storia che porta all'esclusione e all'inclusione nella follia; attraverso un gesto di prescrizione compiuto da Foucault, partendo da qui, il soggetto diverso diviene un problema e quindi risulta uno straniero, una persona alienata, proprio perché la nostra società moderna fondata sul modello di economia mercantile e di industrializzazione, la quale produce una problematicità culturale e sociale del diverso. Nell'età moderna ci si affaccia al razionalismo, ma nel 600' ritroviamo Cartesio, il quale segna la rottura del discernere tra saggio e folle, ha un suo corrispettivo e un sua attuazione per coloro che vivono nella S-ragione come "s-ragionevoli" poiché "il folle si trova al di fuori della ragione e non trovano posto all'interno della società", da ciò si è messo in atto il "gesto dell'internamento" visti come problema. Si tratta di inquadrare la maniera in cui è avvenuta questa trasformazione del trattamento delle diversità, che a partire al Medioevo si è via via spostata l'attenzione sulla personalità individuale. Questo vivere nella S-ragione si raffigurava nella follia, che ha dato l'opportunità di comprendere una nuova categorizzazione, di una popolazione variopinta, denominati gli insensati e così lo stesso F. afferma che “con l'internamento qualcosa di umano è stato esso fuori dalle porte dell'umano”. Il loro errore si articola sulla colpa, poiché la follia è isolata dal mondo e dalla verità e il folle stesso si trova imprigionato nel male. Tutto questo per Foucault si articola nella colpa del folle “che sarebbe quella di essere preda della SRAGIONE(Massa 2002). Oggi mediante la perizia psichiatria assolviamo il folle, mentre durante il Medioevo la follia è stata considerata come “irresponsabilità totale” quindi come tale risultava colpevole. Il folle vive nell'errore e ne è consapevole, poiché vive come un animale. Per Foucault non è sufficiente la punizione, ma ci troviamo all'interno di quel binomio tra “punire e correggere” in quanto a punizione è un principio educativo. Per meglio comprendere questo passaggio ricordiamo M. Foucault e l'elaborazione della 1

"metafora lebbra Vs peste" di cui F chiama "spazi maledetti": dal Medioevo all'età Moderna si passa da un modello di esclusione a un modello di inclusione incentra-mento dell'individuo, per cui qui, la lebbra e la peste vengono usate come metafora → nel Medioevo prevale l'esclusione del lebbroso che veniva rigettato oltre i margini della città e riconosciuto come folle, il quale doveva essere segregato all'interno di uno spazio dell'internamento delle grandi strutture ospedaliere, la lebbra vista come un marchio che risulta il simbolo dell'esilio "di colui che non è conforme alle norme e va escluso". La diversità assume il volto della follia, e include ribelli, fannulloni, bugiardi, ubriaconi, libertini etc. . i quali vanno isolati e rinchiusi poiché fanno arte di quella popolazione inoperosa, considerata come l'impossibilità di lavorare e l'incapacità di integrarsi nella comunità. Subentra l'immagine del “serraglio bestiale” → gli uomini patogeni sono messi tutti insieme nelle strutture dell'internamento e ridotti allo stato animale. Se il Classicismo ha inventato l'internamento, vediamo che col Medioevo si giunge al gesto che isola, che si configura nel “gesto che rinchiude che proscrive”. Questo primo step si fonda sul "dispositivo di esclusione" questi diversi, vanno allontanati per salvaguardare la purezza della comunità e questo modo di pensare porta con sé "il dissolvimento della singolarità a favore di una massificazione confusa" è necessario allontanare il percolo del contagio. Se nel Medioevo i folli venivano affidati ai marinai, in cui emerge l'immagine della “Nave dei folli ” che sprigiona il valore simbolico di una volontà di segregazione che imprigiona i folli, che ne decreta la marginalizzazione; l'imbarcazione viaggia libera di andare dove si vuole senza mai approdare in un porto, abitanti dl margine e per cui esclusi. A partire dal XVI sc avviene la "trasformazione sull'idea stessa di controllo sociale" e la nascita di un modello fondato sul principio di inclusione, che noi identifichiamo come il fenomeno della Peste . La società come sostiene Foucault cerca di far fronte alla peste, e con questo secondo modello di controllo sociale che si articola sull'inclusione "definisce la questione della diversità" partendo dall'individualità dei soggetti, possiamo analizzare l'individuo tra caratteri e elementi che determinano la normalità e anormalità. Questi due modelli ricoprono un importante processo storico :  la reazione alla lebbra è negativa = azione di ricetto;  la reazione alla peste è positiva = reazione di inclusione, osservazione e organizzazione. L'individuo è conosciuto quando al suo interno diamo vita a forme che ci permettono di conoscere un "sapere sull'individuo". Col trattamento specifico dell'anormalità abbiamo la nascita : asilo psichiatrico, la casa di correzione, il carcere. . etc. . Questa nuova disposizione concettuale, ci permette di studiare il soggetto nei suoi molteplici aspetti individuali e sociali. Dal XIX sc si definisce il campo dell'anomalia che riguarderà la medicina, il sistema giudiziario e l'analisi del campo. Da qui si giunge grazie a Foucault e alle sue considerazioni sull'individuo anomale. Per mezzo della metafora di Foucault introduciamo un passaggio fondamentale : “dal dispositivo di esclusione e per mezzo della peste, nasce il dispositivo di inclusione dell'individualità”.  Dispositivo medico-pedagogico → l'esperienza dell'internamento costituisce la nascita di una nuova “medicina sociale” : da una protopedagogia dell'anima e del corpo, passiamo a una distinzione di una malattia dell'anima e una malattia del corpo : poter pensare a una terapia dell'anima, indipendente da una terapia del corpo “la psichiatria moderna” Durante l'età classica cura e punizione venivano confuse, sembrava inutile distinguere le 2

terapie fisiche con le cure psicologiche, semplicemente perché la psicologia non esisteva ancora. Per questo si parla di proto-pedagogia, in quanto quelle strategie non sono né puramente mediche né psicologiche, ma pedagogiche! In questa idea di terapia, si confonde la punizione e la cura in cui prevale il principio rieducativo del trattamento correzionale. Comunque anche se le persone venivano escluse ne comporta comunque la cura, “quindi una percezione medica di confonde con una percezione morale”. A questo punto non si tratta solo di curare, ma di punire e rieducare : escludere, curare, punire e rieducare, tutto questo avviene in maniera confusa nel XVII sc la follia verrà rintracciata come quella esperienza umana che chiama in causa il sapere medico, morale, sociale, educativo, pedagogico e punitivo (Massa). L'esperienza dell'internamento da vita una forma dell'esistenza, ovvero l'asociale, su di questo il sapere positivo farà le sue distinzioni, un demente, un disgraziato o un debole di mente; questa risulta la materia prima, su cui si applicheranno la psichiatria, la psicologia e la pedagogia. Dalla medicina sociale alla prevenzione sociale : dalla preoccupazione morale verso i folli, la società prenderà coscienza della necessità di occuparsi da un punto di vista medico e pedagogico, quindi vediamo come a psichiatria nasce come “specializzazione dell'igiene pubblica” . Data la mescolanza e la confusione presente nel grande internamento, occorre un “secondo gesto riparatore” verso la riconfigurazione del dispositivo → per non confondere più la punizione con la cura. Qui, accade un ribaltamento : la scuole, l'ospedale, il carcere, tutte le grandi istituzioni nate a seguito del grande internamento, non vengono più percepite come luoghi di s-ragione, ma come luoghi di verità : l'internato classico metteva insieme tutte le forme di esistenza alienata, invece nelle istituzioni moderne del 800' saranno luoghi di razione, di ordine e di bene. Dall'età classica in cui la “follia” veniva confusa in tutti gli altri comportamenti → all'età dell'industrializzazione, si passa a un problema di conoscenza e di un sapere psicologico, in cui la follia viene distinta da altre patologie, dando vita a una scienza dell'uomo → come oggetto da conoscere, da correggere, da guarire, da curare o da imprigionare. Nella ricostruzione temporale messa in atto da Foucault si va dal Medioevo fino al XIX sc in cui si passa a un dispositivo di esclusione e reclusione della follia : se nel Medioevo i folli venivano affidati a quei marina, e nell'età classica erano internati con i vagabondi, criminali e i poveri, a partire dal XVIII sc si opera una nuova separazione : la follia resta reclusa da sola, liberandosi di quella massa unificata dell'internamento, in cui prevale una nuova scienza, la psichiatria. Proseguendo verso la “decostruzione dell'archeologia del sapere” si deve rintracciare quel “grado zero” dove bisogna rintracciare il momento in cui la follia viene separata dalla nonfollia, la ragione dalla s-ragione, vediamo come si verranno a distinguere le diverse tipologie di deviante, con la futura nascita del Manicomio come liberazione delle follia. La separazione tra colpa e malattia è un ribaltamento, poiché questi luoghi non vengono riconosciuti come luoghi di s-ragione, ma quelli della verità. Sabe → per lui è si ragione, ma non malattia mentale, per lui vi è la prigione e non l'asilo psichiatrico, se non è malato dev'essere colpevole. Il gesto moderno e illuministico che sa distinguere : malattia e colpa, che sono finalmente divise. Sabe parte dl fatto che egli stesso è stato internato, il quale non era malato, ma colpevole. Nell'età che concerne l'industrializzazione, la follia viene distinta da altre patologie, in quanto malattia mentale, è proprio nella cultura occidentale che si 3

fonda una scienza dell'uomo sulla normalizzazione; con l'avanzare della psichiatria, avremo la nascita di quella che viene definita “perizia psichiatrica” che permette uno sdoppiamento della figura del medico, in medico-giudice. I dispositivi sapere-potere che guidano la nascita delle istituzioni come il manicomio, inaugurano la “categoria dell'anormalità”. La sua riflessione ci consentirà di comprendere il periodo che va di primi del 800' periodo della proto-psichiatria che viene utilizzato da F per smascherare quello che succederà alla fine del 800' : il cammino verso una nuova psichiatria e l'avvento della psicoanalisi con Freud. Secondo Foucault mediante la creazione di una “fitta rete di controlli” → in cui ogni rapporto è fissato sulla eterogeneità (differenza e classificazione) ogni individuo occupa un posto e si arriva a quel binomio sapere-potere da qui si arriva alla perizia, alla biografia, al rapporto scritto , arrivando così alla “creazione dell'individuo” considerato il punto nodale del suo pensiero : la nascita dell'individuo è opera dell'individualizzazione, l'individuo è figlio di questo sistema, come “corpo assoggettato al potere; ma anche come “soggetto normale e anormale” in cui echeggia l'inclassificabile, ovvero l'anormale. Creando l'anormale, questo potere, necessita di creare una serie di meccanismi per riportarlo alla normalità, dimenticando che è stato esso stesso a crearlo, e vengono identificati come “il debole di mente” nelle scuole, il “criminale” nella società e il folle in cui vengono situati gli individui con azioni mirate al “recupero”. Avremo:  una normalizzazione, che riduce ai margini che produce e dice cosa è e chi è l'anormale;  quella normalizzatrice, inventa nuovi sistemi di recupero. Per Foucault è un errore storico credere che il potere sia “un meccanismo negativo di repressione” la cui funzione è quella di conservare e proteggere i rapporti di produzione di un determinato sistema, al contrario il potere nella normalità non è repressivo, ma produttivo; Tra gli strumenti per rintracciare l'anormalità ritroviamo  il manicomio, in cui non i è nessuna cura, ma solo disciplinamento, il medico è detentore del potere all'interno di una istituzione che diviene sempre più luogo di formazione di discorsi che producono una serie di classificazioni in cui non vi son vere teorie, ma tattiche di potere. Foucault parla di “tautologia manicomiale” in cui il medico fa si lo stesso spazio manicomiale a fornirgli strumenti. La peculiarità del manicomio rispetto alle istituzioni disciplinari, risiede nel fatto che, nel manicomio, viene chiamato “spazio medico”.  La perizia, elemento necessario per la fondazione dell'idea di anormalità, la perizia legittima l'estensione del potere disciplinare, , in cui non vuole solo punire, ma correggere la pericolosità per provare a normalizzare. Partendo dal XVII sc con l'introduzione del sistema giuridico che modula la pena secondo dell'incertezza della prova, ci si comincia a rivolgere alla psichiatria. Questo meccanismo prenderà piede, passando dall'atto alla condotta, finché a essere giudicato non sarà più il reato, ma la “complessiva biografia della persona”. Il soggetto esaminato → inizia ad assomigliare al proprio crimine, prima di averlo commesso”. Funzione psichiatrica, questa è causa della diffusione tra il 1840/60 della condizione inefficiente della famiglia che non è in grado di fornire un educazione, in cui i dispositivi assumono il ruolo di supplire a questa assenza. Vediamo come la “perizia medico-legale” rivela il suo potere psichiatrico, la quale ci permette :  “raddoppiare il delitto” dall'atto alla condotta, dal delitto al modo di essere. 4

L'individuo è considerato irregolare rispetto a dimensioni fisiologiche, psichiche o morali. Dimostrando la somiglianza tra l'individuo e il proprio crimine;  “raddoppiare l'autore del delitto” attraverso il personaggio del delinquente, mostrando la somiglianza tra i delitto e il suo autore, la quale si ricerca nelle attitudini e comportamenti che descrivono la serie delle colpe, che non si qualificano né come malattia né come infrazioni legali. Si viene a costruire una serie di elementi, in cui emerge al questione della responsabilità non può più essere posta, poiché il soggetto si trova a essere responsabile di tutto e di niente.  “sdoppiamento della figura del medico in medico-giudice” non permette solo di individuare la criminalità, permette al giudice di sdoppiarsi di fronte al medio, la decisione di punire non è più di fronte al soggetto giuridico, ma all'individuo che è portatore dei tratti definiti dalla perizia. Lo psichiatra diviene veramente un giudice “vile mestiere di punire si trova così trasformato nel mestiere di guarire, e questo rovesciamento serve, alla perizia psichiatrica”. Non ci rivolgiamo più a un soggetto responsabile, in cui la messa in atto di una tecnica di normalizzazione dovrà farsi carico dell'individuo delinquente. Tutto questo risulta possibile perché ci troviamo nel “dominio della perversità” che permette lo scambio tra categorie giuridiche e nozioni mediche, es// debolezza dell'io. Perversità, pericolosità, normalizzazione come oggetti del discorso medio-giuridico, né malato né criminale, ma pericolo e perversione. La perizia medico legale non deriva né dalla medicina né dal diritto, è qualcosa che si inserisce tra loro e ne assicura la combinazione, ma proviene da altrove, in cui la giustizia e la psichiatria nella perizia vengono alterate, non hanno a che fare con il loro oggetto proprio, questa perizia non si rivolge a delinquenti, delinquenti o malati, ma la perizia si dispiega in un campo non in opposizione del normale al patologico, ma di gradazione dal normale all'anormale.

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